Simona, ménage à trois - Premessa
di
dariosc
genere
trio
PREMESSA - IL PARTY
“Simona, tu non ti preoccupare e pensa solo a divertirti questa sera.” le disse Antonio, uno dei dirigenti.
Simona faceva ancora fatica a credere quello che le era successo, che le stava capitando, e a chissà cos’altro le sarebbe capitato.
Io stesso, presente in veste di suo accompagnatore ufficiale, avevo timori per lei ma, nello stesso tempo, ero felice per lo scatto, repentino, in avanti della sua carriera.
In sala c’erano una trentina di persone, tra dirigenti e colleghi e Antonio me li presentò uno per uno, passando velocemente da un impiegato all’altro e enfatizzando i nomi di tutti i suoi colleghi e superiori, alcuni dei quali che neanche Simona conosceva.
Arrivò il momento di presentarci l’AD, il dott. Motisi, che fu cortese anche con me, ma che ebbe occhi solo per Simona.
“Benvenuta tra noi, sono davvero felice di avere una collaboratrice come te nel Team, e congratulazioni per la promozione. Mi ha detto Antonio che hai superato brillantemente il nostro test privato a pieni voti.”
Rimasi stupito dal fatto che lo avesse detto il più alto in grado di quell’Azienda; quindi, era tutto organizzato. Simona rimase impietrita e gli occhi dell’AD le chiesero cosa diavolo stesse accadendo.
Pensai di correrle in aiuto, intrigando i suoi dirigenti con una bugia: cosa c’è di meglio di fare becco un povero fesso? Decisi, così, di spacciarmi per il suo ragazzo; lei non mi avrebbe smentito, almeno, non subito.
“Ah, si? La mia ragazza ha fatto un buon lavoro? Bene! Ne sono davvero felice.”
Risposi per lei, incrociando lo sguardo divertito dell’AD.
“Non vi chiedo in cosa verteva il test, tanto non lo capirei e, poi, gli esperti siete voi; ma, conoscendo Simona, sono sicuro che avrà fatto un ottimo lavoro.”
L’AD non comprese se ci facevo o se c’ero, e decise di passare al contrattacco:
“Si, da quanto ho saputo, ha fatto un buon lavoro, la nostra Simona”, lo disse dandole un buffetto su una guancia e regalandole un sorriso, sornione, continuò:
“ma è stata una prova con un solo dirigente. Ed è sempre meglio fare un colloquio con tutti i capi; così si evitano brutte sorprese per il futuro.”
Iniziai a ridere, educatamente, e quelli mi seguirono a ruota.
Decisi, all’istante, di giocarmi la carta del fidanzato che “c’è”; l’ingenuo, il fesso, che ha cieca fiducia nei capi della propria ragazza, e quello proseguì nel suo discorso:
“Dario, la tua ragazza ha grandi potenzialità e noi vogliamo sfruttarle al massimo” si fermò, aspettando un mio assenso e lo ebbe:
“Sarebbe bellissimo, dottore. Simona lo merita davvero...,” sono bravo nelle pause ad effetto,
“…che avesse la possibilità di farvi conoscere tutte le sue potenzialità.” gli risposi.
Lui sorrise, rilassato.
“Sono felice di sentirtelo dire, Dario. Per noi è importante che tu sia d’accordo, perché Simona sta per firmare un contratto molto importante, per lo stipendio, ma potrebbe guadagnare molto di più..”
fece una piccola pausa ad effetto anche lui, “..superando il nuovo colloquio e accettando altri lavori per noi. Sono migliaia di euro in più, Dario.”
Ecco! Era il momento di fare il ragazzo credulone, pronto a diventare un inconsapevole cornuto.
“Io non so cosa dirle, Dottore.” mi girai verso Simona, sempre incredula nell’ascoltare le nostre parole, “ma Simona, come puoi rifiutare questa proposta, senza sapere di cosa si tratta?”
E l’AD si rivolse direttamente a lei.
“Simona, abbiamo visto che sei una ragazza giovane ed entusiasta, e che ti diverti con noi,…” un’altra piccola pausa ad effetto, “..a lavorare.”
Mi guardò in cerca del tacito assenso del fidanzato che lui vuole fare cornuto, felice per la sua donna che fa carriera; e lo ottenne subito con un mio cenno della testa. Proseguì:
“Simona, noi vorremmo che tu facessi parte del nostro Team intimo.” Finalmente, la mia amica disse qualcosa.
“Sembra interessante.”
“Urca! Se lo è! Da quello che mi ha raccontato Antonio, saresti una ragazza perfetta per questo genere di cose.”
Vidi Simona diventare rossa, più dei suoi capelli, e feci finta di nulla; ufficialmente, non sapevo cos’avesse combinato con Antonio. Intervenni:
“Cara, hai sentito cos’ha detto il Dottore? Saresti perfetta. Fammi felice, allora. Voglio che tu ti metta a disposizione dei tuoi capi, anche subito se lo vogliono, così potranno assegnarti il lavoro più giusto per te.”
“Ma io…!” La bloccai e mi rivolsi a quei due.
“ È meglio che vi lasci soli. Così potrete parlare liberamente di cose che io non capirei. Voglio che Simona stia con voi e che vi faccia vedere quanto è brava.”, e mi allontanai, lasciandoli convinti che il fidanzato stava consegnando la propria ragazza nelle mani dei suoi capi, anzi dei loro cazzi, senza essersene reso conto.
Riuscii a sentire Antonio dirle “vediamo se sei davvero brava e superi il test con noi due.” e subito dopo fui richiamato.
“Dario, cambio di programma, rimani e goditi la serata. Noi portiamo Simona in un ambiente più tranquillo, così approfondiamo alcune cose.”
Gli sorrisi, “Non c’è problema.” e mi rivolsi a quella che, per loro, era la mia ragazza, “Simona, io ti aspetto qui.” e lì vidi uscire dalla sala.
“Simona, tu non ti preoccupare e pensa solo a divertirti questa sera.” le disse Antonio, uno dei dirigenti.
Simona faceva ancora fatica a credere quello che le era successo, che le stava capitando, e a chissà cos’altro le sarebbe capitato.
Io stesso, presente in veste di suo accompagnatore ufficiale, avevo timori per lei ma, nello stesso tempo, ero felice per lo scatto, repentino, in avanti della sua carriera.
In sala c’erano una trentina di persone, tra dirigenti e colleghi e Antonio me li presentò uno per uno, passando velocemente da un impiegato all’altro e enfatizzando i nomi di tutti i suoi colleghi e superiori, alcuni dei quali che neanche Simona conosceva.
Arrivò il momento di presentarci l’AD, il dott. Motisi, che fu cortese anche con me, ma che ebbe occhi solo per Simona.
“Benvenuta tra noi, sono davvero felice di avere una collaboratrice come te nel Team, e congratulazioni per la promozione. Mi ha detto Antonio che hai superato brillantemente il nostro test privato a pieni voti.”
Rimasi stupito dal fatto che lo avesse detto il più alto in grado di quell’Azienda; quindi, era tutto organizzato. Simona rimase impietrita e gli occhi dell’AD le chiesero cosa diavolo stesse accadendo.
Pensai di correrle in aiuto, intrigando i suoi dirigenti con una bugia: cosa c’è di meglio di fare becco un povero fesso? Decisi, così, di spacciarmi per il suo ragazzo; lei non mi avrebbe smentito, almeno, non subito.
“Ah, si? La mia ragazza ha fatto un buon lavoro? Bene! Ne sono davvero felice.”
Risposi per lei, incrociando lo sguardo divertito dell’AD.
“Non vi chiedo in cosa verteva il test, tanto non lo capirei e, poi, gli esperti siete voi; ma, conoscendo Simona, sono sicuro che avrà fatto un ottimo lavoro.”
L’AD non comprese se ci facevo o se c’ero, e decise di passare al contrattacco:
“Si, da quanto ho saputo, ha fatto un buon lavoro, la nostra Simona”, lo disse dandole un buffetto su una guancia e regalandole un sorriso, sornione, continuò:
“ma è stata una prova con un solo dirigente. Ed è sempre meglio fare un colloquio con tutti i capi; così si evitano brutte sorprese per il futuro.”
Iniziai a ridere, educatamente, e quelli mi seguirono a ruota.
Decisi, all’istante, di giocarmi la carta del fidanzato che “c’è”; l’ingenuo, il fesso, che ha cieca fiducia nei capi della propria ragazza, e quello proseguì nel suo discorso:
“Dario, la tua ragazza ha grandi potenzialità e noi vogliamo sfruttarle al massimo” si fermò, aspettando un mio assenso e lo ebbe:
“Sarebbe bellissimo, dottore. Simona lo merita davvero...,” sono bravo nelle pause ad effetto,
“…che avesse la possibilità di farvi conoscere tutte le sue potenzialità.” gli risposi.
Lui sorrise, rilassato.
“Sono felice di sentirtelo dire, Dario. Per noi è importante che tu sia d’accordo, perché Simona sta per firmare un contratto molto importante, per lo stipendio, ma potrebbe guadagnare molto di più..”
fece una piccola pausa ad effetto anche lui, “..superando il nuovo colloquio e accettando altri lavori per noi. Sono migliaia di euro in più, Dario.”
Ecco! Era il momento di fare il ragazzo credulone, pronto a diventare un inconsapevole cornuto.
“Io non so cosa dirle, Dottore.” mi girai verso Simona, sempre incredula nell’ascoltare le nostre parole, “ma Simona, come puoi rifiutare questa proposta, senza sapere di cosa si tratta?”
E l’AD si rivolse direttamente a lei.
“Simona, abbiamo visto che sei una ragazza giovane ed entusiasta, e che ti diverti con noi,…” un’altra piccola pausa ad effetto, “..a lavorare.”
Mi guardò in cerca del tacito assenso del fidanzato che lui vuole fare cornuto, felice per la sua donna che fa carriera; e lo ottenne subito con un mio cenno della testa. Proseguì:
“Simona, noi vorremmo che tu facessi parte del nostro Team intimo.” Finalmente, la mia amica disse qualcosa.
“Sembra interessante.”
“Urca! Se lo è! Da quello che mi ha raccontato Antonio, saresti una ragazza perfetta per questo genere di cose.”
Vidi Simona diventare rossa, più dei suoi capelli, e feci finta di nulla; ufficialmente, non sapevo cos’avesse combinato con Antonio. Intervenni:
“Cara, hai sentito cos’ha detto il Dottore? Saresti perfetta. Fammi felice, allora. Voglio che tu ti metta a disposizione dei tuoi capi, anche subito se lo vogliono, così potranno assegnarti il lavoro più giusto per te.”
“Ma io…!” La bloccai e mi rivolsi a quei due.
“ È meglio che vi lasci soli. Così potrete parlare liberamente di cose che io non capirei. Voglio che Simona stia con voi e che vi faccia vedere quanto è brava.”, e mi allontanai, lasciandoli convinti che il fidanzato stava consegnando la propria ragazza nelle mani dei suoi capi, anzi dei loro cazzi, senza essersene reso conto.
Riuscii a sentire Antonio dirle “vediamo se sei davvero brava e superi il test con noi due.” e subito dopo fui richiamato.
“Dario, cambio di programma, rimani e goditi la serata. Noi portiamo Simona in un ambiente più tranquillo, così approfondiamo alcune cose.”
Gli sorrisi, “Non c’è problema.” e mi rivolsi a quella che, per loro, era la mia ragazza, “Simona, io ti aspetto qui.” e lì vidi uscire dalla sala.
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