Il mio ricordo della vacanza a Mykonos (quinta parte)

di
genere
esibizionismo

L’incantesimo si spezzò in quell’istante, Tati scoppiò in lacrime iniziando ad inveire contro alcuni ragazzi mostrando francamente chiari segni di squilibrio. Senz’altro l’alcool fece la sua parte ma sembrava evidente che si fossero spinti un pò troppo oltre. Non c’è dubbio che il rapporto fu consenziente, così sembrava, almeno all’inizio. L’incursione improvvisa in camera, in cui Giulia ed io restammo coinvolte poco prima, non fu una mossa intelligente da parte dei due spagnoli che di fatto pose fine alla serata rompendo quell’intimità che fino a quel momento teneva in perfetto equilibrio trasgressione e rispetto reciproco. Il clima si fece teso e le urla sempre più strazianti. Francesca uscì dalla stanza in cui era appartata per capire cosa succedesse e ben presto prendemmo la porta e andammo via senza troppi convenevoli, probabilmente senza nemmeno salutare. In pratica scappammo.
Si fece abbastanza tardi. Quella sera saltammo il Tropicana ma non potevamo dire di non essere appagate. Ci fermammo in una specie di ristorante “24 ore” sulla strada per mangiare un boccone e “ripigliarci” un attimo tutte e tre. Riassumendo la serata, ci raccontammo cosa successe in quella casa dove ad un certo punto la situazione degenerò in un turbinio di eventi fuori controllo. Fu molto divertente parlare apertamente ed onestamente delle emozioni vissute. Soprattutto Francesca capì lo spirito con cui stavamo affrontando quella vacanza e si confessò a cuore aperto. Si era appartata con il fighetto per pudicizia, avevano anche scopato, ma apprezzai molto il fatto che ammise di essersi pentita di non essere rimasta con noi. Si era goduta il momento ma avrebbe voluto di più, avrebbe voluto sentirsi libera anche di farsi tutti gli altri. E lo diceva senza falsi moralismi, senza imbarazzi, seriamente e senza vergognarsene o ridacchiare. Era davvero sincera e ne apprezzai la genuinità perchè era la stessa identica cosa che pensavo io la sera prima su quel lettino al Tropicana quando guardavo Giulia farsi il moro davanti a me. Io e Francesca parlavamo la stessa lingua, ci eravamo sintonizzate sulla stessa frequenza di pensiero. Lei era solo più acerba, doveva ancora esplorare tante dinamiche erotiche che non sapeva ancora di poter affrontare. Un pò come me e Giulia che fino a poco prima non sapevamo di essere capaci di leccarci a vicenda. Capitò e basta, si presentò l’occasione giusta e ci piacque.
Inoltre parlammo a lungo attorno alla vicenda di Tati che era in evidente stato confusionale quando uscimmo. Non escludemmo niente, nemmeno la possibilità che fosse sotto l’effetto di qualche droga. A noi sembrò pazzesco il modo con cui si abbandonò agli impulsi sessuali dei quattro spagnoli che la incalzavano. Lei era attiva, se la stava godendo alla grande. Sia all’inizio nella loggia, sia quando sbirciai attraverso la porta della loro camera, non ricordo un momento che non avesse un cazzo in bocca. Dopo quelle performance da professionista del porno, trovammo molto strano che la scintilla che la fece così destabilizzare emotivamente fino a portarla alle lacrime fosse qualche schizzo di sperma.
Ricordo che pensammo di dover tornare in casa almeno per sapere se potesse avere bisogno di aiuto. Ci limitammo a mandare un sms al moro dal telefono di Giulia. Lui rispose che andava tutto bene, che non si era incazzata per quello che pensavamo ma perchè si era lasciata qualche giorno prima con il “novio” ed era depressa. Realizzammo semplicemente che fosse fuori di testa. Non ci preoccupammo più per lei.

Quella sera tornammo a casa stanche morte.

Il giorno seguente il nostro gruppo vacanza si spezzò definitivamente in due. Le altre erano seccate per il fatto che le avessimo lasciato un solo motorino in tre e ci accusarono di essere egoiste. Risolvemmo noleggiando un altro motorino e anche di giorno si separarono le nostre strade.
Giulia, Francesca ed io, ci sentimmo quindi libere di accettare un invito del moro che ci chiedeva via sms di andare con loro in una spiaggia chiamata Super Paradise. Era la più famosa dell’isola, rinomata per il nudismo, seppur facoltativo, una folta presenza di coppie gay e la discoteca in spiaggia che metteva musica sparata già dal primo pomeriggio. Se non altro sarebbe stata una nuova esperienza. Ironia della sorte, lasciammo i motorini a casa poiché ci vennero a prendere con la loro auto noleggiata. Ricordo che fosse una fiat panda bianca. Si presentarono solo in due ma insieme al moro non c’era più il fighetto, ma uno degli altri quattro, il più carino fortunatamente. Era biondino, anche lui sui 30, non tanto alto, un bellissimo viso, fisico asciutto. Aveva quell’atteggiamento da delinquente, sicuro di sé e la voce un pò rauca con la parlata “trascinata” spagnola che mi attizzava parecchio. Aveva le braccia completamente tatuate e all’epoca la vedevamo come chissà quale follia, però nel complesso, faceva molto sesso. Si era presentato con una canotta bianca larga che spesso scopriva il petto. Ai capezzoli aveva due piercing, altra cosa che mi mandava al manicomio. Quel biondino era lo stesso che la sera prima si avventurò più degli altri nel privè di un minuto, infilandomi due o tre dita nella figa. Insomma era uno sveglio, se non altro meglio del fighetto che aveva quell’aria borghese compiaciuta che ai miei occhi perdeva di virilità.
Il tragitto in macchina fu il classico ricordo di spensieratezza a cui tipicamente faccio ricorso nei momenti di oppressione familiare, quando mi sento giù di morale, a ricordarmi che un tempo ero giovane e libera. I finestrini abbassati, il sole e l’aria calda che muovevano i capelli, la musica alta e le bottiglie di birra aperte alle undici del mattino. Il tutto con la mia migliore amica con cui stavamo passando la vacanza più bella della nostra vita.

In macchina i ragazzi ci spiegarono che in quella spiaggia ne potevano succedere di tutti i colori. Il biondino ci disse di essersi scopato davanti a tutti in pieno giorno una quarantenne. Vero o no era proprio un coglionazzo e la cosa ci faceva divertire. Mi piaceva il fatto che entrambi cercassero continuamente di ostentare virilità e che accettando quell’invito anche noi avremmo potuto correre il rischio di farci scopare da loro.
Arrivammo verso mezzogiorno e trovammo poche anime in spiaggia, la maggior parte dei lettini vuoti e di nudismo nemmeno l’ombra.
Pagammo 50 euro a testa per un lettino ed un ombrellone. Per chi come me aveva i soldi contati, non fu proprio un grande inizio.
I primi a mostrarsi nudi furono proprio i ragazzi spagnoli confermando di essere carichi ma soprattutto di avere la personalità giusta per il contesto. I miei occhi dietro gli occhiali da sole sbirciarono curiosi: il pisello del moro anche da flaccido si dimostrava super dotato, con il prepuzio a coprirgli tutta la cappella, il pube liscio e ben rasato. Il biondino invece sembrava avere dimensioni più normali, scappellato, con il pene tra dei peli biondi non tanto folti. Noi ragazze decidemmo di rimanere con i due pezzi ma dopo un pò sdraiata sul lettino senza dare nell’occhio mi tolsi il pezzo di sopra e così fecero anche Giulia e per ultima Francesca che non voleva essere da meno. Quest’ultima aveva delle tette piccole, ma lei stessa essendo minuta percepivano ben proporzionate al corpo. Aveva l’aureola del capezzolo sul rosa chiaro, molto larga che le copriva buona parte del seno. Per quanto si sforzasse di non esserlo, all’inizio notai in lei un centro imbarazzo e molto spesso istintivamente andava a coprirsi con le mani, come se non le piacesse il suo seno, che al contrario pensavo essere molto seducente. Come già scritto più volte, Giulia aveva il petto più clamoroso del gruppo. Erano grandi e stavano su, compatte, con dei capezzoli duri e gonfi che le invidiavo ancora più della dimensione in sé. Io se vogliamo avevo il seno meno bello delle tre, ma mi piaceva mostrare il piercing sul capezzolo sinistro che avevo fatto qualche mese prima.
L’ambiente era rilassante ma tipicamente da spiaggia. Non c’era la vaga ombra di sessualità fino a metà pomeriggio verso le 16. All’aumentare delle persone aumentavano i virtuosi del nudismo che si moltiplicavano tra i lettini. La musica si alzava e si faceva sempre più incalzante. Muscolosi camerieri vestiti con una polo nera servivano cocktail e bottiglie che i ragazzi con noi continuavano ad offrirci fino a farci abbassare la soglia dell’inibizione. Con Giulia ogni tanto si scherzava sul togliersi anche la parte sotto. In verità poche ragazze della nostra età si esibivano nude, la maggior parte nemmeno erano in topless. Ma noi ci sentivamo particolarmente zoccole in quella vacanza e ci togliemmo presto anche la parte di sotto. Incredibile a dirsi, anche Francesca si lanciò. Seguì un nostro urlo d’incitamento che attirò l’attenzione della gente attorno. Eravamo già belle che andate dopo due o tre drink.
Mi balzò all’occhio un particolare intimo di Francesca, aveva un piccolo tatuaggio appena sopra il monte di venere, liscio e senza peli: una farfallina colorata che rimaneva coperta con il pezzo di sotto del bikini. Vidi in lei all’improvviso un’inaspettata audacia che stava iniziando a darmi delle conferme sulle sue potenzialità erotiche.
Iniziammo tutti e 5 a ballare sui nostri lettini con i cocktail in mano, completamente nudi. In poco tempo la scena attrasse un capannello di uomini di ogni età che si radunò attorno ai lettini circostanti che in modo più o meno palese fissava la scena.
Arrivò alcool a fiumi. Il moro ordinò un secchiello di non so quanti litri di vodka lemon. Il biondino iniziò a baciare proprio Francesca, fino a due giorni fa la santarellina del gruppo vacanza, che ora ballava musica house completamente nuda sopra un lettino baciandosi con un semi sconosciuto altrettanto svestito e con un accenno importante di erezione, con decine di persone attorno. Io e Giulia ci guardammo strabuzzando gli occhi. Le dissi qualcosa come: “questa stasera se lo prende davvero il bukkake”, riferendomi alla battuta di due sere prima. Per parlare dovevamo gridare. Avevamo la pista da ballo e la consolle del dj poco dietro i nostri lettini ed il fumo artificiale veniva sparato proprio nella nostra direzione, rendendo la visibilità scarsa e ovattando tutto l’ambiente circostante. Ben presto quella pista si popolò di persone tra cui chi nudo, chi in topless, la trasgressione era palpabile. Guardando tra la folla si poteva scorgere il ventenne che baciava la quarantenne o viceversa la giovane con l’uomo maturo, gay e lesbiche, bisessuali. C’era una bella atmosfera di libertà, senza troppi eccessi fino a quel momento. Noi restammo in piedi sopra i lettini usandoli come cubi sfruttando la posizione centrale rispetto al fulcro della festa. In compagnia dei due spagnoli nessuno osò approcciarci. Ballavamo nude con mille occhi addosso ma senza l’interferenza di nessuno. Provavo uguale attrazione per entrambi i ragazzi che ci accompagnavano. Avevo provato il moro la sera prima, ora avrei voluto farmi anche il biondino.
Giulia ed il moro cominciarono a baciarsi, con più intensità degli altri due nostri amici. Scesero dai lettini per limitare il numero degli occhi addosso.
Io rimasi impassibile a ballare. Dall’alto, vedevo sotto di me che Giulia prese con la mano il cazzo del moro che era già statuario in erezione. Le persone che gli stavano accanto potevano godere della scena. Si stava ancora una volta perdendo il controllo con un livello di esibizionismo mai nemmeno immaginato fino a quel momento.
Francesca si avvicinò a me e mi disse di essere ubriaca marcia.
Le risposi: “Esagera!!! Fregatene di tutto! Fattelo!”, con quel pizzico di gelosia ben nascosta temendo di rimanere da sola -
Mi rispose lei: “E tu?”, forse preoccupandosi proprio che rimanessi sola.
In quell’istante mi sentii tirare verso il basso e scesi di colpo dal lettino. Davanti a me il biondino mi prese per mano e mi baciò senza avvisare. Istintivamente mi aggrappai con la mano libera a Francesca e la tirai giù dal lettino con me. Il biondino continuò a baciarmi tenendomi la mano, quindi me la poggiò sul suo pisello. Non era una situazione che mi lasciava del tutto libera, l’idea di Francesca, il non sapere se gradisse quel momento. Mi staccai dalla sua bocca, mi voltai cercando lo sguardo di Giulia. Realizzai incredibilmente che era già in ginocchio a succhiare il cazzo del moro con un capannello di persone a guardare.
Fu per me un momento di spaesamento. Avevo ancora quel briciolo di lucidità per capire che si stava andando oltre, oltretutto c’era qualcuno che filmava la scena tra gli spettatori. Mi presi qualche secondo per pensare, fissando Giulia, non sapevo letteralmente cosa fare. Mi rigirai verso Francesca che nel frattempo aveva ripreso a baciare il biondino. Le aveva preso la mano e le stava facendo fare una sega. Lei assecondava i suo movimento mentre lui le iniziò a leccare i capezzoli.
Io stessa poco prima l’avevo esortata ad esagerare ma non pensavo si sarebbe arrivati a quel livello di esibizionismo, tanto meno da Francesca. Salii da sola sul lettino, mi guardai intorno. C’era gente che si baciava ma nessuno faceva sesso a parte loro. Iniziai a sentirmi a disagio quando Giulia si alzò ed intervenne. Mi disse due frasi che riecheggiano ancora oggi nella mia testa: “Fai quello che ti senti Amo. Ma tutto quello che succede qua te lo ricorderai per sempre”. Ci fu un botta e risposta molto serrato, le dissi che c’era gente che filmava. Lei mi rispose che non gliene fregava un cazzo ma che si sarebbe rivestita perchè non si sentiva a suo agio se non lo fossi stata pure io. Mi persuase. Scesi con lei dal lettino mi inginocchiai ed iniziai a leccare il cazzone del moro. Giulia si inginocchio vicino a me e ci ritrovammo nuovamente insieme come la sera prima. Ce lo passavamo a turno noncuranti di chi ci passava affianco e chi si soffermava a guardare. Quindi mi sdraiai tra i due lettini e mi lasciai andare. Il sentimento di disagio si era trasformato in una sensazione di libertà ed eccitazione. Il moro si sdraiò sopra di me e mi entrò dentro incalzando il movimento del bacino. Mentre mi scopava girai la testa e lo sguardo. Dall’altra parte del lettino sdraiati c’erano anche Francesca ed il biondino, il quale le teneva la testa appoggiata al suo addome, spingendogliela assecondando il movimento della sua bocca aperta che avvolgeva il suo pene in erezione. Anche Francesca si stava spingendo oltre. Stava facendo un bocchino, nuda, sdraiata tra due lettini in una spiaggia piena di persone che ci guardavano. Continuai a guardarla diversi minuti sotto il peso del moro che mi baciava il collo e le tette muovendomi su e giù con i suoi movimenti pelvici, secchi e potenti. Ora il biondino le teneva la testa per i capelli con una mano e con l’altra si masturbava il cazzo che entrava ed usciva dalla bocca di Francesca, la quale restò ferma a bocca aperta passiva ad aspettare la sborra che spruzzò dentro la sua bocca. Il biondino mollò la presa e le liberò la testa. Dalla sua bocca sputacchiò sulla sabbia il coito e con i polsi provò a pulirsi ciò che le restava sulle labbra.
“Cos’ho appena visto?!” Pensai. Mi sorprese molto Francesca ma non ero sicura avesse gradito. Lui era stato molto deciso, forse anche troppo e lei era inesperta, forse costretta al rapporto.
Il moro staccò la penetrazione poco prima di venire e mi venne sulla pancia.

Mi alzai tra gli sguardi eccitati degli uomini intorno a me, presi il mio costume e mi pulii gli schizzi sul basso ventre e sulla pancia. Cercai Giulia ma non la trovai.
Guardai il telefono: erano appena le 6 del pomeriggio.

Continua…
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2024-05-16
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