L’evoluzione sessuale quinta parte
di
ReHartù
genere
zoofilia
Riprendo a raccontarvi di quell’indimenticabile pomeriggio trascorso in mansarda con Ralf e la nostra amica Sara.
C’eravamo lasciati che Sara e Ralf si erano fatti una grande scopata sotto i miei occhi godendo uno dell'altra e facendo godere anche me alla visione di quell’amplesso animalesco, durante il quale la mia amica in estasi era stata penetrata violentemente dal cazzone del mio cane.
Il tempo era volato e non ci eravamo rese conto che si erano fatte le diciannove, pertanto dopo aver pulito lo sperma sul pavimento e messo in ordine la piccola mansarda, ci siamo risistemate e abbiamo imboccato le scale per scendere ai nostri appartamenti.
Raggiungiamo primo pianerottolo e Sara mi confessa che ha ancora la figa in fiamme e sente colare lo sperma di Ralf al punto che ha le mutandine talmente intrise di umori che le potrebbe strizzare.
In un attimo mi appaiono le immagini della mia amica che inarca la schiena e solleva il sedere per offrire il suo sesso al cane, che la possiede selvaggiamente, quelle immagini provocano una serie di piccoli terremoti del mio ventre, è quella sensazione che amo definire: “sento le farfalle nello stomaco”.
Arriviamo al nostro pianerottolo nel momento esatto in cui rientrano dal lavoro i nostri vicini, come già ho detto il pianerottolo, è al servizio di quattro appartamenti, il nostro, dove viviamo io e Giada, quello di Sara e i suoi due figli, quello della signora Maria e il quarto abitato da una coppia di giovani professionisti. Io con nostri vicini non ero andata mai oltre un formale buongiorno o buona sera, ma noto che Sara al contrario aveva con loro una certa confidenza, e, infatti, li saluta calorosamente chiamandoli per nome.
Io chiamo Ralf e lo blocco al mio fianco mentre la mia amica ci chiede se ci conosciamo, tutti e tre in coro cortesemente rispondiamo: “Solo di vista”, e segue una risata generale. Sara forse felice per l’esperienza pomeridiana subito dice che bisogna porre rimedio e ci invita tutti da lei per un aperitivo cenato, il suo entusiasmo e la condizione d’isolamento che si protrae da qualche tempo ci coinvolge e simultaneamente accettiamo fissando l’appuntamento tra un’ora.
Ci salutiamo e rientriamo ognuno nel proprio appartamento. Le luci di casa sono spente, c’è uno strano silenzio, Ralf mi segue, apro la porta della stanza da letto, dove trovo abbracciati Giada, Giacomo e Serena. Li saluto e riferisco che tra un’ora ci saremmo ritrovati a casa loro dove Sara aveva organizzato un aperitivo cenato insieme anche ad Aurora e Paolo i nostri dirimpettai, a quel punto i ragazzi ci salutano dicendo che andavano ad aiutare la mamma a preparare. Giada è radiosa ha un’espressione felice, un viso luminoso, mi fa segno con la mano di stendermi al suo fianco, io obbedisco e appoggio la testa sul suo petto e l’abbraccio. Mi dice che ha trascorso un pomeriggio meraviglioso veramente piacevole con i ragazzi e che quella famiglia sono una miniera di segreti, ci alziamo e insieme andiamo in bagno per prepararci, entriamo nel box doccia raccontandoci il pomeriggio e tra un’insaponata e l’altra ci stuzzichiamo, le confesso che io non ho avuto la mia razione di piacere e lei non tarda a provvedere e con tocchi sapienti mi fa arrivare velocemente all’orgasmo.
La sigla del TG ci ricorda che dobbiamo trasferirci a casa dei nostri vicini, prendiamo due bottiglie di vino e un caciocavallo dell’alto Molise e usciamo da casa, sul pianerottolo incontriamo Aurora e Paolo, bussiamo e Giacomo ci viene ad aprire la porta. Seduta a capo tavola troviamo la simpaticissima signora Maria che ci saluta tutti con grande affetto, e ci chiede come mai Ralf non è con noi, io rispondo che non tutti amano i cani e quindi abbiamo deciso di lasciarlo nel nostro appartamento. Aurora e Paolo dicono che amano i cani e per loro non c’è problema e se per i padroni di casa non ci sono problemi non è giusto lasciarlo solo. Sara guardandomi negli occhi con uno sguardo di complicità dice che Ralf è un amore di cane e m’invita ad andare a prenderlo. Sara in pochissimo tempo ha preparato di tutto allestendo un vero buffet si sistemiamo e iniziamo a conversare, noto che Paolo guarda spesso Giacomo, direi uno sguardo particolare, il vino aiuta e rendere la conversazione meno formale e la signora Maria scherzando sulla sua età ci invita a godere dei piaceri senza farci bloccare dalle convenzioni. L’invito dell’anziana vicina inevitabilmente sposta la discussione sul matrimonio e su come questo e la chiesa hanno condizionato la felicità di tante persone. Io mi sono seduta per terra e dalla mia posizione posso ammirare le bellissime gambe di Aurora, che a un certo punto incrocia il mio sguardo e come Sharon Stone nel film Basic Instinct scavalla lentamente le gambe in modo che io dalla mia posizione posso ammirare la sua bellissima femminilità. La conversazione continua e Paolo chiede di uscire sul balcone per fumare una sigaretta, Giacomo da buon padrone di casa accompagna l’ospite per fargli compagnia, Ralf sentendosi assediato da tutte quelle donne esce anche lui sul balcone. La signora Maria ci racconta della sua vita e di come oggi non farebbe alcune scelte e rivolgendosi a noi più giovani dice: ” la figa e meglio che se la mangiano gli uccelli da viva che i vermi da morta” a quell’affermazione scoppiamo tutte a ridere al punto che i ragazzi incuriositi rientrano. I bicchieri si riempiono e si svuotano in continuazione, l’alcool fa salire la temperatura, io per il caldo esco sul balcone, dopo poco mi segue Aurora, sono appoggiata con il sedere alla ringhiera, le braccia divaricate, le mani anch’esse appoggiate alla ringhiera un po’ distanti dal corpo. Aurora guardando in strada si appoggia alla ringhiera premendo il suo sesso sul dorso della mia mano, mi volto verso di lei e i nostri sguardi si incrociano, lei mi sorride. Sento che allenta la pressione sulla mia mano, io la apro e la ruoto in modo che ora il palmo della mia mano accoglie il suo pube, con il mio dito medio esercito una piccola pressione accarezzandole la patata, attraverso il tessuto leggero del vestitino sento perfettamente i contorni del suo sesso.
Lei muove leggermente il bacino quasi come se volesse imprimere un ritmo al mio dito, come se lo volesse far entrare dentro di se. Ha un sorriso stupendo, la accarezzo e la immagino nuda, è una donna alta, longilinea un seno tonico, una seconda abbondante, un sedere da sballo che per strada sicuramente attira gli sguardi di uomini e donne. Con movimenti veloci raccolgo nella mia mano il tessuto leggero del vestitino facendo salire scoprendo così prima le sue lunghe cosce e dopo il basso ventre, facendo attenzione a lasciare la parte posteriore protetta. Ora sento il calore della sua pelle tutelata da delle culottes sicuramente in pizzo, grazie al tipo di biancheria agevolmente riesco a intrufolare la mano e toccarle il sesso. Non posso ammirarla ma capisco che fa il pube ben curato, un monte di venere formato da un piccolo triangolo di peli morbidi ben definito mentre la restante parte è rasata, sento la sua pelle liscia e morbida, i miei polpastrelli hanno raggiunto l’ingresso della sua vagina, sento il caldo umido dei suoi umori. Aurora mi parla ma onestamente la mia mente è concentrata tra le sue gambe. Attraverso i vetri del balcone controllo cosa succede in cucina, nessuno si cura di noi, per cui divento più audace, mi avvicino di più alla mia nuova amica così da poter muovere meglio la mano. Le mie dita percorrono il solco tra le grandi labbra, trovano il clitoride e iniziano a stuzzicarlo, capisco che i miei gesti sono graditi sia dal fatto che Aurora è sempre più bagnata che dal suo clitoride che s’inturgidisce sotto le mie carezze.
Ora dalla bocca di Aurora esce solo qualche gemito che cerca di soffocare, le sue mani sono aggrappare alla ringhiera, per la pressione esercitata nello stringere il freddo metallo ha le nocche delle dita bianche, il suo bacino si muove in modo impercettibile, quasi a mimare un amplesso, favorendo così la mia penetrazione. Sento che è prossima all’orgasmo e, infatti, il suo corpo inizia a vibrare scosso da un orgasmo che non può manifestare e che soffoca dentro di se. Le sue gambe sono leggermente divaricate e le ginocchia appena piegate, la mia mano è piena dei suoi umori, ha il respiro affannoso e il battito accelerato, mi fermo aspetto che gli ultimi spasmi dell’orgasmo abbandonano il suo corpo statuario. Ho la mano ancora appoggiata alla sua figa quando Aurora prende il mio braccio e lo tira verso il suo viso, come la mia mano esce dalle sue culottes per risalire verso il suo viso, il vestito grazie alla gravità ritorna a coprire le sue belle cosce. Aurora guarda i suoi umori sulla mia mano che bacia, e subito dopo, con una lieve pressione, la spinge verso la mia bocca, io la apro e conosco il suo sapore. Mi dice che dobbiamo rientrare ma devo prometterle che le darò la possibilità di ricambiare il piacere che le ho regalato. Rientriamo in casa e noto che Paolo e Giacomo non ci sono, mi vado a sedere nuovamente per terra con la schiena appoggiata al muro e dalla mia prospettiva, guardo le differenze tra le quattro donne che ho di fronte. La signora Maria e Sara sono sedute sul divano, Giada e Serena sono sedute nella stessa poltrona, la mano della mia compagna è nascosta ma guardando la faccia della ragazza sicuramente le starà massaggiando la passerina, gli uomini al momento non ci sono, mentre Aurora è rimasta in piedi mettendosi alle spalle di tutti dietro il divano, l’unica che la vede in viso sono io. La signora Maria con gli aneddoti di vita vissuta ha monopolizzato la discussione, io mi alzo e verso da bere a tutti e lancio un taralluccio a Ralf che non acchiappa e lo fa rotolare verso Aurora. Mentre tutti ascoltiamo il racconto ricco di dettagli Ralf, si alza per recuperare il suo biscottino, dopo qualche minuto noto sul volto di Aurora un’espressione di sorpresa, sporgo il capo di lato e vedo che Ralf ha la testa sotto il suo vestito. Guardo il suo volto e capisco che la cosa non la infastidisce anzi ho la sensazione che le piaccia per cui faccio finta di non aver visto, nel frattempo ridiamo delle battute della vulcanica decana del gruppo, incrocio lo sguardo di Aurora e capisco che quella carezza di Ralf le piace, e lei intuisce che ho capito cosa sta accadendo. Il suono del campanello al piano ci ricorda che i ragazzi erano usciti, Sara corre ad aprire la porta e Paolo entra con un vassoio pieno di cocktail, per prima cosa si scusa giustificandola lunga assenza dicendo che la preparazione ha richiesto un po’ di tempo. Noto che Aurora guarda il suo compagno lanciandogli un sorrisetto ironico, mentre a me ha colpito quella giustificazione, perché Paolo ha sentito la necessità di farla? Paolo appoggia il vassoio sul tavolo e ognuno si serve, osservo Giacomo e noto che ha una chiazza biancastra sulla coscia, la stoffa della tuta e il suo colore lasciano intuire chiaramente che si tratta di sperma. Quel dettaglio apre in me un mondo sui miei dirimpettai, che da professionisti inclini solo al lavoro e talamo coniugale hanno anche tanti altri interessi. Giacomo si viene a sedere sul bracciolo della poltrona alla mia sinistra ed io senza farmi notare dagli altri gli faccio segno della macchia sulla tuta, il ragazzo diventa rosso in viso subito si alza e si dirige in bagno. Io mi sento una stronza, non lo volevo mettere in imbarazzo ma solo fargli capire che avevo capito il loro segreto. Sono passati diversi minuti da quando Giacomo si è allontanato, allora approfittando che gli altri conversano piacevolmente mi alzo e vado a cercarlo, lo trovo seduto sul letto in camera sua che con il phon asciuga il pantalone, mi avvicino e passando la mano tra i capelli lo accarezzo, lui mi guarda si alza, siamo uno di fronte all’altro, mi prende la testa tra le mani e mi bacia. Accolgo la sua lingua dentro la mia bocca e sento il suo cazzo gonfiarsi e premere sulla mia pancia. Gli afferro il cazzo e inizio a segarlo, approfittando della situazione, oserei dire che tengo Giacomo per le palle, gli chiedo se Paolo era bravo come me.
Giacomo a conferma dei miei sospetti, mi racconta che Paolo non l’ha segato ma era inginocchiato a raccogliere del ghiaccio che era caduto e trovandosi con il suo cazzo ad altezza della faccia l’ha prima accarezzato e poiché non aveva opposto resistenza, l’ha liberato iniziando un lavoro di bocca. Giacomo si fa intraprendente e con vigore prima mi accarezza il seno, quasi volesse mungerlo e poi scende a carezzare la mia figa. Infila la mano dentro il mio perizoma e nel sentire che sono bagnata mi sorride soddisfatto, non sapendo che la mia figa era fradicia di umori già dall’incontro in balcone con Aurora. Il ditalino del ragazzo mi fa eccitare mi giro di spalle e mi abbasso consentendogli di penetrarmi, si muove velocemente e insieme raggiungiamo l’orgasmo questa volta, però, per non disperdere il suo sperma viene dentro il suo pantalone.
Tra un racconto della signora Maria un brindisi e un cocktail la serata passa allegramente si sono fatte le due e decidiamo di congedarci ma ci diamo appuntamento per sabato prossimo per fare un pranzo tutti insieme e conoscerci meglio
continua...
C’eravamo lasciati che Sara e Ralf si erano fatti una grande scopata sotto i miei occhi godendo uno dell'altra e facendo godere anche me alla visione di quell’amplesso animalesco, durante il quale la mia amica in estasi era stata penetrata violentemente dal cazzone del mio cane.
Il tempo era volato e non ci eravamo rese conto che si erano fatte le diciannove, pertanto dopo aver pulito lo sperma sul pavimento e messo in ordine la piccola mansarda, ci siamo risistemate e abbiamo imboccato le scale per scendere ai nostri appartamenti.
Raggiungiamo primo pianerottolo e Sara mi confessa che ha ancora la figa in fiamme e sente colare lo sperma di Ralf al punto che ha le mutandine talmente intrise di umori che le potrebbe strizzare.
In un attimo mi appaiono le immagini della mia amica che inarca la schiena e solleva il sedere per offrire il suo sesso al cane, che la possiede selvaggiamente, quelle immagini provocano una serie di piccoli terremoti del mio ventre, è quella sensazione che amo definire: “sento le farfalle nello stomaco”.
Arriviamo al nostro pianerottolo nel momento esatto in cui rientrano dal lavoro i nostri vicini, come già ho detto il pianerottolo, è al servizio di quattro appartamenti, il nostro, dove viviamo io e Giada, quello di Sara e i suoi due figli, quello della signora Maria e il quarto abitato da una coppia di giovani professionisti. Io con nostri vicini non ero andata mai oltre un formale buongiorno o buona sera, ma noto che Sara al contrario aveva con loro una certa confidenza, e, infatti, li saluta calorosamente chiamandoli per nome.
Io chiamo Ralf e lo blocco al mio fianco mentre la mia amica ci chiede se ci conosciamo, tutti e tre in coro cortesemente rispondiamo: “Solo di vista”, e segue una risata generale. Sara forse felice per l’esperienza pomeridiana subito dice che bisogna porre rimedio e ci invita tutti da lei per un aperitivo cenato, il suo entusiasmo e la condizione d’isolamento che si protrae da qualche tempo ci coinvolge e simultaneamente accettiamo fissando l’appuntamento tra un’ora.
Ci salutiamo e rientriamo ognuno nel proprio appartamento. Le luci di casa sono spente, c’è uno strano silenzio, Ralf mi segue, apro la porta della stanza da letto, dove trovo abbracciati Giada, Giacomo e Serena. Li saluto e riferisco che tra un’ora ci saremmo ritrovati a casa loro dove Sara aveva organizzato un aperitivo cenato insieme anche ad Aurora e Paolo i nostri dirimpettai, a quel punto i ragazzi ci salutano dicendo che andavano ad aiutare la mamma a preparare. Giada è radiosa ha un’espressione felice, un viso luminoso, mi fa segno con la mano di stendermi al suo fianco, io obbedisco e appoggio la testa sul suo petto e l’abbraccio. Mi dice che ha trascorso un pomeriggio meraviglioso veramente piacevole con i ragazzi e che quella famiglia sono una miniera di segreti, ci alziamo e insieme andiamo in bagno per prepararci, entriamo nel box doccia raccontandoci il pomeriggio e tra un’insaponata e l’altra ci stuzzichiamo, le confesso che io non ho avuto la mia razione di piacere e lei non tarda a provvedere e con tocchi sapienti mi fa arrivare velocemente all’orgasmo.
La sigla del TG ci ricorda che dobbiamo trasferirci a casa dei nostri vicini, prendiamo due bottiglie di vino e un caciocavallo dell’alto Molise e usciamo da casa, sul pianerottolo incontriamo Aurora e Paolo, bussiamo e Giacomo ci viene ad aprire la porta. Seduta a capo tavola troviamo la simpaticissima signora Maria che ci saluta tutti con grande affetto, e ci chiede come mai Ralf non è con noi, io rispondo che non tutti amano i cani e quindi abbiamo deciso di lasciarlo nel nostro appartamento. Aurora e Paolo dicono che amano i cani e per loro non c’è problema e se per i padroni di casa non ci sono problemi non è giusto lasciarlo solo. Sara guardandomi negli occhi con uno sguardo di complicità dice che Ralf è un amore di cane e m’invita ad andare a prenderlo. Sara in pochissimo tempo ha preparato di tutto allestendo un vero buffet si sistemiamo e iniziamo a conversare, noto che Paolo guarda spesso Giacomo, direi uno sguardo particolare, il vino aiuta e rendere la conversazione meno formale e la signora Maria scherzando sulla sua età ci invita a godere dei piaceri senza farci bloccare dalle convenzioni. L’invito dell’anziana vicina inevitabilmente sposta la discussione sul matrimonio e su come questo e la chiesa hanno condizionato la felicità di tante persone. Io mi sono seduta per terra e dalla mia posizione posso ammirare le bellissime gambe di Aurora, che a un certo punto incrocia il mio sguardo e come Sharon Stone nel film Basic Instinct scavalla lentamente le gambe in modo che io dalla mia posizione posso ammirare la sua bellissima femminilità. La conversazione continua e Paolo chiede di uscire sul balcone per fumare una sigaretta, Giacomo da buon padrone di casa accompagna l’ospite per fargli compagnia, Ralf sentendosi assediato da tutte quelle donne esce anche lui sul balcone. La signora Maria ci racconta della sua vita e di come oggi non farebbe alcune scelte e rivolgendosi a noi più giovani dice: ” la figa e meglio che se la mangiano gli uccelli da viva che i vermi da morta” a quell’affermazione scoppiamo tutte a ridere al punto che i ragazzi incuriositi rientrano. I bicchieri si riempiono e si svuotano in continuazione, l’alcool fa salire la temperatura, io per il caldo esco sul balcone, dopo poco mi segue Aurora, sono appoggiata con il sedere alla ringhiera, le braccia divaricate, le mani anch’esse appoggiate alla ringhiera un po’ distanti dal corpo. Aurora guardando in strada si appoggia alla ringhiera premendo il suo sesso sul dorso della mia mano, mi volto verso di lei e i nostri sguardi si incrociano, lei mi sorride. Sento che allenta la pressione sulla mia mano, io la apro e la ruoto in modo che ora il palmo della mia mano accoglie il suo pube, con il mio dito medio esercito una piccola pressione accarezzandole la patata, attraverso il tessuto leggero del vestitino sento perfettamente i contorni del suo sesso.
Lei muove leggermente il bacino quasi come se volesse imprimere un ritmo al mio dito, come se lo volesse far entrare dentro di se. Ha un sorriso stupendo, la accarezzo e la immagino nuda, è una donna alta, longilinea un seno tonico, una seconda abbondante, un sedere da sballo che per strada sicuramente attira gli sguardi di uomini e donne. Con movimenti veloci raccolgo nella mia mano il tessuto leggero del vestitino facendo salire scoprendo così prima le sue lunghe cosce e dopo il basso ventre, facendo attenzione a lasciare la parte posteriore protetta. Ora sento il calore della sua pelle tutelata da delle culottes sicuramente in pizzo, grazie al tipo di biancheria agevolmente riesco a intrufolare la mano e toccarle il sesso. Non posso ammirarla ma capisco che fa il pube ben curato, un monte di venere formato da un piccolo triangolo di peli morbidi ben definito mentre la restante parte è rasata, sento la sua pelle liscia e morbida, i miei polpastrelli hanno raggiunto l’ingresso della sua vagina, sento il caldo umido dei suoi umori. Aurora mi parla ma onestamente la mia mente è concentrata tra le sue gambe. Attraverso i vetri del balcone controllo cosa succede in cucina, nessuno si cura di noi, per cui divento più audace, mi avvicino di più alla mia nuova amica così da poter muovere meglio la mano. Le mie dita percorrono il solco tra le grandi labbra, trovano il clitoride e iniziano a stuzzicarlo, capisco che i miei gesti sono graditi sia dal fatto che Aurora è sempre più bagnata che dal suo clitoride che s’inturgidisce sotto le mie carezze.
Ora dalla bocca di Aurora esce solo qualche gemito che cerca di soffocare, le sue mani sono aggrappare alla ringhiera, per la pressione esercitata nello stringere il freddo metallo ha le nocche delle dita bianche, il suo bacino si muove in modo impercettibile, quasi a mimare un amplesso, favorendo così la mia penetrazione. Sento che è prossima all’orgasmo e, infatti, il suo corpo inizia a vibrare scosso da un orgasmo che non può manifestare e che soffoca dentro di se. Le sue gambe sono leggermente divaricate e le ginocchia appena piegate, la mia mano è piena dei suoi umori, ha il respiro affannoso e il battito accelerato, mi fermo aspetto che gli ultimi spasmi dell’orgasmo abbandonano il suo corpo statuario. Ho la mano ancora appoggiata alla sua figa quando Aurora prende il mio braccio e lo tira verso il suo viso, come la mia mano esce dalle sue culottes per risalire verso il suo viso, il vestito grazie alla gravità ritorna a coprire le sue belle cosce. Aurora guarda i suoi umori sulla mia mano che bacia, e subito dopo, con una lieve pressione, la spinge verso la mia bocca, io la apro e conosco il suo sapore. Mi dice che dobbiamo rientrare ma devo prometterle che le darò la possibilità di ricambiare il piacere che le ho regalato. Rientriamo in casa e noto che Paolo e Giacomo non ci sono, mi vado a sedere nuovamente per terra con la schiena appoggiata al muro e dalla mia prospettiva, guardo le differenze tra le quattro donne che ho di fronte. La signora Maria e Sara sono sedute sul divano, Giada e Serena sono sedute nella stessa poltrona, la mano della mia compagna è nascosta ma guardando la faccia della ragazza sicuramente le starà massaggiando la passerina, gli uomini al momento non ci sono, mentre Aurora è rimasta in piedi mettendosi alle spalle di tutti dietro il divano, l’unica che la vede in viso sono io. La signora Maria con gli aneddoti di vita vissuta ha monopolizzato la discussione, io mi alzo e verso da bere a tutti e lancio un taralluccio a Ralf che non acchiappa e lo fa rotolare verso Aurora. Mentre tutti ascoltiamo il racconto ricco di dettagli Ralf, si alza per recuperare il suo biscottino, dopo qualche minuto noto sul volto di Aurora un’espressione di sorpresa, sporgo il capo di lato e vedo che Ralf ha la testa sotto il suo vestito. Guardo il suo volto e capisco che la cosa non la infastidisce anzi ho la sensazione che le piaccia per cui faccio finta di non aver visto, nel frattempo ridiamo delle battute della vulcanica decana del gruppo, incrocio lo sguardo di Aurora e capisco che quella carezza di Ralf le piace, e lei intuisce che ho capito cosa sta accadendo. Il suono del campanello al piano ci ricorda che i ragazzi erano usciti, Sara corre ad aprire la porta e Paolo entra con un vassoio pieno di cocktail, per prima cosa si scusa giustificandola lunga assenza dicendo che la preparazione ha richiesto un po’ di tempo. Noto che Aurora guarda il suo compagno lanciandogli un sorrisetto ironico, mentre a me ha colpito quella giustificazione, perché Paolo ha sentito la necessità di farla? Paolo appoggia il vassoio sul tavolo e ognuno si serve, osservo Giacomo e noto che ha una chiazza biancastra sulla coscia, la stoffa della tuta e il suo colore lasciano intuire chiaramente che si tratta di sperma. Quel dettaglio apre in me un mondo sui miei dirimpettai, che da professionisti inclini solo al lavoro e talamo coniugale hanno anche tanti altri interessi. Giacomo si viene a sedere sul bracciolo della poltrona alla mia sinistra ed io senza farmi notare dagli altri gli faccio segno della macchia sulla tuta, il ragazzo diventa rosso in viso subito si alza e si dirige in bagno. Io mi sento una stronza, non lo volevo mettere in imbarazzo ma solo fargli capire che avevo capito il loro segreto. Sono passati diversi minuti da quando Giacomo si è allontanato, allora approfittando che gli altri conversano piacevolmente mi alzo e vado a cercarlo, lo trovo seduto sul letto in camera sua che con il phon asciuga il pantalone, mi avvicino e passando la mano tra i capelli lo accarezzo, lui mi guarda si alza, siamo uno di fronte all’altro, mi prende la testa tra le mani e mi bacia. Accolgo la sua lingua dentro la mia bocca e sento il suo cazzo gonfiarsi e premere sulla mia pancia. Gli afferro il cazzo e inizio a segarlo, approfittando della situazione, oserei dire che tengo Giacomo per le palle, gli chiedo se Paolo era bravo come me.
Giacomo a conferma dei miei sospetti, mi racconta che Paolo non l’ha segato ma era inginocchiato a raccogliere del ghiaccio che era caduto e trovandosi con il suo cazzo ad altezza della faccia l’ha prima accarezzato e poiché non aveva opposto resistenza, l’ha liberato iniziando un lavoro di bocca. Giacomo si fa intraprendente e con vigore prima mi accarezza il seno, quasi volesse mungerlo e poi scende a carezzare la mia figa. Infila la mano dentro il mio perizoma e nel sentire che sono bagnata mi sorride soddisfatto, non sapendo che la mia figa era fradicia di umori già dall’incontro in balcone con Aurora. Il ditalino del ragazzo mi fa eccitare mi giro di spalle e mi abbasso consentendogli di penetrarmi, si muove velocemente e insieme raggiungiamo l’orgasmo questa volta, però, per non disperdere il suo sperma viene dentro il suo pantalone.
Tra un racconto della signora Maria un brindisi e un cocktail la serata passa allegramente si sono fatte le due e decidiamo di congedarci ma ci diamo appuntamento per sabato prossimo per fare un pranzo tutti insieme e conoscerci meglio
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