La paziente
di
Nicoletta
genere
sadomaso
Capitolo sesto. Nei mesi successivi le cose per me andarono sempre peggiorando. Raddoppiarono le iniezioni, ne aggiunsero 4 notturne, capirono che il termometro in culo mi infastidiva e pensarono di infastidirmi ancora di più infilandocelo a tutte le ore del giorno e della notte, a volte lasciandocelo per delle ore e una volta per 48 ore di fila. Intensificarono i clisteri. Io gridavo di dolore e piangevo in continuazione, maledicendo il giorno in cui avevo accettato quella situazione. Poi cominciarono gli extra. Iniezioni sulle mammelle, alle piante dei piedi, nei capezzoli, perfino all'interno della vagina. Mi tolsero il dente cariato senza anestesia. Poi mi annunciarono che mi avrebbero operato di appendicite senza anestesia. Fu per me il colpo di grazia. Noooooo, nooooo, vi prego non ho bisogno di quella operazione, vi prego non fatelo o comunque fatemi l'anestesia. Li supplicai per un'intera settimana, piangendo come una fontana. Furono irremovibili. Giunsi sul tavolo operatorio sempre piangendo e supplicando. Sentii dire: Bisturi. Poi non capii più niente. Mi risvegliai operata. L'anestesia l'avevano fatta. Era stato un bluff per lasciarmi sulle spine una settimana. Alla fine l'anno passò, fui dimessa e tornai al mio paese. Trovai mio padre in via di guarigione. Il mio sacrificio non era stato vano. Fu un'esperienza che non augurerei al mio peggior nemico, nemmeno alla persona che odio di più al mondo se esistesse.
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