"Come ti chiamavi te?"

di
genere
etero

Mi riscrivi tu, il ragazzo di cui non ho mai imparato il nome. Mi proponi nuove follie con privacy policy. Tu hai voglia di scopare nonostante la tua lei, io non ho voglia di rifiutare.
Non c'è molto tempo perché abbiamo troppi impegni e la mattina rimane l'unica possibilità, considerando il tempo che trascorri con la tua lei. Non ci piace ferire nessuno, ma ci feriremo tra noi in qualche altro modo. Tempo che fu ci divertimmo.
Nell' unica ora libera decidiamo di vederci da te; mi sveglio la mattina e passo da te in pigliama; porto ogni cosa mi interessi provare con te, che tu ben sai. Ti dico di stringermi forte tutto quanto addosso, collarino e cinghie, poi mi butto a terra perché ho voglia di stare a terra. Mi guardi mentre gioco con le pinze, ti dico di mettermele, anche se ho paura di te. Mi metto la mascherina e ti chiedo quali porcate ti ispirano di più. Non serve aspettarti perché anche tu impazzisci dalla voglia di gioire con me. Tiri la collanina e le pinzette, inizio a giocare col tuo cazzo abbracciandoti le gambe e guardandoti, mentre mi dici porcate...
Dispiace che tu non sia voluto essere un cagnolino da giochi per farti mungere come meriti, per il gesto nei confronti della tua lei... Fossi stata in te avrei preteso dalla mia lei di farmi tradire e che tornasse piena di sperma da me , con il solo intento di scoparla di nuovo. Ma ultimamente preferisco così, concludendo nel farmi sbattere forte sul tavolo.
di
scritto il
2024-01-16
1 . 7 K
visite
1
voti
valutazione
8
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Sogni

racconto sucessivo

Incroci di vita
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.