Il mio ricordo della vacanza a Mykonos (quarta parte)

di
genere
etero

Quella risposta così convinta e senza la benché minima incertezza di Francesca stimolò in me un brivido di piacere ed una irrefrenabile pulsione carnale che fece cadere ogni inibizione. Mi sentivo letteralmente posseduta dalla passione. La mia vagina pulsava bollente e sentivo chiaramente che secerneva un liquido viscoso che mi stava bagnando gli shorts. Ci avvicinammo a quel divanetto puntando insieme dapprima il fighetto sul lato destro del sofà. Lui alzò lo sguardo e ci vide arrivare intuendo le nostre intenzioni. Lasciai che Francesca lo baciasse poi mi spostai sul lato sinistro del divano in direzione del moro che era impegnato a leccare le tettone di Giulia mentre le sue dita operavano con forza dentro i suoi slip. Giulia aprì gli occhi voltandosi alla sua sinistra dove Francesca era incredibilmente passata all’azione con lo spagnolo dai capelli mossi, baciandolo intensamente a cavalcioni. Mise a fuoco la situazione e nell’incredulità nel vedere quella ragazza fino alla sera prima così timida ed innocente ai nostri occhi, girò gli occhi in mia direzione, con lo sguardo perso dall’alcool e dall’eccitazione, mi fece cenno di avvicinarmi. Toccai l’addome e il torso possente e nudo del moro e cercai il suo sguardo. Lui stacco il suo viso dai seni di Giulia, si voltò verso di me e mi accarezzò la guancia con la mano non impegnata. Le carezze si trasformarono presto in una pressione operata sopra la testa che mi spinse verso il basso. Sapevo quello che andava fatto, finalmente stavo ottenendo ciò che desideravo dalla sera prima e che mi tormentava da tutto il giorno con un pensiero fisso. Mi inginocchiai davanti a lui e sbottonai ansiosamente i suoi jeans mentre baciavo il suo addome. D’un tratto sollevò la mano impegnata nella mutande di Giulia e mi mise le sue dita davanti alla mia bocca. Erano piene di secrezioni biancastre. In quel momento tutto era sensuale, tutto era possibile. Tutto doveva essere esagerato e platealmente aprii la bocca e succhiai le dita del moro assaporando quei liquidi viscosi frutto dell’eccitazione della mia migliore amica. Il moro si abbassò e mi baciò intensamente condividendo quel sapore così acre ed amarognolo che imparai ad accettare come il sapore del sesso. Tolse quindi gli slip a Giulia che inarcando la schiena assecondò il movimento e mi fece fare ciò che mai nella mia vita avrei pensato di fare. “Chupala!”, mi ordinò incalzandomi. Non avrei mai detto di no. Iniziai a leccarle il clitoride, poi insinuai la mia lingua nella vagina. Era fradicia di questa secrezione biancastra che raccoglievo con continui movimenti della lingua e della bocca. Alternavo il sesso orale ad intensi baci con il moro che stava controllando la situazione da vicino. Io volevo semplicemente fargli un pompino, ma la sua fantasia ci stava facendo spingere ben oltre la nostra immaginazione. Giulia non poteva credere a cosa stesse succedendo e ricordo che ad un tratto si mise a ridere scatenando anche la mia ilarità. Con la mia faccia impegnata in mezzo a quelle gambe liscissime e abbronzate, intuii la presenza a fianco alla mia faccia del suo pisellone che iniziò a penzolare fino a toccarmi le guance con la sua punta. Voltai lo sguardo e lo presi in bocca. Era davvero enorme. La sera prima lo scorsi da più angolazioni ad un metro circa di distanza con scarsa illuminazione. Ora ce l’avevo davanti al mio naso. Emanava un odore forte di sesso. Il pube era completamente rasato. Mi soffermai sui suoi testicoli e la sua asta eretta ciodolava coprendomi tutto il viso. Il suo prepuzio copriva per metà la sua cappella che liberavo dalla sua pelle ad ogni colpo di mano e di bocca. Era meraviglioso e seducente. Nella mia bocca c’era un mix di sapori organici disgustosi che inebriavano la mia mente come una droga. Continuando a leccare sotto nella zona perianale mi accorgo che Giulia si era inginocchiata vicino a me e si era prostrata anch’essa davanti al suo pene che iniziò a succhiare con vigore, per poi cedermelo dopo qualche secondo. Stavo esplorando un altro atto sessuale che non avevo mai fatto prima. Il nostro pompino era complice, una lo teneva in mano e conduceva l’azione, l’altra lo succhiava tra i suoi gemiti di piacere. In tutto questo ci dimenticammo di Francesca che poco prima era intenta a baciarsi con il fighetto. Voltandomi non li trovai più. Eravamo rimaste noi tre da sole in quel disordinato soggiorno con una luce soffusa e la musica altissima e frastornante.
Il moro si sedette sul divano e mi fece alzare di fronte a lui. Mi avvolse i glutei con le sue mani e li strizzò, dapprima da fuori gli shorts, poi entrando dentro. Ben presto realizzò che non portassi gli slip, insinuando le sue dita nella vagina, come prima fece uno dei suoi amici nel privè. Mi toccò con forza ma anche con maestria. Ripetè il gioco delle dita fradicie anche a Giulia, la quale senza indugio gli lecco le dita. Immaginavo che i miei umori fossero più liquidi e meno densi dei suoi, ne ebbi conferma guardando le dita del moro che uscivano dai miei pantaloncini. La secrezione era molto abbondante, trasparente e il suo gusto era praticamente insapore. Accoglievo i baci lingua a lingua di Giulia che si ripetevano ad ogni affondo delle dita bagnate del moro nella sua bocca. Fu lei stessa ad abbassarmi gli shorts, già abbondantemente sbottonati, e applicare a sua volta un eccitantissimo sesso orale. Mi reggevo con le braccia attorno al collo del moro che baciavo intensamente. Le mie gambe tremarono al punto di avere un orgasmo pazzesco mentre la mia amica muoveva freneticamente la sua lingua sul mio clitoride. Era tutto così surreale, non avevo mai avuto un’esperienza saffica. Questo ragazzo sconosciuto riuscì a tirare fuori un atto sessuale che fino a pochi minuti fa era fuori dalla nostra portata.
L’episodio continuò in preda alla confusione più totale. Il suo enorme cazzo non era più al centro dell’azione. Riusciva a manipolarci a suo piacimento senza mai trascurare l’una o l’altra, coinvolgendoci nelle sue fantasie più recondite e azzerando completamente la nostra capacità di discernimento. Non mi stupisco che molte ragazze si sentano manipolate. In un certo senso, che noi volessimo o meno quel tipo di sesso, non avremmo mai potuto dire di no a qualsiasi atto. Eravamo abbandonate alle sue fantasie, pronte ad eseguire ciò che lui volesse.
Giulia era completamente fuori controllo, vorace la sua bocca sulla mia vagina che grondava passione. Ansimava di piacere ed io con lei quando il moro, seduto, mi fece salire in piedi sul divano e poggiare la mia figa ora sulla sua bocca. Adesso ero io a muovermi sopra di lui con dei piccoli affondi che sfregavano sulla sua lingua. Le mie gambe tornarono a tremare sempre più forte obbligandomi ad appoggiare le mie mani sulla sua testa. Sentii d’un tratto riempirmi il ventre, contrassi il muscolo pelvico e mi lasciai andare nel più forte orgasmo che ebbi mai avuto fino ad allora. Fu uno dei pochissimi episodi della mia vita di squarting, anche se molto limitato ad uno spruzzino, le sensazioni che provai furono violentissime. Nel frattempo Giulia a sua volta gli praticava sesso orale. Il moro rimase seduto sul divano. La situazione si stava rovesciando. Ora eravamo noi a prendere il sopravvento. La mia amica si mise sopra di lui e si fece penetrare, restò con la sua gonna nera alzata a mezza pancia e si tolse il top bianco che più non le copriva il seno dall’inizio dell’amplesso.
Trovai qualche istante di lucidità ed appagamento e mentre loro due si misero a scopare, mi presi una pausa ricomponendomi nei miei shorts e cercando di capire cosa stesse succedendo in quella casa feci un giro. Noi eravamo in soggiorno, poi sapevo esserci una stanza dentro la quale dovevano esserci Tati con gli altri quattro ragazzi. Da fuori si sentivano solo delle voci maschili. La porta era socchiusa e la spinsi quel tanto che bastasse per infilare lo sguardo. Di fatto le luci erano spente ma la finestra faceva passare quella poca luce che lasciava intravedere le sagome. Lei era sdraiata sul letto a pancia in su con un ragazzo in ginocchio di fianco a lei a cui stava facendo un pompino. Era a gambe aperte con un altro tizio sopra di lei che la scopava a missionario. Poi c’erano le voci degli altri due che non vedevo che parlavano nella stanza, i quali vedendo la porta aprirsi appena, uscirono dalla stanza sorprendendomi. Erano entrambi composti e vestiti almeno dei pantaloni, con una sigaretta in mano, mi chiesero come andasse.
“Bene bene”, risposi in italiano, “E voi? Todo bien?”, sfoggiando le pochissime parole in spagnolo che conoscessi” -
“Y tus amigas donde están?” -
di fatto la conversazione finì, risposi a gesti: “Una là” indicando il soggiorno, “L’altra boh” facendo capire che non sapessi dove fosse.
C’erano ineffetti altre due porte che non aprii, una era quella del bagno, l’altra quella di un’altra camera. I due ragazzi la aprirono e trovarono Francesca con il fighetto, anche loro a luce spenta. Un pò di luce entrò quanto bastava per mostrarli mezzi nudi sopra un letto. Francesca era sdraiata supina senza i suoi jeans, con le mutande abbassate a mezza gamba e con la camicetta aperta a seno scoperto, lui completamente nudo di fianco a lei. I due fecero per coprirsi chiedendoci di chiudere la porta, mostrando comune senso del pudore. Così facemmo proseguendo per il soggiorno dove Giulia e il moro invece continuavano a scopare anche in nostra presenza. I due curiosi presero atto della situazione e sghignazzando uscirono nella loggia dopo essersi versati un altro drink.

“Amo vieni”, mi chiamò Giulia. Si alzò, fece alzare il moro e mi disse “Dai sdraiati”. Mi sdraiai sul divano e mi sfilò i pantaloncini, di nuovo. Il moro mi salì sopra ed iniziò a scoparmi tenendomi una gamba aperta mentre l’altra appoggiava sullo schienale di quello scomodissimo divano. Mi spogliò del tutto e mi lasciò a seni scoperti. Faceva caldo e dal suo viso colavano gocce di sudore. Dopo qualche minuto si alzò, mi chiese di inginocchiarmi, cosa che feci prontamente e iniziò a masturbarsi davanti a me. Giulia nel frattempo girava mezza nuda per la casa, con la gonna a coprirle in ventre ma le tette di fuori. Anche lei probabilmente incuriosita dall’andamento della serata in quell’appartamento.
Il moro continuava a toccarsi e decisi di aiutarlo come potevo, inginocchiata provai un pò a succhiiarlo, poi lo masturbai a mia volta, sempre più veloce fino a quando finalmente non sentii il suo pene contrarsi ritmicamente davanti a me. Aprii la bocca e mi venne qualche schizzo in faccia, poi lo misi in bocca dove terminò la sua eiaculazione.
Giulia spuntò fuori da corridoio con un asciugamano in mano, mi fece alzare e mi baciò come prima, ancora una volta, scambiandoci il gusto del suo sperma.

“Ma Francesca dove sta?” Mi chiese Giulia -
“E’ in quella stanza con quell’altro, lasciala che si sta divertendo”, risposi, e proseguii “Piuttosto quella Tati se li sta facendo tutti…”.
Giulia si diresse incuriosita verso la stanza affianco alla loggia. Non si era nemmeno rivestita, girava per caso con i suoi seni in bella vista tanto che i due ragazzi che ora erano nella loggia la videro passare. La seguii anch’io, ed anch’io come lei senza il top a coprirci. I nostri freni inibitori avevano lasciato spazio ad un insano esibizionismo che di lì a poco ci avrebbe esposto alla reazione di quegli uomini. Giulia aprì lentamente la porta, io dietro di lei le dicevo di fare piano per non essere visti platealmente. Ora Tati era in ginocchio sul letto scopata da dietro da uno dei due rimasti nella stanza con lei.
Mentre sbirciavamo, sento uno dei ragazzi arrivarmi da dietro e toccarmi il sedere. Mi girai di scatto per guardarlo cercando timidamente di togliergli la mano con uno schiaffetto. Mi rivoltai, quando riprese insistentemente a toccarmi con più intensità scendendo da dietro il sedere nella vagina scostando il pantaloncino. Questa volta lo lasciai fare per qualche secondo fino a quando non arrivò anche l’altro che da dietro spinse tutti dentro quella stanza buia.
Uscirono dalle nostre bocche degli urli di sopraffazione ed euforia. Ci ritrovammo tutti e sette sopra quel letto in un’ammucchiata della quale ricordo veramente poco in modo nitido, se non che mi sentii mani e bocche ovunque, acquiescendo ad un disordinatissimo tentativo di orgia a cui ci sottraemmo quando Tati decise di scendere dal letto e andare via dalla stanza. Sinceramente non fu una cattiva idea. Le luci si accesero e tutti il gruppo si ricompose in pochi minuti di ammucchiata.

Tati era ora in soggiorno con un rotolo di carta tra le mani. Aveva gli occhi rossi i capelli molto spettinati e chiaramente macchiati di sperma lamentando una “falta de respecto” con uno dei ragazzi.
Probabilmente non gradì molto quella che era evidentemente un’eiaculazione non voluta e si alzò bruscamente riportando tutti ad una dimensione più rispettosa delle parti.

Continua…
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2024-05-14
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