Vita segreta
di
domino
genere
etero
C'era nella tranquilla vita di Susy una parte oscura, segreta.
La quotidianità del lavoro di barista, amichevole e simpatica, si alternava a una vivace e attiva vita sessuale con occasionali avventure attraverso le app di incontri.
In quell'ambito era molto diversa, un'altra persona e si concedeva spazio per sperimentare.
Da oltre un anno c'era una corrispondenza virtuale con un uomo molto intrigante.
Lui aveva un sacco di fantasie perverse in cui Susy era protagonista, avevano passato diverse notti al telefono, tanto che lui aveva sviluppato una vera ossessione nei suoi confronti.
Lei amava stare al gioco che alimentava in ogni modo possibile e si era creato un coinvolgimento di testa molto forte, quel genere che piace tanto ad alcuni uomini.
La cosa la intrigava e finalmente riuscì a trovare un pomeriggio in cui i desideri di incontrare quell'uomo che le aveva proposto un appuntamento, presero forma concreta.
Lui le chiese di indossare qualcosa di sexy, calze autoreggenti, tacchi alti, gonna.
Susy chiese all'uomo di portare la divisa, le manette, le chiavi.
Tutta la vita che desiderava esser presa così, che il partner le mettesse un po' di paura.
Ma quello che successe le diede una botta di adrenalina al di sopra di ogni aspettativa.
Si incontrarono in albergo, un luogo carino e un po' fuori mano.
Lui arrivò per primo, e le aprì la porta della stanza.
Appena i loro occhi si incontrarono, Susy capì di aver fatto centro: il trucco provocante che metteva in risalto i bei lineamenti, i lunghi capelli sciolti sul corpo coperto da un lungo spolverino che tolse sulla porta della camera, rimanendo vestita da una microsottoveste di pizzo.
Lui si diresse verso di lei con un sorriso appena accennato, i grandi occhi spalancati e pieni di desiderio...
La prese tra le braccia, la fece arretrare quel poco che bastava a chiudere la porta alle spalle di lei, e le sussurro' all'orecchio:
"Quanto sei troia, ora ti fotto".
Poi quel bacio così deciso, invasivo e che non lasciava dubbi su chi comandasse.
Susy rimase un po' confusa, senza capire se fosse un gioco o se doveva aver paura.
Ma l'adrenalina comincio' ad entrare in circolo.
Lui le prese i polsi, la fece girare e la fece inginocchiare spingendole un ginocchio fra le scapole e con una mossa veloce la ammanetto'.
Poi dichiarò:"
"Ora cominciamo a divertirci, come avevi chiesto".
E si sfilo' la camicia della divisa dai pantaloni perfettamente stirati.
E dalla fondina estrasse la pistola d'ordinanza..
Mostrò a Susy che la pistola era carica, e lei comincio' a sudare freddo, e a tremare come una foglia, mentre lui appoggiava alcuni dei proiettili su un tavolino li' accanto.
Lui le disse ancora con voce fredda e distaccata:
"Volevi aver paura, e vedrai che sarà tanto bello che non ne potrai più fare ameno del mio grosso uccello e di tutto il resto. E ora prometti che il tuo bel culo sarà solo mio, prometti, stronza!"
E premette la canna della pistola contro la nuca di Susy.
Lei era terrorizzata e anche se non tutti i proiettili erano nell'arma quel gioco poteva diventare molto pericoloso.
Sentì di non aver più saliva in bocca e faticò non poco a dirgli che gli prometteva tutto quello che lui voleva.
Tuttavia, nonostante la paura, Susy cominciò a sentirsi eccitata...si stava bagnando e desiderò ardentemente esser presa con la forza dall'uomo, come era stato concordato.
A quel punto lui le scostò i lunghi capelli da una spalla per accarezzarle il collo.
Indugio un momento sulla morbida cascata di riccioli di lei e si abbassò verso la sua testa per annusarne il profumo di buono, mentre lei inginocchiata immobile cercava di trovare un po' di controllo.
Lui le disse:
"Sei bellissima, non immagini quanto ti abbia desiderata, quante seghe mi sia fatto sulle tue foto."
E lei non ebbe più paura, ma solo desiderio dei suoi baci, del suo cazzo duro come il marmo, e di quella passione tanto grande che entrambi faticavano a contenere.
Lui la fece alzare e girare e lei sentì che stava per piangere per la paura appena provata e perchè lui era così alto, bello, forte che lei ebbe paura di innamorarsi.
Era ancora ammanettata e vulnerabile e lui abbassò la spallina della sottoveste e scoprì il seno bianco, e un capezzolo perfetto, di un raro rosa tenue.
Prese in bocca quel bellissimo capezzolo e lo succhiò avidamente come fosse un neonato affamato, come aveva sognato di fare un milione di volte, mentre torturava con la mano
l'altro seno ancora semicoperto dalla sottoveste.
Quel momento sembrò durare in eterno, e nel silenzio della stanza si sentiva solo i respiri sempre più affannosi della coppia.
Susy era sempre più eccitata, pronta a godere e glielo disse:
"Sto sbrodando, sto per venire" e lui la baciò con tanta forza da farla quasi cadere all'indietro. La sostenne per la vita. Lei guardò le mani di lui, bellissime, grandi e affusolate, come si aspettava che fossero.
Lui la abbracciò, la strinse forte, la fece girare di nuovo e le disse che la voleva leccare per mezz'ora e fu lui a quel punto a inginocchiarsi tra le gambe divaricate di lei.
Allora Susy rise dicendo che sarebbe venuta in 20 secondi, cosa che avvenne.
Un orgasmo potente, lei gridò di piacere e lui solo allora si alzò, aprì la zip dei pantaloni e spinse dentro di lei, nella sua fica grondante e calda come burro fuso, il cazzo enorme, duro come piaceva a lei. Fino in fondo dentro di lei.
La quotidianità del lavoro di barista, amichevole e simpatica, si alternava a una vivace e attiva vita sessuale con occasionali avventure attraverso le app di incontri.
In quell'ambito era molto diversa, un'altra persona e si concedeva spazio per sperimentare.
Da oltre un anno c'era una corrispondenza virtuale con un uomo molto intrigante.
Lui aveva un sacco di fantasie perverse in cui Susy era protagonista, avevano passato diverse notti al telefono, tanto che lui aveva sviluppato una vera ossessione nei suoi confronti.
Lei amava stare al gioco che alimentava in ogni modo possibile e si era creato un coinvolgimento di testa molto forte, quel genere che piace tanto ad alcuni uomini.
La cosa la intrigava e finalmente riuscì a trovare un pomeriggio in cui i desideri di incontrare quell'uomo che le aveva proposto un appuntamento, presero forma concreta.
Lui le chiese di indossare qualcosa di sexy, calze autoreggenti, tacchi alti, gonna.
Susy chiese all'uomo di portare la divisa, le manette, le chiavi.
Tutta la vita che desiderava esser presa così, che il partner le mettesse un po' di paura.
Ma quello che successe le diede una botta di adrenalina al di sopra di ogni aspettativa.
Si incontrarono in albergo, un luogo carino e un po' fuori mano.
Lui arrivò per primo, e le aprì la porta della stanza.
Appena i loro occhi si incontrarono, Susy capì di aver fatto centro: il trucco provocante che metteva in risalto i bei lineamenti, i lunghi capelli sciolti sul corpo coperto da un lungo spolverino che tolse sulla porta della camera, rimanendo vestita da una microsottoveste di pizzo.
Lui si diresse verso di lei con un sorriso appena accennato, i grandi occhi spalancati e pieni di desiderio...
La prese tra le braccia, la fece arretrare quel poco che bastava a chiudere la porta alle spalle di lei, e le sussurro' all'orecchio:
"Quanto sei troia, ora ti fotto".
Poi quel bacio così deciso, invasivo e che non lasciava dubbi su chi comandasse.
Susy rimase un po' confusa, senza capire se fosse un gioco o se doveva aver paura.
Ma l'adrenalina comincio' ad entrare in circolo.
Lui le prese i polsi, la fece girare e la fece inginocchiare spingendole un ginocchio fra le scapole e con una mossa veloce la ammanetto'.
Poi dichiarò:"
"Ora cominciamo a divertirci, come avevi chiesto".
E si sfilo' la camicia della divisa dai pantaloni perfettamente stirati.
E dalla fondina estrasse la pistola d'ordinanza..
Mostrò a Susy che la pistola era carica, e lei comincio' a sudare freddo, e a tremare come una foglia, mentre lui appoggiava alcuni dei proiettili su un tavolino li' accanto.
Lui le disse ancora con voce fredda e distaccata:
"Volevi aver paura, e vedrai che sarà tanto bello che non ne potrai più fare ameno del mio grosso uccello e di tutto il resto. E ora prometti che il tuo bel culo sarà solo mio, prometti, stronza!"
E premette la canna della pistola contro la nuca di Susy.
Lei era terrorizzata e anche se non tutti i proiettili erano nell'arma quel gioco poteva diventare molto pericoloso.
Sentì di non aver più saliva in bocca e faticò non poco a dirgli che gli prometteva tutto quello che lui voleva.
Tuttavia, nonostante la paura, Susy cominciò a sentirsi eccitata...si stava bagnando e desiderò ardentemente esser presa con la forza dall'uomo, come era stato concordato.
A quel punto lui le scostò i lunghi capelli da una spalla per accarezzarle il collo.
Indugio un momento sulla morbida cascata di riccioli di lei e si abbassò verso la sua testa per annusarne il profumo di buono, mentre lei inginocchiata immobile cercava di trovare un po' di controllo.
Lui le disse:
"Sei bellissima, non immagini quanto ti abbia desiderata, quante seghe mi sia fatto sulle tue foto."
E lei non ebbe più paura, ma solo desiderio dei suoi baci, del suo cazzo duro come il marmo, e di quella passione tanto grande che entrambi faticavano a contenere.
Lui la fece alzare e girare e lei sentì che stava per piangere per la paura appena provata e perchè lui era così alto, bello, forte che lei ebbe paura di innamorarsi.
Era ancora ammanettata e vulnerabile e lui abbassò la spallina della sottoveste e scoprì il seno bianco, e un capezzolo perfetto, di un raro rosa tenue.
Prese in bocca quel bellissimo capezzolo e lo succhiò avidamente come fosse un neonato affamato, come aveva sognato di fare un milione di volte, mentre torturava con la mano
l'altro seno ancora semicoperto dalla sottoveste.
Quel momento sembrò durare in eterno, e nel silenzio della stanza si sentiva solo i respiri sempre più affannosi della coppia.
Susy era sempre più eccitata, pronta a godere e glielo disse:
"Sto sbrodando, sto per venire" e lui la baciò con tanta forza da farla quasi cadere all'indietro. La sostenne per la vita. Lei guardò le mani di lui, bellissime, grandi e affusolate, come si aspettava che fossero.
Lui la abbracciò, la strinse forte, la fece girare di nuovo e le disse che la voleva leccare per mezz'ora e fu lui a quel punto a inginocchiarsi tra le gambe divaricate di lei.
Allora Susy rise dicendo che sarebbe venuta in 20 secondi, cosa che avvenne.
Un orgasmo potente, lei gridò di piacere e lui solo allora si alzò, aprì la zip dei pantaloni e spinse dentro di lei, nella sua fica grondante e calda come burro fuso, il cazzo enorme, duro come piaceva a lei. Fino in fondo dentro di lei.
2
voti
voti
valutazione
6
6
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Il collezionistaracconto sucessivo
Colazione da Tiffany - parte Ia
Commenti dei lettori al racconto erotico