Lo specchio a lavoro
di
Eroticamentelei
genere
sentimentali
Il fatto che qualsiasi cosa io voglia, prima o poi la ottengo, è una delle caratteristiche più segnanti del mio carattere.
Iris mi aveva raccontato delle sue esperienze sparse nella sua vita ed io che ormai la consideravo una mente libera, potevo solo allargare la mia veduta sui desideri e le situazioni che potessero riguardarci.
Quel pomeriggio parlavamo in chat del turno che avremmo condiviso il giorno dopo in azienda, come organizzarci e magari se avessimo potuto svolgere in coppia quella mansione, mentre lei appena fuori dalla doccia, mi inviò una foto in accappatoio come era solita fare.
I lembi di quell'indumento in spugna coprivano esattamente i suoi capezzoli ma lasciavano a vista le due rotondità interne dei seni, l'esatto punto in cui molto spesso desidero schizzarle il mio seme magari in concomitanza di una spagnoletta. Poco più giù, quasi stranamente, scrutai la sua figa in bella vista, diversamente dalle altre volte che tendenzialmente copriva con una mano. E fu li che iniziai a riempirla di complimenti, apprezzamenti e stesure dettagliate di desideri su di lei. La conversazione entrò nel vivo quando contemporaneamente alla nostra, nella chat aziendale fu pubblicato lo specchietto turni con alcune modifiche che incredibilmente ci avrebbero lasciati soli il giorno dopo durante la fascia centrale di chiusura per il rifornimento della merce. Vi lascio immaginare il duro lavoro che dovette affrontare la mia mente ad elaborare, pensare e studiare situazioni e strategie per l'indomani, mentre in chat continuavo a provocarla e stuzzicarla ricevendo appoggio da parte sua nelle battute piuttosto mirate.
Il giorno seguente, recatomi a lavoro, beccai Iris nel parcheggio che era appena arrivata e scesa dalla sua auto. Sarà stato il film che mi stavo facendo o non so cosa, ma era bellissima, capelli curati, pelle dorata probabilmente di ritorno da un solarium, un filo di trucco, un paio di orecchini che le illuminavano il volto, il pantalone della divisa riprendeva esattamente le sue forme e stavolta lasciava intravedere le forme di una brasiliana che le segnavano il culo. Mi diede un bacio amichevole sulla guancia, mi prese sottobraccio ed entrammo insieme a lavoro. Passò circa mezz'ora e arrivò l'orario di chiusura al pubblico, nello stesso momento in cui i colleghi del turno mattutino andarono via uno per volta.
E fu così che rimanemmo soli, ci facevano compagnia solo le telecamere di sicurezza.
Continuammo a rifornire la merce in maniera dinamica per terminare quel turno con soddisfazione quando lei alle 14:30 circa mi avvisò che si sarebbe allontanata poiché le scappasse la pipì; peccato che con quell'annuncio mi stava praticamente invitando a nozze. Mostrandomi totalmente indifferente a quella notizia come se non stessi per niente aspettando il momento per mettere in atto un agguato, la seguii con lo sguardo e la porta dell'antibagno si chiuse dietro di lei. Aspettai appena 30 secondi, che sembrarono ore e la raggiunsi fugacemente, quando aprendo la porta mi resi conto che era ancora li nell'antibagno quasi come se aspettasse il mio arrivo o quantomeno come se avesse immaginato che avessi potuto raggiungerla. Ci bastò fissarci negli occhi e capimmo entrambi che stava per succedere qualcosa, era il momento giusto e guai lasciarselo scappare. Cominciai a baciarla come un dannato, quasi la mangiavo, lei rispondeva annodando la sua lingua alla mia, nel frattempo le mie mani le cinsero i fianchi e la tiravo a me in maniera alternata facendole assaporare la mia situazione intima in tempo reale. Un'idea mi balenò in testa in quell'istante, la porta del bagno clienti era aperta, mi sentivo troppo porco e non volevo che nessuno mi ponesse dei limiti in quel momento, tant'è che senza staccare le mie labbra dalle sue la accompagnai con qualche movimento lento proprio in quel bagno, e si appoggiò col culo al lavabo. Feci cadere le mie mani sulle sue gambe e prendendole in direzione delle ginocchia, con un movimento veloce le divaricai le gambe per inserirmi a contatto col suo sesso. La desideravo, la volevo, come ogni volta che la vedo; in quel momento sapevo che il bottino non sarebbe stato solo tornare a casa con le mutande sporche di sperma, ma potevo averla, non avrei dovuto fermarmi e neanche lei l'avrebbe fatto. Alle sue spalle lo specchio sopra il lavabo, in cui vedevo riflesso il mio volto e la sua schiena che a tratti rimaneva scoperta dall'impetuosità dei miei movimenti. Uno specchio e lei nello stesso posto, nello stesso momento mi mandavano messaggi subliminali, tant'è che mi bastò dirle - "voglio scoparti" - e lei autonomamente mi diede le spalle e lasciò cadere i pantaloni e l'intimo alle caviglie. Avevo il cazzo esattamente duro per poterla inculare e senza alcun preliminare, lo tirai fuori dal boxer, scoprii la cappella lucida e lubrificata e la puntai al suo ano. Sapevo per certo che non le sarebbe dispiaciuto affatto, ma siccome non sono poi così propenso al sesso anale, flettendomi sulle ginocchia indirizzai il cazzo alla sua figa che senza neanche accorgermene, mi accolse calda e scivolosa di umori; iniziai a stantuffarla facendole sentire la larghezza del mio membro che avrebbe voluto urlare di piacere per quelle entrate intermittenti in quella figa tenuta stretta dalla posizione delle sue gambe. La scopai come avevo desiderato da sempre, lo specchio trasmetteva un volto godurioso, gli occhi socchiusi, la bocca aperta, la lingua impazzita che sfiorava i suoi denti. Trascorse qualche minuto, le strizzavo le tette come appoggio di stabilità durante i miei colpi di reni per penetrarla, mi sentivo bollire, stavo per esplodere. E fu proprio quando mi sentì ansimare più forte che capí che stava succedendo qualcosa, si girò, si sgrillettò con la mano e si lasciò scivolare giù, flettendosi sulle ginocchia, strofinando la schiena al lavabo e si ritrovò con il mio cazzo puntato alla sua bocca. -"ci siamo giocati così la pausa pranzo, ora sborrami in bocca e torniamo a lavorare"-. Non me lo feci ripetere due volte, mi succhiò il cazzo divinamente, godevo con lo stesso ritmo delle sue guance che si gonfiavano e si rinsecchivano, presi la sua mano e la invitai a segarmi, volevo vederla sporcarsi mentre esplodevo, magari da vera amante del cazzo si sarebbe leccata anche le dita.
Esplosi nella sua bocca mentre mi implorava di darle da bere e sorprendentemente nemmeno una goccia terminò fuori dalla sua cavità orale; ingoiò come una professionista, si alzò, mi baciò intensamente, ci rivestimento e tornammo a lavorare.
Iris mi aveva raccontato delle sue esperienze sparse nella sua vita ed io che ormai la consideravo una mente libera, potevo solo allargare la mia veduta sui desideri e le situazioni che potessero riguardarci.
Quel pomeriggio parlavamo in chat del turno che avremmo condiviso il giorno dopo in azienda, come organizzarci e magari se avessimo potuto svolgere in coppia quella mansione, mentre lei appena fuori dalla doccia, mi inviò una foto in accappatoio come era solita fare.
I lembi di quell'indumento in spugna coprivano esattamente i suoi capezzoli ma lasciavano a vista le due rotondità interne dei seni, l'esatto punto in cui molto spesso desidero schizzarle il mio seme magari in concomitanza di una spagnoletta. Poco più giù, quasi stranamente, scrutai la sua figa in bella vista, diversamente dalle altre volte che tendenzialmente copriva con una mano. E fu li che iniziai a riempirla di complimenti, apprezzamenti e stesure dettagliate di desideri su di lei. La conversazione entrò nel vivo quando contemporaneamente alla nostra, nella chat aziendale fu pubblicato lo specchietto turni con alcune modifiche che incredibilmente ci avrebbero lasciati soli il giorno dopo durante la fascia centrale di chiusura per il rifornimento della merce. Vi lascio immaginare il duro lavoro che dovette affrontare la mia mente ad elaborare, pensare e studiare situazioni e strategie per l'indomani, mentre in chat continuavo a provocarla e stuzzicarla ricevendo appoggio da parte sua nelle battute piuttosto mirate.
Il giorno seguente, recatomi a lavoro, beccai Iris nel parcheggio che era appena arrivata e scesa dalla sua auto. Sarà stato il film che mi stavo facendo o non so cosa, ma era bellissima, capelli curati, pelle dorata probabilmente di ritorno da un solarium, un filo di trucco, un paio di orecchini che le illuminavano il volto, il pantalone della divisa riprendeva esattamente le sue forme e stavolta lasciava intravedere le forme di una brasiliana che le segnavano il culo. Mi diede un bacio amichevole sulla guancia, mi prese sottobraccio ed entrammo insieme a lavoro. Passò circa mezz'ora e arrivò l'orario di chiusura al pubblico, nello stesso momento in cui i colleghi del turno mattutino andarono via uno per volta.
E fu così che rimanemmo soli, ci facevano compagnia solo le telecamere di sicurezza.
Continuammo a rifornire la merce in maniera dinamica per terminare quel turno con soddisfazione quando lei alle 14:30 circa mi avvisò che si sarebbe allontanata poiché le scappasse la pipì; peccato che con quell'annuncio mi stava praticamente invitando a nozze. Mostrandomi totalmente indifferente a quella notizia come se non stessi per niente aspettando il momento per mettere in atto un agguato, la seguii con lo sguardo e la porta dell'antibagno si chiuse dietro di lei. Aspettai appena 30 secondi, che sembrarono ore e la raggiunsi fugacemente, quando aprendo la porta mi resi conto che era ancora li nell'antibagno quasi come se aspettasse il mio arrivo o quantomeno come se avesse immaginato che avessi potuto raggiungerla. Ci bastò fissarci negli occhi e capimmo entrambi che stava per succedere qualcosa, era il momento giusto e guai lasciarselo scappare. Cominciai a baciarla come un dannato, quasi la mangiavo, lei rispondeva annodando la sua lingua alla mia, nel frattempo le mie mani le cinsero i fianchi e la tiravo a me in maniera alternata facendole assaporare la mia situazione intima in tempo reale. Un'idea mi balenò in testa in quell'istante, la porta del bagno clienti era aperta, mi sentivo troppo porco e non volevo che nessuno mi ponesse dei limiti in quel momento, tant'è che senza staccare le mie labbra dalle sue la accompagnai con qualche movimento lento proprio in quel bagno, e si appoggiò col culo al lavabo. Feci cadere le mie mani sulle sue gambe e prendendole in direzione delle ginocchia, con un movimento veloce le divaricai le gambe per inserirmi a contatto col suo sesso. La desideravo, la volevo, come ogni volta che la vedo; in quel momento sapevo che il bottino non sarebbe stato solo tornare a casa con le mutande sporche di sperma, ma potevo averla, non avrei dovuto fermarmi e neanche lei l'avrebbe fatto. Alle sue spalle lo specchio sopra il lavabo, in cui vedevo riflesso il mio volto e la sua schiena che a tratti rimaneva scoperta dall'impetuosità dei miei movimenti. Uno specchio e lei nello stesso posto, nello stesso momento mi mandavano messaggi subliminali, tant'è che mi bastò dirle - "voglio scoparti" - e lei autonomamente mi diede le spalle e lasciò cadere i pantaloni e l'intimo alle caviglie. Avevo il cazzo esattamente duro per poterla inculare e senza alcun preliminare, lo tirai fuori dal boxer, scoprii la cappella lucida e lubrificata e la puntai al suo ano. Sapevo per certo che non le sarebbe dispiaciuto affatto, ma siccome non sono poi così propenso al sesso anale, flettendomi sulle ginocchia indirizzai il cazzo alla sua figa che senza neanche accorgermene, mi accolse calda e scivolosa di umori; iniziai a stantuffarla facendole sentire la larghezza del mio membro che avrebbe voluto urlare di piacere per quelle entrate intermittenti in quella figa tenuta stretta dalla posizione delle sue gambe. La scopai come avevo desiderato da sempre, lo specchio trasmetteva un volto godurioso, gli occhi socchiusi, la bocca aperta, la lingua impazzita che sfiorava i suoi denti. Trascorse qualche minuto, le strizzavo le tette come appoggio di stabilità durante i miei colpi di reni per penetrarla, mi sentivo bollire, stavo per esplodere. E fu proprio quando mi sentì ansimare più forte che capí che stava succedendo qualcosa, si girò, si sgrillettò con la mano e si lasciò scivolare giù, flettendosi sulle ginocchia, strofinando la schiena al lavabo e si ritrovò con il mio cazzo puntato alla sua bocca. -"ci siamo giocati così la pausa pranzo, ora sborrami in bocca e torniamo a lavorare"-. Non me lo feci ripetere due volte, mi succhiò il cazzo divinamente, godevo con lo stesso ritmo delle sue guance che si gonfiavano e si rinsecchivano, presi la sua mano e la invitai a segarmi, volevo vederla sporcarsi mentre esplodevo, magari da vera amante del cazzo si sarebbe leccata anche le dita.
Esplosi nella sua bocca mentre mi implorava di darle da bere e sorprendentemente nemmeno una goccia terminò fuori dalla sua cavità orale; ingoiò come una professionista, si alzò, mi baciò intensamente, ci rivestimento e tornammo a lavorare.
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