Il compleanno della mia amica 2
di
Girl2Bitch
genere
etero
Una sua mano mi tiene la testa e l’altra va al mio culetto. Effetto alcol ha giovato, non mi arrabbio e quando le sue labbra lasciano le mie ricambio il limone. L’ho odiato per come mi ha trattata, ma è strafigo e ho ancora un debole per lui ed ora sapeva che non mi sarei opposta. Mi palpa il culo con più intensità e io inerme rimango tra le sue braccia eccitata, ma anche un po’ scocciata, una piccola parte di me voleva scappare e invece ero sua…
“Non dovremmo…” fu il mio unico tentativo di protesta.
“Hai ragione, non dovremmo rimanere qui.” Mi prende per mano e mi accompagna verso il bosco, e ci fermiamo dietro una pianta. Io con le spalle sul tronco, lui davanti a me mi toglie in un attimo, non me ne sono nemmeno accorta, la magliettina e il reggiseno.
“Ale fermati” dico con poca convinzione e lui mi succhia un capezzolo, mentre una mano mi finisce tra le gambe. Una parte mi dice di urlare, di scappare, ma in realtà ne avevo voglia. E Ale mi piace ancora, almeno fisicamente.
“Da quando ci siamo lasciati, l’hai fatto la troietta?”
“Sono ancora vergine”
“Come speravo!” lo dice con soddisfazione come se avesse un trofeo da conquistare.
Sentivo un calore strano, innaturale ricoprire il mio corpo e prendermi la testa. In quel momento penso sia l’alcol… Quella sensazione stava abbattendo tutte le mie barriere mentali. Ero in una sorta di battaglia titanica tra me e il desiderio… ma non potevo vincere.
“Ale, non voglio…” lo supplico, ma senza molta convinzione e fermezza nel tono. Sembrava più se vuoi, smetti.
E lui non voleva… anzi il vedermi insicura lo eccitava. Mi sussurra all’orecchio: “Shhh, non vorrai che ti sentano” e cambia tetta ancora più famelico.
Mi prende per la vita, mi fa girare, ora gli dò le spalle. Mi alza la gonna. “Mmm guarda che belle mutandine…Sei proprio un angioletto voglioso”
Mugolo un verso di protesta, ma continua. Le abassa. “Piegati un po’ - mi fa mettere a 90 - sì così brava” Obbedisco, sono un po’ spaventata, ma allo stesso tempo eccitatà. Sento il rumore dei suoi pantaloni abbassarsi, ora le mutande, il mio cuore battere a mille.
Appoggia la cappella sulla mia fighetta “Pronta?”
“No…” dico con molta incertezza.
“Tranqui… in molte me lo dicono, sai sei la sesta che svergino, ma se ti consola io sono esperrto” lo dice con toni di arroganza. Il suo atteggiamento mi fa un po’ incazzare, vorrei quasi andarmene, ma “ahhh” sento le mie labbra allargarsi mentre la sua cappella a forza si fa largo dentro di me: è una sensazione strana, mi sento aprirmi, accogliere qualcosa di estraneo ma allo stesso tempo piacevole. “Fai piano”
“So come fare il mio lavoro” e ride in modo arrogante. La sua cappella entra ed esce lentamente. Si ferma sempre a contatto di una "barriera". Ad ogni colpetto lo sento entrare con più facilità. Ansimo, il mio respiro si fa più corto…
Mi prende per i fianchi, mi tiene fissa, non capisco il perchè, poi sento un colpo secco, un dolore come se qualcosa si strappasse e lui entra più a fondo… “ahhhh” non trattengo il grido. Lui continua a spingere finché non entra completamente. Si ferma, girandomi il volto mi bacia.
“Brava tesoro! Ora sei ufficialmente la mia sesta tipa sverginata!” e comincia a scoparmi lentamente.
Io immobile, quasi pietrificata prendo il suo cazzo, con piacere ad ogni tanto gemevo.
“Ti sta piacendo vero?”
“Sii continua” lui aumenta il ritmo e a stento trattengo i gemiti.
Continua così per poco “ Sto per venire!”
Mi fa inginocchiare e prende il suo cazzo in bocca. “Ma non venirmi in bocca”
“Vedi tu, ma se ti vengo addosso tutti si accorgeranno della nostra scappatina”
Di malavoglia comincio a succhiarlo e quasi subito sento i fiotti caldi del suo succo riempirmi la bocca.
Ingoio un po’ schifata, ha un gusto dolciastro. Non così male, ma sapendo da dove viene mi schifa.
Mi rimetto in sesto e torniamo alla festa. Era passata circa mezz’ora. Martina mi corre in contro: “Ma dove eri andata a finire” si accorge che stavo tornando con Alessandro.
“Lascia perdere…”
“Cosa?!?! E’ quello che penso? Dovrai raccontarmi tutto”
“Non dovremmo…” fu il mio unico tentativo di protesta.
“Hai ragione, non dovremmo rimanere qui.” Mi prende per mano e mi accompagna verso il bosco, e ci fermiamo dietro una pianta. Io con le spalle sul tronco, lui davanti a me mi toglie in un attimo, non me ne sono nemmeno accorta, la magliettina e il reggiseno.
“Ale fermati” dico con poca convinzione e lui mi succhia un capezzolo, mentre una mano mi finisce tra le gambe. Una parte mi dice di urlare, di scappare, ma in realtà ne avevo voglia. E Ale mi piace ancora, almeno fisicamente.
“Da quando ci siamo lasciati, l’hai fatto la troietta?”
“Sono ancora vergine”
“Come speravo!” lo dice con soddisfazione come se avesse un trofeo da conquistare.
Sentivo un calore strano, innaturale ricoprire il mio corpo e prendermi la testa. In quel momento penso sia l’alcol… Quella sensazione stava abbattendo tutte le mie barriere mentali. Ero in una sorta di battaglia titanica tra me e il desiderio… ma non potevo vincere.
“Ale, non voglio…” lo supplico, ma senza molta convinzione e fermezza nel tono. Sembrava più se vuoi, smetti.
E lui non voleva… anzi il vedermi insicura lo eccitava. Mi sussurra all’orecchio: “Shhh, non vorrai che ti sentano” e cambia tetta ancora più famelico.
Mi prende per la vita, mi fa girare, ora gli dò le spalle. Mi alza la gonna. “Mmm guarda che belle mutandine…Sei proprio un angioletto voglioso”
Mugolo un verso di protesta, ma continua. Le abassa. “Piegati un po’ - mi fa mettere a 90 - sì così brava” Obbedisco, sono un po’ spaventata, ma allo stesso tempo eccitatà. Sento il rumore dei suoi pantaloni abbassarsi, ora le mutande, il mio cuore battere a mille.
Appoggia la cappella sulla mia fighetta “Pronta?”
“No…” dico con molta incertezza.
“Tranqui… in molte me lo dicono, sai sei la sesta che svergino, ma se ti consola io sono esperrto” lo dice con toni di arroganza. Il suo atteggiamento mi fa un po’ incazzare, vorrei quasi andarmene, ma “ahhh” sento le mie labbra allargarsi mentre la sua cappella a forza si fa largo dentro di me: è una sensazione strana, mi sento aprirmi, accogliere qualcosa di estraneo ma allo stesso tempo piacevole. “Fai piano”
“So come fare il mio lavoro” e ride in modo arrogante. La sua cappella entra ed esce lentamente. Si ferma sempre a contatto di una "barriera". Ad ogni colpetto lo sento entrare con più facilità. Ansimo, il mio respiro si fa più corto…
Mi prende per i fianchi, mi tiene fissa, non capisco il perchè, poi sento un colpo secco, un dolore come se qualcosa si strappasse e lui entra più a fondo… “ahhhh” non trattengo il grido. Lui continua a spingere finché non entra completamente. Si ferma, girandomi il volto mi bacia.
“Brava tesoro! Ora sei ufficialmente la mia sesta tipa sverginata!” e comincia a scoparmi lentamente.
Io immobile, quasi pietrificata prendo il suo cazzo, con piacere ad ogni tanto gemevo.
“Ti sta piacendo vero?”
“Sii continua” lui aumenta il ritmo e a stento trattengo i gemiti.
Continua così per poco “ Sto per venire!”
Mi fa inginocchiare e prende il suo cazzo in bocca. “Ma non venirmi in bocca”
“Vedi tu, ma se ti vengo addosso tutti si accorgeranno della nostra scappatina”
Di malavoglia comincio a succhiarlo e quasi subito sento i fiotti caldi del suo succo riempirmi la bocca.
Ingoio un po’ schifata, ha un gusto dolciastro. Non così male, ma sapendo da dove viene mi schifa.
Mi rimetto in sesto e torniamo alla festa. Era passata circa mezz’ora. Martina mi corre in contro: “Ma dove eri andata a finire” si accorge che stavo tornando con Alessandro.
“Lascia perdere…”
“Cosa?!?! E’ quello che penso? Dovrai raccontarmi tutto”
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