La Signora Ii "Rita"
di
nonsonoio
genere
tradimenti
Quella con Sara fu una storia breve ma intensa, nel frattempo però si fidanzò davvero con il 60enne (contenta Lei). Comunque non disdegnava qualche ripasso ogni tanto “per scaricare la tensione” diceva, ed io, liberato dall’eventualità che se ne uscisse un bel giorno con la storia che “mi amava”, mi tolsi parecchie voglie. L’ultima volta esagerai un pochino, lo ammetto, le diedi un morso sulla spalla, non la prese bene
-non puoi fare così, guarda che segno!...
Le chiesi scusa ma sapevamo entrambi che non era più cosa
-senti, la mia amica ha bisogno che affitti a Lei, hai 2 mesi per trovarti una sistemazione, mi dispiace…
La sua amica era in pratica la di me “suocera”. Quella stessa mattina litigai al telefono con la fidanzata, i nodi quando vengono al pettine lo fanno tutti quanti insieme: mi ritrovai in mezza giornata solo e colpevole…solo e colpevole, non lo auguro a nessuno.
Settimana dopo Sara mi telefonò al lavoro:
-domani parto per una vacanza, ti avviso che la tua ex suocera verrà per due giorni a stare da me, stai in campana che ce l’ha con Te…
-ma sa mica qualcosa?...
-sei scemo?... certo che no, non ti fare sfuggire un fiato…
Non c’era alcun bisogno, mi sarei tenuto prudentemente alla larga: anche se non era più mia suocera mi metteva comunque in soggezione, confidenza zero, invece ricevetti un messaggio:
“sono Rita, stasera ti voglio parlare” … “tipico pensai: non chiede, ordina”
Non appena fui a casa un altro bip
“sei tornato?” …Lo sapeva benissimo che ero tornato, vedevo la luce della cucina accesa “ti do mezz’ora, ceniamo fuori”
Cominciai ad allarmarmi ma non mi sentii di rifiutare, dopo mezz’ora esatta altro bip:
“ti sto aspettando in macchina” … proprio un’insegnante di matematica, che precisina insopportabile
-buona sera… le dissi, accomodandomi
-si, buona sera…rispose, guardandomi senza grande empatia “andiamo bene…manco il saluto mi merito”
-conosci un posto non troppo distante dove potremmo mangiare decentemente?...
-se ti va bene c’è un pub…
-meglio, meno formale, indicami la strada…
Si avviò, io la osservavo in silenzio, era la prima volta che mi trovavo da solo al suo cospetto e comunque non spettava a me sostenere la conversazione, era Lei che mi aveva convocato. In quel tragitto ebbi tutto il tempo di ammirarla, dovevo riconoscere che era una donna notevole: bionda naturale, curata, non sofisticata ma elegante…no, non era solo bella, sua figlia era bella, Lei era splendida. Arrivati al locale le cedetti il passo, notai che tutti si giravano a guardarla, mi sentivo in difficoltà, come uno che arriva alla festa guidando una Ferrari presa a nolo ed è preoccupato soprattutto di non far grattare le marce.
Il titolare, che mi conosceva appena, ci venne incontro molto più cerimonioso del solito, Lei scelse il tavolo più appartato ed aspettò che io le spostassi la sedia prima di accomodarsi, quindi attaccò
-allora, siamo qui perché vorrei sapere da te, guardandoci negli occhi, com’è andata…
-Clara non ti ha detto niente?...
-mi ha detto pochissimo ma è stata molto decisa sul fatto che si tratta di una cosa definitiva…
-sì, lo penso anch’io, è una cosa definitiva…
-bene…e qual è il vero motivo, mi rifiuto di pensare che si tratti del fatto che ho chiesto alla mia amica di affittare al posto tuo…
-certo che non è questo il motivo, semplicemente ci siamo accorti che non ha funzionato…io penso che sia una vera fortuna, oltre che una rarità, quando entrambi ci si trova d’accordo …
Ci tenni a precisarlo, così magari me la scrollavo di dosso, Lei sembrò apprezzare ma non si rabbonì troppo
-mi fa piacere sentirlo dalla tua bocca, con tutti i motivi buoni era assurdo che fosse perché a me serve un posto dove stare…
A quel punto mi girarono i coglioni
-ma ti pare normale venire a sfrattare me, e soprattutto: quali sarebbero “tutti questi motivi buoni” per cui c’era da rompere con tua figlia…
Questa mia uscita doveva, nelle mie intenzioni, dare lo start ad una sonora litigata, infatti le passò un lampo di fuoco negli occhi ma a quel punto mi soprese: invece di saltarmi alla gola spiegò
-credimi! a me serve davvero l’appartamento, ho vinto il concorso da Dirigente Scolastico e questa è la sistemazione più vicina che ho potuto accettare, se avessi avuto il tempo te lo avrei chiesto come cortesia…
-bene, tanti auguri…
-ti ringrazio per gli auguri, è una cosa su cui ho investito tanto, impegno e fatica…è così che si fa quando si vuole fare strada…
-quindi uno dei motivi è questo, non ho ambizione né determinazione, mi vuoi elencare gli altri così ci togliamo il pensiero…
-lo sai tu stesso che è così: hai un lavoro modesto ma quel che è peggio è che non mostri alcuna voglia di migliorare le tue prospettive…
-adesso ho capito, ci troviamo qui perché vuoi proprio sbattermelo in faccia che non sarei stato degno della tua principessa…scommetto che non ti spieghi affatto il motivo per cui tua figlia si sia “interessata” a me…
Lei mi guardò seria, poi fece un sospiro
-lo so benissimo invece, anche Sara mette gli occhi a cuoricino quando parla di te, se ti guardo da donna è ben chiaro il motivo…
-invece se mi guardi da “Dirigente Scolastico” ho solo da essere bocciato…
Le scappò un sorriso
-a posto così, vedo che ti stai rilassando, hai finalmente capito che non c’è il pericolo di una “ricaduta” tra me e tua figlia e ti è tornato il buonumore…
Stavolta si mise proprio a ridere
-scusami, non ti sto ridendo in faccia…
-come no, cos’è allora: una paresi?...
Le venne proprio un attacco di risa, per consolarmi mi prese la mano
-perdonami, ti prego…
-fai pure, non fare complimenti…
Mentre si asciugava le lacrime si scusò che si doveva allontanare
“già, il bagno, anche se sei ancora una gran figa hai pur sempre i tuoi anni” … pensai
Aspettando che tornasse mi balenò una idea piuttosto perfida, il mio pungiglione da scorpione reclamava la sua vendetta. Tutto questo ridere non era soltanto dovuto alle mie involontarie spiritosaggini, non avevamo messo giù un boccone e nella concitazione aveva finito d’un fiato il suo cocktail da femminuccia, nell’attesa che tornasse ordinai due Negroni, nella peggiore delle ipotesi le sarebbe venuto un gran sonno e così la finivamo lì, nella migliore invece…chissà
Quando tornò aveva un’altra espressione, ormai si era raddolcita
-ho una gran fame…ordiniamo?...
-io per niente ma ti faccio volentieri compagnia, prima però facciamo fuori questi… le risposi, indicando gli aperitivi
-mmmh, non so se è una buona idea, non sono abituata…
Mi venne giusto un pochino di scrupolo
-hai ragione, questa roba è bella forte anche per me, un sorsetto soltanto…
-a che brindiamo?... mi chiese
-all’amicizia!... le presi la mano senza nemmeno accorgermene
-ok, mi piace…
Ne bevve ben più di un sorso
-adesso però devo proprio mangiare qualcosa…
Ordinò una cosina che non bastava di certo a tamponare la roba bevuta, si vede che si teneva a stecchetto, del resto stava in una forma invidiabile. Pensai di stuzzicarla un pochino
-sei felice?... le chiesi a bruciapelo
Quasi le andò il boccone di traverso
-ma non ti sembra una domanda un po' troppo impegnativa, siamo amici solo da cinque minuti…
-c’è qualcosa non mi quadra: ti trovi una sistemazione ben lontana da tuo marito, lasci casa…
-si tratta di due anni al massimo, forse anche uno soltanto…si chiama programmazione…
-e tuo marito che ne pensa…
-se lo deve far piacere, un pochino di lontananza magari gli farà apprezzare meglio…
“Interessante, a meno che non abbia già un amante (non mi sembra il tipo ma niente mano sul fuoco) la Signora ha un gran gelo nelle mutande”
-quindi?...
-quindi cosa…fece Lei
-non hai risposto, sei felice?...
-ho un marito per bene, una figliola single ed un lavoro che mi piace…perché non dovrei esserlo…
-bella la battuta sulla figliola single, ci godi proprio su questa cosa…mi sembra però che parli solo da brava moglie e da brava preside…non da donna…
Lei rise di nuovo
-guarda che li ho avuti anch’io vent’anni…
-non credo proprio, alla mia età tu eri già la moglie perfettina e la brillante insegnante che sei adesso…
-perfettina? ma che bravo, capisco che per te e mia figlia è una cosa assurda ma allora era una cosa assolutamente regolare…dimmi tu piuttosto, sei felice? …
-hai dei dubbi?... CERTO CHE NO!...
Le venne un altro attacco di risa, il Negroni ormai era bello che in circolo, rinunciai ad ordinarne un altro, se no mi toccava caricarmela sulle spalle. Venne il momento di pagare il conto, la lasciai pagare senza fare nemmeno la finta, vaffanculo! mi aveva dato del povero.
Uscendo si attaccò al mio braccio
-forse è meglio che mi sorreggi un pochino, non vorrei vanificare la mia entrata trionfale…
Allora se ne era accorta che la guardavano tutti, uscendo nel parcheggio incrociai le dita alle sue, mi lasciò fare e la cosa mi eccitò
-e io che pensavo di doverci litigare con te, sei piuttosto gradevole…
-non ci posso credere, un complimento dalla mia algida ex suocera, continua, ne hai da recuperare dopo che me le hai cantate in quel modo impietoso…
-i complimenti si scambiano, quindi tocca a te…
-Io sono sempre brutalmente sincero, non ne faccio mai di complimenti…ne avrei uno ma, secondo me, non ti farà totalmente piacere…
-sono una donna all’antica, li so reggere i complimenti…
Mi presi una studiata pausa e poi sganciai
-sei più bella di tua figlia…
Si fece improvvisamente seria
-che bastardo! dicevi bene, con una sola frase sei riuscito a farmi venire un brividino ed a farmi incazzare allo stesso tempo…
-non l’ho fatto per farti arrabbiare, lo penso e l’ho detto…
-forse facevi meglio ad essere un po' meno sincero…
-quando mi parte, poi va avanti da solo…
Ci fermammo davanti alla sua auto che tenevamo ancora le dita intrecciate, mi avvicinai lentamente per baciarla, si girò di lato
-no, non devi…così mi manchi di rispetto, non posso permetterlo…
-non ti manco di rispetto, ti sto celebrando…
- per favore, così rovini tutto…
Mi dovevo arrendere, già che non mi avesse dato uno schiaffo era un mezzo miracolo, le aprì la portiera e feci il giro, dovevo guidare io. Durante il tragitto mi resi conto che ne avevo proprio voglia, quella donna mi muoveva il sangue, le presi di nuovo la mano ed intrecciai le dita, anche stavolta mi lasciò fare
-ma come ti è venuto in mente…mi chiese, senza però metterci astio
-sarà per via del tuo nome: la Santa delle cose impossibili…
-certo che sei proprio un impunito, bella opinione ti sei fatta di me…
-bellissima, credo che tu sia una donna splendente…ma totalmente arroccata sulle sue convinzioni...una Cattedrale con tutti i Santi chiusi dentro…
-mmmh…e tu saresti lì fuori?...
-si, sono qui fuori con tutti gli altri Diavoli che tentano di entrare…
Mi lasciò la mano
-in questo momento ti detesto proprio con tutto il cuore…mi disse
-io invece non ti detesto più…
Da quel momento ci fu il silenzio, arrivati a casa ognuno imboccò il proprio vialetto senza salutare. Mi buttai sul letto tutto vestito, stetti mezz’ora buona a guardare il soffitto poi, non resistendo, le mandai un messaggio: “scusami” cinque minuti ed arrivò un bip: “vieni”
Sentii un groppo alla bocca dello stomaco, mi mossi come un automa, la porta era accostata, salii i gradini e mi diressi verso la camera da letto, le luci del vialetto illuminavano abbastanza l’interno della casa, la vidi stesa sul letto a pancia in giù, indossava solo una leggerissima canotta e nient’altro, le gambe erano distese ed incrociate, mi avvicinai e con una mano sollevai un pochino l’indumento per accarezzare il suo morbido culo, avevo il cuore in gola, mi spogliai completamente quindi mi avvicinai sempre in piedi al suo viso, che era rimasto poggiato sul guanciale, portai il mio cazzo, ben in tiro, a pochi centimetri dalla sua bocca, con un leggero sospiro si sollevò giusto quel tanto per colmare la distanza, poggiò solo la punta della lingua, a piccoli tocchi brevi, poi appoggiò le labbra, sempre a piccoli tocchi, quindi finalmente schiuse le labbra mandandomi in estasi, mi portai delicatamente dietro di Lei, mi appoggiai alla sua figa bagnatissima e fui risucchiato dentro, mi mossi nella maniera più lieve possibile, come se fosse fatta di petali di rosa, quando non potei più trattenermi venni fuori, allora Lei si rannicchiò sul mio cazzo e lo ingoiò facendomi venire dentro alla sua bocca…
-non puoi fare così, guarda che segno!...
Le chiesi scusa ma sapevamo entrambi che non era più cosa
-senti, la mia amica ha bisogno che affitti a Lei, hai 2 mesi per trovarti una sistemazione, mi dispiace…
La sua amica era in pratica la di me “suocera”. Quella stessa mattina litigai al telefono con la fidanzata, i nodi quando vengono al pettine lo fanno tutti quanti insieme: mi ritrovai in mezza giornata solo e colpevole…solo e colpevole, non lo auguro a nessuno.
Settimana dopo Sara mi telefonò al lavoro:
-domani parto per una vacanza, ti avviso che la tua ex suocera verrà per due giorni a stare da me, stai in campana che ce l’ha con Te…
-ma sa mica qualcosa?...
-sei scemo?... certo che no, non ti fare sfuggire un fiato…
Non c’era alcun bisogno, mi sarei tenuto prudentemente alla larga: anche se non era più mia suocera mi metteva comunque in soggezione, confidenza zero, invece ricevetti un messaggio:
“sono Rita, stasera ti voglio parlare” … “tipico pensai: non chiede, ordina”
Non appena fui a casa un altro bip
“sei tornato?” …Lo sapeva benissimo che ero tornato, vedevo la luce della cucina accesa “ti do mezz’ora, ceniamo fuori”
Cominciai ad allarmarmi ma non mi sentii di rifiutare, dopo mezz’ora esatta altro bip:
“ti sto aspettando in macchina” … proprio un’insegnante di matematica, che precisina insopportabile
-buona sera… le dissi, accomodandomi
-si, buona sera…rispose, guardandomi senza grande empatia “andiamo bene…manco il saluto mi merito”
-conosci un posto non troppo distante dove potremmo mangiare decentemente?...
-se ti va bene c’è un pub…
-meglio, meno formale, indicami la strada…
Si avviò, io la osservavo in silenzio, era la prima volta che mi trovavo da solo al suo cospetto e comunque non spettava a me sostenere la conversazione, era Lei che mi aveva convocato. In quel tragitto ebbi tutto il tempo di ammirarla, dovevo riconoscere che era una donna notevole: bionda naturale, curata, non sofisticata ma elegante…no, non era solo bella, sua figlia era bella, Lei era splendida. Arrivati al locale le cedetti il passo, notai che tutti si giravano a guardarla, mi sentivo in difficoltà, come uno che arriva alla festa guidando una Ferrari presa a nolo ed è preoccupato soprattutto di non far grattare le marce.
Il titolare, che mi conosceva appena, ci venne incontro molto più cerimonioso del solito, Lei scelse il tavolo più appartato ed aspettò che io le spostassi la sedia prima di accomodarsi, quindi attaccò
-allora, siamo qui perché vorrei sapere da te, guardandoci negli occhi, com’è andata…
-Clara non ti ha detto niente?...
-mi ha detto pochissimo ma è stata molto decisa sul fatto che si tratta di una cosa definitiva…
-sì, lo penso anch’io, è una cosa definitiva…
-bene…e qual è il vero motivo, mi rifiuto di pensare che si tratti del fatto che ho chiesto alla mia amica di affittare al posto tuo…
-certo che non è questo il motivo, semplicemente ci siamo accorti che non ha funzionato…io penso che sia una vera fortuna, oltre che una rarità, quando entrambi ci si trova d’accordo …
Ci tenni a precisarlo, così magari me la scrollavo di dosso, Lei sembrò apprezzare ma non si rabbonì troppo
-mi fa piacere sentirlo dalla tua bocca, con tutti i motivi buoni era assurdo che fosse perché a me serve un posto dove stare…
A quel punto mi girarono i coglioni
-ma ti pare normale venire a sfrattare me, e soprattutto: quali sarebbero “tutti questi motivi buoni” per cui c’era da rompere con tua figlia…
Questa mia uscita doveva, nelle mie intenzioni, dare lo start ad una sonora litigata, infatti le passò un lampo di fuoco negli occhi ma a quel punto mi soprese: invece di saltarmi alla gola spiegò
-credimi! a me serve davvero l’appartamento, ho vinto il concorso da Dirigente Scolastico e questa è la sistemazione più vicina che ho potuto accettare, se avessi avuto il tempo te lo avrei chiesto come cortesia…
-bene, tanti auguri…
-ti ringrazio per gli auguri, è una cosa su cui ho investito tanto, impegno e fatica…è così che si fa quando si vuole fare strada…
-quindi uno dei motivi è questo, non ho ambizione né determinazione, mi vuoi elencare gli altri così ci togliamo il pensiero…
-lo sai tu stesso che è così: hai un lavoro modesto ma quel che è peggio è che non mostri alcuna voglia di migliorare le tue prospettive…
-adesso ho capito, ci troviamo qui perché vuoi proprio sbattermelo in faccia che non sarei stato degno della tua principessa…scommetto che non ti spieghi affatto il motivo per cui tua figlia si sia “interessata” a me…
Lei mi guardò seria, poi fece un sospiro
-lo so benissimo invece, anche Sara mette gli occhi a cuoricino quando parla di te, se ti guardo da donna è ben chiaro il motivo…
-invece se mi guardi da “Dirigente Scolastico” ho solo da essere bocciato…
Le scappò un sorriso
-a posto così, vedo che ti stai rilassando, hai finalmente capito che non c’è il pericolo di una “ricaduta” tra me e tua figlia e ti è tornato il buonumore…
Stavolta si mise proprio a ridere
-scusami, non ti sto ridendo in faccia…
-come no, cos’è allora: una paresi?...
Le venne proprio un attacco di risa, per consolarmi mi prese la mano
-perdonami, ti prego…
-fai pure, non fare complimenti…
Mentre si asciugava le lacrime si scusò che si doveva allontanare
“già, il bagno, anche se sei ancora una gran figa hai pur sempre i tuoi anni” … pensai
Aspettando che tornasse mi balenò una idea piuttosto perfida, il mio pungiglione da scorpione reclamava la sua vendetta. Tutto questo ridere non era soltanto dovuto alle mie involontarie spiritosaggini, non avevamo messo giù un boccone e nella concitazione aveva finito d’un fiato il suo cocktail da femminuccia, nell’attesa che tornasse ordinai due Negroni, nella peggiore delle ipotesi le sarebbe venuto un gran sonno e così la finivamo lì, nella migliore invece…chissà
Quando tornò aveva un’altra espressione, ormai si era raddolcita
-ho una gran fame…ordiniamo?...
-io per niente ma ti faccio volentieri compagnia, prima però facciamo fuori questi… le risposi, indicando gli aperitivi
-mmmh, non so se è una buona idea, non sono abituata…
Mi venne giusto un pochino di scrupolo
-hai ragione, questa roba è bella forte anche per me, un sorsetto soltanto…
-a che brindiamo?... mi chiese
-all’amicizia!... le presi la mano senza nemmeno accorgermene
-ok, mi piace…
Ne bevve ben più di un sorso
-adesso però devo proprio mangiare qualcosa…
Ordinò una cosina che non bastava di certo a tamponare la roba bevuta, si vede che si teneva a stecchetto, del resto stava in una forma invidiabile. Pensai di stuzzicarla un pochino
-sei felice?... le chiesi a bruciapelo
Quasi le andò il boccone di traverso
-ma non ti sembra una domanda un po' troppo impegnativa, siamo amici solo da cinque minuti…
-c’è qualcosa non mi quadra: ti trovi una sistemazione ben lontana da tuo marito, lasci casa…
-si tratta di due anni al massimo, forse anche uno soltanto…si chiama programmazione…
-e tuo marito che ne pensa…
-se lo deve far piacere, un pochino di lontananza magari gli farà apprezzare meglio…
“Interessante, a meno che non abbia già un amante (non mi sembra il tipo ma niente mano sul fuoco) la Signora ha un gran gelo nelle mutande”
-quindi?...
-quindi cosa…fece Lei
-non hai risposto, sei felice?...
-ho un marito per bene, una figliola single ed un lavoro che mi piace…perché non dovrei esserlo…
-bella la battuta sulla figliola single, ci godi proprio su questa cosa…mi sembra però che parli solo da brava moglie e da brava preside…non da donna…
Lei rise di nuovo
-guarda che li ho avuti anch’io vent’anni…
-non credo proprio, alla mia età tu eri già la moglie perfettina e la brillante insegnante che sei adesso…
-perfettina? ma che bravo, capisco che per te e mia figlia è una cosa assurda ma allora era una cosa assolutamente regolare…dimmi tu piuttosto, sei felice? …
-hai dei dubbi?... CERTO CHE NO!...
Le venne un altro attacco di risa, il Negroni ormai era bello che in circolo, rinunciai ad ordinarne un altro, se no mi toccava caricarmela sulle spalle. Venne il momento di pagare il conto, la lasciai pagare senza fare nemmeno la finta, vaffanculo! mi aveva dato del povero.
Uscendo si attaccò al mio braccio
-forse è meglio che mi sorreggi un pochino, non vorrei vanificare la mia entrata trionfale…
Allora se ne era accorta che la guardavano tutti, uscendo nel parcheggio incrociai le dita alle sue, mi lasciò fare e la cosa mi eccitò
-e io che pensavo di doverci litigare con te, sei piuttosto gradevole…
-non ci posso credere, un complimento dalla mia algida ex suocera, continua, ne hai da recuperare dopo che me le hai cantate in quel modo impietoso…
-i complimenti si scambiano, quindi tocca a te…
-Io sono sempre brutalmente sincero, non ne faccio mai di complimenti…ne avrei uno ma, secondo me, non ti farà totalmente piacere…
-sono una donna all’antica, li so reggere i complimenti…
Mi presi una studiata pausa e poi sganciai
-sei più bella di tua figlia…
Si fece improvvisamente seria
-che bastardo! dicevi bene, con una sola frase sei riuscito a farmi venire un brividino ed a farmi incazzare allo stesso tempo…
-non l’ho fatto per farti arrabbiare, lo penso e l’ho detto…
-forse facevi meglio ad essere un po' meno sincero…
-quando mi parte, poi va avanti da solo…
Ci fermammo davanti alla sua auto che tenevamo ancora le dita intrecciate, mi avvicinai lentamente per baciarla, si girò di lato
-no, non devi…così mi manchi di rispetto, non posso permetterlo…
-non ti manco di rispetto, ti sto celebrando…
- per favore, così rovini tutto…
Mi dovevo arrendere, già che non mi avesse dato uno schiaffo era un mezzo miracolo, le aprì la portiera e feci il giro, dovevo guidare io. Durante il tragitto mi resi conto che ne avevo proprio voglia, quella donna mi muoveva il sangue, le presi di nuovo la mano ed intrecciai le dita, anche stavolta mi lasciò fare
-ma come ti è venuto in mente…mi chiese, senza però metterci astio
-sarà per via del tuo nome: la Santa delle cose impossibili…
-certo che sei proprio un impunito, bella opinione ti sei fatta di me…
-bellissima, credo che tu sia una donna splendente…ma totalmente arroccata sulle sue convinzioni...una Cattedrale con tutti i Santi chiusi dentro…
-mmmh…e tu saresti lì fuori?...
-si, sono qui fuori con tutti gli altri Diavoli che tentano di entrare…
Mi lasciò la mano
-in questo momento ti detesto proprio con tutto il cuore…mi disse
-io invece non ti detesto più…
Da quel momento ci fu il silenzio, arrivati a casa ognuno imboccò il proprio vialetto senza salutare. Mi buttai sul letto tutto vestito, stetti mezz’ora buona a guardare il soffitto poi, non resistendo, le mandai un messaggio: “scusami” cinque minuti ed arrivò un bip: “vieni”
Sentii un groppo alla bocca dello stomaco, mi mossi come un automa, la porta era accostata, salii i gradini e mi diressi verso la camera da letto, le luci del vialetto illuminavano abbastanza l’interno della casa, la vidi stesa sul letto a pancia in giù, indossava solo una leggerissima canotta e nient’altro, le gambe erano distese ed incrociate, mi avvicinai e con una mano sollevai un pochino l’indumento per accarezzare il suo morbido culo, avevo il cuore in gola, mi spogliai completamente quindi mi avvicinai sempre in piedi al suo viso, che era rimasto poggiato sul guanciale, portai il mio cazzo, ben in tiro, a pochi centimetri dalla sua bocca, con un leggero sospiro si sollevò giusto quel tanto per colmare la distanza, poggiò solo la punta della lingua, a piccoli tocchi brevi, poi appoggiò le labbra, sempre a piccoli tocchi, quindi finalmente schiuse le labbra mandandomi in estasi, mi portai delicatamente dietro di Lei, mi appoggiai alla sua figa bagnatissima e fui risucchiato dentro, mi mossi nella maniera più lieve possibile, come se fosse fatta di petali di rosa, quando non potei più trattenermi venni fuori, allora Lei si rannicchiò sul mio cazzo e lo ingoiò facendomi venire dentro alla sua bocca…
9
voti
voti
valutazione
6.4
6.4
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La Signoraracconto sucessivo
Tutto in una notte 1
Commenti dei lettori al racconto erotico