Vita da cornuto 4 -

di
genere
incesti

Come spesso accadeva, con l'eccitazione a mille, il genero se ne era venuto tra le labbra della suocera pochi istanti dopo aver varcato la soglie delle carnose labbra dell'arrapata vegliarda.

Conoscendo i problemi di eiaculazione precoce e della minuscola dotazione del genero, lei aveva perfezionato una tecnica per migliorare la qualità dei pompini.

Per farglielo allungare in maniera da poterlo imboccare, gli stringeva lo scroto spingendo indietro i testicoli e nello stesso momento con le dita gli bloccava il canale uretrale in modo da ritardarne l'eiaculazione.

Davvero era minuscolo ma in quel modo, diventava duro come una bacchetta di legno con in testa una ciliegina paonazza.. una specie di guarnizione per il cocktail Martini.

In quel modo, riusciva ad aumentare il piacere del maschio e nello stesso tempo si godeva i potenti ed abbondanti schizzi di sborra che le finivano direttamente in gola.

Quella cosa piaceva davvero molto alla suocera che ogni volta si stupiva del fatto che, nonostante avesse un uccellino insignificante e dei testicoli piccoli come bilie di vetro dei bambini, riusciva a sparare una incredibile quantità di sperma per di più dal sapore assai gradevole.

Dopo avergli strizzato lo scroto e la "cannuccia" ormai molle, per estrarne ogni goccia di quella gustosa cremina, aveva cambiato postura ponendosi a gambe larghe al posto del genero che a sua volta le si era inginocchiato davanti per leccarle la fica pelosa già abbondantemente umida di secrezioni.

A quel punto l'ambiente si era riempito di odori e di rumori di sesso.

Nel soggiorno la mamma gemeva rumorosamente all'esperto trattamento del genero che nel tempo, aveva imparato ogni genere di trucco con le dita, le labbra e la lingua, per allungare il suo piacere sino alle incredibili grida che accompagnavano i suoi numerosi orgasmi.

Di tanto in tanto, stringendole la clitoride, si sollevava per baciarla sulla bocca e farle gustare il sapore dei suoi stessi umori.

Oppure, mentre continuava a masturbarla, si portava con le labbra sui suoi seni per leccarle i capezzoli o morderli in maniera anche dolorosa strappandole così, gemiti di piacere e grida ed improperi di protesta.

In fondo però, le piaceva quel giochino delicatamente sado-maso inferto da quel porco, pervertito del genero.

Negli stessi istanti, dalla camera da letto la cui porta era stata lasciata aperta, giungevano le grida di piacere della figlie ed i rantoli del padre che alternava momenti d'amore dolce accompagnati da tenere frasi di passione a cavalcate violente in cui la figlia veniva montata come una cagna in modo profondo e doloroso e ricoperta di frasi oscene perfettamente ricambiate dalla figlia che gli dava del maiale, cornuto e incestuoso.

Infine, mentre dal soggiorno continuavano a levarsi gemiti accompagnati dallo sciacquio della fica della suocera ridotta oramai ad un vero laghetto, dalla camera da letto si era interrotto ogni suono.

Il padre e la figlia stavano facendo l'amore fondendo i loro corpi in uno stretti in un abbraccio languido ed una compenetrazione che andava oltre i corpi coinvolgendo anche i loro spiriti nel magico momento in cui, per la prima volta, il seme caldo ed abbondante del padre si scioglieva sull'utero della figlia con lo scopo di mettere al mondo il giglio del loro amore troppo a lungo ritardato.

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scritto il
2024-05-05
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