La Dea

di
genere
dominazione

Non avevo mai visto un uomo piangere in modo cosi disperato, eppure la signora Hilda era sempre ruvida e arrabbiata con lui, le dava incarichi domestici di fatica tipo spostare mobili, imbiancare, lavare piatti pavimenti e sanitari, tenere in ordine il giardino, Jacques era robusto e forte, venerava la signora Hilda con la quale non aveva mai avuto nessun rapporto sessuale, semplicemente si realizzava nel servirla nel ricevere ordini da lei e nel sapere che lei era contenta del suo lavoro. Qualche volta per premiarlo le concedeva di masturbarsi ai suoi piedi calzati da stivali.
Jacques di origini francesi 35 enne era un imprenditore di successo grazie anche al fatto che proveniva da una famiglia ricca, sei mesi prima aveva lasciato moglie e figlia perché la padrona gli aveva detto che se voleva essere suo schiavo non doveva avere altri legami e doveva dedicarsi totalmente a lei, un mese prima Jacques le aveva fatto una sorpresa per il suoi cinquantesimo compleanno, come segno di amore e devozione le aveva intestato una villa in costa azzurra come regalo, ed ora lei gli aveva comunicato che si era stancata di lui e doveva andarsene, era affranto singhiozzava come un bambino, io e Rosalba non sapevamo più come consolarlo, la padrona spietata ribadì. – Tra mezzora fuori di qui con tutte le tue cose, veloce. Lui triste e sconsolato prese la sua valigia e si incamminò a piedi per il vialetto della villetta, ogni tanto si fermava e si voltava per vedere se la padrona ci aveva ripesato e lo richiamava, ma la cosa non avvenne cosi Jacques spari uscendo dal cancello

Anche io affascinato dalla signora Hilda ero diventato suo schiavo, grazie al mio fisico atletico ai miei 33 anni e il fatto di essere ben dotato ero privilegiato infatti ero Il suo stallone da letto, facevo tutto quello che lei desiderava sessualmente, a differenza di Jacques ero scapolo e quindi non avevo fatto soffrire nessuno, alle nostre performance sessuali assisteva Gianni il suo “Schiavo marito becco” come lo chiamava lei che doveva leccarle la fica e il culo dopo i nostri rapporti e spesso seno o cosce dove avevo eiaculato.
Gianni godeva nel annullamento e portava una cintura di castità, aveva da tempo rinunciato ai suoi diritti coniugali, da anni Hilda la nostra Padrona Dea non le si concedeva più, lui le dava tutti i guadagni del suo lavoro in modo da permetterle di vivere dedicando il proprio tempo ad i suoi vizzi e allo shopping al vestire bene e al piacere.
La villetta era fuori città in un quartiere elegante e tranquillo, Rosalba 30 enne bionda e affascinate da una decina di anni era la sua schiava cameriera, poco più bassa della padrona ma comunque almeno un metro e settanta, carattere remissivo e timida realmente innamorata della sua padrona che l’aveva educata a servirla in silenzio.
Adoratrice di tutto il suo corpo, della sua voce, della sua pelle, dal suo profumo dai suoi occhi di ghiaccio di un grigio intenso e profondo che le facevano sempre piegare lo sguardo, aveva imparato ad accettare sculacciate e qualche frustata nel caso avesse commesso errori nel servirla, svolgeva solerte lavori domestici di qualità e fiducia non pesanti, per quelli c’era lo sguattero Jacques, ed era un ottima cuoca.
La nostra Dea aveva cinquanta anni, nata a Dresda era in Italia da circa venti anni alta metro e settantacinque, settanta chili di peso e la quinta di reggiseno, dal tono della voce fermo deciso e duro, era impossibile non obbedirle, quando facevamo sesso lei si posizionava sempre sopra da dominatrice, la scopavo selvaggiamente, i primi tempi sentiva dolore per via delle dimensioni del mio pene ma poi le sue pareti se sono adattate e cosi provava solo piacere raggiungendo l’orgasmo tre o quattro volte, poi le chiedevo se le posso venirle dentro, lei mi diceva di no e dovevo uscire velocemente a quel punto trovavo Rosalba pronta a prenderlo in bocca e subito gli e la riempivo del mio caldo sperma, la padrona le ordinava di non smettere non fermarsi e farmelo tornare duro cosa che avveniva in poco tempo e di solito ricominciavo a scoparle la nostra Dea, questo succedeva anche tre volte di fila.
Una giorno la padrona mi ha confessato che aveva raggiunto un orgasmo talmente violento come non credeva possibile si potesse avere, cosi mi ricompensò con baci carezze e rassicurazioni. -Finché scopi cosi, no preoccuparti sarai il più nobile dei miei servi. Mi disse col suo marcato accento tedesco, mi sentii fiero di me come non mai.

Quando era di cattivo umore era veramente dura servirla, se si accorgeva che avevo un erezione nel momento in qui lei non gradiva mi dava delle sonore sberle sul membro, oppure usava il frustino dopo avermi legato per i polsi con un foulard, peggio andava a Gianni il marito becco che veniva sculacciato con una padella e poi con la frusta, le strizzava in continuazione le pelle, le legava il pene con la corda e le versava cera fusa sul membro.
Con Jacques addirittura usava il nerbo di bue lo faceva masturbare energicamente da Rosalba con la mano avvolta in stracci ruvidi, spesso doveva leccare scarpe e stivali compreso tacchi e suole.
Rosalba subiva delle sculacciate a mani nude o con il dorso di una spazzola, a volte veniva clisterizzata, in oltre doveva essere sempre pronta nel servire anche sessualmente eventuali ospiti della padrona sia maschi che femmine, le aveva insegnato a leccare e massaggiare con la massima attenzione e a mostrare tutta la sua devozione.
Rosalba amava realmente la padrona, e la serviva con amore anche nei momenti in qui non era in forma, stanca, malata, ed era orgogliosa di dimostrarle la sua sincera devozione proprio nei momenti in qui era arrabbiata, triste o non in perfetto ordine.
Gianni dovette assumere anche il ruolo di sguattero, svolgendo i lavori che prima toccavano a Jaques, la mostra Dea padrona lo faceva vestire in modo ridicolo ed umiliate, sempre con i pantaloncini corti in tutte le stagioni del anno, a volte le faceva mettere un vestitino femminile con un grembiulino di Rosalba, quando commetteva qualche errore che la padrona riteneva particolarmente grave le faceva passare la notte nella cantina di casa legato al muro per il collo, come un animale.
Una sera la nostra Dea tornò a casa con uno splendido ragazzo Sudanese di 30 anni molto vigoroso di nome Ali, chiamò Rosalba e le ordinò di spogliarsi, poi le disse.
-Apriti e mostrati ad Ali. Rossella con le dita apri la sua figa completamente rasata.
Ali non esitò si tolse i pantaloni si avvicinò a Rosalba che si aspettava di dover solo farglielo diventare duro come faceva sempre poi mettersi in disparte mentre il maschio scopava la padrona, invece quella volta la nostra dea si sedette su di una poltrona e guardò che lo splendido ragazzo nero la sollevò di peso e gli e lo infilò tutto dentro con un poderoso colpo di reni, Rosalba lanciò un urlo di dolore, ma ben presto cominciò a dimenarsi come una furia. Hilda si avvicinò a me e mi baciò in bocca, mi prese il cazzo in mano e delicatamente me lo masturbò finché non raggiunse la massima eiezione poi a sorpresa si mise alla pecorina e mi ordinò di scoparla cosi, lo feci guardando Rosalba che si faceva sbattere da Ali.
Dopo un po’ la padrona Hilda cominciò a mugugnare e a muoversi più velocemente con il respiro affannato, quando sono stato sul punto di eiaculare ho tirato fuori il cazzo e l’ho infilato nel culo di Rosalba, sono rimasto fermo per qualche secondo nel suo dietro, anche perché altrimenti avrei goduto subito.
-Torna subito qui e infilalo nel mio di culo, schiavo. Mi ordinò la padrona.
In tutti quei mesi non se l’era mai fatto mettere nel culo, senza pensarci due volte tornai dalla padrona e la penetrai dietro, camiciai a scoparla mentre con le mani le accarezzavo il clitoride, poi le infilai due dita nella fica e dolcemente la smanettai finché non si sciolse in un lunghissimo orgasmo seguito dalla mia abbondante sborrata dentro di lei, era la prima volta che mi concedeva tanto.
La sera stessa dopo che Ali se ne andò, La padrona Hilda disse a Rosalba.
-E giunta l’ora che tu prenda marito, Ali potrebbe essere la persona giusta per tè.
-Anche io padrona potrei essere un ottimo marito per la vostra schiava. Dissi in modo umile.
Lei mi guardò e rispose
-Ci penserò.

P.S. I miei racconti erotici sono pubblicati sul mio blog http://kyrracconta.blogspot.com/
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scritto il
2013-03-18
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