Rincasare

di
genere
dominazione

Siamo in macchina, tornando da una festa e stranamente un po' ubriachi.
Siamo di ritorno nella nostra casa, abbiamo scelto una villa nel centro di Roma con il giardino, la ghiaia bianca e l’orto per frutta e verdura fresca. Dalla torretta si vede tutta la valle della città.
Io sono in quei giorni dove il tuo corpo mi stuzzica anche senza volerlo, guardo con ardore alla tua coscia che esce fera dallo spacco del vestito, persino la caviglia ha qualcosa da dirmi quasi volesse sentire la mia lingua che ne disegna le linee.
Tu guardi distrattamente la strada scorrere, ne approfitto per posare la mia mano avanti al tuo ginocchio e stringere, senza fare male, ma sentendo il muscolo nella mano e la tua pelle liscia. Mi guardi con un sorriso malizioso, sai già cosa penso.
Torni a guardare fuori, lasciandoti esplorare dalla curiosità della mia mano, cerca le parti più delicate della tua pelle, le stringe tra le dita e le pizzica. Lascio scorrere le dita tra le tue cosce fino a sentire il pelo, non hai le mutandine. Comando. Non desideravi altro.
Prendo la cravatta dalla tasca e ti bendo. Voglio che tu non sappia cosa sta per arrivare, cosa sto per farti provare. Voglio leggere la sorpresa tra le tue labbra che si mordicchiano l’una con l’altra.
Inizio a massaggiarti vicino le labbra, tra le gambe, sfiorandole appena, quasi per caso. A ogni passaggio sussulti, godo nel vedere le tue reazioni. Lentamente inizio a toccarti sempre più spesso, sempre più vicino, fino a stringerti le labbra tra le dita, spremendo un po' di libido dalla tua fica. Sento la mano bagnarsi di te, sento muovere il tuo bacino alla ricerca di un tocco più forte, di un ritmo più intenso.
Con due dita ti allargo le labbra, risalgo fino al clitoride e lo stringo, ci gioco, lo sfrego. Tu bendata, tremante di piacere socchiudi le labbra, le lecchi, cerchi un bacio che s’intrecci con la tua lingua.
Ti ordino di aprire la bocca, la senti riempirsi. Ti dico di giocare con la lingua, di assaporare le due dita umide che un momento prima stavano esplorando le tue cosce. Cominci a succhiarle avidamente, mentre apro il cancello del giardino ed entro nel viale. Finalmente fermi, all’aperto nella nostra proprietà. Mentre ancora simuli un pompino sulle mie dita prendo un oggetto dal vano, lo senti scivolare sotto le cosce e spingere in un altro buco. Non sai cos’è, ma non t’importa. Ti piace, non vedi l’ora di sentirlo premere contro il tuo culo e farsi strada nel tuo corpo. Mentre a gambe larghe, mi senti affondare l’oggetto misterioso in te stringi i denti, quasi mi fai male.
Ti prendo per il collo con una mano, lo stringo e ti porto la bocca sui bottoni dei miei pantaloni. Ne senti l’odore. Il mio cazzo è già fuori dai boxer, duro, e ti sta premendo contro le labbra, contro la guancia. Apri la bocca, lo prendi più in fondo che puoi, senti la mia cappella gonfia nella gola. Dal piacere affondo ancora più in profondità l’oggetto che hai nel culo. Godi e succhi avidamente tutto il mio cazzo, quasi volessi ingoiarlo mentre gioco con il tuo corpo.
Non resisto a lungo, voglio penetrarti. Ti porto fuori dall’auto, ti stendo di pancia sul cofano e alzo il vestito.
Vedo la tua schiena, i capelli stravolti trattenuti dalla cravatta che ancora ti copre la vista, la tua fica, gonfia e gocciolante pronta a farsi pervadere. Ti poggio cappella sul buco della fica e spingo, fino in fondo, ti riempio completamente. Sussulti, provi un misto di piacere e dolore. Ad ogni spinta sei penetrata dal mio cazzo e da quell’oggetto che ti fa godere anche dal culo. Con le mani mi prendi i fianchi e mi tiri a te, a cercare una forza ancora più improvvisa.
Ti metto una mano intorno al collo, lo tiro me, sento la tua schiena sul mio petto e il tuo culo che bloccato dalla macchina viene ripetutamente penetrato da me e dal nuovo giocattolo.
Man mano che ti avvicini a godere stringo le dita al tuo collo, respiri affannosamente ma mi chiedi di continuare, di penetrarti più lentamente, più in fondo.
Godi. Forte. Ho il tuo collo nella mano, sento le vene pulsare e l’aria scorrere. Veniamo insieme, ti riempio del mio sperma, esco da te e gli ultimi schizzi sono indirizzati al tuo culo, le gocce scorrono tra le tue cosce.
Ripongo il gioco, senza fartelo vedere e ti levo la cravatta. non sai ancora cos’è.
Andiamo in casa, ci docciamo e con un ultimo brindisi ci mettiamo a letto. Mi baci, ti avvicini al mio orecchio e mi chiedi di usare ancora su di te quell’oggetto misterioso che hai trovato così piacevole…
di
scritto il
2023-03-08
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