Le stagioni di Sara - L’autunno. Cap.2

di
genere
sentimentali

di Sara Aras

Le stagioni di Sara – L’autunno. Cap.2
Seguito di “Le stagioni di Sara – L’autunno”.

Dopo un po’ sono in cucina a preparare la cena. Sono ancora nuda. Sento che mi stai osservando dalla porta ma fingo di non essermene accorta; continuo tranquilla a trafficare tra lavello e fornelli, dandoti le spalle, consapevole che stai ammirando il mio sedere, tondo e pieno. Lo sai e stai al gioco, rimanendo in silenzio. Ora però devo per forza girarmi verso il tavolo e non potrò più fingere. Appena lo faccio, mi accorgo che hai lo smartphone in mano e mi stai riprendendo. Mi blocco di colpo.
«Oh! Ma che fai?»
«Ssst… continua pure: sto facendo un video alla cuoca più sexy del mondo.»
«La più sfacciata e impudica, vuoi dire…»
«Sorridi e saluta… che poi apriamo un canale su YouTube e avrai migliaia di followers…»
«Ma che sei scemo? Io nuda su You Tube? Ma neanche per idea! E poi lo sai che non pubblicano video di nudo. Ferma, dai.»
Metti da parte il telefono ma insisti convinto.
«Ma sì, dai… basta pixelare le parti intime.»
«E tu saresti tanto magnanimo da condividere urbi et orbi una cosa che io faccio solo per te? Rinunceresti all’esclusiva?»
Mi stai provocando, ovvio. So bene che non faresti mai una cosa del genere. Per vedere il bluff, l’unica è rilanciare, fingere di stare al gioco, rispondere alla provocazione con la tua stessa arma.
«Ok, dai, preparati.»
«Ok cosa?»
«Ok, ci sto. Facciamo il video e lo pubblichiamo. Se a te non disturba, va bene anche per me.»
«Stai scherzando?»
«Mai stata così seria. Dai, fammi un cenno quando inizi a riprendere.»
Ti vedo esitare, poi ti metti in posizione col telefono e mi mostri il pollice. Inizio la recita: devo essere credibile.
«Cari amici, eccomi con questo primo video della cucina di Sara. Un piccolo anteprima di quelli che seguiranno e in cui vi farò vedere alcune preparazioni semplici, alla portata di tutti. Cucina tradizionale, tipica della mia terra ma con qualche sfiziosa innovazione. Ora vi mostro cosa ho preparato stasera…»
Adesso quasi quasi ci credo anch’io per quanto sono entrata nella parte. Mi volto e vado verso il forno, mi chino, ben sapendo cosa si vedrà nel video, e tiro fuori la teglia. La porto sul tavolo, la mostro e riprendo a descrivere.
«Ecco qui: lonza di maialino al forno con peperoni e patate.»
Vado avanti a briglia sciolta, per qualche minuto, con una disinvoltura di cui mi stupisco anch’io.
«E per oggi è tutto, amici. Grazie e non dimenticate i ‘like’. Baci baci baci dalla vostra Sara.»
Ti guardo, mi guardi, scoppiamo a ridere, increduli noi stessi. Io non credo che sarai mai capace di pubblicare davvero questo video, ho finto di accettare per scoprire il tuo gioco, ma hai retto il bluff, finora. Tu non credi a ciò che hai appena visto, alla sfacciata disinvoltura con cui ho recitato.
«Che dici, lo vuoi rivedere?»
«Dopo, adesso siediti e mangiamo, se no si fredda.»

Finito di cenare, torniamo sul divano.
«Dai, sparecchieremo poi, adesso guardiamo il filmato.»
«Sei ansioso di vederlo?»
«Dobbiamo valutare: se non è venuto bene toccherà rifarlo.»
Continui a provocarmi, mantenendo una faccia tosta da tavolo verde che non ti attribuivo. Ok, alziamo ancora la posta: un altro rilancio sul piatto.
«Giusto. Dai, vediamo cosa è venuto fuori.»

Mi fa un certo effetto rivedermi nuda a fare la cretina in video, quelle mossette, quel modo di parlare e sorridere così poco naturali. Beh, forse è ora di smettere con questo gioco.
«Che oca! Non so proprio stare sulla scena…»
«Dici? A me non sembra male… forse dovresti essere un pelo più disinvolta, meno istrionica…»
«Lasciamo stare, dai. Non fa per me, non ci penso nemmeno a diventare una pornostar…»
«Ehi! Addirittura pornostar. Ma dai, è solo un video sexy spiritoso.»
Mi sto incupendo, sta tornando il rovello che da giorni mi rode nella testa.
Mi stringo a te, sento la carezza ruvida del tuo maglione sulla pelle e mi struscio per godermi la sensazione di brivido che mi procura.
«Hai freddo?»
«No, sto benissimo così.»
In silenzio cerco le parole giuste, ma prima ancora il coraggio, per dirtelo.
«Mi hai mai tradito?»
Alzi la testa e mi guardi perplesso.
«No. Perché me lo chiedi? Hai dei dubbi?»
«No, no… volevo solo conforto…»
La mia risposta non dissolve la tua perplessità. Resti in silenzio, non sai cosa dire, allora lo faccio io.
«Vorresti farmi la stessa domanda?»
«Perché dovrei? Io non ne sento il motivo. Sei tu che forse vuoi dirmi qualcosa e stai cercando come arrivarci?»
Non parlo, appoggio la testa sul tuo petto e respiro.
«Se è così, non aver timore. Non siamo due fidanzatini e non litigheremo certo per una cosa del genere. Abbiamo già assaggiato queste amarezze in passato. Fa più male la menzogna che il fatto in sé.»
«Hai ragione. È che non so neanche io se ti ho tradito o no. Davvero non lo so, credimi. Una cosa strana, che non so classificare.»
«Se pensi che parlarne, valutare insieme cosa è stato, possa farti bene, io sono qui. Se invece preferisci tacere, allontanare per dimenticare, va bene lo stesso. Non insisterò a chiederti nulla.»
«Il fatto è che non posso dimenticare. Non è stata una cosa momentanea e finita. Ci sono dentro in pieno e mi sta mettendo in subbuglio la vita. Devo dirti tutto. Poi valuterai e deciderai…»
«Poi valuteremo e decideremo. Stai tranquilla, ti ascolterò e ti aiuterò.»
Ora, non è che io abbia una buona opinione degli uomini, tutt’altro; già poco incline di mio ad una considerazione positiva sulla loro morale ed educazione, conoscendoli e vivendoci ho via via sedimentato una profonda disistima verso la stragrande maggioranza. Sarò stata sfortunata io? Può darsi, lo riconosco, ma le mie esperienze hanno di fatto confermato tutte le dicerie e i luoghi comuni che dipingono la fauna maschile.
Però esistono le eccezioni, per fortuna. Rare ma ci sono. L’ho scoperto tardi, quando ormai mi stavo cucendo addosso una corazza protettiva. Ecco che ti presenti tu, con quell’aria sincera e bonaria, con quella gentilezza non artefatta, schietto, aperto, anche pungente, ma solare, trasparente. Angelo di nome e di fatto. Forse anche troppo. In certi momenti anche troppo! A volte apprezzo, quasi invidio la tua atarassia, altre la detesto, come in questo momento.
«Uffa! Ma possibile che tu sia sempre così accondiscendente e comprensivo? Che uomo sei? Non mi aspettavo una scenata di gelosia, certo, ti conosco, ma neppure tanta pacatezza… e che diamine! Sto arrovellandomi per decidere di confessarti un segreto, anche abbastanza torbido, sto cercando dentro di me la forza, il coraggio per farlo e tu? Niente!»
«Beh, il fatto che sia pacato non vuol dire che sono contento. Certo che no. Adesso forse più curioso che incazzato, direi. Quando ti deciderai a vuotare il sacco, ti dirò cosa penso. Come hai detto tu, la scenata di gelosia non è nelle mie corde ma, se quello che saprò mi contrarierà, non esiterò ad esprimerlo. Volevo solo aiutarti a sbloccarti senza metterti pressione o timore della mia reazione.»
«Hai ragione. Scusa. Ho bisogno di riflettere, di parlare da sola con me stessa. Esco un po’.»
«Esci? E dove vorresti andare con questa pioggia? Non ha smesso un attimo e anzi dovrebbe aumentare d’intensità, durerà tutta la notte.»
Mi alzo e vado alla finestra. È vero, piove ancora più forte. Ma mi attrae morbosamente. L’idea di camminare sotto la pioggia, nuda come sono ora, mi procura un brivido di eccitazione insana. Ecco affiorare una di quelle mie voglie strane, insulse e incomprensibili. Quelle mattane che gli altri uomini con cui ho vissuto hanno sempre visto con sospetto, che hanno bollato come perversioni di una mente non del tutto a posto e che hanno contribuito senz’altro alla fine dei rapporti. Mattane che invece tu hai visto con spirito e simpatia, definendole ‘innocenti evasioni’.

Continua…
scritto il
2023-11-01
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