La visita oculistica - Parte 1

di
genere
saffico

Quella sera Mark accompagnò Kelly dall’oculista per una visita di controllo. Conoscevano bene quello studio perché lì ci lavorava Donna, una cara amica di Kelly. Ci andavano spesso anche perché molte volte uscivano insieme e lo usavano come punto di ritrovo per poi andare a cena, al cinema, ecc… Arrivarono, Kelly suonò il campanello e la voce di Donna chiese chi fosse. Kelly disse:
“Ciao, sono Kelly. Ho l’appuntamento con il dottore per la visita”
Donna rispose:
“Ciao Kelly, vieni pure”
Si sentì lo scatto di apertura del cancelletto, Kelly lo spinse e si incamminarono lungo il vialetto di ingresso che portava allo studio. Aprirono la porta ed entrarono nella sala d’aspetto. Donna, si alzò, andò loro incontro e li salutò con una stretta di mano e i classici tre baci.
“Ti chiedo scusa Kelly ma il dottore mi ha confermato poco fa che non ti potrà visitare stasera perché dovrà uscire presto. Ha avuto un imprevisto…”
“Cavolo…”
Disse Kelly
“Siamo venuti per niente allora? Mi potevi avvisare…”
“Non ti ho avvisato perché anche lui è rimasto in forse fino a pochi minuti fa… Dai, per farmi perdonare, e se mi volete aspettare, poi vi invito a cena e, logicamente, offrirò io”
Kelly e Mark si guardarono poi Mark disse:
“Mmm… per me va bene tanto non avevamo impegni”
“Già…”
Disse Kelly
“…siamo liberi quindi… ok!”
“Perfetto!”
Disse Donna sorridendo poi, rivolgendosi a Kelly disse:
“Vieni che prendiamo un altro appuntamento”
Mark le seguì alla reception e Donna si sedette al PC per programmare il nuovo appuntamento.
“Mmm… vediamo… giovedì prossimo? Il 24, alle 09:50. Può andare?”
Kelly guardò il calendario sul suo smartphone e disse:
“Ok, giovedì 24 alla mattina va bene.”
“Ottimo, anche questa l’abbiamo sistemata. Dai, allora? Ditemi, come state?”
Chiese Donna alzandosi. Mark rispose:
“Tutto bene, grazie. E tu?”
“Bene, anzi molto bene direi…”
E guardò Kelly abbozzando un sorrisetto malizioso. Kelly disse:
“Uhh… Sono curiosa, devi raccontarmi tutto…”
Mark intervenne:
“… cosa c’è da raccontare?”
Donna e Kelly si guardarono e sorrisero poi Donna disse:
“…cose nostre. Tu vieni con me… Andiamo in ufficio”
“Aaaah, ok ok, ho capito…”
Disse Mark. Donna prese Kelly per mano e la condusse nell’ufficio dell’altro dottore che era assente. Prima di entrare Donna si girò verso Mark e gli disse:
“Tu siediti pure, dovrai aspettare un po’”
Donna e Kelly entrarono nell’ufficio e chiusero la porta.
Mark si sedette appoggiando la sua 24 ore sulla sedia vicino. La sala d’aspetto aveva una ventina di posti e solo altre due sedie erano libere. Di fronte a lui erano sedute due ragazze, una mora con i capelli lunghi e lisci mentre l’altra li aveva rossi, sempre lunghi ma ricci. Mark apprese che avevano entrambe 20 anni dal fatto che accennarono all’avere superato l’esame di maturità due anni prima. Erano concentrate a guardare il cellulare della rossa, stavano facendo un gioco che andava molto in voga in quel momento che consisteva nell’indovinare delle parole per riempire uno schema. Mark rimase a guardarle per due motivi: il primo era che facevano un po' le stupide parlando sottovoce per leggere le definizioni proposte e provando a dare le risposte, e ridendo in modo frivolo quando la parola non era corretta. Il secondo motivo era che entrambe indossavano una minigonna di jeans, cosa che a lui faceva sempre un effetto particolare. Era bello guardare le loro gambe leggermente abbronzate e sode come solo le gambe delle ventenni possono essere. La rossa indossava poi delle ballerine mentre la mora degli zoccoletti di legno con un po' di tacco. Aveva le unghie dei piedi smaltate di un rosso vivo. Erano sedute con le gambe chiuse, non accavallate, e il fatto di muoversi continuamente per guardare il telefono e ridacchiare, faceva sì che a volte leggermente le aprissero. Più volte Mark riuscì a intravedere le loro mutandine. Erano entrambe candidamente bianche. Pensò:
“Chissà se anche voi siete candide come le vostre mutandine o se siete delle troiette…”
Come se avessero sentito il suo pensiero, entrambe alzarono lo sguardo dal telefono e lo guardarono. Fu uno sguardo di una frazione di secondo, poi si ributtarono sul telefono. Mark continuava a fissarle e un po' per i pensieri che faceva, un po' per il continuo sbirciare le loro mutandine, il cazzo cominciava a gonfiarsi nei suoi pantaloni. Ad un certo punto le due ragazze non riuscivano a trovare la parola corretta che veniva richiesta. Mark aveva sentito la definizione che avevano letto e sapeva la risposta. Dopo aver provato diverse opzioni, sempre sbagliate, le ragazze alzarono lo sguardo come per cercare aiuto. Videro che Mark stava sorridendo allora chiesero:
“La sai?”
Rispose:
“Esatta”
Infatti la definizione recitava: “Lo è l’ora del segnale orario”.
Le ragazze scrissero la parola e, visto che era corretta, guardarono Mark e lo ringraziarono. Da quel momento ogni volta che non sapevano qualcosa lo guardavano e lui rispondeva.
Nell’ufficio invece, Donna raccontava a Kelly di questo ragazzo che aveva conosciuto da circa un mese e con il quale sembrava andare d’accordo.
“Ma… in che modo andate d’accordo?”
Chiese Kelly con fare malizioso.
“Beh…” rispose Donna “…diciamo che ho già perso il conto degli orgasmi, se è quello che vuoi sapere…”
“A sì? Che puttanella che sei. Quindi ti scopa bene? Raccontami…”
“Mi scopa benissimo! La prima sera che ci siamo visti, al momento di riaccompagnarmi a casa ci siamo solo baciati ma la sua lingua mi ha rovistato ogni angolo della bocca. Era avido della mia lingua! Gli attorcigliava la sua e me la succhiava con le labbra. Devo dire che mi ha fatto bagnare solo baciandomi. Quando sono entrata in casa mi buttata sul letto e mi sono masturbata”
“E come ti sei masturbata?” chiese Kelly.
“Sei sempre la solita porca!” disse Donna, e continuò.
“Mi sono buttata sul letto a pancia in giù, non mi sono neanche spogliata. Ho infilato le mani sotto la gonna e ho cominciato a toccarmi da sopra le mutandine. Avevo voglia quindi ho cominciato a sfregarmi il clitoride con insistenza. Quasi mi faceva male perché il pizzo delle mutandine un po' mi graffiava ma la cosa non mi dava fastidio anzi, mi piaceva. Ero già bagnata da prima, ma in quel momento ero diventata un lago, sentivo le mutandine inzuppate. Ho cominciato a tirarle verso l’alto per infilarle tra le labbra e per sentirle ancora di più sul clitoride. Tiravo le mutandine con una mano mentre con l’altra mi strizzavo alternativamente i capezzoli. Sentivo la voglia crescere e l’orgasmo avvicinarsi quindi iniziai a muovere il bacino e a tirare ancora di più le mutandine. Ansimavo e mi ripetevo: scopami bastardo, fottimi la figa, fammi godere, sono la tua troia… immaginando che lui fosse lì”.
Kelly ascoltava il racconto di Donna quasi estasiata e si stava eccitando.
“Sei veramente una troia…” le disse.
Mentre lo diceva, visto che era seduta di fronte a lei dalla parte opposta della scrivania, si allungò sulla poltrona facendo scivolare avanti il bacino. La gonna che indossava le salì sulle gambe tanto da scoprire le sue mutandine. Allargò le cosce e si appoggiò una mano sulla sua figa. Donna la vide ma non le disse niente. Capì che l’amica voleva godere ascoltando il suo racconto, allora proseguì:
“Mi sono tolta le mutandine, non ce la facevo più. Le ho annusate, sapevano di figa, sapevano di me poi le ho guardate. Il triangolo anteriore era tutto bagnato e ricoperto dei miei umori densi e vischiosi. Le ho leccate un po' e poi me le sono messe in bocca per assaporarmi. Le ho tenute in bocca e nel frattempo mi sono spogliata. Ho tenuto solo le scarpe, sai quelle a quadratini bianchi e neri con la zeppa davanti, tacco 15 e cinghietta alla caviglia?”
Kelly annuì e disse:
“Sì, me le ricordo, le abbiamo comprate insieme…”
Intanto Kelly continuava a toccarsi e anche le sue mutandine cominciavano ad inzupparsi infatti una macchia scura si allargava sempre di più e diventava sempre più visibile. Donna riprese:
“Mi guardai allo specchio, mi toccai i capezzoli, li strizzai e tirai. Mi accasciai allargando le cosce il più che potevo poi portai la mano destra sulla figa mentre con il dito medio della mano sinistra iniziai a sfiorarmi il buco del culo…”
A sentire queste parole Kelly fece un sussulto ed emise un gemito. Donna capì che l’amica era notevolmente eccitata. Si alzò allora dalla sedia e lentamente, guardandola sempre fissa negli occhi, le si avvicinò, le si mise alle spalle, avvicinò la bocca al suo orecchio destro e iniziò ad ansimare. Kelly iniziò ad ansimare anch’essa seguendo il ritmo di Donna. Donna le disse:
“Chiudi gli occhi…” indugiò un po' poi aggiunse “…troia…”.
Kelly sussultò ed emise un gemito allora Donna continuò:
“Puttana, lurida vacca, troia schifosa…”
Ad ogni insulto Kelly gemeva e ansimava sempre di più. Donna proseguì:
“Toccati la figa, masturbati come facevo io. Vuoi arrivare a godere, vero?”
Kelly rispose:
“Sì, voglio godere, voglio esplodere! Continua a insultarmi, a raccontarmi di te…”
Donna riprese il racconto:
“Mi infilai due dita nella figa, fino in fondo, le estrassi e me le portai in bocca. Non sai che buon sapore avevano… Con le stesse dita iniziai a strofinarmi il clitoride e le labbra, ero così bagnata che gli umori mi colavano giù. Portai la mano sinistra davanti e mi infilai dentro il dito medio, cercai di raccogliere quanti più umori possibile poi riportai la mano dietro e tornai a sfiorarmi il buco del culo. Ora il mio dito scivolava sul buco in modo incredibile e il suo sfioramento, unito allo sfioramento del clitoride, mi dava delle fitte paurose di libidine. Mi mancava poco a godere così decisi di spingere un po' il dito nel buco…”
Kelly sussultò e disse:
“Sì…”
Donna riprese:
“…infilai una falange…”
Kelly:
“Sì, fallo…”
Donna:
“…poi due…”
Kelly:
“Oh, sì scopati…”
Donna:
“…e poi tutto…”
Kelly:
“Lo voglio anch’io Donna, mettimelo!”
Donna si spostò di fronte a Kelly, si accasciò, le spostò le mani dalla figa, le alzò le gambe e gliele appoggiò sui braccioli della sedia. Kelly sporse ancora più avanti il bacino, le sue mutandine ancora la coprivano, Donna estrasse la lingua e gliela appoggiò, all’altezza del clitoride, su quelle mutandine inzuppate. Kelly buttò indietro la testa, chiuse gli occhi e gemette:
“OOhhhhh, così, così…”
Donna le spostò le mutandine tirandole verso sinistra scoprendole la figa e il buco del culo. Tornò a leccarle il clitoride, faceva correre velocemente la sua lingua. Kelly, ormai in balia della goduria che provava, si strizzò i capezzoli dicendo:
“Fammi godere, porca puttana, ti voglio sborrare in faccia!”
Donna decise di accontentarla. Si leccò il dito medio della mano sinistra, vi lasciò un bel po' di saliva viscida, si avventò sul clitoride di Kelly prendendolo tra le labbra e succhiandolo più che poteva. Kelly ansimava e gemeva convulsamente:
“OOhhh sì, aahhhh, aahhh, mmmm, fottimi, FOTTIMI!!!”
Donna succhiò ancora più forte e contemporaneamente appoggiò il dito medio insalivato sul suo buco del culo e, dopo una breve attesa, glielo spinse completamente dentro. Il piacere che Kelly provò fu di gran lunga superiore al dolore dell’inculata. Non resistette più e cedette all’orgasmo:
“Vengo, vengo… Sììììììììììì…”
Uno schizzo violento le uscì dalla figa e investì Donna, la figa e il culo le pulsavano, Donna cominciò a stantuffarle il culo con il dito e aprì la bocca per fare sì che gli schizzi gliela riempissero. Quando Kelly si calmò Donna le sfilò il dito dal culo e se lo mise in bocca. Kelly aprì gli occhi e la guardò. Donna sfilò il dito, si avvicinò al suo viso e la baciò riversandole in bocca la sua sborra che sapeva anche di culo.
“Adesso tocca a me godere…” disse.
Si alzò, si girò, si piegò sulla scrivania e iniziò a muovere il bacino a destra e sinistra. Guardò Kelly e le disse:
“Fottimi troia…”
Kelly si alzò dalla sedia, le mise le mani sulle chiappe e gliele massaggiò un po', si inginocchiò e le sollevò il camice. Donna indossava una minigonna di jeans. Kelly le sollevò anche quella e rimase sorpresa di quello che vide: Donna non indossava le mutandine e nel culo aveva infilato un buttplug che esternamente aveva la forma di un diamante di colore rosso.
“Ohhhhh…” fece Kelly e rimase a guardarlo.
“Ti piace?” chiese Donna.
“Tantissimo” rispose Kelly e continuò:
“Lo metti spesso per venire al lavoro?”
Donna rispose:
“Lo metto spesso per fare qualsiasi cosa: lavoro, spesa, palestra e poi logicamente anche quando mi masturbo e mi faccio scopare. Ti ricordi quella sera che facemmo la serata amiche con Debby e Jennifer?”
“Nooo… L’avevi anche in quell’occasione?”
“Certo. E ti ricordi che c’è stato un momento in cui, quando eravamo tutte sedute sul divano, mi sono piegata su me stessa portando le braccia sulla pancia e voi mi avete chiesto se stessi bene?”
“Sì…”
“Ecco… stavo godendo…”
“Che gran puttana che sei! Mi vuoi dire che hai avuto un orgasmo sul mio divano seduta di fianco a me?
“Già, proprio così… Ora basta parlare, voglio godere di nuovo!”
Kelly le allargò le chiappe, rimase ancora un attimo a fissarle il culo e la figa, che era fradicia di umori, poi avvicinò il viso e le infilò il naso proprio nella figa”
Donna gemette e le disse:
“Leccamela, leccami tutta!”
Kelly non se lo fece ripetere e iniziò dalle grandi labbra, gliele leccò facendo scorrere la lingua prima su una e poi sull’altra compiendo un movimento circolare. Continuò così finché Donna la implorò:
“Voglio di più…”
Kelly allora passò alle piccole labbra ripetendo più o meno lo stesso movimento me senza mai arrivare al clitoride. Donna la implorò di nuovo:
“Ancora di più!!”
Kelly le leccò l’ingresso della figa andando su e giù e infilandole un po' la lingua ma ancora evitava il clitoride. Donna disse:
“Dai Kelly, te lo devo proprio dire? Voglio sentire la tua lingua sul mio clitoride!”
Kelly si staccò un attimo da lei, attese qualche secondo durante il quale Donna mosse il bacino e lo arretrò come per avvicinarsi a Kelly, voleva ritrovare la sua bocca, la sua lingua. Disse:
“Ti prego…”
Kelly allora le allargò le labbra della figa con le dita facendo in modo che il clitoride fosse ben esposto e poi si avventò su di esso prima leccandolo velocemente poi succhiandolo poi leccandolo lentamente poi succhiandolo ancora. La figa di Donna colava umori a più non posso, le scendevano lungo le cosce rendendo la scena terribilmente arrapante per Kelly. Entrambe non avrebbero saputo dire quanto andò avanti quella tortura, il piacere di dare e ricevere godimento era una soddisfazione per entrambe. Ad in tratto Donna disse:
“Fermati Kelly, fermati…”
Kelly si staccò da lei e chiese:
“Che c’è?”
Donna si girò a guardarla e fissandola negli occhi le disse:
“Ora scopami!”
Kelly rispose:
“Se fossi uomo ti sbatterei il mio cazzo in figa fino a sfondarti!”
Donna ribattè:
“Allora diventa uomo e fallo!”
Kelly si mise a ridere e disse:
“Ah ah, che cazzo dici?”
Donna le indicò la sua borsa e le disse:
“Guarda là dentro…”
Kelly si avvicinò alla borsa, la aprì e vide uno strapon con un grosso cazzo nero. Lo estrasse e stette a guardarlo. Il cazzo era grosso, lungo almeno una trentina di centimetri e la superficie era ricoperta di vene molto in rilievo. Immaginò il piacere che doveva procurare sentirsi scorrere un arnese del genere nella figa. Donna disse:
“Ti piace, eh? Dai, non stare lì impalata, mettitelo e sfondami…”
Kelly lo indossò, strinse le cinghie per assicurarselo bene addosso dopodiché si rimise dietro a Donna. Lei allargò maggiormente le gambe, e con le mani si allargò le chiappe. Kelly appoggiò la punta del cazzo alla figa di Donna, lei emise un sospiro. Kelly cominciò a muovere la punta del cazzo in senso rotatorio come per lubrificarlo bene, Donna disse:
“Sputaci su…”
Kelly lo fece più volte spalmando bene la saliva per lubrificarlo il più possibile dopodiché glielo riappoggiò alla figa e lentamente iniziò a spingere. Kelly vedeva le labbra della figa di Donna allargarsi, la punta del cazzo entrava sempre di più strappandole gemiti sempre più intensi. Donna mugolava:
“Ohhh, sì… così… infilamelo… voglio sentirlo dentro… voglio sentirmi piena del tuo cazzo… voglio sentirlo scorrere contro le pareti della mia figa… porca puttana come godo…”
Kelly continuava imperterrita a spingerglielo dentro finché arrivò in fondo alla figa. Donna ebbe un sussulto ed esclamò:
“Oddio!”
Kelly allora iniziò a tirarlo fuori altrettanto lentamente come glielo aveva infilato, lo estrasse quasi tutto e poi ricominciò a spingere, poi a sfilarlo e poi ancora dentro e fuori e ancora e ancora, ed ogni volta lo faceva sempre più velocemente. Donna era ora in preda al godimento più sfrenato, gemeva, diceva frasi sconnesse e imprecava contro Kelly, la insultava chiamandola puttana, troia e con i nomi più volgari che conosceva. Kelly era a sua volta eccitata da quello che faceva e vedeva. Essendo donna era sempre stata dall’altra parte ed ora, invece, aveva la visuale dell’uomo. Le piaceva vedere Donna da dietro, il cazzo nero che scorreva dentro di lei, le sue chiappe allargate e il buttplug che le impreziosiva il buco del culo. Era eccitante anche sentire il rumore che faceva il cazzo muovendosi nella figa. Kelly si sentiva potente e godeva del fatto di usare Donna come un oggetto. Le disse:
“Godi troia, godi di questo cazzo che ti sfonda, lo vuoi vero? Dimmi che ti piace sentirlo in figa…”
Donna rispose:
“Sì, mi piace, lo voglio, lo voglio tutto. Sfondami, così… così!!”
Kelly aumentò ulteriormente il ritmo e Donna gemette:
“Oddio sì… Continua, più forte… non fermarti!”
Kelly disse:
“Certo che non mi fermo, continuo a sbatterti la figa e continuerò fino a farti gridare dall’orgasmo! Sei una brutta troia e come tale devi essere trattata!”
“Sì, è così che voglio essere trattata! Usami, sbattimi, fammi male!!”
Per tutta risposta Kelly le tirò uno schiaffo sul culo. Donna emise un grido di dolore ma la incitò:
“Ancora, schiaffeggiami!”
Kelly le mollò un altro schiaffo e poi si fermò dallo stantuffarla con il cazzo. Donna le disse:
“No, non fermarti…” e ricevette un altro schiaffo. Disse:
“Ahi! Muoviti Kelly ti prego, mi piace come mi scopi…”
Kelly si piegò su di lei, si avvicinò al suo orecchi destro e le disse sottovoce:
“Decido io quando muovermi, troia. Non capisco che cazzo di pretese hai…”
Mentre le parlava le spinse lentamente il cazzo fino in fondo alla figa e quando ci arrivò spinse ancora. Donna gemette:
“Ohhh come lo sento, ce l’ho tutto dentro, mi spinge, mi fa quasi male ma mi piace… Sbattimi ancora Kelly…”
Kelly si rialzò, le diede ancora una spinta in fondo e poi ricominciò a stantuffarla.
“Voglio vederti godere!” le disse.
“Sbattimi, scopami e mi vedrai sborrare…” le disse Donna.
Kelly aumentò il ritmo, Donna cominciò a gemere con sempre più insistenza, Kelly capì che si stava avvicinando all’orgasmo. Premette il buttplug imprimendogli un movimento circolare, Donna ebbe un sussulto e disse:
“Sì, scopami anche il culo!”
Detto questo cominciò ad ansimare con più foga e disse:
“Oddio, sto per godere, sì!... Sì!... Vengo… VENGO!!!”
Kelly a quel punto, continuando a sbatterle la figa, infilò due dita sotto il buttplug e lo tirò per estrarglielo dal culo. Donna esplose:
“Aaahhh… VENGOOOOO!!!!”
Era in preda ad un violento orgasmo, le contrazioni del culo spinsero fuori il buttplug e un getto intenso le schizzò dalla figa.
Kelly le sfilò il cazzo e rimase a guardare l’amica in preda a contrazioni e spasmi dovute all’orgasmo. Quando si calmò, Kelly avvicinò il suo viso a quello di lei e le disse:
“Ei uoa…”
Donna aveva gli occhi chiusi, non aveva capito quello che Kelly le aveva detto quindi con un filo di voce chiese:
“Cosa?”
Kelly ripeté:
“Ei uoa…”
Donna aprì gli occhi, guardò l’amica e vide che aveva in bocca il buttplug. Kelly se lo tolse di bocca succhiandolo come fosse un chupa-chups e ripeté di nuovo:
“Sei buona…”
Donna si avvicinò a lei e la baciò in bocca. Poi si alzò dalla scrivania, si mise in ginocchio di fronte a Kelly, prese il grosso cazzo nero in mano e se lo infilò in bocca. Lo succhiò per un po' poi disse:
“È vero, sono buona…”
Kelly le disse:
“Succhiami ancora il cazzo troia, sei eccitante!”
Donna continuò un po' poi si alzò, baciò ancora Kelly in bocca poi l’aiutò a togliere lo strapon, lo appoggiò sulla scrivania dopodiché si risistemò. Kelly fece lo stesso. Donna raccolse il plug da terra dicendo:
“Questo torna da me”
E dopo averlo succhiato e averci sputato sopra se lo rinfilò nel culo. Kelly rise e disse:
“Sei proprio una vacca…”
“Perché?”
Rispose Donna sedendosi sulla sua sedia alla scrivania e guardando maliziosamente l’amica...
scritto il
2023-06-30
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