Sorelle: 5
di
GGiulia
genere
incesti
Per tutto il viaggio di ritorno verso casa mamma è stata une pentola di fagioli. Aveva qualcosa contro tutti. Io e Cami ci guardavamo facendoci forza a vicenda per sopportare le sue litanie. Quando siamo arrivate a casa erano le 10 passate. Saremmo anche potute uscire ed in effetti ci abbiamo pensato ma avremmo scatenato ancora di più le ire di mamma. Alla fine abbiamo deciso di fare le brave figlie siamo rimaste a casa. Mamma è andata sotto la doccia ed io e Cami a metterci comode. Ci siamo ritrovate in salotto. Mamma avvolta nel suo accappatoio portato via da un hotel di Madrid mentre sia io che mia sorella avevamo un pigiama leggero. Ci siamo messe a chiacchierare un po’, mamma ci ha raccontato delle sue avventure lavorative in Spagna e del prossimo viaggio in Inghilterra. Per fortuna poco dopo ha annunciato che era stanca e che si ritirava nella sua stanza. Io e Cami ci siamo ritrovate sul divano, sabato sera, a non saper che fare. Lei ha acceso Netflix per cercare un film. Ci siamo messe a vedere una commedia scema. Io mi sono accoccolata a lei e lei mi ha abbracciata. Era bello stare tra le sue braccia. Con la mano il cui braccio avevo dietro il collo mi accarezzava distrattamente il braccio… Ad un certo punto del film i due protagonisti si baciavano e qualche scena dopo si capisce che erano a letto a fare l’amore. “L’hai mai fatto orsacchiotta?” Se avessi ricevuto una coltellata sarei rimasta meno sorpresa. “Fatto cosa?” “L’amore no? Sesso. Sei mai stata con un uomo?” Credo di essere diventata rossa peggio di un peperone. “Ehm… beh… no. Non sono mai stata a letto con nessuno.” Cami mi stringe un po’ e dice “Non sanno cosa si sono persi. Sei così carina. Ma non c’è qualche amico che ti piace?” Ho la gola secca. “No Cami, non mi piace nessuno.” “Beh, ormai hai 18 anni e hai l’età giusta. Anche io avevo 18 anni la prima volta. Te lo ricordi Antonio? Spero che almeno qualche volta ti masturberai? Altrimenti come fai a resistere?”
“Si Camilla, mi masturbo. Lo faccio tutti i giorni e mi piace farlo.” Non so cosa mi sia scattato. Mi abbasso i pantaloni del pigiama quel tanto che basta ad esporre la mia figa ed inizio a toccarmi. “Vedi? Quando mi viene voglia lo faccio.” Camilla resta di sasso a guardare le mie dita che affondano tra le labbra bagnate del mio sesso. Non smetto di toccarmi mentre la guardo dritta negli occhi. “E tu Cami? Tra una scopata e l’altra di masturbi?”
“Giulia? Ma sei impazzita? Ma cosa fai?” Io mi sposto un po’ ed abbasso il pigiama fino ai piedi ed allargo le gambe. Orami non ho ritegno né vergogna. Mi tocco la figa e mi penetro con le dita mentre con l’altra mano mi tocco una tetta sotto la maglietta. Lei mi guarda ipnotizzata per diversi secondi.
Poi si alza e mi prende per un braccio. “Smettila scema che mamma potrebbe arrivare. Andiamo in camera.” Mi prende per un braccio e mi trascina verso la sua stanza. Io la seguo inciampando nei pantaloni del pigiama che ho abbassati fino alle caviglie. Entriamo e mentre chiude la porta mi spinge sul suo letto. “Ma cosa ti dice il cervello? Sei impazzita? E se arrivava mamma?” Io resto stesa sul letto nuda dal bacino in giù e con le gambe ancora aperte. Quando mi rendo conto le chiudo di scatto e con le mani mi copro l’inguine. “Scusa Cami… scusa scusa… non so che mi è preso. Non volevo farlo. Mi vergogno come un verme. Ti prego Cami… scusami,” Inizio a piangere. Lei si avvicina a me e si stende al mio fianco. “Dai orsacchiotta, non piangere. Non è successo niente. Guanda che mica mi scandalizzo se ti masturbi davanti a me. E’ che non ti ho mai vista così e ho avuto paura che quella bacchettona di mamma arrivasse. Ma ti rendi conto cosa sarebbe successo?” I miei singhiozzi si placano. Lei mi asciuga le lacrime sul viso con un dito e poi mi stringe. Io l’abbraccio e le chiedo ancora scusa. Poi si alza e si toglie il pigiama restando nuda e si ristende sul letto aiutandomi a sfilarmi la maglietta. Ci ritroviamo nude ed abbracciate. Io la stringo forte e me facendo aderire il mio corpo al suo. Respiro il suo profumo e per un attimo sono tentata di baciarla. Lei invece all’improvviso si stacca da me e si alza dal letto. “Cosa succede Cami?” Lei mi sorride mente si infila il pigiama. “Tranquilla orsacchiotta. Vado a vedere se mamma ha bisogno di qualcosa e le dico che stanotte dormi nella mia stanza perché sei stanca e non ti senti molto bene. Così siamo certe che non ci venga a disturbare. Ti immagini se entrasse e ci trovasse nude e abbracciate nel letto?” Sorrido e penso al rischio che abbiamo corso. Lei esce mandandomi un bacio con le mani. “Arrivo subito”. Nella mia testa scorrono centomila pensieri. Ancora non riesco a razionalizzare tutto quello che mi sta succedendo. Mi alzo e mi guardo allo specchio. Sono proprio io, nuda, nel letto di Camilla che tra poco arriverà a stendersi al mio fianco. Credo che potrei essere felice anche così.
“Si Camilla, mi masturbo. Lo faccio tutti i giorni e mi piace farlo.” Non so cosa mi sia scattato. Mi abbasso i pantaloni del pigiama quel tanto che basta ad esporre la mia figa ed inizio a toccarmi. “Vedi? Quando mi viene voglia lo faccio.” Camilla resta di sasso a guardare le mie dita che affondano tra le labbra bagnate del mio sesso. Non smetto di toccarmi mentre la guardo dritta negli occhi. “E tu Cami? Tra una scopata e l’altra di masturbi?”
“Giulia? Ma sei impazzita? Ma cosa fai?” Io mi sposto un po’ ed abbasso il pigiama fino ai piedi ed allargo le gambe. Orami non ho ritegno né vergogna. Mi tocco la figa e mi penetro con le dita mentre con l’altra mano mi tocco una tetta sotto la maglietta. Lei mi guarda ipnotizzata per diversi secondi.
Poi si alza e mi prende per un braccio. “Smettila scema che mamma potrebbe arrivare. Andiamo in camera.” Mi prende per un braccio e mi trascina verso la sua stanza. Io la seguo inciampando nei pantaloni del pigiama che ho abbassati fino alle caviglie. Entriamo e mentre chiude la porta mi spinge sul suo letto. “Ma cosa ti dice il cervello? Sei impazzita? E se arrivava mamma?” Io resto stesa sul letto nuda dal bacino in giù e con le gambe ancora aperte. Quando mi rendo conto le chiudo di scatto e con le mani mi copro l’inguine. “Scusa Cami… scusa scusa… non so che mi è preso. Non volevo farlo. Mi vergogno come un verme. Ti prego Cami… scusami,” Inizio a piangere. Lei si avvicina a me e si stende al mio fianco. “Dai orsacchiotta, non piangere. Non è successo niente. Guanda che mica mi scandalizzo se ti masturbi davanti a me. E’ che non ti ho mai vista così e ho avuto paura che quella bacchettona di mamma arrivasse. Ma ti rendi conto cosa sarebbe successo?” I miei singhiozzi si placano. Lei mi asciuga le lacrime sul viso con un dito e poi mi stringe. Io l’abbraccio e le chiedo ancora scusa. Poi si alza e si toglie il pigiama restando nuda e si ristende sul letto aiutandomi a sfilarmi la maglietta. Ci ritroviamo nude ed abbracciate. Io la stringo forte e me facendo aderire il mio corpo al suo. Respiro il suo profumo e per un attimo sono tentata di baciarla. Lei invece all’improvviso si stacca da me e si alza dal letto. “Cosa succede Cami?” Lei mi sorride mente si infila il pigiama. “Tranquilla orsacchiotta. Vado a vedere se mamma ha bisogno di qualcosa e le dico che stanotte dormi nella mia stanza perché sei stanca e non ti senti molto bene. Così siamo certe che non ci venga a disturbare. Ti immagini se entrasse e ci trovasse nude e abbracciate nel letto?” Sorrido e penso al rischio che abbiamo corso. Lei esce mandandomi un bacio con le mani. “Arrivo subito”. Nella mia testa scorrono centomila pensieri. Ancora non riesco a razionalizzare tutto quello che mi sta succedendo. Mi alzo e mi guardo allo specchio. Sono proprio io, nuda, nel letto di Camilla che tra poco arriverà a stendersi al mio fianco. Credo che potrei essere felice anche così.
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