Anime luminose
di
Miki
genere
sentimentali
Fissavo la sua schiena e cercavo di capire quanto avrei potuto circondare in un abbraccio. Mi chiedevo cosa avrebbe fatto se avesse sentito quelle mani appoggiarsi sulla pelle e accarezzarla dolcemente. Semplice piacevolezza. Voler essere amati... Secondo me avrebbe voluto esserlo. Secondo me avrebbe voluto una carezza.
Sentivo le sue ferite, ciò di cui aveva bisogno in ogni parola; mi facevo del male ogni volta che mi allontanavo.
Se sai cos'è il dolore, non ne daresti a nessuno; hai imparato a custodire silenziosamente ogni segreto che viene rivelato: lo so che sei capace. Hai imparato come fare se pesa la vita, a volare più in alto: me ne ero accorta subito. Hai capito come goderne ugualmente, anche da semplice spettatore: che curioso...
Rimani pure nella tua realtà pulsionale, continuerò a nutrire la tua anima con la mia esistenza finché tu farai indirettamente la stessa cosa verso di me. Perché sono io che ne ho bisogno.
Restava in memoria quella forma specifica della sua schiena, delle sue mani, quella delimitazione dell' anima che nessun altro poteva contenere. Secondo le mie previsioni non si sarebbe avvicinato, non avrebbe detto la verità, non si sarebbe esposto. Forse non si sarebbe allontanato, non mi avrebbe rifiutato. Avrebbe continuato a goderne, come il pubblico sopra gli spalti. A goderne, pensando come mi sentivo. A divertirsi. Avrebbe proseguito raccontando le sue impressioni a chi preferiva, a fare come voleva.
Anche io avrei proseguito nel farmi i beneamati cazzi miei, felice del mio modo di proteggermi dai dolori inutili. Opto per rimischiare le carte in tavola e imitare i camaleonti.
----
Amerò per voglia e per disperazione, per volermi ritrovare, perché fino ad ora è stata la migliore soluzione creativa. Continuerò a fare come desidero e a portare nel mio cuore la presenza di chi sa Esserci.
Sentivo le sue ferite, ciò di cui aveva bisogno in ogni parola; mi facevo del male ogni volta che mi allontanavo.
Se sai cos'è il dolore, non ne daresti a nessuno; hai imparato a custodire silenziosamente ogni segreto che viene rivelato: lo so che sei capace. Hai imparato come fare se pesa la vita, a volare più in alto: me ne ero accorta subito. Hai capito come goderne ugualmente, anche da semplice spettatore: che curioso...
Rimani pure nella tua realtà pulsionale, continuerò a nutrire la tua anima con la mia esistenza finché tu farai indirettamente la stessa cosa verso di me. Perché sono io che ne ho bisogno.
Restava in memoria quella forma specifica della sua schiena, delle sue mani, quella delimitazione dell' anima che nessun altro poteva contenere. Secondo le mie previsioni non si sarebbe avvicinato, non avrebbe detto la verità, non si sarebbe esposto. Forse non si sarebbe allontanato, non mi avrebbe rifiutato. Avrebbe continuato a goderne, come il pubblico sopra gli spalti. A goderne, pensando come mi sentivo. A divertirsi. Avrebbe proseguito raccontando le sue impressioni a chi preferiva, a fare come voleva.
Anche io avrei proseguito nel farmi i beneamati cazzi miei, felice del mio modo di proteggermi dai dolori inutili. Opto per rimischiare le carte in tavola e imitare i camaleonti.
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Amerò per voglia e per disperazione, per volermi ritrovare, perché fino ad ora è stata la migliore soluzione creativa. Continuerò a fare come desidero e a portare nel mio cuore la presenza di chi sa Esserci.
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