L'attico

di
genere
gay

Prima parte
Era una calda giornata primaverile ed avevo ancora molto lavoro da fare nell'attico. Abitavamo al piano terreno di una delle due case che la mia famiglia possedeva. Avevamo affittato il primo piano e l'attico che c'era al terzo piano. Stavo risistemando l'attico di due stanze dipingendo e rivestendo di pannelli i muri ed i soffitti. Questo stava per diventare il mio nuovo pied a terre, un posto dove ritirarmi a godere le cose più belle della vita. Ero un magro giovane virile ed energico, di circa un metro e settanta per 65 chili con un torace sviluppato e peloso e molti peli pubici spessi e scuri che circondavano un cazzo di 16 centimetri con cui mi piaceva giocare per farlo diventare duro e guardarlo poi sparare roba calda dappertutto sulla mia nudità. L'attico era il luogo dove avrei potuto lavorare un po', studiare un po' e poi giocarci e giocarci ancora. Avevo provato molte cose diverse per aumentare i miei esperimenti di masturbazione, olii, strofinarmi con stoffe di diverso tipo, maltrattarmi da solo eccetera. Mi piaceva sperimentare ma soprattutto ero curioso di cose strane. Avevo una grande paura di non essere normale, quindi limitavo le mie attività a me ed al mio bel cazzo.
Un pomeriggio, mentre come al solito non c'era nessuno a casa, salii all'attico per finire un piccolo lavoro. Udii una voce alta e femminea al piano sotto che chiamava il mio nome. Era Antonio, il figlio dell'inquilino. Era alto circa un metro e ottanta e molto magro, forse 50 chili, un po' effeminato ma grazioso. Suo papà commerciava per mare e durante l'infanzia di Antonio era stato presente raramente, quindi lui era cresciuto senza una figura paterna. Sua mamma ed una zia erano i genitori e modelli di comportamento. Forse per questo da ragazzino agiva come una ragazzina gridando e correndo agitando le mani. Ma essendo lontano dalla pubertà non era anormale per un ragazzino comportarsi così quando era eccitato o giocava. Ora, raggiunti i diciotto anni sembrava essere uscito dai modi femminili, ma ogni tanto ci ricadeva.
Lo chiamai e lui chiese se poteva venire su. Ero occupato ma lui supplicò ed io cedetti; mentre saliva vidi che aveva un grosso libro di matematica in mano. Mi ricordò che la sua mamma mi aveva chiesto di dargli qualche ripetizione di matematica perché aveva dei problemi. Pensai tra di me che se avessi interrotto quello che stavo facendo non l'avrei finito quel giorno ma quando vidi i suoi occhi tristi, mi sentii dire "OK!"
Ci sedemmo su un vecchio divano che avevo riciclato dalla vecchia mobilia di famiglia che era stata scartata; aprii il libro e lo deposi sui nostri grembi. Nell'aprirlo la mia mano si trovò sul suo grembo molto vicino all'inguine. Sentii un formicolio dentro di me e mi piacque dove stavo, così la lasciai là.
Quando venne il momento di girare la pagina gli dissi di farlo lui. Prese la pagina con la destra e dopo averlo fatto riportò la mano all'angolo destro del libro che stava sul mio grembo. Dopo avere ripetuto queste manovre un paio di volte, la sua mano continuava a gravitare sul grembo che ora era pieno di un cazzo duro ed io potevo sentire la sua mano che toccava i miei pantaloni proprio lì sopra. Il dorso della mia mano ora era sul suo grembo e sentivo la sua virilità dura. Spostai lentamente la mano sotto la copertina sentendogli il cazzo duro col dorso della mano. Lui accolse l'invito, spostò il palmo della mano sul mio grembo e trovò l'inguine e l'attrezzo. Lo carezzò delicatamente con le dita snelle e lunghe. La lettura si fermò e cominciarono i giochi.
Chiudemmo il libro e cominciammo a strofinare l'uno l'inguine dell'altro. Poi decise di voler dare un'occhiata a quel grande bastone che stava nei miei pantaloni. Mi aprì la patta, slacciò la cintura ed il bottone superiore, aprì i pantaloni e, spinta la mano nei miei boxer, estrasse la mia leva calda. Mi guardò poi la guardò e mise la faccia vicino al mio ferro caldo. Prima lo leccò e lo baciò poi vi si dedicò completamente. Risucchiandolo dal principio alla fine fino ai peli pubici, bagnandolo e succhiandolo con forza. Stava andando troppo veloce ed io ero troppo eccitato. Volevo che il mio piacere aumentasse e rimandare l'orgasmo, così lo fermai prima di arrivare al punto di non ritorno. Mi alzai e mi tolsi tutti i vestiti. I suoi occhi brillarono di desiderio mentre mi toglievo la camicia, poi i pantaloni e quindi la biancheria intima.
Mi avvicinai e spinsi l'uccello rigido sulla sua faccia, lui non esitò. L'afferrò e se lo mise in bocca, io gli presi la testa e lentamente gli chiavai la faccia col mio ferro duro e caldo. La sua bocca ansimante e calda mi fece tornare al punto cruciale, l'estrassi e lasciai che leccasse l’area dell'inguine. Gli piaceva assaggiarmi ed assaporare il mio corpo. Lasciò che la sua lingua trovasse i punti più sensuali ed intimi e mi piaceva. Mi sdraiai sul divano mettendo una gamba sullo schienale del divano l'altra sul suo grembo. Tirai la sua testa al mio inguine e lui scese di nuovo sul mio cazzo duro ingoiandolo fino ai peli pubici, succhiandolo, bagnandolo e leccandolo come un polposo cono di gelato rosa. Di nuovo sentii aumentare la sensazione ed ero pronto. Trattenni la sua testa con le mani, ero pronto a fottergli la faccia ma lui si alzò. Cominciò a togliersi i vestiti rivelando un lungo torso molto magro. Aveva un piccolo culo, le natiche erano della taglia di un melone ma era ben dotato di un cazzo da diciotto centimetri, lungo e snello come tutto il resto in lui. Mentre lo guardavo togliersi i vestiti, mi carezzavo delicatamente l'uccello per tenerlo caldo per lui.
Si inginocchiò di fronte al divano e quando tolsi le mani dal cazzo caldo, lui le sostituì con la sua mano calda e lunga, accarezzandomelo ed inserendolo di nuovo nella sua bocca. Le sue labbra calde circondarono rapidamente la muschiosa cappella, succhiò forte ed a lungo. Chiusi gli occhi mentre la mia testa cominciava a turbinare con sensazioni di delizia per come lui mi consumava il cazzo e le palle. Poi si alzò sul divano e si allungò di fianco a me con la testa sul mio inguine ed il mio cazzo profondamente nella sua gola. Aprii gli occhi e rimasi abbagliato quando vidi il cazzo duro a pochi centimetri dal mio naso.
Whoa! Pensai tra di me, io non sto succhiandolo; solo i “culi” succhiano il cazzo ed io non sono un “culo”. Quindi allontanai la testa, afferrai il suo cazzo con una mano e mi limitai a giocarci. Doveva piacergli perché cominciò ad aumentare il suo succhiare e leccare. Non poteva essergli sufficiente il mio menare il suo attrezzo caldo su ed giù. Raggiunsi il punto di non ritorno e trattenni la sua testa mentre spingevo la mia erezione nella sua gola e rilasciavo un carico di giovane sperma caldo nella sua calda bocca ansimante. Gli piaceva il sapore e lo succhiò tutto leccando ogni goccia fino a che non ce ne fu più ed il mio uccello divenne molle nella sua bocca. Ero esaurito e pensai solo di goderne il tramonto mentre lui finiva di succhiare e leccare le ultime gocce. La mia mano si allargò ed io smisi di giocare col suo cazzo. A quel punto avrei voluto che se ne andasse per permettermi di rilassarmi e riposare un po'.
Ma, dopo essere stato riempito da tutto il mio sperma, voleva ancora di più. Mi chiese se potevo alzarmi, mettermi dietro di lui e strofinare il mio corpo contro il suo culo mentre lui si masturbava. Avrei fatto qualunque cosa purché se ne andasse via, quindi mi alzai mentre lui si voltava ed io pigiai il corpo nudo contro la sua magra schiena liscia e contro il culo. Sentii il suo culo sodo e lui cominciò a farsi una sega mentre io l'aiutavo spremendo e strofinandogli le palle con una mano e strofinandogli il torace con l'altra. Più velocemente lo strofinavo e più velocemente lui si carezzava la verga. Non ci volle molto perché soffiasse il suo carico e che carico era! Sparò dappertutto sul pavimento e sul muro mentre si lamentava di piacere.
Pulimmo usando dei vecchi stracci e ci vestimmo.
Pochi minuti dopo usciva ed io ritornavo sul divano pensando a quella cosa sporca che avevo appena fatto e mi chiedevo cosa c'era di sbagliato in me. Mi sentivo disgustato e sporco. Ma anche se avevo questi rammarichi, sapevo già che l'avrei fatto di nuovo e poi di nuovo.

Seconda parte
Era passata una settimana da quando Antonio ed io avevamo avuto il nostro incontro sessuale e lui mi mancava. Ero stato nell'attico molte volte ed ogni volta mi sforzavo di fare in modo che lui mi sentisse lavorare e capisse che c’ero. Speravo ogni volta che mi chiamasse ma non accadeva nulla anche se io sapevo che era in casa. Pensai che ci dovesse essere qualche cosa da fare perché il suo modo di mangiare il cazzo la volta precedente mi faceva pensare che ne volesse ancora.
Ero occupato al mio progetto quando sentii la sua voce da fanciullo che chiamava il mio nome. Risposi e gli dissi di venire su. Quando arrivò vidi che aveva ancora il suo libro di matematica. "Hai bisogno di altre ripetizioni?" chiesi. Accennò di sì con la testa ed andò al divano. Mi sedetti vicino a lui che immediatamente mise la mano sul mio inguine e cominciò a strofinarmi l'uccello già indurito. Non c'era stata esitazione o sguardi al libro di matematica che aveva buttato sul pavimento. Lui era lì per una cosa e ambedue sapevamo cos'era quella cosa.
Come la prima volta il mio cazzo divenne duro immediatamente ed in breve lui stava aprendo la zip della patta. Mi lanciò quello stesso sguardo per ottenere la mia approvazione e poi si lanciò sulla leva di comando, prima baciandola, leccandola e poi risucchiandola in bocca sino ai peli pubici e succhiando con incredibile passione. Senza dubbio gli ero mancato e mi era mancata la sua bocca bagnata e calda. Mi portò rapidamente al punto di non ritorno ma lo fermai appena in tempo e guardammo ambedue la pre eiaculazione che stillava dalla mia cappella. Lui la leccò. Mi curvai e mi tolsi scarpe e calze, poi mi alzai e mi tolsi camicia, pantaloni e boxer; ero nudo di fronte a lui. I suoi occhi sfavillavano di piacere mentre si ubriacava della mia nudità. Mise la faccia nei miei genitali annusandoli, baciando e leccandomi le palle, i peli pubici e l'inguine. Io stavo bruciando. Lui si alzò e si tolse tutti i vestiti. Mi sdraiai sul divano mentre lo guardavo denudarsi. Era magro ma aveva un bel corpo liscio senza peli, a parte l'area pubica; e c'erano chiaramente i diciotto centimetri di cazzo che scoccavano fuori dai suoi boxer e stavano sull'attenti. Questa volta dovevo lottare contro il desiderio di succhiare quella bellezza. Si sdraiò accanto a me nella posizione del 69, potevo annusare i suoi genitali che erano vicino alla mia faccia. Cominciai a masturbarlo e giocai col suo attrezzo e le palle. Deve essergli piaciuto perché rispose succhiando la testa ed ingozzandosi col mio uccello. Ingerì tutta l'asta, lo sentivo strozzarsi ma non rilasciò l'uccello continuando a succhiarlo. Mi stavo scaldando e quando divento così caldo potrei fare qualsiasi cosa, e lo feci. Mi trovai a baciargli le palle, ricordo che pensai tra di a me se avessi potuto prendere delle malattie leccando e baciando le palle.
Questo sembrò fargli molto piacere, cominciò a muovere rapidamente la bocca su e giù lungo l'asta del mio uccello, succhiando un po' la testa e muovendosi poi giù lungo l'asta fino ai peli pubici. Tenni la sua testa mentre spingevo il mio cazzo dentro e fuori della sua bocca. Gliela rilasciai quando dal mio cazzo sgorgò un carico di sborra nella sua bocca. Spinsi l'uccello nella sua gola che ancora una volta fu riempita dal mio sperma dolce ed amaro. Ansò e sbuffò ingoiandolo tutto man mano che usciva.
Gli piaceva il succo e lo succhiò tutto leccando ed ingoiando ogni goccia fino a che la sborra non fu esaurita ed il mio cazzo non si fu rammollito nella sua bocca.
Si ripeté la scena della volta precedente, strofinai il corpo contro il suo culo sodo e gli feci una sega.
Dopo che fu venuto pulimmo come l'ultima volta usando dei vecchi stracci. E di nuovo cominciai a pentirmi di quello che avevo fatto; sentivo ancora il sapore delle sue palle ed ero disgustato. Mi promisi che non l'avrei rifatto. Mi sentivo disgustato e sporco. Ma anche se avevo questi rammarichi, sapevo già che l'avrei fatto di nuovo e poi di nuovo.

Terza parte
Era passata un'altra settimana dal nostro ultimo incontro sessuale ed io ero eccitato. Per qualche ragione non lo sentivo spesso come mi sarebbe piaciuto lasciandomi un po' frustrato e molto eccitato. Nell'attico facevo sempre in modo di farmi sentire ma non accadeva nulla. Un giorno che ero abbastanza stanco di restauri per smettere di pensare al sesso, mi spogliai per lavorare nudo. Nel profondo del mio cervello speravo in un incontro col cazzo affamato del mio vicino di casa. Invece mi sedetti sul divano a giocare da solo.
Ero così eccitato che avrei voluto leccarmi il cazzo. Mi stavo masturbando e stavo strofinando l'uccello con la saliva. Più guardavo quel grande pezzo di carne rossa e più mi eccitavo, guardai il liquido preseminale stillare fuori dal piccolo buco; l'asciugai con l'indice e poi assaggiai quel liquido bianco e dolce. La testa del fungo stava chiamando la mia bocca per un breve ma rimunerativo incontro. Non potevo resistere quindi avvolsi le braccia intorno alle gambe, posizionai uccello e palle tra le gambe chiuse e abbassai la testa a soddisfare la carne.
Dapprima non funzionò molto bene, riuscivo solo ad annusarmi i genitali, ma continuai a tentare. Il mio cazzo era duro come più non poteva essere e la cappella stava aspettando il tocco delle mie labbra bagnate e calde. Dondolando e spostando il corpo finalmente riuscii a toccare la punta della verga calda con la lingua. Questo incoraggiò i miei sforzi e continuai a muovere il corpo per avvicinarmi sempre più alla mia bellezza calda. Cominciai a leccare la punta ed asciugai il liquido pre seminale che continuava a stillare fuori del buco. Più leccavo e più mi avvicinavo alla ricompensa. Ora stavo assaggiando la pre eiaculazione e le mie labbra stavano toccando la testa. Spinsi ulteriormente e finalmente ebbi testa nella bocca, sentii il calore del mio cazzo e le creste del fungo che passavano sulle mie labbra. Ma stavo anelando e non riuscivo a respirare; dovetti fermarmi per un momento per prendere fiato. A quel punto la cappella del cazzo e la bocca erano separate solamente da una frazione di centimetro.
Presi un respiro il più profondo possibile ed abbassai la testa finché la mia bocca ancora una volta non circondò la cappella. La succhiai e leccai sentendo la pelle morbida sulla mia lingua. Era la mia prima esperienza di pompino e sentivo piacere alle due estremità; la bocca provava piacere ed il cazzo era in estasi. Subito dopo essere stata toccata dalle labbra la testa eruttò sperma spesso schizzandolo profondamente nella mia bocca. La sborra calda fu sparata in fondo alla mia gola e gocciolò giù dalla lingua sopra la testa e la verga calda mentre io continuavo a succhiare. E continuavo a sparare nella bocca e lo sperma scendeva sul cazzo mentre io leccavo e succhiavo il più velocemente possibile tentando di non perdere una goccia di quel dolce nettare.
Ero molto soddisfatto ma mi faceva male il torace per lo sforzo intenso di mantenere quella posizione. Era difficile alzarsi, ma dopo che l'estasi ed il dolore furono passati in pochi minuti, il gusto del mio cazzo e del mio sperma rimase nella mia bocca. Mi sedetti pensando a cosa c'era di in me. Perché facevo quelle cose?
di
scritto il
2013-02-07
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