Giocare
di
T_
genere
bondage
Siamo sempre stati molto affini sul sesso, curiosi ed entusiasti di provare cose nuove, su entrambi.
Ultimamente ci piacciono i giochi di dominazione, totale potere sulla mente e corpo dell’altro, ma sempre
d’accordo l’uno con l’altra.
Ti ho ordinato di venire a casa mia alle 23 esatte.
Obbediente parcheggi la macchina in garage, e come da istruzioni ti spogli completamente nuda nell’auto,
lasci li i vestiti e con solo i tacchi addosso bussi alla mia porta.
Ti apro, entri senza dire una parola, perché questi sono gli ordini, e vai a sederti sulla poltrona completamente
nuda a gambe aperte così da farmi vedere la tua fica con un po' di pelo, in vogliosa attesa di soddisfare ogni
mia volontà. Ti giro intorno, ti guardo, immagino come usare al meglio il tuo corpo, come farti sentire una
serva del mio cazzo.
Ti ordino di alzarti, aprire l’anta dell’armadio e prendere le corde, il gancio, dei vibratori da fica e da culo,
anche la pallina da metterti in bocca. Rimani in piedi, immobile sui tacchi mentre lego le tue caviglie unite,
lego le mani dietro la tua schiena.
Passo alla parte più interessante, per me, ti metto la pallina in bocca, non perché tu sia autorizzata a parlare,
ma perché adoro sentirti gemere mentre uso il tuo corpo. Ti chiudo il collo in una collare di cuoio, lego
un’estremità del gancio ad una corda e senza lasciare al tuo ano di adattarsi ti spingo l’altra estremità del
gancio dentro, entra tutta in un colpo solo. Il primo gemito, mi fa pulsare il cazzo già eretto da quando ti ho
vista seduta, nuda e in attesa di essere usata, sulla poltrona. L’altra estremità della corda attaccata al gancio
la faccio passare in un anello nel collare, la tiro abbastanza da renderti impossibile abbassare la testa senza
che il movimento faccia penetrare sempre più in fondo il gancio tra le tue natiche. Fermo il tutto con un nodo
quando sono soddisfatto della tensione, il tuo sguardo si fa supplichevole. Di altre attenzioni e piacevoli
torture.
Legata come sei ti faccio alzare, ma ti obbligo a camminare da sola fino al tavolo, ogni passo con le caviglie
legate è difficile, e smuove quel gancio ricurvo di metallo che sta esplorando e allargando il tuo culo per me.
Dopo svariati gemiti di dolore e piacere, finalmente arrivi al tavolo, dove ti lasci cadere a pancia in giù. Rimani
così piegata a pecora, legata e impossibilitata a muoverti ancora, le gambe tese fino a terra, ancora sui tacchi.
Mi avvicino a te, mi metto di fronte, la cappella del mio cazzo ti sventola davanti al naso, vuoi succhiarmelo,
così ti levo la pallina dalla bocca e sostituisco quella piccola cosa con la mia pulsante e calda cappella fin nella
tua gola. Sei immobilizzata, muovo quindi il cazzo ritmicamente avanti e indietro, scopandoti la bocca, il che
ha il beneficio di muovere di conseguenza la corda, e il gancio che ormai è profondamente nel tuo culo. Ora
si sentono solo gemiti di piacere, ti sei abituata a ospitare quel ferro dentro di te, e il mio cazzo nella tua gola.
Così presa a godere del momento di dominio e sesso che stai subendo non ti accorgi dei miei movimenti, ho
preso un grosso vibratore che improvvisamente ti spingo nella fica già fradicia, entra facilmente in fondo,
riempiendo l’ultimo buco che ti rimaneva libero. Mentre con la bocca aspiri avidamente ogni centimetro del
cazzo, con un’altra corda ti lego i fianchi facendola passare in mezzo alle tue cosce e bloccando il vibratore
nella tua fica completamente penetrata, non entra più un altro millimetro, sei piena.
Questa scena mi fa ribollire il sangue e gonfiare il cazzo a dismisura, lo senti che spingo più forte nella tua
gola, quasi soffocandoti. Non resisto più, voglio vedere il tuo viso mentre vengo a dismisura nella tua bocca
la riempio del mio seme in uno, due, quattro fiotti di sperma. Il tuo ordine è di ingoiare tutto, non puoi certo
sporcarmi il tavolo. Una volta che mi hai ripulito il cazzo con la lingua mi allontano, e osservo. Godo nel vederti
così legata, doppiamente penetrata nella fica e nel culo, con ancora le gocce del mio seme ai lati della bocca,
che ti scorrono fin sul collo.
Sono incredibilmente eccitato, il cazzo mi resta duro, non vuole saperne di darti pace.
Vado alle tue spalle, dove non puoi vedermi, ma solo dedurre cosa sta accadendo. Per terra è un lago, gli
umori della fica ti sono colati tra le gambe, arrivando fino alle caviglie. Il vibratore è ancora al suo posto,
acceso. Tremi dall’eccitazione, vuoi un orgasmo.
Lo avrai, ma dal culo bella mia. Ti slego le caviglie e ne lego ognuna alla gamba del tavolo, ora sei costretta a
gambe larghe.
Estraggo il gancio, lo lascio sulla tua schiena, voglio che senti quel metallo che hai così bene ospitato mentre
mi davi piacere con la bocca, e bevevi poi il mio seme.
Ti penetro, deciso, forte e in profondità. Lanci un urlo, per il dolore di quell’improvviso spessore nelle tue
viscere, misto al piacere.
Ti scopo, forte e senza darti tregua, allungo la mano e ti metto due dita in bocca, tirandoti a me e
costringendoti a tenere la schiena inarcata, così da farmi esplorare ancora più in fondo il piacere di scoparti
nel culo. Sento le tue gambe tremare, sussulti a ogni spinta, ogni volta che ti riempio emetti un verso di puro
piacere. Senti il mio cazzo riempirti e scorrere sul vibratore che ti riempie la fica, non sai nemmeno più da
dove proviene il piacere.
Inizi a urlare, pregandomi di continuare a scoparti, di non fermarmi e concerti quell’orgasmo che desideri
così fortemente.
Ti pongo due sole condizioni, devi implorarmi di venirti nel culo e riempirtelo di sperma, e presentarti ogni
giovedì sera alle 23 alla mia porta. Nuda e pronta a farti dominare ancora.
non vedi l’ora di sentirmi pulsare in profondità nelle tue viscere, gridi implorandomi di venirti nel culo e di
farti scopare ogni sera. In quel momento godi, forte, tremando, ansimando. Allo stesso tempo mi svuoto il
cazzo dentro di te, ancora quattro spinte, lente, una per ogni fiotto del mio seme che si riversa in te.
Mi accascio sulla tua schiena nuda, sudata di piacere. Lecco il tuo sudore pregustandomi il prossimo giovedì…
ti spoglio delle corde e dei giochi, ti accompagno alla porta. Dopo avermi ringraziato torni alla macchina, dove
ti rivesti e torni a casa, senza parlare proprio come sei entrata da quella porta. Ansiosa che arrivi la prossima
settimana..
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