L'uomo di casa 3

di
genere
incesti

RACCONTO DI FANTASIA

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Ascoltai le parole di mamma in silenzio, sentendo già il rimorso di non aver fatto ciò che lei sperava. L'avevo delusa? No, non credo dato l'orgasmo che aveva raggiunto, però... un tocco di delusione mi sfiorava il cuore nella penombra della stanza. Non dissi nulla, accennai solo un sorriso debole verso di lei che ancora era lungo distesa sul tavolo con la testa a penzoloni girata verso il muro, poi le diedi le spalle e mi diressi verso camera mia. Mi sdraiai e ascoltai per un poco i rumori della pioggia, che oramai stava scemando, misti a i deboli suoni di mia madre che sistemava e si preparava nell'altra stanza. Non l'avevo delusa, ma era certo che sperava in qualcosa di più. Riflettei per parecchio tempo: potevo andare di là, in camera sua, dove si stava preparando per dormire, e poi proporle di fare l'amore... un misto di sensazioni mi pervase: e se non fossi all'altezza delle sue esperienze? Certo io avevo avuto una ragazza, e con lei avevo fatto diverse volte sesso, inoltre mamma mi aveva espressamente detto che mi desiderava... insomma qualche carta in mio favore l'avevo, eppure... dovevo sapere di più, dovevo parlare con lei, avviare un dialogo per capire meglio la situazione, i suoi desideri e fino a dove volesse spingersi. Infondo avevamo iniziato questa relazione giusto 2 giorni prima, io stesso non avevo ancora pienamente realizzato il tutto. Guardai la sveglia, girando leggermente la testa: la luce tenue sul comodino mi comunicò che era passata un ora e mezza. Mia madre, a quest'ora, sicuramente già dormiva, dovevo aspettare. Aspettare? No, non potevo aspettare fino all'indomani sera, non avrei avuto cuore di passare un altra giornata turbato come quella appena finita. Ma come potevo fare?

Mi addormentai profondamente, sognando il prolungamento di quei pensieri e dubbi su cui riflettevo prima di cadere tra le braccia di Morfeo. Mi svegliai presto, due ore prima di quando avrei dovuto. Un raggio di sole era provvidenzialmente riuscito a farsi strada tra le fessure strette delle persiane, facendo capolino sulla mia faccia. Scossi leggermente la testa, confuso, e mi guardai attorno. Fu lì che mi venne un idea.
Avrei potuto tornare a dormire, riposandomi per la giornata di lavoro, ma avevo ricevuto in dono del tempo in più da passare con mia madre. Di certo non avrei fatto l'amore con lei ora, per quello c'era tempo quella sera. Avrei giocato di anticipo, parlando con lei come avevo pensato la sera prima.
Mi alzai e sgattaiolai fuori dalla camera. La porta della camera di mia madre era socchiusa e lei pareva ancora addormentata. Un senso di eccitazione mi iniziò a pervadere e, cavalcando l'emozione, presi l'ardire di aprire silenziosamente la porta.
Mamma appariva bellissima, addormentata nella tenue luce del mattino. Mi fermai ad osservarla per un secondo, poi mi diressi verso una piccola poltroncina che mio padre aveva appoggiato alla parete opposta al letto e dove era solito leggere. Mi sedetti, provocando un leggero rumore. Mia madre si svegliò, guardandosi intorno, alla ricerca di quel cigolio insolito nella silenziosa casa.
"Scusa se ti ho svegliato, ti ho spaventata?" chiesi prontamente, con la paura di aver già commesso un errore.
"No, mi sono solo sorpresa di vederti qui, tutto qua" disse mentre si metteva a sedere sul letto. Cercava di guardare nella mia direzione, tentando di percepire i miei lineamenti al di la della siluette nera nella penombra della stanza.
"Ti dispiace che io sia qua? Posso andarmene se vuoi..." dissi, appoggiandomi meglio allo schienale della sedia.
"Non andare via... ti sei svegliato presto, posso chiederti come mai?" La tenue luce proveniente dalla finestra la colpiva leggermente, illuminandola debolmente. Capii in quel momento che il gioco di luci mi era a favore: io potevo vedere bene lei, ma al contrario apparivo poco più che un ombra nelle luci dell'alba.
"Ieri sera ho pensato a lungo a te, a quello che stiamo facendo..." Lei parve irrigidirsi leggermente. Fu come accendere un interruttore: mamma al solo pensiero delle sere precedenti chinò la testa, puntando lo sguardo sulle grinze del lenzuolo che ancora le copriva le gambe. Non disse nulla, aspettò in silenzio che io ricominciassi a parlare.
"Sono felice e non mi pento di nulla... solo ho bisogno di capire meglio alcune cose, prima di continuare... cose che riguardano te." Dissi tutto d'un fiato, respirando solo alla fine. Sentivo il mio corpo caldo, come febbricitante: non avevo intenzione di fare nulla ma la sola situazione mi agitava e mi eccitava.
"C-certo Ale, solo ti devo chiedere di farmi delle domande specifiche perchè mi imbarazza molto parlare di certe cose"
"Va bene, posso essere schietto e diretto però?"
"...si, se lo desideri"
"Ho un impressione e vorrei che tu mi dicessi se ho ragione: papà ti comandava a letto? Intendo più di quello che faceva con me e te nella quotidianità."
Lei prese due o tre respiri profondi: anche con la poca luce potevo vedere le sue guance arrossarsi.
"...Si, gli piaceva "dominarmi", è così che lo chiamava..."
"E a te piaceva?" chiesi con un tono di voce molto basso, che nascondeva la pesante eccitazione che mi pervadeva tutto.
"Si, molto. Tutte le relazioni che ho avuto nella vita avevano questa componente... non conosco e desidero altro nella vita..." disse con un sibilo di voce, dietro alla vergogna mi pareva di sentire un velo di eccitazione.
"Vorrei che mi parlassi di cosa ti piace, vorresti sapere fino a dove ti spingi e soprattutto, se c'è qualcosa che non vuoi fare con me"
Lei mi guardò con uno sguardo sfuggente. Colsi sorpresa nei suoi occhi.
"Nessuno mi aveva mai chiesto questo..." disse abbassando gli occhi. "...ho sperimentato molto nella mia vita e posso dire di aver provato un po' di tutto. Molte posizioni mi piacciono, alcune meno... ho provato anche qualche giocattolino... sempre in coppia sia certo. Una volta mi venne persino chiesto di uscire sul pianerottolo con solo l'accappatoio aperto... che imbarazzo, eppure mi è piaciuto" ci aveva preso gusto, parlava velocemente e con la voce tremante: l'imbarazzo solito pareva essersi quietato leggermente. La lasciai continuare, ascoltando in silenzio e processando le informazioni. "...una volta siamo persino andati in un sexy shop per comperare un vestitino sexy... solo che me lo strappò di dosso quella stessa notte, ammetto che ci rimasi male... ma lui sembrava eccitato più del solito, quindi mi è andata bene." Alzò gli occhi e mi guardò leggermente, quasi rendendosi conto improvvisamente di essere davanti a me e non fra i suoi pensieri. Abbassò lo sguardo e continuò stringatamente il suo discorso.
"Io sono disposta a fare tutto con te... tutto quello che desideri." Stette in silenzio per qualche secondo. Io non sapevo cosa dire, non mi ero preparato un discorso e solo in quel momento mi resi conto di non sapere cosa dire. Lei prese coraggio e concluse: "Era da tanto che un uomo non si preoccupava di farmi venire... ieri sera è stata la prova che tu sai il fatto tuo, che sai come trattare una donna e dove toccarla. Sei stato più gentile di molti altri, e di questo ti ringrazio molto. Ti prendi cura di me, economicamente e nell'intimo. Sei davvero, come ho detto allo sfinimento in questi giorni, l'uomo di casa..."
Restai in silenzio qualche secondo ancora. Seppi che aveva finito di parlare perchè chinò la testa, tornando ad osservare le lenzuola.
Mi alzai in silenzio, guidato da un pensiero impulsivo. Andai in camera, presi un po' di banconote e tornai in camera di mia madre. Questa era confusa, sorpresa del mio muovermi improvvisamente. Le appoggiai le banconote sul comodino, la guardai intensamente e le dissi: "voglio che tu ti compri il vestito più sexy che troverai. Voglio che tu ti faccia bella e che ti prepari. Questa sera ti farò mia e ti prometto che ti porterò nuovamente all'orgasmo."

Passò la giornata monotona. Continuavo a distrarmi per guardare l'ora e immaginarmi la serata che mi aspettava. All'orario di chiusura invitai tutti ad andarsene, quella sera era speciale e non potevo tardare assolutamente. Presi la macchina e corsi a casa, con un eccitazione sempre più crescente in petto e nel basso ventre. Arrivai davanti alla porta di casa: presi un respiro profondo, mi sistemai bene la camicia e facendo un respiro profondo entrai in casa. La sala era vuota, illuminata solo dalla lampadina accesa della cucina.
"Sono a casa" dissi, con voce tremante.
Dal breve corridoio uscì mia madre, truccata leggermente e con i capelli sciolti. Indossava una vestaglia da casa tenuta ferma alla vita con un nastro.
"C-ciao Ale" disse lei, senza guardarmi.
"Sei bellissima"
Ci fu un secondo di silenzio, lei avvampò in volto per il complimento.
"Vuoi che mi spogli?" disse leggermente
"No, voglio farlo io" dissi, mi avvicinai a lenti e piccoli passi. Mia madre rimase in piedi, silenziosa. Quando la raggiunsi chiuse gli occhi. Presi il nastro e lo sfilai per slegare il nodo, ma prima di aprire la vestaglia le misi una mano sotto il mento, facendo una leggera pressione per far alzare il volto. Lei aprì gli occhi e mi guardò debolmente. Il suo sguardo era carico di un desiderio che mai avevo visto in una donna. Guardandola in faccia feci scivolare sulle sue spalle l'indumento, poi feci un lento passo indietro per ammirarla. Rimasi senza fiato. Aveva comprato, come richiesto, una lingerie: era di colore nero composto da un body nero di pizzo agganciate a delle calze a rete nere. Gli slip, anch'essi di nero pizzo, completavano la magnificenza di quella donna che avevo davanti. Le sue gambe, le sue curve, i suoi seni e il suo culo, tutta la sua erotica nudità nascosta appena da quella fine lingerie.
Mi riavvicinai e le presi la testa tra le mani, portandola vicino alla mia. Le nostre labbra si incontrarono, in umido bacio appassionato, lungo, acceso. Aprii leggermente la bocca e insinuai la mia lingua per incontrare la sua. La presi dalla vita e la sollevai con facilità, lei strinse e incrociò le gambe dietro alla mia schiena. La portai così nella sua camera e la sdraiai sul letto.
"Se le mie parole non sono abbastanza per descrivere la tua bellezza" dissi, tra un bacio e l'altro "senti il mio corpo come risponde nel vederti". Le accompagnai una mano sui pantaloni, all'altezza del membro già gonfio e pronto per essere liberato. Lei iniziò a massaggiarmi l'uccello attraverso i pantaloni, mentre io le accarezzavo tutto il corpo.
Dopo qualche tempo mi staccai da lei, scesi leggermente con la bocca sul suo collo nudo e lo iniziai a baciare, spostando le mie carezze sulle gambe e sull'interno coscia. Deboli gemiti di approvazioni giungevano dalle sue labbra.
Scesi con la bocca fino agli slip: non li tolsi neppure, li spostai appena, il giusto per permettermi di accedere alla sua figa, umida di umori. Iniziai a leccargliela come il giorno prima, ma con più foga ed eccitazione, in profondità, aiutandomi con le dita per allargarla. Mi presi il mio tempo, godetti dei suoi sospiri e del suo inarcare la vita per avvicinarsi ancor più a me. Quando la sentii pronta mi alzai. Scesi dal letto guardandola. Lei ancora sospirava e ansimava, senza il coraggio di voltarsi verso di me.
"Guardami" le ordinai
Lei si girò lentamente. Mi spogliai facendo in modo di farmi ben guardare. Poi mi avvicinai a lei, in piedi. Avvicinai il cazzo alla sua bocca.
"Succhiami, voglio che sia ben lubrificato quando ti farò mia"
Lei avvicinò lentamente le labbra al membro e fece come richiesto. Fu una cosa veloce, non riuscivo più ad aspettare. Lo prese in bocca tutto, completamente, succhiando con la stessa foga con cui l'avevo leccata io poco prima. Quando mi staccai pareva senza fiato tanti erano i sospiri e i gemiti per l'eccitazione. Salii nuovamente sul letto, facendomi strade tra le sue gambe. Puntai la cappella all'ingesso della sua intimità e aspettai. Feci passare qualche secondo godendomi la scena. Mia madre era sdraiata sotto di me con le gambe divaricate. Guardava il mio cazzo e respirava affannosamente.
"Mamma sei sicura di volerlo?"
"Si..."
"Voglio che tu me lo chieda"
"Fammi tua... ti supplico..."
Con un solo movimento lento di reni sprofondai completamente dentro mia madre. Mi sentii avvolgere completamente. L'interno della figa di mamma era pulsante, largo e caldo. Era perfetta. Iniziai a muovermi e presto presi il ritmo dei gemiti di mia madre che, sotto di me, aiutava i movimenti ondeggiando il bacino.
"Si... non ho desiderato altro per giorni..." disse lei tra un gemito e l'altro.
"Mamma sto godendo... godo grazie a te..."
"Godo anche io... prendimi, prendimi più forte, fammi tua..." disse ansimando. Aumentai il ritmo, velocizzando il rumore dovuto all'urto tra i nostri corpi.
Sentii l'orgasmo arrivare e mi fermai. Non volevo finisse così velocemente. Estrassi l'uccello e mi sdraiai al fianco di mia madre: "sali sopra"
Lei salì a cavalcioni su di me e si puntò il cazzo in mezzo alle gambe, lasciandosi scivolare lentamente sopra.
"Ahhh" gemette lei. L'esperienza dovuta all'età si sentì ora più che mai, mentre alternava i movimenti con il bacino, prima lenti e profondi, poi veloci, per darmi un piacere mai provato prima.
"Mamma sto per venire, dove vuoi che ti venga?"
"Non sono più fertile da qualche anno, sono in menopausa, puoi venirmi anche dentro se lo desideri... vieni ovunque tu voglia. Vieni ovunque ti eccita di più..." I suoi sospiri erano pesanti, i gemiti forti, incuranti dei vicini e dell'ora tarda.
"Sto per venire anche io... mi è concesso?" disse ad un certo punto lei. La mia libido salì ulteriormente alle stelle... mi stava chiedendo il permesso per avere un orgasmo?
"Vieni. Godi per me mamma, godi per il mio piacere" le urlai, trasportato completamente dalle sensazioni.
Appena finii di parlare la sentii urlare di piacere, gridando il mio nome. Strinse le gambe e rallentò il ritmo. Io ero sul punto di venire, non potevo perdere il climax. Mi alzai a sedere, con lei ancora che spasimava sopra di me. La presi e la adagiai al mio fianco, senza uscire dalla figa. Compì pochi ultimi colpi di reni. L'orgasmo che ebbi allora fu come l'esplosione di mille piccoli soli. Affondai il volto nel collo di mia madre e mi svuotai completamente dentro di lei.

Il silenzio che seguì fu rotto solo dai nostri respiri che, piano piano, tornavano ad un ritmo normale. Rimanemmo abbracciati così per un bel po' di tempo. La notte ci fu lieve e, anche se avevamo saltato la cena, ci addormentammo l'uno al fianco dell'altro.
scritto il
2023-09-18
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