La Signora

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La Signora

Ero fidanzato ormai da 4 anni, era uno strano fidanzamento in verità, alla luce dei fatti il modo in cui finì fu l’unico colpo di fortuna che abbia mai avuto ma, sul momento, non la pensai esattamente così. Per raccontare della Signora c’è da tornare a quel periodo, quando fui trasferito per lavoro in una città vicina. Mi serviva urgentemente una sistemazione dignitosa ma che non mi costasse l’intera paga, che nell’oro non ci ho mai navigato, la “fidanzata” mi propose di affittare presso una amica di sua mamma che, vivendo sola, usava dare una minuscola dependance a delle studentesse ma che, dietro sua intercessione, si era convinta ad affittare a me. Mi presentai armi e bagagli e fui accolto da una donna che nella mia idea, a prescindere se fosse più o meno avvenente, aveva una caratteristica che chiudeva ogni discorso: era sopra ai cinquant’anni, il che, al cospetto di un ventiseienne, la collocava senza appello nella categoria delle tardone.
Sara, così faceva di nome, mi mise da subito a mio agio, si intuiva quanto fosse abituata ad avere estranei per casa e si comportava con grande naturalezza. Mi mostrò il monolocale che era stato ricavato da un garage sul retro della sua villetta, e che sarebbe stato a mia esclusiva disposizione “a patto che tenessi più che pulito”. Mi aiutò a sistemarmi e mi disse che per quella sera, visto che era già ora, mi avrebbe invitato volentieri a cena “che così ci conosciamo meglio”. Mi diede tempo una mezz’ora e quindi ci accomodammo. Fin dalla prima volta le cene con Sara rappresentarono per me un evento piuttosto piacevole, e non perché cucinasse granché bene, il motivo era un altro: la Signora era solita indossare delle camicette piuttosto aderenti e leggere, oppure delle casacche molto scollate che usava solo per casa, essendo decisamente una curvy regalava sempre dettagli belli piccanti inoltre, non indossando reggiseno, lasciava intuire dei capezzoli notevoli e sempre puntuti che mi si fissavano nella retina come abbaglianti sulla statale. Si accorse subito che il mio occhio cadeva lì ma non si mostrò per niente imbarazzata di questo quindi, cercando di essere discreto mi potei godere per bene della vista che mi si offriva, stimolante al punto che la mia erezione non mi abbandonò per tutto il tempo, e di cui si accorse benissimo nel momento in cui mi invitò ad accomodarci sul divano, anche in questo caso, comunque, la sua spontaneità non ne venne turbata.
Passammo del piacevole tempo nel quale ci scambiammo le basilari informazioni sulle rispettive esistenze, mi spiegò che era stata sposata e che attualmente era single, mi fece i complimenti in quanto, parole sue: “considerata l’avvenenza della mia fidanzata, non poteva essere che io fossi un brutto ragazzo”. Ringraziai e ricambiai il complimento, quindi mi congedai:
-ma ti pare, puoi venire quando vuoi, non mi darai mai fastidio…
-anzi, visto che ancora non hai nulla per domani mattina, prima di andare, vieni in casa che ti offro il caffè…
Mi ritirai nel mio alloggio un po' spiazzato, avevo avuto fino a quel momento dei forti dubbi sull’affittare in una situazione di non totale indipendenza, ma avevo calcolato che la motivazione potesse essere di sentirmi in soggezione ed accolto con freddezza, invece si trattava di tutto l’opposto: accoglienza calorosa ed al posto di trovarsi in soggezione, mi trovavo in perenne erezione, dovevo badare a non fare passi falsi, pena rimetterci la faccia ed anche la fidanzata.
L’indomani, come mio solito, mi preparai in anticipo e quindi pensai che sarei potuto andare via direttamente, che un bar lo avrei trovato senz’altro, quando fui sul vialetto Sara si affacciò dalla finestra della cucina, che dava anch’essa sul retro, e mi invitò ad entrare:
-sei mattiniero, non sono esattamente presentabile ma una promessa è debito, accomodati pure…
Cazzo! era più che presentabile, aveva una vestaglietta piuttosto corta, le cosce in bella vista, calzava delle pantofole in spugna da dopo doccia e la solita generosa scollatura che in più occasioni, durante i suoi movimenti, mi mostrò quegli impertinenti capezzoli ai quali avrei potuto appendere, senza tema, i miei scarpini da calcio. Io a quel punto la smisi di far finta di nulla, cominciai a godermela per quello che meritava, ammiravo le cosce, le tette e soprattutto i capezzoli ogni santa volta che si rendevano visibili. Lei non fece un plissé, mentre parlava si limitò ad aggiustare lo scollo e lo scoscio ogni qualvolta si rendeva proprio necessario, con una noncuranza tale che mi fece venire il dubbio che, in realtà, non lo facesse apposta quindi, su due piedi, anzi su tre visto lo stato in cui mi trovavo, stabilì che era così che mi conveniva pensarla: cioè che la Signora “non lo faceva apposta”
Passò così il primo mese, durante il quale, almeno una volta a settimana, Sara mi invitò per cena o per un caffè mattutino, sempre regalandomi porzioni generose della sua bianca e morbida pelle. Quando però venne al Capoluogo la fidanzata, accompagnata dalla sua mamma, e la Sara invitò tutti per la consueta cena informale, non potei fare a meno di notare che il suo abbigliamento era parecchio più castigato. A quel punto mi si risvegliò il Diavoletto, stabilì che avrei si continuato a dare per scontato che Lei non faceva nulla di proposito, ma io dal canto mio avrei forzato un pochino la mano, costringendola ad arrivare alla stessa conclusione: cioè che il ragazzo “non lo faceva apposta”
La mattina seguente le bussai alla finestra prima di vestire per il lavoro, con indosso pantaloncini e maglietta, mi aprì in accappatoio, stava per fare la doccia, si mise in piedi davanti alla cucina ancora piuttosto assonnata, allora mi alzai e le venni dietro:
- se permetti preparo io, ormai so come muovermi…le dissi
Aveva i capelli raccolti, mi venne una istantanea voglia di baciarle la nuca scoperta, mi trattenni a stento ma le appoggiai con delicatezza il cazzo, bello dritto, sul morbido culo:
-sei gentile, grazie…rispose, senza togliersi da lì -stamattina sento la pressione bassa ed un po' di cervicali, a noi donne di una certa età capita spesso…
-mi spiace tanto… risposi, quindi le frizionai la nuca dolcemente con i pollici mentre me ne restavo bene inserito nel solco delle sue natiche, tanto da sentire montare un bel po' di calore al cazzo
-mmmh è proprio piacevole…se prepari tu io allora sederei un momento…mi chiese
“la Signora è parecchio gentile, pensai, mi chiede persino il premesso di togliere il culo”
-ancora un pochino, devo riuscire a scaldarti il collo, vedrai che ti passa in un attimo…
-ok, in effetti sta funzionando…
Ero sul punto di venire, beata gioventù, giuro che lo avrei fatto MAREMMA MAIALA! ma Lei un attimo prima (che si fosse accorta?) si staccò e si sedette al tavolo. Finii di preparare il caffè e glielo versai:
-tutto ok?... le chiesi -se vuoi un altro massaggino ho ancora una mezz’ora prima di andare…
-te ne sarei veramente grata…rispose, ma non si sollevò dalla sedia, forse le era venuto il timore che completassi l’opera
Io ripresi col mio massaggio un pochino deluso ma la fregai lo stesso, le allargai di quel tanto l’accappatoio, giusto per liberare le spalle, e quindi dalla mia privilegiata visuale mi potei godere le sue bianche colline
-visto che oggi non ti senti così in forma, ed anche per sdebitarmi parzialmente della tua gentilezza, oggi ti invito a pranzo… “se questa ci viene davvero e poi per la sera mi invita, io mi butto” pensavo
-verrei molto volentieri ma è che stasera ho un impegno per cena…
Cazzo! questa non me l’aspettavo, mi si smosciò all’istante
-una serata galante, che brava...
-più o meno, un corteggiatore che me lo ha chiesto più volte…
-ti piace? che tipo è…
-direi di sì, ha il fascino dell’uomo maturo…
-maturo quanto…le chiesi in cagnesco
-spiritoso...abbastanza per una matura come me!...
“questa stasera esce con un sessantenne, c’è ancora speranza” pensai
-beh allora ti faccio i miei migliori auguri…
Quella sera, mentre stavo finendo la mia solita insalata (quant’ero bravo allora) sentii bussare, aprii e mi prese quasi un colpo: era Lei, tutta messa in tiro, sembrava un’altra
-Sara, sei uno schianto!...
Era vero, non era solo un complimento: indossava un tubino nero, sandali con un gran tacco e soprattutto aveva un profumo che mi entrò immediatamente in circolo dentro al cazzo
-sei sincero?... rispose sorniona
-io sono sempre sincero…guarda che il Tizio ha una “certa” rischi di lasciarlo tramortito…
-senti cabarettista dei miei stivali, mi sta già aspettando in macchina altrimenti ti farei vedere, sono passata solo per avvisarti che ho lasciato la Tv accesa per paura dei ladri, lo faccio sempre…
“certo, come no, sei passata per mostrarmi quanto sei figa” pensai:
-hai fatto benissimo, mi raccomando eh, divertiti…
Mentre si allontanava notai che il suo abitino non impediva certo al suo maestoso culo di emergere, e non si intuiva neanche alcuna traccia di intimo: “questa stasera sparerà per uccidere” pensai, e richiusi la porta un pochino più incazzato di quando la avevo aperta.

Mi ero appena addormentato quando sentii un leggero picchiettare sul vetro della finestra, mi alzai ancora mezzo rincoglionito:
-ciao, ti ho svegliato?... era Lei, sembrava un pochino brilla
-no, affatto, dimmi pure…
-ma se hai il segno del cuscino sulla faccia…
-non ho capito, mi hai svegliato per dirmi che non mi volevi svegliare?...
-mmmh, secondo me tu fai il finto bravo ragazzo ma in realtà hai un bel caratterino… senti, sono troppo delusa per andare a letto, mi fai un po' di compagnia? ti offro da bere…
-spero non ti sia andata troppo male…
-niente domande, please…
-ok ci vengo…a patto che rimani vestita così… “questa l’ho piazzata proprio bene” pensai
-i sandali li tolgo, non li reggo più…
Ci incamminammo sul vialetto, il suo culo che mi dondolava davanti me lo tramutò in un pezzo di legno, avevo un buon presentimento, dovevo solo indovinare il momento giusto e non fare cazzate.
Appena entrati, mentre eravamo l’uno di fronte all’altra, scese dal suo tacco 12
-dove sei, non ti vedo più…
-MA CHE STRONZO! …va bene, li rimetto…
Era il segnale di liberi tutti, indossati i sandali mi arrivò quasi a pari, avvicinai le labbra alle sue, mi diede un bacino piccolino a stampino:
-si può fare meglio di così… le sussurrai
Mi diede il secondo e terzo bacino a stampino…io le donne non le ho mai capite, in quel momento, noi due da soli in una situazione creata da Lei, come faceva a pensare che c’era differenza tra un bacio a stampo ed uno con un palmo di lingua, voleva chiarire che non ci eravamo ancora o voleva solo farmelo crescere a dismisura?
-cosa beviamo?...
-non so, qualcosa ho ma non così tanta roba…a te cosa andrebbe?...
-tu che dici… guardandola dritto con il mio sorrisetto
-ooooh andiamo proprio bene stasera…sbuffò, dandomi le spalle e dirigendosi verso il divano
Ci sedemmo sul divano, sollevò i capelli e mi offrì la nuca
-mi aiuti con la collana, mi dà un fastidio…
Stavolta il bacio sulla nuca glielo diedi, anche ben cadenzato, le sganciai la collana e le tirai giù un po' di lampo, giusto quanto bastava per fare, finalmente, quello che avevo immaginato fin dal primo istante: baciare quel seno morbido ed attaccarmi al capezzolo “come se fosse tanto la mia mammina”. Un mio amico, quello sì un vero cultore, mi diceva che le donne mature non si spogliano del tutto, ed io così feci, anche quando lei mi strappò letteralmente la maglietta di dosso e cominciò a mordermi sul petto e sugli addominali, quindi mi tirò fuori il cazzo e cominciò un magnifico pompino, succhiando con grande veemenza. Non si fermò fino a quando non ebbe succhiato tutto da me, quindi si tirò su il vestito e si mise a cavalcioni baciandomi, stavolta, con tutta la lingua che aveva, quindi si distese nuovamente catturando la mia testa e ficcandosela letteralmente tre le sue calde cosce, dopo alcuni secondi che mi inzuppava si strappò lei stessa l’intimo:
-MANGIAMELA!... mi intimò, quindi cominciò con dei rantoli così intensi che mi si drizzò di nuovo
Venne in un tempo veramente breve, stringendomi fortissimo tra le sue cosce, io avevo nuovamente voglia, le andai sopra per infilzare quella figa calda ma mi tirò a sé
- tesoro, fammi un attimo riprendere…adesso, se finalmente mi lasci togliere i sandali, ti porto nel lettone…
-andiamo allora!...
Mi guidò verso la sua camera nel frattempo che si abbassava la lampo e mi indicò il letto
-un attimo e sono da te…
Mi diede le spalle ed aprì l’armadio, si abbassò mostrandomi la sua figa bene schiusa, tirò fuori dal cassetto più basso un indumento che indossò sempre dandomi le spalle, era una sottoveste inesistente, si girò muovendosi con studiata lentezza e mi raggiunse carponi sul letto, quindi si fermò a guardarmi con un sorrisetto arrapante
-sei così bello…
Si abbassò sul mio cazzo e senza usare le mani imboccò la punta facendo su e giù dolcemente, mi montò sopra dandomi la schiena, il calore delle sue viscere era bruciante, vedevo il suo culo fare su e giù lentamente, glielo afferrai con entrambe le mani in maniera da fermarlo ed essere io a pompare con un po' più di vigore, vedevo il buco del culo aprirsi e richiudersi alternativamente, allora ci ficcai il pollice ben dentro, lei inarcò la schiena e venne all’istante, mentre le sborravo tutto in figa pensai che il mio amico aveva ragione: da quel momento volevo solo femmine così…




scritto il
2024-05-18
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