La Zia IV parte

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prime esperienze

La Zia IV parte

-Sei stato monello, molto monello…
-scusami, è stato istintivo…
-è inutile che ti scusi, tanto me la pagherai lo stesso… -adesso però devi andare, ho da sistemare questo disastro…
Si riferiva al suo orgasmo clamorosamente umido. Per via di questa sua “specialità” in futuro mi sarebbe stato parecchio difficile capire se una femmina avesse goduto, oppure no. Dopo di Lei, in verità, ci avrei messo un bel po' di tempo a ritrovare interesse per un’altra femmina. Se avessi saputo che non l’avrei mai dimenticata, se avessi saputo che ancora oggi, dopo tanto tempo, sono qui a pensarla, glielo avrei detto in quel preciso momento, mentre mi teneva stretto a sé regalandomi tutta la sua dolcezza.
Venimmo fuori dall’auto, sapevo benissimo che era tardi ma con lei in quello stato non era proprio possibile: quei fianchi morbidi, quel pancino che tendeva il velo del suo négligé; la spinsi contro l’auto e cominciai a succhiarle il capezzolo da sopra l’indumento, si erse subito permettendomi di morderlo:
-ti voglio troppo…
-è tardi…- non possiamo più adesso…protestava, ma mentre lo faceva allargò le cosce di quel tanto che il mio cazzo trovò da solo la strada, sentii un calore intenso sull’asta e sui testicoli, come se avessi infilato una bacchetta di vetro dentro una fornace per renderla incandescente:
-mmmmh…tesoro, non...non venirmi dentro…mmmmh…
Parlava a fatica, io nemmeno quello, riuscivo solo a spingere, spingere e ancora spingere più forte che potevo, sentii partire un’eruzione da dentro le mie viscere e, non so come, riuscii a tirarlo fuori dalla sua fornace; continuai a pomparle sulla pancia, Lei infilò la mano tra di noi e mugolando mi tirò giù tutta la pelle dal glande fino a farmi male così che le schizzai tutto lo sperma nell’ombelico mentre squirtava tre fiotti in crescendo, praticamente dappertutto. Senza nemmeno riprendere fiato venne giù ai miei piedi e succhiò avidamente tutto quello che restava del mio cazzo:
-aiutami…mi chiese, dopo che fummo di nuovo uno di fronte all’altra continuò:
-sono proprio troia vero?...
-sei una meraviglia…
-risposta sbagliata, se mi avessi detto che sono una troia ti avrei scopato di nuovo…
-non ce l’avrei fatta… le risposi
-ce l’avresti fatta, fidati…
-allora la prossima volta ti dirò che sei molto troia…
-attento Tesoro, ci sono dei momenti in cui lo puoi dire ed altri in cui assolutamente non puoi…-ed è difficilissimo da capire…
-tanto io ti dirò sempre e soltanto che sei meravigliosa…
-mmmmh, che bambino saggio…
Ripresi ad accarezzarle i morbidi fianchi, non ce la facevo a starne lontano:
-come posso chiamarti… le chiesi
-non ti piace il mio nome?...
-non mi riesce, non so perché…
-mi sa che invece io lo so… rifletté un attimo –amore, assolutamente no, l’amore non è come il sesso, fa molti più danni…non sei abbastanza ferrato per questo, stai molto attento…
Mentre pronunciava queste parole io sapevo bene che il danno era già fatto ma, anche questo, non glielo dissi mai.
La storia durò per tutta quanta l’estate ma, si sa, più si allungano i tempi e più si incrementa il rischio di essere scoperti, certe volte entrambi, non solo io, forzammo un po' le cose. Fummo fortunati però, a scoprirci fu l’unica persona che non avrebbe creato casini: mio Padre.
Più che scoprirci, ci arrivò per deduzione. Fu un autentico “coup de cul” fosse stata Mamma o chiunque altro chissà che guai.
Un giorno di ottobre, il giorno del mio compleanno, mi chiese di accompagnarlo in macchina:
-ti son piaciuti i regali?...
-certo Papà, tutte cose che mi servono…
-ma quel maglioncino grigio scuro di chi era, non ci ho fatto caso…
-nemmeno io, forse di Zia ***… risposi, restando sul vago
-già…sai, ho sempre pensato di Lei che è una vera femmina, di tutto il parentado non ce n’è una che possa lontanamente avvicinarsi al suo livello…
Fermò la macchina e mi guardò serio negli occhi:
-se non fossi tuo padre, in questo momento sarei qui a farti i complimenti…
Io mi sentii avvampare ma rimasi muto, Lui continuò:
-non puoi lanciare petardi in corridoio e pensare che nessuno in casa senta il botto…
Quello fu il mio anno zero, divenni uomo molto più velocemente di quanto volessi, in cosa consiste essere un uomo me lo spiegò mio Padre senza usare parole:

tenere le spalle dritte anche se sai che non sarai felice!
scritto il
2024-04-20
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