L'isola della dominazione

di
genere
dominazione

Nosy Be, Madagascar.
Siamo partiti per un viaggio, il quarto di quest’anno, lasciando dietro il freddo di febbraio per passare due settimane sull’oceano Indiano, prima tappa una delle isole minori del Madagascar.
Il giro prevede isole disabitate, giungla, barriere coralline e nella seconda settimana una mini-crociera senza discesa a terra, su una vela per soli noi due, liberi di scegliere l’isola in cui fare rada nell’arcipelago delle Seychelles.
Il nostro volo è lungo abbastanza da rilassarci, ambientarci bere vino tra un film e qualche mano curiosa che va a giocare con la pelle di entrambi, guarda caso è un aereo con i servizi “downstairs”.. bei ricordi.
Sbarcati nella nostra prima tappa, Nosy Be, lasciamo subito i bagagli, e quei vestiti di troppo, al nostro chalet. Abbiamo preso un’abitazione privata immersa tra le palme sul mare, vogliamo dormire con lo sciacquio lento delle onde nella stanza. Il posto è perfetto, abbiamo una privacy totale, il barbecue, l’amaca e un fantastico bagno all’aperto, siamo talmente isolati da poter mangiare, dormire tra le palme e farci la doccia senza dover indossare nulla. Sognavo questo posto.
Non perdiamo tempo, aliamo immediatamente il catamarano che ci aspettava armato sulla riva e partiamo per circumnavigare l’isola, veleggiamo per due ore, ci diamo il cambio e sfidiamo tutte le barche che ci capitano a tiro.. poverine! Durante la navigazione scoviamo una minuscola baia, entreranno a malapena due hobie cat, spiaggiamo la nostra deriva per riposarci un po' all’ombra, troviamo un angolo perfetto che sistemo con delle foglie di banano su cui stenderci. Ma prima ci spogliamo nudi, corriamo verso l’oceano per un tuffo rifrescante, quando siamo in acqua ti prendo, ti faccio sedere sulle mie ginocchia e ti bacio profondamente, ti sento stringerti a me, le tue mani e le gambe intrecciate dietro la schiena che tirando portano i nostri sessi a toccarsi, giochi con le tue labbra a provocare la mia erezione, strofini lentamente la fica sulla mia cappella facendomi sentire ogni brivido, mi guardi negli occhi e improvvisamente mi tiri a te, ti penetro in un solo movimento, ansimi, facciamo l’amore sotto il sole, sulla riva con le onde che ci rinfrescano.
Dopo un’oretta di riposo all’ombra dei banani ci rimettiamo in navigazione, torniamo alla nostra casa per quella settimana, ci sistemiamo e andiamo al mercato dell’isola, torniamo carichi di frutta e un magnifico Mahi Mahi da fare alla brace quella stessa sera.
Mentre cuocio il pesce, tu hai sistemato la tavola, hai aperto il vino e me ne porti un bicchiere, sei vestita di un tessuto leggero, trasparente e non indossi nemmeno le scarpe. Osservo quella veste che cade sul tuo corpo mostrandone ogni curva alla luce notturna soffusa, studio il profilo della tua schiena, i tuoi seni che interrompono il filo liscio dell’abito sul tuo dorso, vedo la tua pancia liscia, i fianchi e quel ciuffetto di pelo tra le tue gambe. Balli scalza sul prato, bicchiere alla mano una musica locale dalle sonorità zanzibarine che viene da dentro la casa, ti raggiungo e balliamo insieme gustandoci il pesce alla brace e ben più di una bottiglia di vino.
Sarà il posto, la felicità di una vacanza così o semplicemente la passione e l’intesa tra noi, ma sei di nuovo seduta sulle mie gambe, baciandomi il collo e ancheggiando voluttuosamente sui miei fianchi. Io sono un po' ubriaco, e felice mi gusto il tuo corpo lo stringo tra le mani ricordando che è mio. Ogni centimetro di ti è mio e ogni centimetro di me è tuo, specialmente la lunghezza e lo spessore della mia asta, alla quale ti stai avvicinando facendo scorrere la punta della lingua del mio pomo d’Adamo fin tra le cosce, superi l’asta e vai direttamente al perineo, sotto le palle che prendi in bocca succhiandole avidamente. Io sono seduto, tu sei china tra le mie gambe e ti strofini energicamente la fica sulla mia caviglia che ho prontamente messo sotto di te per darti piacere mentre aspiri il mio cazzo con foga. Voglio proprio divertirmi questa sera.
Andiamo in salone, ci spogliamo di quei pochi abiti che abbiamo addosso e intrecciamo i nostri corpi sopra ogni mobile, poltrona e divano di quel posto, specialmente sul divano finiamo un con la testa tra le cosce dell’altro, tu sopra di me ancora dedicata a baciare e leccare la mia cappella rigonfia, io tra le tue labbra a succhiarti il clitoride, bevendo ogni goccia del tuo fluido. Ho portato ogni genere di vibratore, plug da culo e gioco sessuale che abbiamo, mentre lavori dedita al piacere del mio cazzo rovisto nella valigia e trovo un plug da culo bello largo, di quelli che rimangono dentro e fuori, senza avvisarti metto la punta sul tuo buco, e lentamente ma senza tirarlo indietro di un millimetro ti riempio, seguendo il ritmo delle tue viscere che si allargano per ospitare questa gradita presenza. Più lo metto profondo, più la tua fica si bagna, sento colare i tuoi umori lungo il collo. È dentro.
Ti metto in piedi, e per la mano ti porto sopra ad un bel tavolino di legno massiccio, basso e solido. Ti bendo, ti lascio li in piedi mentre ancora cerco nella borsa. Senti i rumori, cerchi di capire cosa sto prendendo. Torno da te, senti un collare di cuoio stringersi alla tua gola, stretto abbastanza da provocarti un’ulteriore eccitazione, ti ordino di metterti in ginocchio, gambe larghe, e scendere lentamente… guido la tua fica nella giusta direzione, ne allargo le labbra con due dita e accompagnando il tuo corpo con una mano sul fondoschiena ti spingo su di un grosso vibratore ma sei così eccitata che prima ancora di farlo sparire completamente dentro di te godi con forza. Ti guardo soddisfatta, bendata e sudata da quell’orgasmo dirompente ancora ansimando per il piacere lussurioso appena provato.
Ti ordino di restare li, ferma a far rallentare i battiti del cuore senza muovere un muscolo, obbedisci felice, ma quei due corpi estranei non cessano di caricare la tua eccitazione. Io prendo il cazzo in mano e lentamente mi masturbo alla vista del tuo corpo vibrante, desideroso di godere ancora e in altri modi.
Vado alle tue spalle, estraggo con pacatezza il plug dalle tue natiche, e mi preghi di non lasciare quel vuoto in te. Nell’altra mano ho già l’uncino, faccio passare la corda intorno al tuo collo, la tiro restando alle tue spalle e per effetto senti quel freddo metallo farsi strada in te. Lego le tue mani dietro la schiena e ad esse l’estremità della corda che tende quello strumento di piacere che hai nel culo.
Prendo le tue mani e per esse ti faccio alzare, ogni movimento si ripercuote dentro di te, ogni passo verso il divano è un gemito di piacere e dolore. Ti metto inginocchiata sulla cuscineria il petto appoggiato alla spalliera del divano in una pecora esemplare. In piedi dietro di te spingo il mio cazzo gonfio nella tua fica. Ho voglia di scoparti con un animale, violentemente, dominando ogni fibra del tuo corpo e della tua mente sottomettendola completamente a me.
Ansimiamo rumorosamente, all’unisono, ad ogni penetrazione corrisponde un nostro respiro sincrono sempre più profondo. Con una mano ti stringo il collo, lo porto a me e sento la tua schiena inarcata toccare il mio addome, un’altra mano sulla tua pancia per stringerti ancora più forte. Spingi la fica con forza sul mio cazzo, vuoi avidamente farlo entrare più a fondo che puoi, ti sento tremare e ansimare più forte, sento il tuo orgasmo avvicinarsi più poderoso che mai, sento le tue viscere calde avvolgermi, urli di piacere. Le nostre urla si mischiano, svuoto ogni goccia del mio sperma in te, senti ogni contrazione del mio piacere. Godiamo insieme, ci appaghiamo l’uno del piacere dell’altro.
Rimaniamo qualche minuto abbracciati, il tempo di rallentare i nostri cuori, facciamo una doccia nel nostro giardino e ci mettiamo a letto, dormi sul mio petto esausta e felice. Il primo giorno di vacanza è stato divino, aspettiamo con ansia i successivi…
di
scritto il
2024-06-01
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