Viaggio in treno - 2

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dominazione

IO: Strano che non mi parli, meglio così la tecnica di chiudermi nel cell ha funzionato!
Lo vedo estrarre un taccuino, e scrivere, ma non sembrava scrivesse. La cosa mi incuriosisce attira un po' la mia curiosità, quel giusto che ogni tanto alzo lo sguardo per spiarlo.
Emana un'atmosfera di ignoto, di sicurezza e impassibilità che mi stuzzica.


GIO: Sopprimo un ghigno nel momento in cui finalmente sento il suo sguardo su di me, una ragazza così bella è certamente abituata ad ogni tipo di goffo approccio, io voglio lasciare un segno profondo dentro di lei.
Sento la curiosità, sento interesse, è proprio questo che serve per catturare una preda così succulenta, darle l'illusione di aver scelto, illusione che una volta catturata distruggerò per umiliarla e legarla a doppio filo.
Scrivo sulla pagina una serie di orari, i miei orari del treno organizzati in una piccola tabella, con un numero a indicare il vagone dove mi troverò in ogni orario, ne faccio una copia su di un'altra pagina del taccuino in modo da averne una copia per me.
Il mio cazzo sta esplodendo, cambio posizione, mentre lo faccio la guardo ancora per un istante ancora incurante, pensando a qualcosa da scrivere per poter entrare in maniera incisiva nel suo cervello.
La mia fermata sta arrivando, scrivo velocemente:
-La copertina di questa nostra storia è promettente, sarai tu a scrivere la prima pagina, lascia a me le prime parole. Ti aspetterò e se non ci sarai lo capirò.


IO: Una parte di me mi diceva che lui ci stesse provando con me... istinto femminile direi. Ma in modo strano diverso dal solito dal comune approccio. Qualcosa di costruito ma allo stesso tempo improvvisato. Mi stava divertendo, o almeno incuriosendo. Poi mi piace flertare, quindi ci sto un po' al gioco.


GIO: Strappo la pagina mentre la guardo serio negli occhi.


IO: Noto che abbandona un biglietto, ci rido su leggendolo... volevo giocare. Il suo prossimo treno allungava un po' il mio tragitto, ma mi avrebbe portato comunque a casa. ero curiosa di vedere fino a dove ti saresti spinto, in che modo ci avrebbe provato...
Senza farmi vedere scendo anch'io dal treno, sto a una debita distanza e lo seguo al treno successivo…


GIO: Mentre scendo dal treno il felino predatore mi avverte con un brivido che la topina mi stava seguendo, metto gli occhiali da sole per spiare nella specchiatura come se fossere specchietti retrovisori con quale passo mi stesse seguendo.
Sento la bestia fremere, devo tenerla a bada, il primo istinto è quello di avventarmi sulla preda e possederla lì senza riguardo per gli sguardi dei passanti, mi accorgo guardando il mio riflesso in un vetro che sulla mia faccia è dipinto un ghigno spaventoso, mi ricompongo e mi siedo ad una panchina.
Strappo il ritratto dal taccuino che adesso tengo nella tasca interna della giacca e lo posò affianco a me, poi mi abbasso ad allacciarmi le scarpe in modo che celando la testa dietro al mio braccio possa sbirciare nella direzione della topina.
Nel mentre aspetto il momento per dirigermi al prossimo treno.


IO: Mi accorgo che ti stai allacciando le scarpe. Colgo l'occasione per passarti davanti mentre le porte del treno si aprono e sculettando salgo. Con la coda dell'occhio controllo se mi guardo. Lo stai facendo. Scelgo lo stesso posto di prima e, divertita aspetto di vedere cosa succederà.


GIO: Il suo profumo mi inebria, come un leggero zefiro dal naso riscalda la mia corteccia cerebrale, le piace il gioco e sculettando mi invita, ma non sospetta che con me sta invitando anche una oscura e prepotente presenza
Salgo sul vagone la seguo, mi sembra di vedere attraverso i suoi leggings il desiderio di possederla riempie ogni cellula del mio corpo, chiudo dietro di me la porta del vagone:
"Non è questo il vagone che avevo segnato..." Le dico riempiendo la pausa con un severo sguardo, e un sottile sorriso"...topolina" continuo quasi ruggendo.
"È così che vuoi continuare la storia?" Mi avvicino impettito allerta pronto a cogliere la più piccola apertura, per fare breccia nella sua psiche.
"pensi di essere al comando?" Dico mentre aspetto il minimo cenno di sottomissione pronto a scattare.


Continua...
scritto il
2024-05-14
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