Lei..(flashback)
di
Moi77
genere
etero
Era così giovane
Un ricordo vivido, aveva 12 anni, suo padre accettò un lavoro che distava parecchi km, per questo sarebbe rimasto fuori tutta la settimana, per diversi mesi.
I suoi erano separati,e si accordarono perché in quelle settimane sua madre ,che viveva in un altra città, non lontano, si occupasse di lei.
Suo padre parti', e sua madre non arrivò mai,senza avvisare senza dire nulla.
Lei ricordò quella prima notte senza risposte, appollaiata sulla poltrona con la TV accesa, non chiuse occhio, ogni rumore, ogni sibilo di vento ogni scricchiolio era sinistro e pauroso.
Fu l'inizio di ciò che sarebbe stata la normalità, che normale non era.
A vent'anni, una mattina di maggio bevendo un caffè nel dehor di un bar una vampata di caldo, e poi una doccia fredda di terrore la investi' , tremava , la testa confusa le gambe come due colonne ghiacciate, la vista offuscata il cuore in gola batteva forte come Lars Ulrich nel pieno di un concerto.
Un terrore di morte imminente.
Solo dopo scopri'che era un attacco di panico.
Si chiuse in casa,la depressione, la paura, la divoravano, lacrime e vuoto. L'agorafobia la costrinse per un anno a non avere il coraggio neppure di guardare la porta di casa.
Con le dovute cure, il peggio ando' a scemare, ma l'alone di paura resto' presente come un fardello scomodo da portare con sé.
All'epoca aveva una relazione che divento' una convivenza, aveva un lavoro stabile, ma dopo un anno di dolori di visite di incomprensioni mediche scopri' di avere una malattia, che la porto' dritta in sala operatoria d'urgenza.
L' intervento durò 7 ore, fu stranziante, e dopo, le terapie non le alleviarono il tormento del macigno che portava con di sé.
Fu allora che il suo compagno e lei decisero di sposarsi. Era felice , sapeva di poter affrontare ciò che le stava capitando con un emotività positiva.
Era un maggio tiepido, e un giorno mentre il sole le accarezzava i capelli che stavano ricrescendo per far sì che si riconoscesse di nuovo, lui le disse che non voleva più sposarsi...
Che era stata dura affrontare quel calvario, che non era pronto.
Tutto fu messo in discussione, e duro' mesi, passo ' la data del mancato matrimonio, lei desiderava risposte che non arrivarono mai, sino ad un agosto dove chiusero definitivamente, e lei per il dolore scappò nella città dove viveva la madre, non per cercare conforto in lei ,ma sperando che lui la tornasse a riprendere.
L' inverno successivo quando il freddo le ricordò che i suoi vestiti erano ancora la' , in quella casa ,insieme a lui , lo chiamo' per dirgli che sarebbe tornata a prendere le sue cose, e lui le disse di non fermarsi perché la sua nuova fidanzata era gelosa.
Era ferita e sola, e come i pezzi di un puzzle che si compone da solo e una lucidità dolorosa ricordò tutti i dettagli che la ricondussero a quelle parole crude e velenose, lei che si era sentita in colpa per una malattia che le aveva portato via tanto, e lui che aveva usato quella scusa per annichilirla ,per nascondere la vigliaccheria,e non dire la verità.
L'anno successivo fu anche peggiore, un altro intervento, un altra città, con una madre che era un estranea a cui di lei non importava nulla.
Poi piano piano una ripresa faticosa ed intermittente, la porto' a trovare un nuovo lavoro.
E purtroppo incontrò lui, e cadde in un vortice altalenante di passione ,paradiso ,e dolore, liti e assurdità.
Era tardi ,era innamorata di una persona cattiva, subdola, che non arrivava mai davvero.
Che la teneva sotto scacco con sesso e promesse, inoltre lavorava con lei e questo complicava tutto.
Poi lei raccolse la forza di troncare , e lui resto' con la moglie.
Passarono 4 anni di silenzio Lei si fidanzo'con un uomo di 14 anni più grande,in quel periodo, Le dava un senso di pacata sicurezza, ma qualcosa non andava.
Lui invece era diventato un fantasma finalmente, a parte qualche informazione da colleghe nelle false vesti di amiche ,che poco si addicevano alle reali crudeli intenzioni da portinaie in cerca di pettegolezzi a buon mercato.
Ma un giorno di un altro fottutissimo maggio , lui si paleso' con un lungo messaggio di scuse, mieloso come un violino a tratti scordato, le chiese di rivedersi, e lei animata da una forza fittizia che credeva di avere, e dalla brama di vendetta che in realtà non cercava, accettò.
La passione scoppiò di nuovo, più irruenta di prima.
E lui ricordò la " seconda" prima volta, dove l'intento di chiarirsi si trasformò immediatamente in baci senza ritorno, e lei sopra di lui ,a farlo entrare di nuovo nel suo corpo e nella sua testa.
Lui si era finalmente separato, e potevano davvero stare insieme questa volta.
Lei parlò col suo compagno, che non la considerava, era pigro quasi inesistente , e lei non credeva che lasciarlo fosse scioccante... d altronde per un po aveva tentato di sistemare le cose, ma lui era così spento, non facevano l amore, non si baciavano da secoli,dunque pensava che sarebbe stato liberatorio anche per lui abbandonare quella relazione vuota.
Trovarono casa, ed era tutto come lei centinaia di volte l'aveva immaginato.
Ma come uno schiaffo alternato a carezze ,quel rapporto tornò più malato di prima.
Lui spariva, non si presentava , o tornava ubriaco la mattina dopo, lei scappava , aveva trovato una casa , la situazione era dura , lo stipendio non le bastava, ma non poteva stare con lui in quel modo.
Lui tornava sempre.
E la baciava, la guardava, lei si scioglieva sotto i suoi occhi , ogni maledetta volta.
La portava a bere, insinuava la sua mano sotto la sua gonna, la toccava di nascosto, la faceva eccitare sino a scappare a casa di lui
.. che prima era di entrambi, e senza il tempo di deciderlo ,stavano facendo l'amore.
Lui la prendeva per i fianchi, le poggiava la mano sulla schiena sollevandole la gonna e mentre la penetrava con l altra mano la masturbava,il clitoride sotto le sue dita affannose la conduceva in breve tempo all orgasmo e lui adorava le contrazioni di lei che lo stringevano dentro ,fino ad esplodere , e quando stava per succedere lei si inginocchiava in terra spalacava la bocca in attesa che lui indirissasse il suo piacere sulla sua lingua esposta.
Ma poi tutto questo terminava e si tornava a liti manipolazioni, umiliazioni.
Lui la voleva con sé , ma lei non accettava quelle condizioni, purtroppo però avrebbe dovuto lasciare comunque la casa che aveva preso per sé, l affitto le bollette, non reggeva più... piena di dubbi si convinse che l unica strada era cedere alle sue insistenze.
Il giorno del trasloco lei era nel portone tra scatole pacchi e sacchettini... e lui non si presentò.
Quel giorno chiamò il suo ex, e torno' a casa con lui.
Si accordarono per condividere le spese, e la casa per ragioni economiche.
Ma la vita non era semplice. Era delusa per essere stata piantata lì come un idiota. E frustrata per essere stata costretta a tornare in quella casa con il suo ex che faceva ostruzionismo per farla sentire un verme.
Ma " lui" tornò di nuovo,chiedendo udienza
.. lei cedette per l ennesima volta, e quello che doveva essere il milionesimo chiarimento si trasformò nel solito amplesso travolgente e malato.
Ma stavolta lei restò incinta.
Non poteva e non voleva portare avanti quella gravidanza, i pregressi interventi l'avrebbero resa un impresa azzardata,e rischiosa, e l età era inappropriata.
L aborto era tragicamente scontato, e lei segui tutte le procedure in silente segreto , solo lui lo sapeva. Lei era terrorizzata, la sala operatoria era un luogo che evocava traumi profondi.
Il giorno dell aborto lui non si presentò.
E lei affrontò tutto quanto da sola.
Questa volta la storia si concluse davvero.
Lei il suo dolore nascosto , in quella casa inospitale, dove era obbligata a stare per ragioni economiche, una famiglia che non esisteva... il ricordo di un.padre, unico porto franco della sua vita, che non c era più.
Faceva tutto schifo.
Pseudo amiche , colleghe, continuavano a darle informazioni su di lui che lei non voleva e non aveva mai voluto.
Andava semplicemente avanti.
Poi una sera, una collega che non sentiva da anni le mando' una raffica di messaggi, mettendola a conoscenza del fatto che aveva avuto una relazione con quello che era ora il suo coinquilino, la storia durava da circa 8 anni.
Lo sgomento.
Lei che stava subendo l' ostruzionismo di quell uomo che voleva farla sentite uno schifo perché si era innamorata di un altro è glielo aveva detto, non era mai stato leale.
Basta.
I fuochi d'artificio il dolore la frustrazione, la sensazione che fosse un buco nero senza fine.
Essere in trappola, li sola dolorante, presa in giro da tutti.
Era tanto ,era troppo .
Un vivido sogno la svegliò in un bagno di sudore, era in un letto d' ospedale , voleva tagliarsi i polsi , ma prima di farlo tagliò due fessure nel materasso, solo allora tagliò le sue vene impietosamente azzurre e definite in quei sottili polsi bianchi, e infilò le mani nelle fessure del materasso, per non "sporcare" perché nessuno se ne accorgesse.
Il risveglio fu un tripudio di angoscia di profondo terrore.
La depressione era tornata in tutta la sua trionfante pienezza.
Un ricordo vivido, aveva 12 anni, suo padre accettò un lavoro che distava parecchi km, per questo sarebbe rimasto fuori tutta la settimana, per diversi mesi.
I suoi erano separati,e si accordarono perché in quelle settimane sua madre ,che viveva in un altra città, non lontano, si occupasse di lei.
Suo padre parti', e sua madre non arrivò mai,senza avvisare senza dire nulla.
Lei ricordò quella prima notte senza risposte, appollaiata sulla poltrona con la TV accesa, non chiuse occhio, ogni rumore, ogni sibilo di vento ogni scricchiolio era sinistro e pauroso.
Fu l'inizio di ciò che sarebbe stata la normalità, che normale non era.
A vent'anni, una mattina di maggio bevendo un caffè nel dehor di un bar una vampata di caldo, e poi una doccia fredda di terrore la investi' , tremava , la testa confusa le gambe come due colonne ghiacciate, la vista offuscata il cuore in gola batteva forte come Lars Ulrich nel pieno di un concerto.
Un terrore di morte imminente.
Solo dopo scopri'che era un attacco di panico.
Si chiuse in casa,la depressione, la paura, la divoravano, lacrime e vuoto. L'agorafobia la costrinse per un anno a non avere il coraggio neppure di guardare la porta di casa.
Con le dovute cure, il peggio ando' a scemare, ma l'alone di paura resto' presente come un fardello scomodo da portare con sé.
All'epoca aveva una relazione che divento' una convivenza, aveva un lavoro stabile, ma dopo un anno di dolori di visite di incomprensioni mediche scopri' di avere una malattia, che la porto' dritta in sala operatoria d'urgenza.
L' intervento durò 7 ore, fu stranziante, e dopo, le terapie non le alleviarono il tormento del macigno che portava con di sé.
Fu allora che il suo compagno e lei decisero di sposarsi. Era felice , sapeva di poter affrontare ciò che le stava capitando con un emotività positiva.
Era un maggio tiepido, e un giorno mentre il sole le accarezzava i capelli che stavano ricrescendo per far sì che si riconoscesse di nuovo, lui le disse che non voleva più sposarsi...
Che era stata dura affrontare quel calvario, che non era pronto.
Tutto fu messo in discussione, e duro' mesi, passo ' la data del mancato matrimonio, lei desiderava risposte che non arrivarono mai, sino ad un agosto dove chiusero definitivamente, e lei per il dolore scappò nella città dove viveva la madre, non per cercare conforto in lei ,ma sperando che lui la tornasse a riprendere.
L' inverno successivo quando il freddo le ricordò che i suoi vestiti erano ancora la' , in quella casa ,insieme a lui , lo chiamo' per dirgli che sarebbe tornata a prendere le sue cose, e lui le disse di non fermarsi perché la sua nuova fidanzata era gelosa.
Era ferita e sola, e come i pezzi di un puzzle che si compone da solo e una lucidità dolorosa ricordò tutti i dettagli che la ricondussero a quelle parole crude e velenose, lei che si era sentita in colpa per una malattia che le aveva portato via tanto, e lui che aveva usato quella scusa per annichilirla ,per nascondere la vigliaccheria,e non dire la verità.
L'anno successivo fu anche peggiore, un altro intervento, un altra città, con una madre che era un estranea a cui di lei non importava nulla.
Poi piano piano una ripresa faticosa ed intermittente, la porto' a trovare un nuovo lavoro.
E purtroppo incontrò lui, e cadde in un vortice altalenante di passione ,paradiso ,e dolore, liti e assurdità.
Era tardi ,era innamorata di una persona cattiva, subdola, che non arrivava mai davvero.
Che la teneva sotto scacco con sesso e promesse, inoltre lavorava con lei e questo complicava tutto.
Poi lei raccolse la forza di troncare , e lui resto' con la moglie.
Passarono 4 anni di silenzio Lei si fidanzo'con un uomo di 14 anni più grande,in quel periodo, Le dava un senso di pacata sicurezza, ma qualcosa non andava.
Lui invece era diventato un fantasma finalmente, a parte qualche informazione da colleghe nelle false vesti di amiche ,che poco si addicevano alle reali crudeli intenzioni da portinaie in cerca di pettegolezzi a buon mercato.
Ma un giorno di un altro fottutissimo maggio , lui si paleso' con un lungo messaggio di scuse, mieloso come un violino a tratti scordato, le chiese di rivedersi, e lei animata da una forza fittizia che credeva di avere, e dalla brama di vendetta che in realtà non cercava, accettò.
La passione scoppiò di nuovo, più irruenta di prima.
E lui ricordò la " seconda" prima volta, dove l'intento di chiarirsi si trasformò immediatamente in baci senza ritorno, e lei sopra di lui ,a farlo entrare di nuovo nel suo corpo e nella sua testa.
Lui si era finalmente separato, e potevano davvero stare insieme questa volta.
Lei parlò col suo compagno, che non la considerava, era pigro quasi inesistente , e lei non credeva che lasciarlo fosse scioccante... d altronde per un po aveva tentato di sistemare le cose, ma lui era così spento, non facevano l amore, non si baciavano da secoli,dunque pensava che sarebbe stato liberatorio anche per lui abbandonare quella relazione vuota.
Trovarono casa, ed era tutto come lei centinaia di volte l'aveva immaginato.
Ma come uno schiaffo alternato a carezze ,quel rapporto tornò più malato di prima.
Lui spariva, non si presentava , o tornava ubriaco la mattina dopo, lei scappava , aveva trovato una casa , la situazione era dura , lo stipendio non le bastava, ma non poteva stare con lui in quel modo.
Lui tornava sempre.
E la baciava, la guardava, lei si scioglieva sotto i suoi occhi , ogni maledetta volta.
La portava a bere, insinuava la sua mano sotto la sua gonna, la toccava di nascosto, la faceva eccitare sino a scappare a casa di lui
.. che prima era di entrambi, e senza il tempo di deciderlo ,stavano facendo l'amore.
Lui la prendeva per i fianchi, le poggiava la mano sulla schiena sollevandole la gonna e mentre la penetrava con l altra mano la masturbava,il clitoride sotto le sue dita affannose la conduceva in breve tempo all orgasmo e lui adorava le contrazioni di lei che lo stringevano dentro ,fino ad esplodere , e quando stava per succedere lei si inginocchiava in terra spalacava la bocca in attesa che lui indirissasse il suo piacere sulla sua lingua esposta.
Ma poi tutto questo terminava e si tornava a liti manipolazioni, umiliazioni.
Lui la voleva con sé , ma lei non accettava quelle condizioni, purtroppo però avrebbe dovuto lasciare comunque la casa che aveva preso per sé, l affitto le bollette, non reggeva più... piena di dubbi si convinse che l unica strada era cedere alle sue insistenze.
Il giorno del trasloco lei era nel portone tra scatole pacchi e sacchettini... e lui non si presentò.
Quel giorno chiamò il suo ex, e torno' a casa con lui.
Si accordarono per condividere le spese, e la casa per ragioni economiche.
Ma la vita non era semplice. Era delusa per essere stata piantata lì come un idiota. E frustrata per essere stata costretta a tornare in quella casa con il suo ex che faceva ostruzionismo per farla sentire un verme.
Ma " lui" tornò di nuovo,chiedendo udienza
.. lei cedette per l ennesima volta, e quello che doveva essere il milionesimo chiarimento si trasformò nel solito amplesso travolgente e malato.
Ma stavolta lei restò incinta.
Non poteva e non voleva portare avanti quella gravidanza, i pregressi interventi l'avrebbero resa un impresa azzardata,e rischiosa, e l età era inappropriata.
L aborto era tragicamente scontato, e lei segui tutte le procedure in silente segreto , solo lui lo sapeva. Lei era terrorizzata, la sala operatoria era un luogo che evocava traumi profondi.
Il giorno dell aborto lui non si presentò.
E lei affrontò tutto quanto da sola.
Questa volta la storia si concluse davvero.
Lei il suo dolore nascosto , in quella casa inospitale, dove era obbligata a stare per ragioni economiche, una famiglia che non esisteva... il ricordo di un.padre, unico porto franco della sua vita, che non c era più.
Faceva tutto schifo.
Pseudo amiche , colleghe, continuavano a darle informazioni su di lui che lei non voleva e non aveva mai voluto.
Andava semplicemente avanti.
Poi una sera, una collega che non sentiva da anni le mando' una raffica di messaggi, mettendola a conoscenza del fatto che aveva avuto una relazione con quello che era ora il suo coinquilino, la storia durava da circa 8 anni.
Lo sgomento.
Lei che stava subendo l' ostruzionismo di quell uomo che voleva farla sentite uno schifo perché si era innamorata di un altro è glielo aveva detto, non era mai stato leale.
Basta.
I fuochi d'artificio il dolore la frustrazione, la sensazione che fosse un buco nero senza fine.
Essere in trappola, li sola dolorante, presa in giro da tutti.
Era tanto ,era troppo .
Un vivido sogno la svegliò in un bagno di sudore, era in un letto d' ospedale , voleva tagliarsi i polsi , ma prima di farlo tagliò due fessure nel materasso, solo allora tagliò le sue vene impietosamente azzurre e definite in quei sottili polsi bianchi, e infilò le mani nelle fessure del materasso, per non "sporcare" perché nessuno se ne accorgesse.
Il risveglio fu un tripudio di angoscia di profondo terrore.
La depressione era tornata in tutta la sua trionfante pienezza.
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