Gerani scarlatti
di
Aramis
genere
gay
Dalla privacy della finestra della mia camera da letto lo guardavo lavorare. Non era la prima volta che lo vedevo nel nostro giardino. Era un bel ragazzo, indossava jeans corti e maglietta senza maniche. Suo padre aveva curato il nostro giardino fin da quando potevo ricordare, ma era da quell’anno che suo figlio aveva cominciato ad accompagnarlo.
Guardai il bel ragazzo mentre riempiva di gerani scarlatti i vasi che circondavano il patio; si muoveva come fosse musica, come se fosse in armonia perfetta con tutto ciò che lo circondava. Quello che vedevo mi appassionava accendendo dentro di me una fiamma che è sembrava farmi sciogliere il cuore d’amore. La rigidezza che si formava tra le gambe attirò immediatamente la mia attenzione.
Imprudentemente mi strappai i vestiti fino a rimanere nudo, sentivo il calore dentro di me, bruciavo della speranza che lui si girasse e mi vedesse davanti alla finestra, mentre mi carezzavo l’uccello pulsante.
Lui era troppo preso dal suo compito per vedermi. Lo guardai finché non ebbe finito e sparì dalla mia vista.
C'era qualche cosa di diverso in quel giovane, qualche cosa che infiammava la mia virilità. Le mi noci si contrassero mentre mi immaginavo di vederlo nudo. Il solo pensiero del suo snello corpo di bronzo e dei suoi capelli neri mi riempirono di un senso di desiderio opprimente. Nessuno mi era mai piaciuto tanto da infiammare così il mio giovane desiderio. La mia concupiscenza aumentò ed il mio uccello eruttò un carico generoso di sperma caldo, appiccicoso. Ad ogni sprizzo del mio carico il mio desiderio di sollecitare la compagnia del bel figlio del giardiniere si intensificava.
Passò una settimana prima che lo vedessi di nuovo. Era stata una settimana di tormentose fantasie erotiche. Avevo perso il conto di quante volte mi ero masturbato dal week end nel tentativo di placare il mio appetito sessuale insaziabile. Mentre farmi seghe mi gratificava come sempre, serviva poco per diminuire le mie necessità più urgenti. Non avevo mai voluto nessuno così dannatamente in vita mia. Il mio corpo doleva per il desiderio di essere vicino lui. Le mie orecchie dolevano per il desiderio di sentire il suono della sua voce. La mia bocca era assetata del desiderio di assaggiare la sua carne maschia. Dalla mia finestra tornai a guardarlo mentre aveva cura dei gerani scarlatti.
Quando si fermò per riposarsi all'ombra, vidi la mia opportunità. Mi avvicinai mentre lui sembrava assorto nei suoi pensieri. Non sembrò che mi vedesse, sembrava così in pace che mi sentii quasi colpevole ad inserirmi nella sua tranquilla solitudine.
“Scusami,” Chiamai piano. La sua testa si girò e mi guardò attraverso il suoi occhiali da sole scuri. Gli angoli della sua bocca si arricciarono in un sorriso piacevole. Il mio uccello si dimenò nei miei pantaloncini. Cattivi pensieri di passione sfrenata si agitarono nel mio cervello come scintille di un cortocircuito.
“Parli con me?” Chiese.
Pensai che era ovvio, lui era l'unica persona che c’era intorno.
“Sì,” Dissi. “Mi dispiace infastidirti, ma mi puoi dire che ora è?” Era una scusa così stupida che mi sorprese il fatto che si prendesse la briga di rispondere.
“Mi spiace, non porto orologio,” Ridacchiò. Lo guardai più da vicino ed ammutolii colpito.
“Qualche cosa non va?” Lui chiese.
“No, per niente,” Balbettai tentando di riprendermi dall’imbarazzo di avere fatto una gaffe monumentale...
“Non sapevi che sono cieco, vero?”
“Mi spiace, no. No, non lo sapevo, mi sento così sciocco.”
“Non preoccuparti, sono contento che tu l’abbia detto. Odio quando le persone non lo dicono, saresti sorpreso se ti dicessi come si comportano stranamente alcune persone quando lo scoprono.”
Mi sedetti a terra vicino lui. Le sue gambe erano lisce e muscolose. Faticavo a tenere le mani lontano da lui.
“Io mi chiamo Chin,” Disse allungando una mano verso di me.
Grato per avere l'opportunità di toccarlo, impazientemente gli strinsi la mano. “Felice di conoscerti, io sono Pete.”
“Pete, scommetto di sapere quello che stai pensando.”
Io ero piuttosto sicuro che non avesse idea di quello che stava passandomi per la mente. I miei pensieri gli avrebbero fatto drizzare i bei capelli.
“Puoi chiedermelo se lo vuoi,” Mi assicurò. “Non ho problemi a parlarne.”
Compresi, prima di rendermi completamente sciocco, che chiaramente si riferiva alla sua cecità.
“Sei sempre stato cieco?” Chiesi. La domanda sembrava così fredda, mi sentii male per averlo chiesto.
“No,” Disse senza essere infastidito dalla mia curiosità. “Solamente da due anni.”
“Cosa è accaduto? Se non ti dispiace la mia curiosità.”
Chin si tolse gli occhiali da sole e si asciugò il sudore dalla faccia. Per la prima volta vidi i suoi occhi, erano bellissimi; scuri, appassionati e chiaramente asiatici.
“Una palla da baseball,” Disse. “Ci credi? Una palla da baseball che mi ha colpito la testa.”
“Non si può fare nulla? Voglio dire, certamente il dottore giusto potrebbe fare qualche cosa.”
“Prima i dottori hanno detto che la mia cecità era solo temporanea. Ma ora stanno propendendo per una cecità permanente. Ho visto molti specialisti, mi hanno analizzato, pungolato e sottoposto ad esami radiografici, la risposta è sempre stata la stessa.”
“Però ci convivi bene, io non ne avevo idea. Come fai? Lavorare coi fiori, voglio dire.”
“Io vedo con le dita,” Disse. “Come io tocco qualche cosa, io posso vederne nella mia mente la forma. Sembra strano, huh?”
“Io penso che sembra stupendo.”
* * * *
Il padre di Chin era andato a lavorare in un altro posto in città e l’aveva lasciato a prendersi cura del nostro prato. A metà pomeriggio le nubi cominciarono a coprire il sole ed il rombo del tuono si sentiva in lontananza. Di quando in quando Chin alzava la faccia verso il cielo adirato ed ascoltava, ma poi tornava al suo lavoro.
La pioggia arrivò improvvisamente cogliendolo di sorpresa. Era bagnato dalla testa alla punta dei piedi prima che potesse abbandonare il prato. Lo vidi affrettarsi nel capannone degli attrezzo per sfuggire al temporale. Ero sicuro che stesse bene ma volevo sincerarmene.
Misi alcune cose di cui poteva aver bisogno in una borsa, presi un ombrello dal mio armadio e corsi a raggiungerlo.
Chin sobbalzò quando entrai e mi dispiacque di averlo spaventato, ma fu contento che fossi venuto. Era seduto, rabbrividiva, i capelli neri erano incollati alla testa. Gocce di pioggia gli colavano dal naso e dalle orecchie. Non avevo mai visto qualcuno con un aspetto simile.
“Sono solo io,” Annunciai. Lui fece un sospiro di sollievo. “Ti ho visto sorpreso dalla pioggia. Ho pensato che avessi bisogno di qualche cosa di asciutto.”
“Grazie. Speravo di finire di travasare i gerani prima della pioggia.
“Oh c'è tempo domani,” Dissi mettendogli un asciugamano sulle braccia.
“Lo apprezzo veramente,” Disse cominciando ad asciugarsi.
La pioggia continuò a cadere. “Ti ho portato qualche vestito asciutto, se ti vuoi cambiare.”
“Non avresti dovuto scomodarti.”
“Nessun problema. Sono sicuro che ti andranno bene.” E gli diedi i vestiti.
Mi appoggiai indietro e lo guardai togliersi la t-shirt fradicia. Il mio uccello formicolò di eccitazione quando vidi i piccoli ciuffi di peli neri sotto le sue braccia. Tentai di distogliere lo sguardo, ma quando si alzò e slacciò i jeans corti, non riuscii a distogliere gli occhi. Trattenendo il fiato, lo guardai far scendere la stoffa bagnata sulle cosce senza peli.
“Quanti anni hai?” Chiesi. Lo stavo solo pensando ma le parole scivolarono fuori.
“Diciannove,” Rispose. Non ci potevo credere che avesse un anno più di me.
“Stai scherzando?”
“No ho veramente diciannove anni.”
“Pensavo tu ne avessi quindici, forse sedici.”
Chin mi rivolse un'espressione cortese, ma di ovvia scontentezza. Io mi scusai rapidamente per il mio errore di giudizio.
“Molte persone pensano che sia più giovane della mia età,” Ammise. “Non prendertela.”
Fu solo gioia pura quando vidi come le sue mutande bagnate stringevano la sua virilità. Non mi interessava se il suo uccello sembrava essere piccolo come il resto del suo corpo magnifico. Volevo vedere tutto di lui ed ero ansioso che mostrasse i segreti della sua carne.
Chin sembrava un po' nervoso.
“Siamo soli?” Chiese. “Voglio dire, non c'è nessun altro che possa entrare improvvisamente?”
“Nessun altro,” L'assicurai.
Chin sembrava essere ancora un po' timido, ma non esitò per molto. Con un rapido gesto si tolse le mutande e rimase di fronte a me rigidamente nudo. I miei occhi immediatamente andarono a soddisfare la mia curiosità ossessionante. Mentre il suo uccello era effettivamente molto più piccolo del mio, lo trovai essere il più bel cazzo non circonciso che avessi mai visto.
Bagnato e freddo, le sue palle erano contratte nella loro borsa satinata. Ma con mia grande sorpresa il suo uccello snello era semi duro.
Il profumo della sua carne umida era piacevolmente dolce. Il piccolo capannone si riempì rapidamente del suo aroma. Il temporale era servito al mio scopo. Era stato un regalo del cielo.
Lo guardai asciugarsi il torso senza peli. Quando fece correre l’asciugamano sul suo culo squisito, la testa del mio grosso uccello scivolò in giù all'interno della mia coscia per sbirciare fuori da una gamba dei pantaloncini. Tremai di nervosa attesa quando lui focalizzò la sua attenzione sulla sua solleticante virilità.
“Sai che non va bene,” Disse. “Io so che stai guardando. Posso sentire i tuoi occhi su di me.” Sentii la mia faccia scaldarsi di umiliazione vergognosa.
“Vorrei sapere come ti sembro,” Disse mettendo da parte l'asciugamano ed allungando le mani per prendere i vestiti che gli avevo prestato.
Io allungai le mani ed intercettai sue.
“Puoi vedere realmente con le dita?” Quasi ansante, Chin accennò col capo mentre io mettevo le sue mani sulla mia faccia.
“Sei piuttosto attraente,” Disse, le sue dita delicatamente carezzavano ogni curva della mia faccia. Fece scendere le mani al mio collo e sulle mie spalle.
“Dimmi cosa hai pensato,” Dissi interrompendo la sua esplorazione per il tempo necessario per togliermi la camicia.
“La tua pelle è molto liscia,” Disse trascinando le dita sui capezzoli eretti dei miei pettorali ben definiti. I miei muscoli addominali si tesero quando le sue mani scesero alla mia vita stretta.
“Hai un grande fisico.”
La vista del suo uccello ora completamente eretto mi indicava che era ansioso di investigare ulteriormente, ma aveva paura di farlo senza un mio invito.
“Hai visto abbastanza, o vorresti vedere di più?”
Chin alzò le spalle tentando di fare del suo meglio per apparire indifferente.
Il suo pene da 13 centimetri si contorse con ansia lussuriosa mentre ascoltava il rumore dei miei vestiti che venivano tolti. La rigidezza che gonfiava l'asta snella del suo organo fece aprire il suo
prepuzio stretto e rivelò la punta della sua bella, fondamentale corona. Avrei voluto prendere quella ghianda nella mia bocca e riempire il fondo della mia gola col suo cazzo palpitante. Ma per ora mi accontentavo di stare nudo, pronto a far visualizzare a Chin la mio rigida la virilità con le sue dita straordinariamente percettive.
Un sorriso timido apparve sula sua bella, giovane faccia mentre le sue mani scivolavano in giù sulle mie anche ed arrivavano delicatamente a spremere il mio culo muscoloso.
Lentamente si accosciò e portò le sue mani sulla parte anteriore delle mie cosce pelose. Sentii il mio fiato diventare ansante quando prese l'interno delle mie cosce per afferrare le mie palle che pendevano nei palmi delle sue mani gentili. Mi sentii come uno dei gerani in giardino. Guardai giù nei suoi begli occhi. Era difficile credere che erano ciechi. Dall'espressione sulla sua faccia ottenni l’impressione che lui riusciva a vedere anche meglio.
Le sue dita morbide quasi sfiorarono le mie ginocchia mentre carezzavano il mio organo rigido. Io non potevo resistere molto di più. Ero fottutamente arrapato, era difficile resistere alla mia urgente necessità di eiaculare. Qualche cosa doveva succedere, o una diga che trattenesse la mia passione, o la mia sanità mentale.
Chin rise allegramente.
“Ce l’hai bel grosso, ne sono veramente entusiasta.”
Terminando quello che aveva iniziato a fare, Chin rilasciò la mia virilità e si alzò. Io ero grato per l'interruzione dell’azione, ma non avevo alcuna intenzione di permettere che il nostro incontro finisse così. Rapidamente cominciai ad accarezzare il suo uccello duro come pietra. Chin ansò di delizia, questo mi fece rendere conto che la mia baldanza non solo era ben accolta, ma, apparentemente, desiderata.
“Quanto tempo è passato,” sospirò. “Praticamente avevo dimenticato com’è bello essere toccato.”
Mentre continuavo a tenere con forza il suo cazzo pulsante, sentii la testa del suo organo snello diventare più scivoloso per la pre eiaculazione che grondava; seppellii la faccia nel suo liscio torace di bronzo e mordicchiai avidamente i suoi piccoli capezzoli eretti. La mia testa cominciò a girare al sapore inebriante della sua carne. Il suo giovane cuore batteva appassionatamente contro le mie calde labbra bagnate mentre io continuavo a leccare i suoi seni amabili. Le braccia di Chin mi circondarono le spalle stringendo insieme con forza i nostri corpi. Il suo abbraccio aumentò l'inferno che già infuriava dentro di me.
La mia lingua si agitò verso il basso al centro del suo torace, lasciando una scia di brillante saliva. Il suo corpo lavato dalla pioggia era stupendo, non ne avevo mai abbastanza. La mia bocca affamata era piena del sapore delizioso della sua carne di seta. La depressione concava del suo ombelico passò sotto le mie labbra bagnate ed il suo corpo si tese in attesa.
“Mio padre fra poco sarà qui,” sospirò carezzando delicatamente i capelli della mia nuca. “Non sono sicuro che dovremmo farlo. Cosa succederà se qualcuno ci sorprende?”
Non poteva essere serio, il mio naso era seppellito profondamente nel suo spesso cespuglio pubico. Il suo bell’uccello color rame batteva inquieto contro la mia guancia. Non potevo credere che lui avesse la forza di volontà di suggerire di fermarci. Io non avevo tale autocontrollo straordinario. Io non potevo fermarmi. Suo padre avrebbe anche potuto essere sulla porta a guardarci ed io non sarei stato capace di frenale la mia lussuria.
Manovrando rapidamente per posizionare il mio corpo tra le sue ginocchia aperte, alzai il suo pene duro e lo immersi nella mia bocca. Inutile dirlo, questo fece tramontare tutte le speculazioni sulla conseguenza del nostro caldo incontro.
Chin spinse il suo culo snello per sbattere in avanti la testa gonfia del suo uccello salato contro il fondo della mia gola in attesa. Il succo appiccicoso che colava dal suo buco era come una droga, mi rese selvaggio. Feci scivolai le mie labbra bagnate su e giù sul suo muscolo rigido finché lui non fu sull’orlo di sparare il suo carico.
“E’ grande,” Anelò. “Per favore non fermarti.”
Unì con forza le dita dietro la mia nuca quasi a soffocarmi col suo inguine. Portai le mani dietro il suo culo e cominciai a giocarci. Lui inspirò profondamente quando gli allagai le natiche e spinsi un dito nel suo passaggio anale.
Il suo uccello delizioso si contorse inquieto fra le mie labbra appassionate. Io volevo sentire il suo batuffolo caldo sgorgare giù nella mia gola, ma poi decisi di no. Quando sentii il suo organo sobbalzare in un trionfante orgasmo, lo tirai fuori dalla mia bocca e cominciai a masturbarlo. Lui si lamentò piano mentre i suoi cancelli si aprivano ed il suo organo sprizzò fiotto dopo fiotto di succo d’uccello cremoso sul mio collo e le mie spalle.
Chin fece scivolare una mano in alto lungo la mensola finché non trovò un rotolo di tela da asciugamani. Mi sorrise sornione, io non potevo credere che fosse cieco, non avevo mai conosciuto prima un cieco. Avevo pensato che fossero diversi invece, a parte il fatto che mi aveva eccitato come nessun’altro prima, Chin era come chiunque altro.
Sulla mensola, vicino alla tela per asciugamani, nel pronto soccorso c’era un vasetto di vaselina. La mia immaginazione cominciò a correre furiosamente, sapevo precisamente quello che volevo da Chin.
Lui si accosciò a mordere le mie palle gonfie ed enormi finché non pensai che sarei impazzito. Mi alzai malfermo sulle ginocchia barcollanti mentre la sua bocca ardente mordicchiava la lunghezza della mia asta pulsante.
Un fiotto di cruda energia formicolò nella mia spina dorsale quando sentii la sua lingua intorno alla testa del mio cazzo e lo sentii tirarlo nella sua bocca. Capii che non potevo resistere molto.
Lentamente affondai sulle mie ginocchia tirando fuori l’uccello dall'affettuosa carezza delle sue labbra scivolose. Il suo talento orale era fenomenale, ma era il suo squisito culo rotondo che il mio uccello indolenzito voleva sondare.
Lo alzai delicatamente posizionandolo sulle mani e le ginocchia.
“Hai un piccolo culo eccitante, io sto impazzendo chiedendomi quello che sentirei seppellendoci dentro profondamente il mio uccello.”
Ero disperato, avrei fatto qualunque cosa per persuaderlo a permettermi di penetrare il suo culo stretto. La sua faccia assunse un'espressione incerta, non disse una parola mentre gli allargavo il culo e mi crogiolavo nella delizia del suo bocciolo di rosa.
Presi una bella quantità di lubrificante dal vaso e l'imbrattai tra le sue natiche tese. Non resistetti alla tentazione di conficcarci dentro un dito; Chin si lamentò vigorosamente in risposta alla mia carezza penetrante.
“Problemi?” Chiesi.
“Non molti,” Rispose. “Solo promettimi di essere delicato, sono veramente sensibile là.”
Dalla tasca dei miei pantaloncini recuperai il preservativo che avevo portato per l’evenienza. Gemetti forte mentre lo srotolavo lungo la lunghezza della mia asta dura come pietra. Il fragile culo di Chin vibrò spasmodicamente quando la testa del mio pene allargò delicatamente il suo buco.
“Oh sì,” Gridò. “Di più! Infilami dentro tutto il tuo uccello. Voglio sentire la testa del tuo grosso cazzo nella mia pancia.”
Come tutto in Chin, anche il suo buco del culo era piccolo. Era così stretto che quasi venni solo tentando di entrarci. Delicatamente spinsi il mio muscolo rigido oltre il suo anello resistente. Ad ogni spinta riuscivo a metterci dentro un altro centimetro di grossa carne di uccello palpitante. Ruotando le anche spinsi selvaggiamente dentro di lui, conficcando completamente il cazzo nel suo retto. Lui gemette in felice agonia.
Chin si passò le mani tra le cosce tremanti e cominciò a carezzarsi l’uccello. La pre eiaculazione gocciolò come caldo miele dal suo buco mentre il suo passaggio anale palpitante stringeva intorno al mio uccello trionfante. Il desiderio di godere intensamente cominciò a rabbrividire attraverso il mio corpo.
“Oh merda, ragazzo, sborro!” Sibilai attraverso i denti stretti. Estrassi il pene dal suo culo impetuoso e mi strappai il preservativo. Immediatamente Chin crollò sopra il pavimento e rotolò sopra la schiena. Le sue palle rimbalzarono brutalmente mentre lui dava uno strattone freneticamente al suo organo esplosivo, alzò le gambe per esporre il culo ben fottuto. Per mio solo divertimento contrasse con delicatezza i muscoli del roseo buco del culo aperto.
Due o tre colpi mi fecero fuoriuscire il più devastante carico di sperma che avessi mai prodotto. Onde bollenti di sperma spesso uscivano a getti dalla testa del mio uccello gonfiato per schizzare sul corpo tremante di Chin.
Lui si strinse l’uccello e grugnì appassionatamente mentre emetteva un altro fiotto impressionante di nettare cremoso. Brillanti macchie di sperma si raccolsero sulla sua pancia e corsero giù lungo i suoi fianchi.
La falda spessa del prepuzio si chiuse intorno alla testa del suo giovane uccello mentre il suo desiderio appassiva. Avremmo poi saputo che questo era l'inizio di qualche cosa di meraviglioso.
Per il resto dell'anno quando Chin veniva a badare ai gerani, io l’aiutavo, con mia molta sorpresa mi piaceva davvero fare del giardinaggio. Ma quello che mi piaceva anche di più era il nostro andare nel capannone degli attrezzi.
Tutto fu perfetto fino ad un pomeriggio in cui mia madre ritornò all'improvviso a casa e ci sorprese insieme. Naturalmente il padre di Chin fu immediatamente licenziato. Dopo fu difficile per noi tenere viva la nostra relazione. La tensione tra me ed i miei genitori divenne così spessa che avrei potuto tagliarla con un coltello. Per il bene di tutti saggiamente scelsi di andarmene di casa.
Pensai molto a Chin, non avrei mai pensato che fosse così facile perdere qualcuno. Volevo con tutte le mie forze stringerlo nelle mie braccia. Bramavo ancora una volta di sentire il suo bell’uccello intonso pulsare tra le mie labbra. Avrei potuto passare il resto della mia vita con Chin ed essere un uomo felice.
Passavo frequentemente davanti alla casa dei suoi genitori ma non avevo il coraggio di fermarmi. Avevo troppa vergogna. I miei genitori avevano detto molte cose orribili a Chin ed a suo padre. Avrei voluto scusarmi, ma non sapevo come. Non avevo mai sentito tanta disperazione e solitudine.
Era passato quasi un anno da quando l’avevo visto l’ultima volta, io ero all’ospedale per le conseguenze di un incidente automobilistico. Come avveniva spesso ero triste e solo, quando l’infermiera entrò nella mia stanza con un vaso di gerani. Gerani scarlatti!
“Un bel giovane asiatico li ha appena lasciati.” Disse mentre mi dava il biglietto che li accompagnava. “Che peccato che un così bel giovane sia cieco.”
Il mio spirito riprese vigore leggendo il biglietto: ‘Ricordi quello che abbiamo imparato prendendoci cura dei gerani?”
“Infermiera, devo parlare con l'uomo che ha consegnato i fiori!”
“Non dovrebbe essere un problema,” Ridacchiò. “Sta aspettando fuori.”
Lacrime riempirono i miei occhi quando vidi entrare Chin, aveva sentito del mio incidente ed aveva deciso di rischiare venendomi a trovare. Grazie a Dio, finalmente uno di noi aveva trovato abbastanza coraggio per fare la prima mossa verso la riconciliazione.
Chin allungò una mano che io presi nella mia. Mentre ammiravo la sua bellezza e mi rallegravo che fosse ritornato nella mia vita, il cuore mi diceva che era precisamente il modo che doveva accadere.
Guardai il bel ragazzo mentre riempiva di gerani scarlatti i vasi che circondavano il patio; si muoveva come fosse musica, come se fosse in armonia perfetta con tutto ciò che lo circondava. Quello che vedevo mi appassionava accendendo dentro di me una fiamma che è sembrava farmi sciogliere il cuore d’amore. La rigidezza che si formava tra le gambe attirò immediatamente la mia attenzione.
Imprudentemente mi strappai i vestiti fino a rimanere nudo, sentivo il calore dentro di me, bruciavo della speranza che lui si girasse e mi vedesse davanti alla finestra, mentre mi carezzavo l’uccello pulsante.
Lui era troppo preso dal suo compito per vedermi. Lo guardai finché non ebbe finito e sparì dalla mia vista.
C'era qualche cosa di diverso in quel giovane, qualche cosa che infiammava la mia virilità. Le mi noci si contrassero mentre mi immaginavo di vederlo nudo. Il solo pensiero del suo snello corpo di bronzo e dei suoi capelli neri mi riempirono di un senso di desiderio opprimente. Nessuno mi era mai piaciuto tanto da infiammare così il mio giovane desiderio. La mia concupiscenza aumentò ed il mio uccello eruttò un carico generoso di sperma caldo, appiccicoso. Ad ogni sprizzo del mio carico il mio desiderio di sollecitare la compagnia del bel figlio del giardiniere si intensificava.
Passò una settimana prima che lo vedessi di nuovo. Era stata una settimana di tormentose fantasie erotiche. Avevo perso il conto di quante volte mi ero masturbato dal week end nel tentativo di placare il mio appetito sessuale insaziabile. Mentre farmi seghe mi gratificava come sempre, serviva poco per diminuire le mie necessità più urgenti. Non avevo mai voluto nessuno così dannatamente in vita mia. Il mio corpo doleva per il desiderio di essere vicino lui. Le mie orecchie dolevano per il desiderio di sentire il suono della sua voce. La mia bocca era assetata del desiderio di assaggiare la sua carne maschia. Dalla mia finestra tornai a guardarlo mentre aveva cura dei gerani scarlatti.
Quando si fermò per riposarsi all'ombra, vidi la mia opportunità. Mi avvicinai mentre lui sembrava assorto nei suoi pensieri. Non sembrò che mi vedesse, sembrava così in pace che mi sentii quasi colpevole ad inserirmi nella sua tranquilla solitudine.
“Scusami,” Chiamai piano. La sua testa si girò e mi guardò attraverso il suoi occhiali da sole scuri. Gli angoli della sua bocca si arricciarono in un sorriso piacevole. Il mio uccello si dimenò nei miei pantaloncini. Cattivi pensieri di passione sfrenata si agitarono nel mio cervello come scintille di un cortocircuito.
“Parli con me?” Chiese.
Pensai che era ovvio, lui era l'unica persona che c’era intorno.
“Sì,” Dissi. “Mi dispiace infastidirti, ma mi puoi dire che ora è?” Era una scusa così stupida che mi sorprese il fatto che si prendesse la briga di rispondere.
“Mi spiace, non porto orologio,” Ridacchiò. Lo guardai più da vicino ed ammutolii colpito.
“Qualche cosa non va?” Lui chiese.
“No, per niente,” Balbettai tentando di riprendermi dall’imbarazzo di avere fatto una gaffe monumentale...
“Non sapevi che sono cieco, vero?”
“Mi spiace, no. No, non lo sapevo, mi sento così sciocco.”
“Non preoccuparti, sono contento che tu l’abbia detto. Odio quando le persone non lo dicono, saresti sorpreso se ti dicessi come si comportano stranamente alcune persone quando lo scoprono.”
Mi sedetti a terra vicino lui. Le sue gambe erano lisce e muscolose. Faticavo a tenere le mani lontano da lui.
“Io mi chiamo Chin,” Disse allungando una mano verso di me.
Grato per avere l'opportunità di toccarlo, impazientemente gli strinsi la mano. “Felice di conoscerti, io sono Pete.”
“Pete, scommetto di sapere quello che stai pensando.”
Io ero piuttosto sicuro che non avesse idea di quello che stava passandomi per la mente. I miei pensieri gli avrebbero fatto drizzare i bei capelli.
“Puoi chiedermelo se lo vuoi,” Mi assicurò. “Non ho problemi a parlarne.”
Compresi, prima di rendermi completamente sciocco, che chiaramente si riferiva alla sua cecità.
“Sei sempre stato cieco?” Chiesi. La domanda sembrava così fredda, mi sentii male per averlo chiesto.
“No,” Disse senza essere infastidito dalla mia curiosità. “Solamente da due anni.”
“Cosa è accaduto? Se non ti dispiace la mia curiosità.”
Chin si tolse gli occhiali da sole e si asciugò il sudore dalla faccia. Per la prima volta vidi i suoi occhi, erano bellissimi; scuri, appassionati e chiaramente asiatici.
“Una palla da baseball,” Disse. “Ci credi? Una palla da baseball che mi ha colpito la testa.”
“Non si può fare nulla? Voglio dire, certamente il dottore giusto potrebbe fare qualche cosa.”
“Prima i dottori hanno detto che la mia cecità era solo temporanea. Ma ora stanno propendendo per una cecità permanente. Ho visto molti specialisti, mi hanno analizzato, pungolato e sottoposto ad esami radiografici, la risposta è sempre stata la stessa.”
“Però ci convivi bene, io non ne avevo idea. Come fai? Lavorare coi fiori, voglio dire.”
“Io vedo con le dita,” Disse. “Come io tocco qualche cosa, io posso vederne nella mia mente la forma. Sembra strano, huh?”
“Io penso che sembra stupendo.”
* * * *
Il padre di Chin era andato a lavorare in un altro posto in città e l’aveva lasciato a prendersi cura del nostro prato. A metà pomeriggio le nubi cominciarono a coprire il sole ed il rombo del tuono si sentiva in lontananza. Di quando in quando Chin alzava la faccia verso il cielo adirato ed ascoltava, ma poi tornava al suo lavoro.
La pioggia arrivò improvvisamente cogliendolo di sorpresa. Era bagnato dalla testa alla punta dei piedi prima che potesse abbandonare il prato. Lo vidi affrettarsi nel capannone degli attrezzo per sfuggire al temporale. Ero sicuro che stesse bene ma volevo sincerarmene.
Misi alcune cose di cui poteva aver bisogno in una borsa, presi un ombrello dal mio armadio e corsi a raggiungerlo.
Chin sobbalzò quando entrai e mi dispiacque di averlo spaventato, ma fu contento che fossi venuto. Era seduto, rabbrividiva, i capelli neri erano incollati alla testa. Gocce di pioggia gli colavano dal naso e dalle orecchie. Non avevo mai visto qualcuno con un aspetto simile.
“Sono solo io,” Annunciai. Lui fece un sospiro di sollievo. “Ti ho visto sorpreso dalla pioggia. Ho pensato che avessi bisogno di qualche cosa di asciutto.”
“Grazie. Speravo di finire di travasare i gerani prima della pioggia.
“Oh c'è tempo domani,” Dissi mettendogli un asciugamano sulle braccia.
“Lo apprezzo veramente,” Disse cominciando ad asciugarsi.
La pioggia continuò a cadere. “Ti ho portato qualche vestito asciutto, se ti vuoi cambiare.”
“Non avresti dovuto scomodarti.”
“Nessun problema. Sono sicuro che ti andranno bene.” E gli diedi i vestiti.
Mi appoggiai indietro e lo guardai togliersi la t-shirt fradicia. Il mio uccello formicolò di eccitazione quando vidi i piccoli ciuffi di peli neri sotto le sue braccia. Tentai di distogliere lo sguardo, ma quando si alzò e slacciò i jeans corti, non riuscii a distogliere gli occhi. Trattenendo il fiato, lo guardai far scendere la stoffa bagnata sulle cosce senza peli.
“Quanti anni hai?” Chiesi. Lo stavo solo pensando ma le parole scivolarono fuori.
“Diciannove,” Rispose. Non ci potevo credere che avesse un anno più di me.
“Stai scherzando?”
“No ho veramente diciannove anni.”
“Pensavo tu ne avessi quindici, forse sedici.”
Chin mi rivolse un'espressione cortese, ma di ovvia scontentezza. Io mi scusai rapidamente per il mio errore di giudizio.
“Molte persone pensano che sia più giovane della mia età,” Ammise. “Non prendertela.”
Fu solo gioia pura quando vidi come le sue mutande bagnate stringevano la sua virilità. Non mi interessava se il suo uccello sembrava essere piccolo come il resto del suo corpo magnifico. Volevo vedere tutto di lui ed ero ansioso che mostrasse i segreti della sua carne.
Chin sembrava un po' nervoso.
“Siamo soli?” Chiese. “Voglio dire, non c'è nessun altro che possa entrare improvvisamente?”
“Nessun altro,” L'assicurai.
Chin sembrava essere ancora un po' timido, ma non esitò per molto. Con un rapido gesto si tolse le mutande e rimase di fronte a me rigidamente nudo. I miei occhi immediatamente andarono a soddisfare la mia curiosità ossessionante. Mentre il suo uccello era effettivamente molto più piccolo del mio, lo trovai essere il più bel cazzo non circonciso che avessi mai visto.
Bagnato e freddo, le sue palle erano contratte nella loro borsa satinata. Ma con mia grande sorpresa il suo uccello snello era semi duro.
Il profumo della sua carne umida era piacevolmente dolce. Il piccolo capannone si riempì rapidamente del suo aroma. Il temporale era servito al mio scopo. Era stato un regalo del cielo.
Lo guardai asciugarsi il torso senza peli. Quando fece correre l’asciugamano sul suo culo squisito, la testa del mio grosso uccello scivolò in giù all'interno della mia coscia per sbirciare fuori da una gamba dei pantaloncini. Tremai di nervosa attesa quando lui focalizzò la sua attenzione sulla sua solleticante virilità.
“Sai che non va bene,” Disse. “Io so che stai guardando. Posso sentire i tuoi occhi su di me.” Sentii la mia faccia scaldarsi di umiliazione vergognosa.
“Vorrei sapere come ti sembro,” Disse mettendo da parte l'asciugamano ed allungando le mani per prendere i vestiti che gli avevo prestato.
Io allungai le mani ed intercettai sue.
“Puoi vedere realmente con le dita?” Quasi ansante, Chin accennò col capo mentre io mettevo le sue mani sulla mia faccia.
“Sei piuttosto attraente,” Disse, le sue dita delicatamente carezzavano ogni curva della mia faccia. Fece scendere le mani al mio collo e sulle mie spalle.
“Dimmi cosa hai pensato,” Dissi interrompendo la sua esplorazione per il tempo necessario per togliermi la camicia.
“La tua pelle è molto liscia,” Disse trascinando le dita sui capezzoli eretti dei miei pettorali ben definiti. I miei muscoli addominali si tesero quando le sue mani scesero alla mia vita stretta.
“Hai un grande fisico.”
La vista del suo uccello ora completamente eretto mi indicava che era ansioso di investigare ulteriormente, ma aveva paura di farlo senza un mio invito.
“Hai visto abbastanza, o vorresti vedere di più?”
Chin alzò le spalle tentando di fare del suo meglio per apparire indifferente.
Il suo pene da 13 centimetri si contorse con ansia lussuriosa mentre ascoltava il rumore dei miei vestiti che venivano tolti. La rigidezza che gonfiava l'asta snella del suo organo fece aprire il suo
prepuzio stretto e rivelò la punta della sua bella, fondamentale corona. Avrei voluto prendere quella ghianda nella mia bocca e riempire il fondo della mia gola col suo cazzo palpitante. Ma per ora mi accontentavo di stare nudo, pronto a far visualizzare a Chin la mio rigida la virilità con le sue dita straordinariamente percettive.
Un sorriso timido apparve sula sua bella, giovane faccia mentre le sue mani scivolavano in giù sulle mie anche ed arrivavano delicatamente a spremere il mio culo muscoloso.
Lentamente si accosciò e portò le sue mani sulla parte anteriore delle mie cosce pelose. Sentii il mio fiato diventare ansante quando prese l'interno delle mie cosce per afferrare le mie palle che pendevano nei palmi delle sue mani gentili. Mi sentii come uno dei gerani in giardino. Guardai giù nei suoi begli occhi. Era difficile credere che erano ciechi. Dall'espressione sulla sua faccia ottenni l’impressione che lui riusciva a vedere anche meglio.
Le sue dita morbide quasi sfiorarono le mie ginocchia mentre carezzavano il mio organo rigido. Io non potevo resistere molto di più. Ero fottutamente arrapato, era difficile resistere alla mia urgente necessità di eiaculare. Qualche cosa doveva succedere, o una diga che trattenesse la mia passione, o la mia sanità mentale.
Chin rise allegramente.
“Ce l’hai bel grosso, ne sono veramente entusiasta.”
Terminando quello che aveva iniziato a fare, Chin rilasciò la mia virilità e si alzò. Io ero grato per l'interruzione dell’azione, ma non avevo alcuna intenzione di permettere che il nostro incontro finisse così. Rapidamente cominciai ad accarezzare il suo uccello duro come pietra. Chin ansò di delizia, questo mi fece rendere conto che la mia baldanza non solo era ben accolta, ma, apparentemente, desiderata.
“Quanto tempo è passato,” sospirò. “Praticamente avevo dimenticato com’è bello essere toccato.”
Mentre continuavo a tenere con forza il suo cazzo pulsante, sentii la testa del suo organo snello diventare più scivoloso per la pre eiaculazione che grondava; seppellii la faccia nel suo liscio torace di bronzo e mordicchiai avidamente i suoi piccoli capezzoli eretti. La mia testa cominciò a girare al sapore inebriante della sua carne. Il suo giovane cuore batteva appassionatamente contro le mie calde labbra bagnate mentre io continuavo a leccare i suoi seni amabili. Le braccia di Chin mi circondarono le spalle stringendo insieme con forza i nostri corpi. Il suo abbraccio aumentò l'inferno che già infuriava dentro di me.
La mia lingua si agitò verso il basso al centro del suo torace, lasciando una scia di brillante saliva. Il suo corpo lavato dalla pioggia era stupendo, non ne avevo mai abbastanza. La mia bocca affamata era piena del sapore delizioso della sua carne di seta. La depressione concava del suo ombelico passò sotto le mie labbra bagnate ed il suo corpo si tese in attesa.
“Mio padre fra poco sarà qui,” sospirò carezzando delicatamente i capelli della mia nuca. “Non sono sicuro che dovremmo farlo. Cosa succederà se qualcuno ci sorprende?”
Non poteva essere serio, il mio naso era seppellito profondamente nel suo spesso cespuglio pubico. Il suo bell’uccello color rame batteva inquieto contro la mia guancia. Non potevo credere che lui avesse la forza di volontà di suggerire di fermarci. Io non avevo tale autocontrollo straordinario. Io non potevo fermarmi. Suo padre avrebbe anche potuto essere sulla porta a guardarci ed io non sarei stato capace di frenale la mia lussuria.
Manovrando rapidamente per posizionare il mio corpo tra le sue ginocchia aperte, alzai il suo pene duro e lo immersi nella mia bocca. Inutile dirlo, questo fece tramontare tutte le speculazioni sulla conseguenza del nostro caldo incontro.
Chin spinse il suo culo snello per sbattere in avanti la testa gonfia del suo uccello salato contro il fondo della mia gola in attesa. Il succo appiccicoso che colava dal suo buco era come una droga, mi rese selvaggio. Feci scivolai le mie labbra bagnate su e giù sul suo muscolo rigido finché lui non fu sull’orlo di sparare il suo carico.
“E’ grande,” Anelò. “Per favore non fermarti.”
Unì con forza le dita dietro la mia nuca quasi a soffocarmi col suo inguine. Portai le mani dietro il suo culo e cominciai a giocarci. Lui inspirò profondamente quando gli allagai le natiche e spinsi un dito nel suo passaggio anale.
Il suo uccello delizioso si contorse inquieto fra le mie labbra appassionate. Io volevo sentire il suo batuffolo caldo sgorgare giù nella mia gola, ma poi decisi di no. Quando sentii il suo organo sobbalzare in un trionfante orgasmo, lo tirai fuori dalla mia bocca e cominciai a masturbarlo. Lui si lamentò piano mentre i suoi cancelli si aprivano ed il suo organo sprizzò fiotto dopo fiotto di succo d’uccello cremoso sul mio collo e le mie spalle.
Chin fece scivolare una mano in alto lungo la mensola finché non trovò un rotolo di tela da asciugamani. Mi sorrise sornione, io non potevo credere che fosse cieco, non avevo mai conosciuto prima un cieco. Avevo pensato che fossero diversi invece, a parte il fatto che mi aveva eccitato come nessun’altro prima, Chin era come chiunque altro.
Sulla mensola, vicino alla tela per asciugamani, nel pronto soccorso c’era un vasetto di vaselina. La mia immaginazione cominciò a correre furiosamente, sapevo precisamente quello che volevo da Chin.
Lui si accosciò a mordere le mie palle gonfie ed enormi finché non pensai che sarei impazzito. Mi alzai malfermo sulle ginocchia barcollanti mentre la sua bocca ardente mordicchiava la lunghezza della mia asta pulsante.
Un fiotto di cruda energia formicolò nella mia spina dorsale quando sentii la sua lingua intorno alla testa del mio cazzo e lo sentii tirarlo nella sua bocca. Capii che non potevo resistere molto.
Lentamente affondai sulle mie ginocchia tirando fuori l’uccello dall'affettuosa carezza delle sue labbra scivolose. Il suo talento orale era fenomenale, ma era il suo squisito culo rotondo che il mio uccello indolenzito voleva sondare.
Lo alzai delicatamente posizionandolo sulle mani e le ginocchia.
“Hai un piccolo culo eccitante, io sto impazzendo chiedendomi quello che sentirei seppellendoci dentro profondamente il mio uccello.”
Ero disperato, avrei fatto qualunque cosa per persuaderlo a permettermi di penetrare il suo culo stretto. La sua faccia assunse un'espressione incerta, non disse una parola mentre gli allargavo il culo e mi crogiolavo nella delizia del suo bocciolo di rosa.
Presi una bella quantità di lubrificante dal vaso e l'imbrattai tra le sue natiche tese. Non resistetti alla tentazione di conficcarci dentro un dito; Chin si lamentò vigorosamente in risposta alla mia carezza penetrante.
“Problemi?” Chiesi.
“Non molti,” Rispose. “Solo promettimi di essere delicato, sono veramente sensibile là.”
Dalla tasca dei miei pantaloncini recuperai il preservativo che avevo portato per l’evenienza. Gemetti forte mentre lo srotolavo lungo la lunghezza della mia asta dura come pietra. Il fragile culo di Chin vibrò spasmodicamente quando la testa del mio pene allargò delicatamente il suo buco.
“Oh sì,” Gridò. “Di più! Infilami dentro tutto il tuo uccello. Voglio sentire la testa del tuo grosso cazzo nella mia pancia.”
Come tutto in Chin, anche il suo buco del culo era piccolo. Era così stretto che quasi venni solo tentando di entrarci. Delicatamente spinsi il mio muscolo rigido oltre il suo anello resistente. Ad ogni spinta riuscivo a metterci dentro un altro centimetro di grossa carne di uccello palpitante. Ruotando le anche spinsi selvaggiamente dentro di lui, conficcando completamente il cazzo nel suo retto. Lui gemette in felice agonia.
Chin si passò le mani tra le cosce tremanti e cominciò a carezzarsi l’uccello. La pre eiaculazione gocciolò come caldo miele dal suo buco mentre il suo passaggio anale palpitante stringeva intorno al mio uccello trionfante. Il desiderio di godere intensamente cominciò a rabbrividire attraverso il mio corpo.
“Oh merda, ragazzo, sborro!” Sibilai attraverso i denti stretti. Estrassi il pene dal suo culo impetuoso e mi strappai il preservativo. Immediatamente Chin crollò sopra il pavimento e rotolò sopra la schiena. Le sue palle rimbalzarono brutalmente mentre lui dava uno strattone freneticamente al suo organo esplosivo, alzò le gambe per esporre il culo ben fottuto. Per mio solo divertimento contrasse con delicatezza i muscoli del roseo buco del culo aperto.
Due o tre colpi mi fecero fuoriuscire il più devastante carico di sperma che avessi mai prodotto. Onde bollenti di sperma spesso uscivano a getti dalla testa del mio uccello gonfiato per schizzare sul corpo tremante di Chin.
Lui si strinse l’uccello e grugnì appassionatamente mentre emetteva un altro fiotto impressionante di nettare cremoso. Brillanti macchie di sperma si raccolsero sulla sua pancia e corsero giù lungo i suoi fianchi.
La falda spessa del prepuzio si chiuse intorno alla testa del suo giovane uccello mentre il suo desiderio appassiva. Avremmo poi saputo che questo era l'inizio di qualche cosa di meraviglioso.
Per il resto dell'anno quando Chin veniva a badare ai gerani, io l’aiutavo, con mia molta sorpresa mi piaceva davvero fare del giardinaggio. Ma quello che mi piaceva anche di più era il nostro andare nel capannone degli attrezzi.
Tutto fu perfetto fino ad un pomeriggio in cui mia madre ritornò all'improvviso a casa e ci sorprese insieme. Naturalmente il padre di Chin fu immediatamente licenziato. Dopo fu difficile per noi tenere viva la nostra relazione. La tensione tra me ed i miei genitori divenne così spessa che avrei potuto tagliarla con un coltello. Per il bene di tutti saggiamente scelsi di andarmene di casa.
Pensai molto a Chin, non avrei mai pensato che fosse così facile perdere qualcuno. Volevo con tutte le mie forze stringerlo nelle mie braccia. Bramavo ancora una volta di sentire il suo bell’uccello intonso pulsare tra le mie labbra. Avrei potuto passare il resto della mia vita con Chin ed essere un uomo felice.
Passavo frequentemente davanti alla casa dei suoi genitori ma non avevo il coraggio di fermarmi. Avevo troppa vergogna. I miei genitori avevano detto molte cose orribili a Chin ed a suo padre. Avrei voluto scusarmi, ma non sapevo come. Non avevo mai sentito tanta disperazione e solitudine.
Era passato quasi un anno da quando l’avevo visto l’ultima volta, io ero all’ospedale per le conseguenze di un incidente automobilistico. Come avveniva spesso ero triste e solo, quando l’infermiera entrò nella mia stanza con un vaso di gerani. Gerani scarlatti!
“Un bel giovane asiatico li ha appena lasciati.” Disse mentre mi dava il biglietto che li accompagnava. “Che peccato che un così bel giovane sia cieco.”
Il mio spirito riprese vigore leggendo il biglietto: ‘Ricordi quello che abbiamo imparato prendendoci cura dei gerani?”
“Infermiera, devo parlare con l'uomo che ha consegnato i fiori!”
“Non dovrebbe essere un problema,” Ridacchiò. “Sta aspettando fuori.”
Lacrime riempirono i miei occhi quando vidi entrare Chin, aveva sentito del mio incidente ed aveva deciso di rischiare venendomi a trovare. Grazie a Dio, finalmente uno di noi aveva trovato abbastanza coraggio per fare la prima mossa verso la riconciliazione.
Chin allungò una mano che io presi nella mia. Mentre ammiravo la sua bellezza e mi rallegravo che fosse ritornato nella mia vita, il cuore mi diceva che era precisamente il modo che doveva accadere.
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