Il manzo conosciuto al compleanno
di
Green Velvet
genere
gay
Vi racconto la mia avventura di l’altro ieri. Sono stato invitato a cena da mia cugina, per il suo 40° compleanno. Per fortuna faceva caldo, così ha potuto apparecchiare la tavola in giardino per ospitare tutti, c’erano circa 30 persone.
La serata è passata in maniera piacevole e divertente, conoscevo una buona parte degli invitati, ma tra le persone che non conoscevo mi affascinava in particolar modo un suo coetaneo, uno di quelli col fisico da manzo, non molto muscoloso, ma con un fisico così possente che gli si poteva perdonare un po’ di pancetta. Capelli corti, barbetta, nell’insieme molto curato, con delle grosse gambe pelose. Gianmarco il suo nome.
A fine serata ho fatto in modo di andarmene alla stessa ora di Gianmarco, che quando mi ha visto andare via, mi ha chiesto se ero venuto lì in macchina, e che in caso contrario mi avrebbe dato un passaggio. Per dir la verità ero venuto lì in macchina, ma feci finta di niente ed accettai l’invito. Così mi portò a casa lui. Prima di salutarlo gli chiesi se aveva voglia di bere qualcosa da me, ed accettò. Appena in casa mi misi un po’ in libertà, visto che faceva parecchio caldo. Gianmarco mi chiese se poteva togliersi la camicia, perché aveva anche lui molto caldo. Naturalmente gli dissi di sì. Alla fine si spogliò quasi completamente, rimanendo solo in mutande, e la cosa mi stupì non poco. Si sedette sul mio divano praticamente tutto nudo. Pensai che forse era un modo per mandarmi un certo messaggio. O la va o la spacca, per cui gli toccai il pacco. A quel punto mi portò a sè, si tolse anche le mutande e mi istigò a fargli un pompino, esclamando “vedo che hai capito, magari ti andrebbe di succhiami un po’ il cazzo!”. Mi ci tuffai.
Il suo grosso cazzo riempiva la mia bocca, ed il suo sapore di maschio mi eccitava sempre di più. Decisi che lo volevo subito in culo, e così lo portai in camera da letto, dove iniziò a cavalcarmi alla missionaria nel mio culo avezzo a prendere cazzi. Averlo sopra mentre mi scopava era eccitantissimo, mi sentivo bloccato dal suo peso che premeva su di me, la sua pancia abbondante si strusciava sulla mia, i suoi capezzoli turgidi ogni tanto mi toccavano il petto, le sue gambe pelose bloccavano le mie cosce, mentre il suo cazzo mi rovistava le viscere allargandomi il culo. Ero in estasi, il mio ano continuava a boccheggiare quando tirò fuori il cazzo per farsi spompinare ancora un po’. Dopo alcuni minuti iniziò a pomparmi di nuovo nel culo, questa volta con la probabile intenzione di venirmi dentro. Infatti di lì a poco, ecco che iniziò a darmi dei colpi da maestro facendomi mugolare di piacere, mentre le labbra del mio ano allargato si erano ormai rivoltate verso fuori, lui mi farciva il culo ed io lo spingevo verso di me tenendo le mani su quelle sue magnifiche chiappe, grosse e pelose, e le gambe attorno al suo busto, mentre arricciavo i piedi dalla goduria. Tirò fuori il cazzo dal mio culo, ed ancora gocciolante, me lo fece leccare un’ultima volta, poi mi salutò e se ne andò, lasciandomi il suo numero di telefono sul tavolo e la sua sborrata nel mio culo slabbrato.
Da solo sul mio lettone ho così iniziato a rovistare nel mio culo con le dita, per bagnarmele della sua sborra, e poi me le leccavo avidamente, finché non mi sono sborrato addosso.
La serata è passata in maniera piacevole e divertente, conoscevo una buona parte degli invitati, ma tra le persone che non conoscevo mi affascinava in particolar modo un suo coetaneo, uno di quelli col fisico da manzo, non molto muscoloso, ma con un fisico così possente che gli si poteva perdonare un po’ di pancetta. Capelli corti, barbetta, nell’insieme molto curato, con delle grosse gambe pelose. Gianmarco il suo nome.
A fine serata ho fatto in modo di andarmene alla stessa ora di Gianmarco, che quando mi ha visto andare via, mi ha chiesto se ero venuto lì in macchina, e che in caso contrario mi avrebbe dato un passaggio. Per dir la verità ero venuto lì in macchina, ma feci finta di niente ed accettai l’invito. Così mi portò a casa lui. Prima di salutarlo gli chiesi se aveva voglia di bere qualcosa da me, ed accettò. Appena in casa mi misi un po’ in libertà, visto che faceva parecchio caldo. Gianmarco mi chiese se poteva togliersi la camicia, perché aveva anche lui molto caldo. Naturalmente gli dissi di sì. Alla fine si spogliò quasi completamente, rimanendo solo in mutande, e la cosa mi stupì non poco. Si sedette sul mio divano praticamente tutto nudo. Pensai che forse era un modo per mandarmi un certo messaggio. O la va o la spacca, per cui gli toccai il pacco. A quel punto mi portò a sè, si tolse anche le mutande e mi istigò a fargli un pompino, esclamando “vedo che hai capito, magari ti andrebbe di succhiami un po’ il cazzo!”. Mi ci tuffai.
Il suo grosso cazzo riempiva la mia bocca, ed il suo sapore di maschio mi eccitava sempre di più. Decisi che lo volevo subito in culo, e così lo portai in camera da letto, dove iniziò a cavalcarmi alla missionaria nel mio culo avezzo a prendere cazzi. Averlo sopra mentre mi scopava era eccitantissimo, mi sentivo bloccato dal suo peso che premeva su di me, la sua pancia abbondante si strusciava sulla mia, i suoi capezzoli turgidi ogni tanto mi toccavano il petto, le sue gambe pelose bloccavano le mie cosce, mentre il suo cazzo mi rovistava le viscere allargandomi il culo. Ero in estasi, il mio ano continuava a boccheggiare quando tirò fuori il cazzo per farsi spompinare ancora un po’. Dopo alcuni minuti iniziò a pomparmi di nuovo nel culo, questa volta con la probabile intenzione di venirmi dentro. Infatti di lì a poco, ecco che iniziò a darmi dei colpi da maestro facendomi mugolare di piacere, mentre le labbra del mio ano allargato si erano ormai rivoltate verso fuori, lui mi farciva il culo ed io lo spingevo verso di me tenendo le mani su quelle sue magnifiche chiappe, grosse e pelose, e le gambe attorno al suo busto, mentre arricciavo i piedi dalla goduria. Tirò fuori il cazzo dal mio culo, ed ancora gocciolante, me lo fece leccare un’ultima volta, poi mi salutò e se ne andò, lasciandomi il suo numero di telefono sul tavolo e la sua sborrata nel mio culo slabbrato.
Da solo sul mio lettone ho così iniziato a rovistare nel mio culo con le dita, per bagnarmele della sua sborra, e poi me le leccavo avidamente, finché non mi sono sborrato addosso.
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