Ballando il tango (capitolo III)
di
Alba17
genere
prime esperienze
Questa mattina mi sono svegliata presto.
Ho addosso un senso di benessere, di felicità. Sorrido a tutto, alla nuova giornata mentre apro le finestre, alla poltrona sulla quale inciampo mentre cammino in fretta, allo specchio mentre mi lavo e mi trucco con cura.
Sorrido...
Mi preparo velocemente. Esco di casa e saluto tutti, persino la vicina brontolona e antipatica che abita al piano di sotto, la quale, ogni volta che faccio festa con i miei amici, batte sul suo soffitto per dirmi di smettere.
Sono felice.
Cammino per le strade della città, con la fretta e l’entusiasmo di una diciottenne alla scoperta del mondo.
Ti vedo da lontano. Il cuore mi batte forte. Mi avvicino.
«Buongiorno!»
«Buongiorno a te», mi dici, dannatamente misterioso e intrigante.
Aspetto che tu mi dica altro, non lo fai. Allora parlo io: «Grazie per ieri sera, sono stata proprio bene!».
«Non serve che mi ringrazi. È stato un piacere. Diciamo che sei stata brava.»
“Brava per cosa? Volevi dire matta, vero? Incosciente? Pazza? Fuori di testa? Allora sì, lo sono stata.” Rido.
Sorridi senza scomporti e a me fa impazzire.
Parlo di nuovo: «Che ne dici se facciamo sul serio e mi insegni tu il tango? Guarda che mi piace tanto e potrei impararlo se me lo insegnassi. Sei così bravo...».
«Uhm... Alba, non so se sia una buona idea.»
«E perché no? Ehi, guarda che non sei l’unico a non accettare un NO come risposta. Siamo in due.» Stavolta ti faccio io l’occhiolino.
Ridi. Ti diverti.
«Oggi alle diciassette a casa mia. La mia compagna di stanza è via e saremo liberi di ballare come vogliamo», dico in tono allusivo.
«Certo che sei la tentazione in persona!» mi dici divertito. «Ok, Alba, oggi alle cinque a casa tua.»
Ti lascio l’indirizzo e con passo svelto mi dirigo verso l’università.
Non seguo le lezioni. La mia mente pensa a quello che succederà oggi pomeriggio. Sogno a occhi aperti le tue mosse, averti vicino a me... Dio, che effetto mi farai?
Dopo due ore di lezione, abbandono l’università e mi dirigo a far shopping.
Voglio che il pomeriggio di oggi sia perfetto. Un vestito rosso fuoco attira la mia attenzione. Lungo fino a metà polpaccio, aderente, con un profondo spacco laterale, la schiena scoperta... perfetto! Entro nel negozio. Alla commessa dico subito cosa voglio, sussurrando: «Taglia 40 per favore».
Sorpresa, ma senza obiettare, me lo porta per poi chiedermi se voglio provarlo con delle scarpe con il tacco. Rispondo di sì.
Nel camerino mi spoglio velocemente; il vestito aderente mi calza a pennello. Mi lascia un po’ perplessa la mia altezza, ma recupero subito con le scarpe col tacco dodici. Mi ammiro allo specchio.
La commessa mi chiede se devo andare a un matrimonio. Le rispondo secca di sì.
Vedo che insiste. Mi dice: «Signorina forse è meglio quest’altro per un’occasione del genere, ed è più adatto alla sua età!».
La guardo impassibile e le rispondo che ho già scelto.
Pago ed esco.
Passo per il negozio di musica.
«Vorrei un CD con dei miglior tango in assoluto!» dico al commesso.
«Allora tango argentino,» mi dice lui, «in particolare quelli molto ritmati sono bellissimi.»
Non discuto, lo compro e velocemente corro a casa. Metto il disco, alzo al massimo il volume e, mentre mi muovo a ritmo di tango, sposto mobili, sedie, divani, il tavolo che è in mezzo. Per fortuna il salotto è ampio e riesco a creare una piccola pista da ballo al centro di esso. Pulisco, metto una bottiglia di champagne in frigo, due bicchieri di cristallo sul tavolo a fianco del divano e osservo il tutto, compiaciuta del risultato. Dovrei anche mangiare, ma lo stomaco si è chiuso dall’emozione. Guardo l’ora. Sono ancora le due. Il tempo non passa oggi. Si è fermato.
Riempio la vasca da bagno, vorrei rilassarmi. Metto le essenze, il bagno schiuma, accendo candele profumate e mi ci tuffo dentro. Gioco con l’acqua, inspiro il profumo, la schiuma bianca... mi sembra di essere nel mondo delle fate, ma è più bello perché la fata sono io. Sogno a occhi aperti. Rido immaginando la tua faccia quando vedrai tutto. Non so cosa mi aspetta, ma non voglio tormentarmi con delle domande, o farmi assalire da dubbi... non voglio nemmeno immaginarlo perché so che qualsiasi cosa succederà andrà oltre la mia immaginazione. Eh, sì, la realtà sarà molto meglio della mia fantasia.
Chiudo gli occhi e comincio a toccare il mio corpo. Lo stuzzico. Con un dito gioco con le mie labbra, lo infilo dentro, lo mordo, lo succhio, scendo delicatamente sul collo, i seni, li avvolgo con le mie mani. Strizzo i capezzoli facendomi male, come volessi assicurarmi che sono sveglia, che tutto sta per avverarsi, che questo che sta per accadere non è più un sogno, ma è il mio desiderio che diventa realtà. Scendo con le mani sulla pancia, la massaggio delicatamente, per poi scivolare piano sui peli del pube...
Vorrei guardarmi. Vorrei guardare il mio sesso che oggi, per la prima volta, farà l’amore, con la persona giusta, quella che ho aspettato per tutta la vita.
Mi lascio affondare con la testa sott’acqua, trattenendo il respiro, ma a occhi aperti, la guardo, la tocco, gli occhi mi bruciano per via del sapone, ma non smetto finché la mancanza di respiro non mi fa alzare di colpo. Tossisco, rido, con le lacrime causate dallo shampoo. Risciacquo gli occhi e comincio a penetrarmi infilando un dito delicatamente mentre con l’altra mano torturo il clitoride. Gemo. Tiro su il bacino. Mi muovo con più ritmo. La testa all’indietro. Chiudo gli occhi, e il mio dolce piacere non tarda a farsi largo tra i sussulti. Porto il dito in bocca. Annuso il mio odore, lecco via il mio sapore...
“Sarà l’ultima volta che lo farò sola,” mi prometto, “tra poco sarai tu con me.” Sono in estasi.
Mi sciacquo con cura, mi vesto. Metto anche il reggiseno. Sono un po’ titubante se usarlo o meno, ma metto quello senza spalline, non visibile dall’ampia scollatura.
Mi trucco. Raccolgo i capelli in uno chignon e mi sento pronta.
Aspetto. Seduta sul divano, ti aspetto.
Ti ho aspettato una vita e ora, finalmente, il tempo è arrivato. Tu stai per varcare quella porta. Tra poco sarai MIO!
I minuti scorrono. Il ticchettio dell’orologio aumenta la mia ansia. Mi muovo per casa, guardo dalla finestra. Ti vedo. Stai arrivando. Hai una rosa in mano. Sorrido ancora, per l’ennesima volta oggi. Ti ammiro dall’alto. Il tuo fascino è irresistibile.
Pochi passi, ancora pochi. Adesso non riesco a vederti più dall’alto. Sei sotto, all’entrata del palazzo. Ancora un passo... ed ecco il campanello che trilla, DRIIIN! Apro... il cuore mi scoppia nel petto, la testa mi martella.
Hai delle scale da fare. Sono poche, ma troppe per la mia attesa. Mi alzo. Accendo bassa la musica. Tengo il telecomando dello stereo sottomano per poi appoggiarlo sul divano dove, credo, tra poco ci siederemo.
Entri. Ti vengo incontro.
Non so cosa aspettarmi. Non so cosa dirai. Da sopra ti ho visto vestito semi sportivo. Forse ti sembrerò ridicola vestita in questo modo. Mi assalgono i dubbi, ma tu con un “WOW” li cancelli tutti.
«Che bella che sei!» esclami sorpreso, guardandomi con ammirazione.
Sono emozionata. Mi viene da piangere, da ridere. Sorrido quasi scoppiando in lacrime di gioia.
Mi dai la rosa e con un bacio sulla guancia mi afferri per la vita. Allungo il braccio e alzo il volume dello stereo.
Cominciamo subito a ballare e a studiarci a ritmi di passi e di musica. Mi guardi, ti guardo. Avvicini la bocca alla mia. Sfiori le mie labbra senza baciarmi... la musica continua, alta, riempie tutta la camera.
È la prima volta che ti guardo da quasi la stessa altezza. Mi fa sentire quasi alla pari del tuo fascino. Mi sembra che tu stia subendo ora il mio. Ti sento quasi in mio potere. Nella mano destra ho ancora la tua rosa. Il tuo braccio destro mi cinge la vita, il mio sinistro è sul tuo collo, mi tiri verso di te, annuso il tuo profumo, la musica cambia, mi allontani.
Mi fai volteggiare e poi mi porti di nuovo vicino a te. Un attimo di tranquillità nel tango che so che durerà pochissimo, e tu in quell’attimo mi sussurri sensuale: «Lo sai che faremo di tutto oggi, non solo lezioni di tango, vero?».
Annuisco guardandoti negli occhi e con voce alta esclamo: «Lo so che oggi faremo di tutto fuorché tango e io non vedo l’ora!». Sorridi a metà labbro. Dio, come sei bello!
Mi allontani, mi avvicini, con tutt’e due le braccia mi tiri verso di te. Mi apri la cerniera del vestito e cominci a sfilarmelo mentre assecondo come ubriaca i tuoi movimenti. Il vestito di seta mi scivola addosso, fino a cadere giù. La musica accresce la passione, ora è ancora più forte. Sembra fatta per noi due.
Rimango davanti a te in reggiseno, tanga e tacchi alti.
A ritmo di musica, tua complice, mi tiri di nuovo verso di te e cominci a mordermi il collo, le spalle, il tuo braccio sinistro mi avvolge la schiena, mi slacci il reggiseno con grande facilità.
Per un attimo mi copro con le mani, ma tu non me lo permetti. Il mio respiro è diventato incontrollabilmente affannoso, il cuore batte all’impazzata, gli occhi incantati dal tuo fascino.
«Continua a muoverti!» mi ordini, e in quell’attimo ubbidisco come non fossi io. I seni piccoli ma pieni si muovono al ritmo dei miei passi. Sei fermo mentre mi muovo ondeggiando davanti a te. Mi avvicino. Infilo una gamba tra le tue. Striscio il mio sesso sulla tua coscia, lo muovo su e giù fino al ginocchio. Una scia di piacere ti bagna i pantaloni. Ti afferro la coscia stringendola tra le mie, strofinandomi con più forza.
Il ritmo della musica cambia ancora. Mi allontani quasi con rabbia. La tua gamba dietro il mio ginocchio. Mi chini per poi sporgere la tua testa su di me. Sono sbilanciata all’indietro. Affondi nei miei seni. Annusi. Mi mordi i capezzoli. “Non resisto,” mi dico, “non ce la faccio più.”
E di nuovo su, mentre con la mano mi sfili il tanga nero. In un passo di ballo, infilando un piede, roteandolo tra le mie cosce me lo fai scendere giù fino alle caviglie. Ballando alzo una gamba, poi l’altra. Il tuo obiettivo è raggiunto: ora sono nuda, tutta nuda. Mi gira la testa. Mi aggrappo a te per non cadere. Mi prendi in braccio. Le mie braccia sul tuo collo. Giri per la stanza a passo di danza. La musica finisce. Ti siedi sul divano con me tra le tue ginocchia. Ti guardo negli occhi e sono felice quando sussurri: «Alba, sei tutta una piacevole sorpresa!».
Rido. Cominci a mangiarmi le labbra, le assapori, infili la lingua nella mia bocca e ci scambiamo saliva calda.
Poi afferri con forza i miei seni e tutto compiaciuto mi dici: «Lo sai che così posso arrivare ovunque?». Ridi, rido. Mi succhi il collo, mi lecchi il petto, mi mangi il seno, mi mordi i capezzoli.
Gemo, sussulto... con le mani mi afferri il sedere, facendomi sentire il tuo desiderio e solo in quel momento mi rendo conto che tu sei ancora vestito.
Mi tiro su con il bacino. Con mani tremanti ti apro la cerniera dei pantaloni. Tiro fuori il tuo sesso duro e pulsante. Lo punto verso il mio... prima di lasciarti entrare, ti sussurro con voce dolce e sensuale: «Sappi che è la mia prima volta, quindi ti prego di fare piano».
Non capisci subito. Mi chiedi di ripetere quello che ho appena detto.
«Sì, per me è la prima volta. Non l’ho mai fatto con nessuno. Ti ho aspettato. Ti aspetto da sempre.» Ti parlo con la dolcezza che esce da tutti i pori.
Di colpo mi butti sul divano.
Tiri su i pantaloni velocemente, e, senza nemmeno che io mi renda conto di quello che sta succedendo, ti dirigi verso la porta. Mi guardi un’ultima volta e mentre stai per uscire inveisci contro di me: «Va bene tutto, ma non sono un maniaco!». Arrabbiato sbatti con forza la porta dietro di te.
CONTINUA
Dal mio romanzo BALLANDO IL TANGO
autore Alba Sandi
Ho addosso un senso di benessere, di felicità. Sorrido a tutto, alla nuova giornata mentre apro le finestre, alla poltrona sulla quale inciampo mentre cammino in fretta, allo specchio mentre mi lavo e mi trucco con cura.
Sorrido...
Mi preparo velocemente. Esco di casa e saluto tutti, persino la vicina brontolona e antipatica che abita al piano di sotto, la quale, ogni volta che faccio festa con i miei amici, batte sul suo soffitto per dirmi di smettere.
Sono felice.
Cammino per le strade della città, con la fretta e l’entusiasmo di una diciottenne alla scoperta del mondo.
Ti vedo da lontano. Il cuore mi batte forte. Mi avvicino.
«Buongiorno!»
«Buongiorno a te», mi dici, dannatamente misterioso e intrigante.
Aspetto che tu mi dica altro, non lo fai. Allora parlo io: «Grazie per ieri sera, sono stata proprio bene!».
«Non serve che mi ringrazi. È stato un piacere. Diciamo che sei stata brava.»
“Brava per cosa? Volevi dire matta, vero? Incosciente? Pazza? Fuori di testa? Allora sì, lo sono stata.” Rido.
Sorridi senza scomporti e a me fa impazzire.
Parlo di nuovo: «Che ne dici se facciamo sul serio e mi insegni tu il tango? Guarda che mi piace tanto e potrei impararlo se me lo insegnassi. Sei così bravo...».
«Uhm... Alba, non so se sia una buona idea.»
«E perché no? Ehi, guarda che non sei l’unico a non accettare un NO come risposta. Siamo in due.» Stavolta ti faccio io l’occhiolino.
Ridi. Ti diverti.
«Oggi alle diciassette a casa mia. La mia compagna di stanza è via e saremo liberi di ballare come vogliamo», dico in tono allusivo.
«Certo che sei la tentazione in persona!» mi dici divertito. «Ok, Alba, oggi alle cinque a casa tua.»
Ti lascio l’indirizzo e con passo svelto mi dirigo verso l’università.
Non seguo le lezioni. La mia mente pensa a quello che succederà oggi pomeriggio. Sogno a occhi aperti le tue mosse, averti vicino a me... Dio, che effetto mi farai?
Dopo due ore di lezione, abbandono l’università e mi dirigo a far shopping.
Voglio che il pomeriggio di oggi sia perfetto. Un vestito rosso fuoco attira la mia attenzione. Lungo fino a metà polpaccio, aderente, con un profondo spacco laterale, la schiena scoperta... perfetto! Entro nel negozio. Alla commessa dico subito cosa voglio, sussurrando: «Taglia 40 per favore».
Sorpresa, ma senza obiettare, me lo porta per poi chiedermi se voglio provarlo con delle scarpe con il tacco. Rispondo di sì.
Nel camerino mi spoglio velocemente; il vestito aderente mi calza a pennello. Mi lascia un po’ perplessa la mia altezza, ma recupero subito con le scarpe col tacco dodici. Mi ammiro allo specchio.
La commessa mi chiede se devo andare a un matrimonio. Le rispondo secca di sì.
Vedo che insiste. Mi dice: «Signorina forse è meglio quest’altro per un’occasione del genere, ed è più adatto alla sua età!».
La guardo impassibile e le rispondo che ho già scelto.
Pago ed esco.
Passo per il negozio di musica.
«Vorrei un CD con dei miglior tango in assoluto!» dico al commesso.
«Allora tango argentino,» mi dice lui, «in particolare quelli molto ritmati sono bellissimi.»
Non discuto, lo compro e velocemente corro a casa. Metto il disco, alzo al massimo il volume e, mentre mi muovo a ritmo di tango, sposto mobili, sedie, divani, il tavolo che è in mezzo. Per fortuna il salotto è ampio e riesco a creare una piccola pista da ballo al centro di esso. Pulisco, metto una bottiglia di champagne in frigo, due bicchieri di cristallo sul tavolo a fianco del divano e osservo il tutto, compiaciuta del risultato. Dovrei anche mangiare, ma lo stomaco si è chiuso dall’emozione. Guardo l’ora. Sono ancora le due. Il tempo non passa oggi. Si è fermato.
Riempio la vasca da bagno, vorrei rilassarmi. Metto le essenze, il bagno schiuma, accendo candele profumate e mi ci tuffo dentro. Gioco con l’acqua, inspiro il profumo, la schiuma bianca... mi sembra di essere nel mondo delle fate, ma è più bello perché la fata sono io. Sogno a occhi aperti. Rido immaginando la tua faccia quando vedrai tutto. Non so cosa mi aspetta, ma non voglio tormentarmi con delle domande, o farmi assalire da dubbi... non voglio nemmeno immaginarlo perché so che qualsiasi cosa succederà andrà oltre la mia immaginazione. Eh, sì, la realtà sarà molto meglio della mia fantasia.
Chiudo gli occhi e comincio a toccare il mio corpo. Lo stuzzico. Con un dito gioco con le mie labbra, lo infilo dentro, lo mordo, lo succhio, scendo delicatamente sul collo, i seni, li avvolgo con le mie mani. Strizzo i capezzoli facendomi male, come volessi assicurarmi che sono sveglia, che tutto sta per avverarsi, che questo che sta per accadere non è più un sogno, ma è il mio desiderio che diventa realtà. Scendo con le mani sulla pancia, la massaggio delicatamente, per poi scivolare piano sui peli del pube...
Vorrei guardarmi. Vorrei guardare il mio sesso che oggi, per la prima volta, farà l’amore, con la persona giusta, quella che ho aspettato per tutta la vita.
Mi lascio affondare con la testa sott’acqua, trattenendo il respiro, ma a occhi aperti, la guardo, la tocco, gli occhi mi bruciano per via del sapone, ma non smetto finché la mancanza di respiro non mi fa alzare di colpo. Tossisco, rido, con le lacrime causate dallo shampoo. Risciacquo gli occhi e comincio a penetrarmi infilando un dito delicatamente mentre con l’altra mano torturo il clitoride. Gemo. Tiro su il bacino. Mi muovo con più ritmo. La testa all’indietro. Chiudo gli occhi, e il mio dolce piacere non tarda a farsi largo tra i sussulti. Porto il dito in bocca. Annuso il mio odore, lecco via il mio sapore...
“Sarà l’ultima volta che lo farò sola,” mi prometto, “tra poco sarai tu con me.” Sono in estasi.
Mi sciacquo con cura, mi vesto. Metto anche il reggiseno. Sono un po’ titubante se usarlo o meno, ma metto quello senza spalline, non visibile dall’ampia scollatura.
Mi trucco. Raccolgo i capelli in uno chignon e mi sento pronta.
Aspetto. Seduta sul divano, ti aspetto.
Ti ho aspettato una vita e ora, finalmente, il tempo è arrivato. Tu stai per varcare quella porta. Tra poco sarai MIO!
I minuti scorrono. Il ticchettio dell’orologio aumenta la mia ansia. Mi muovo per casa, guardo dalla finestra. Ti vedo. Stai arrivando. Hai una rosa in mano. Sorrido ancora, per l’ennesima volta oggi. Ti ammiro dall’alto. Il tuo fascino è irresistibile.
Pochi passi, ancora pochi. Adesso non riesco a vederti più dall’alto. Sei sotto, all’entrata del palazzo. Ancora un passo... ed ecco il campanello che trilla, DRIIIN! Apro... il cuore mi scoppia nel petto, la testa mi martella.
Hai delle scale da fare. Sono poche, ma troppe per la mia attesa. Mi alzo. Accendo bassa la musica. Tengo il telecomando dello stereo sottomano per poi appoggiarlo sul divano dove, credo, tra poco ci siederemo.
Entri. Ti vengo incontro.
Non so cosa aspettarmi. Non so cosa dirai. Da sopra ti ho visto vestito semi sportivo. Forse ti sembrerò ridicola vestita in questo modo. Mi assalgono i dubbi, ma tu con un “WOW” li cancelli tutti.
«Che bella che sei!» esclami sorpreso, guardandomi con ammirazione.
Sono emozionata. Mi viene da piangere, da ridere. Sorrido quasi scoppiando in lacrime di gioia.
Mi dai la rosa e con un bacio sulla guancia mi afferri per la vita. Allungo il braccio e alzo il volume dello stereo.
Cominciamo subito a ballare e a studiarci a ritmi di passi e di musica. Mi guardi, ti guardo. Avvicini la bocca alla mia. Sfiori le mie labbra senza baciarmi... la musica continua, alta, riempie tutta la camera.
È la prima volta che ti guardo da quasi la stessa altezza. Mi fa sentire quasi alla pari del tuo fascino. Mi sembra che tu stia subendo ora il mio. Ti sento quasi in mio potere. Nella mano destra ho ancora la tua rosa. Il tuo braccio destro mi cinge la vita, il mio sinistro è sul tuo collo, mi tiri verso di te, annuso il tuo profumo, la musica cambia, mi allontani.
Mi fai volteggiare e poi mi porti di nuovo vicino a te. Un attimo di tranquillità nel tango che so che durerà pochissimo, e tu in quell’attimo mi sussurri sensuale: «Lo sai che faremo di tutto oggi, non solo lezioni di tango, vero?».
Annuisco guardandoti negli occhi e con voce alta esclamo: «Lo so che oggi faremo di tutto fuorché tango e io non vedo l’ora!». Sorridi a metà labbro. Dio, come sei bello!
Mi allontani, mi avvicini, con tutt’e due le braccia mi tiri verso di te. Mi apri la cerniera del vestito e cominci a sfilarmelo mentre assecondo come ubriaca i tuoi movimenti. Il vestito di seta mi scivola addosso, fino a cadere giù. La musica accresce la passione, ora è ancora più forte. Sembra fatta per noi due.
Rimango davanti a te in reggiseno, tanga e tacchi alti.
A ritmo di musica, tua complice, mi tiri di nuovo verso di te e cominci a mordermi il collo, le spalle, il tuo braccio sinistro mi avvolge la schiena, mi slacci il reggiseno con grande facilità.
Per un attimo mi copro con le mani, ma tu non me lo permetti. Il mio respiro è diventato incontrollabilmente affannoso, il cuore batte all’impazzata, gli occhi incantati dal tuo fascino.
«Continua a muoverti!» mi ordini, e in quell’attimo ubbidisco come non fossi io. I seni piccoli ma pieni si muovono al ritmo dei miei passi. Sei fermo mentre mi muovo ondeggiando davanti a te. Mi avvicino. Infilo una gamba tra le tue. Striscio il mio sesso sulla tua coscia, lo muovo su e giù fino al ginocchio. Una scia di piacere ti bagna i pantaloni. Ti afferro la coscia stringendola tra le mie, strofinandomi con più forza.
Il ritmo della musica cambia ancora. Mi allontani quasi con rabbia. La tua gamba dietro il mio ginocchio. Mi chini per poi sporgere la tua testa su di me. Sono sbilanciata all’indietro. Affondi nei miei seni. Annusi. Mi mordi i capezzoli. “Non resisto,” mi dico, “non ce la faccio più.”
E di nuovo su, mentre con la mano mi sfili il tanga nero. In un passo di ballo, infilando un piede, roteandolo tra le mie cosce me lo fai scendere giù fino alle caviglie. Ballando alzo una gamba, poi l’altra. Il tuo obiettivo è raggiunto: ora sono nuda, tutta nuda. Mi gira la testa. Mi aggrappo a te per non cadere. Mi prendi in braccio. Le mie braccia sul tuo collo. Giri per la stanza a passo di danza. La musica finisce. Ti siedi sul divano con me tra le tue ginocchia. Ti guardo negli occhi e sono felice quando sussurri: «Alba, sei tutta una piacevole sorpresa!».
Rido. Cominci a mangiarmi le labbra, le assapori, infili la lingua nella mia bocca e ci scambiamo saliva calda.
Poi afferri con forza i miei seni e tutto compiaciuto mi dici: «Lo sai che così posso arrivare ovunque?». Ridi, rido. Mi succhi il collo, mi lecchi il petto, mi mangi il seno, mi mordi i capezzoli.
Gemo, sussulto... con le mani mi afferri il sedere, facendomi sentire il tuo desiderio e solo in quel momento mi rendo conto che tu sei ancora vestito.
Mi tiro su con il bacino. Con mani tremanti ti apro la cerniera dei pantaloni. Tiro fuori il tuo sesso duro e pulsante. Lo punto verso il mio... prima di lasciarti entrare, ti sussurro con voce dolce e sensuale: «Sappi che è la mia prima volta, quindi ti prego di fare piano».
Non capisci subito. Mi chiedi di ripetere quello che ho appena detto.
«Sì, per me è la prima volta. Non l’ho mai fatto con nessuno. Ti ho aspettato. Ti aspetto da sempre.» Ti parlo con la dolcezza che esce da tutti i pori.
Di colpo mi butti sul divano.
Tiri su i pantaloni velocemente, e, senza nemmeno che io mi renda conto di quello che sta succedendo, ti dirigi verso la porta. Mi guardi un’ultima volta e mentre stai per uscire inveisci contro di me: «Va bene tutto, ma non sono un maniaco!». Arrabbiato sbatti con forza la porta dietro di te.
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Dal mio romanzo BALLANDO IL TANGO
autore Alba Sandi
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