Soumise Valen 5

di
genere
incesti

...decisi di lasciarle i capelli.
Subito portai le mani sulle sue tettine appuntite. Le impugnavo stringendole sempre di più. I capezzoli sembravano voler scoppiare, erano diventati grossissimi. Più stringevo le mammelle più queste cambiavano colore diventando rosse.
Ad un certo punto iniziai a mungerle le poppe, alternando strette a tirate delle stesse.
"Lo senti che ti sto mungendo? Cosa stai diventando Valen?"
"La tua vacca, Padrone" rispose velocemente mia sorella.
"Tira fuori la lingua ed inizia a leccarmi la cappella. Non vorrei dover raccontare ad Alberto che sei incapace a far pompini!".
Valen rimase basita. Non sapeva bene come comportarsi.
Bastarono due forti strizzate alle poppe per farle comprendere la sua condizione di sottomessa.
Chiuse gli occhi, tirò fuori la lingua e l'appoggiò alla cappella.
"Forza, inizia a leccare, stronzetta!"
Muoveva con delicatezza la lingua, evitando il meato da dove sarebbe potuto uscire del liquido, ed anche la parte bassa, quella del solco, dove vi era una notevole quantità di sostanza caseosa bianca.
"Ora voglio che con la tua boccuccia di rosa, mi pulisca per bene il cazzo. Leccami la cappella per bene e puliscimi dallo smegma! E tieni gli occhi aperti, scrofa, voglio che tu veda cosa dovrai ingoiare...".
Mentre una lacrima le solcava la guancia, portò una mano sul mio cazzo. Abbassò la pelle a più non posso e con la lingua iniziò a passare lungo il solco.
Anche lei, come me, stava guardando la sua lingua portarsi via dei pei pezzi di sostanza bianca, odorosa.
Leccava e poi ritraeva la lingua, ingoiando. Era giunto il momento di godere. Le mollai le mammelle, tornai a prenderla per i capelli.
"Ora ti scopo la bocca, Valentina. Se mi farai male con i denti, sappi che ti darò molte sberle alle poppe. Non potrai farti vedere nuda da Alberto per settimane, sarai piena di ematomi. Quindi apri bene la bocca, usa la lingua e soprattutto ingoia la sborra. Tuo fratello oggi ti arriverà nello stomaco!"
Iniziai a scoparle la bocca, con un ritmo forsennato, obbligandola a guardarmi negli occhi.
Non era ancora abituata alle penetrazioni profonde in gola, se esageravo iniziavano i conati. Dalla bocca le colava tantissima saliva. I i miei peli erano bagnati della sua saliva, che sentivo colare a terra dai coglioni.
Sentivo le contrazioni partire dalla base del cazzo.
"Sto per venire nella tua bocca, puttana. Tuo fratello ti sta per sborrare in bocca. Ammetti che ti piace più il mio cazzo di quello di Alberto, puttana!"
Mentre iniziavo a sborrarle in bocca, lei rispose di sì con la testa, continuando a fissarmi negli occhi.
"Ingoia tutto, senza indugiare, sorella"
Deglutì immediatamente.
La feci accucciare a terra e con i suoi capelli, asciugai la saliva che era volata sul pavimento.
Lei era remissiva, come se fosse una cosa normale, quello che avevo fatto.
"Salvo, promettimi che ci fermiamo qui. Siamo fratello e sorella, dobbiamo dimenticare cosa è accaduto oggi".
Le mollai un ceffone in faccia, facendole girare il volto.
"Ora dobbiamo studiare. Non rompermi mai più il cazzo con suggerimenti di merda. Sai, potresti esser punita molto duramente...".
Senza aggiungere altro, si alzò per tornare nella sua camera.
scritto il
2023-09-09
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