In Crociera

di
genere
dominazione

Siamo finalmente partiti per una crociera in tarda estate, abbiamo mollato gli ormeggi del nostro Pogo 36 il 12 marzo da Papeete verso le Isole Sottovento con l’obiettivo di esplorare tutto l’arcipelago, per questo ci siamo riforniti di un’abbondante cambusa dove non mancano frutta, vino e tutto il fresco che l’isola ci ha potuto offrire.
La barca veleggia magnificamente, notte e giorno siamo spinti dai venti oceanici, costanti e caldi. Da qualche giorno abbiamo abbandonato l’uso dei vestiti, solo crema per il sole che ci spalmiamo più volte durante giorno, spesso finiamo a fare l’amore sul ponte mentre ci incremiamo, quando passi con la tua mano tra le mie gambe non voglio resistere al sapore della tua pelle nella bocca, e tu a quella del mio cazzo nella tua. Non è la prima volta che ti inginocchi tra le mie gambe leccandomi il cazzo per vederlo alzarsi e sentirlo indurirsi tra le tue labbra.
I giorni a bordo sono splendidi, leggiamo, nuotiamo nell’oceano, dormiamo in rada vedendo film e facendo l’amore alla luce della luna.
Questo pomeriggio è calmo, vento leggero ma costante e la barca va da sola con il pilota automatico verso la prossima rada, lo controlliamo ogni tanto mentre facciamo lavoretti a bordo, tu sei a prua sistemando i bozzelli in base d’albero. Ti vedo bene, nuda e sudata mentre lavori, piegata sulle ginocchia impegnata a risolvere quel problema. Sei abbronzata, segno del costume ancora evidente e la tua fica davanti ai miei occhi mi suscita ogni genere di desiderio. Scendo in coperta a prendere qualcosa che mi tornerà molto utile a breve.
Torno sul ponte che sei ancora intenta a lavorare, mi avvicino a te e alzi lo sguardo. Rimani con gli occhi fissati sulla mia erezione, guardi le vene gonfie sul mio cazzo e le accarezzi con la punta delle dita, lo prendi con la mano che poi fai scorrere sui miei testicoli e mi spingi a te, verso la tua bocca aperta. Succhi forte, sento dolore ma mi piace, amo la tua passione.
Ti spingo verso l’albero, indietreggi abbastanza da sentire il metallo freddo sulla schiena e rimani bloccata tra il mio cazzo che ti riempie la bocca e l’albero che svetta fino al cielo. Per non rischiare di venire troppo presto ti faccio alzare, e ti do una cosa in mano. Avevo preso una cima dalla coperta, ti guardo negli occhi mentre mi chiedi di usarla.
Ti faccio girare, petto al maestro che si mette tra i tuoi seni, lego le tue mani dietro l’albero. Mi fermo un attimo a godere di quella vista, tu legata alla barca, in piedi, nuda e con una goccia che dalla fica ti scorre sulla coscia. Ti sei bagnata così mentre sentivi i tuoi polsi legati l’uno all’altro, l’idea di metterti nelle mie mani ti ha fatta impazzire. Mi abbasso per assaporare quella goccia, lecco la tua coscia dal ginocchio fino alle labbra, spingo la lingua fin nel buco, ti bacio tra le labbra e succhio il tuo clitoride. Con le mani sui tuoi fianchi ti tiro a me, per sentirti ancora più forte, allarghi le gambe per far arrivare la mia testa fino in fondo alle tue voglie.
Non resisto più, mi alzo in piedi, mi metto dietro di te e ti penetro, lentamente ma fino a sentire il tuo culo contro il mio ventre, ti riempio la fica con il cazzo, ti stringi all’albero mentre gemi per il piacere che desideravi da molti minuti. Mi hai implorato più volte di scoparti mentre ci eccitavamo e finalmente ti senti come speravi, posseduta.
Tengo i tuoi seni nelle mani, seguiamo il ritmo, lento e profondo con i nostri corpi, mentre ti penetro mi baci succhiandomi la lingua, vuoi ogni piacere che posso darti.
Seguendo il tuo desiderio ti metto un pollice in bocca, te lo faccio succhiare mentre spingi la tua fica verso di me per farti penetrare, ti accarezzo la schiena con quella stessa mano, stringo il tuo culo nel palmo e spingo quel dito umido della tua saliva nel tuo buco libero. Lo faccio forte, senti piacere e dolore, entra tutto senza bisogno di alcun aiuto, spingi ancora più forte verso di me.
Senti questi due corpi dentro di te, che all’unisono ti scopano la fica e il culo. Ti piace essere piena da entrambe le parti, lo so.
Decido che è arrivato il momento di farti sentire il mio cazzo, stavolta nel culo. Esco dalle tue labbra, ma non perdo un attimo che torno a riempirle con due dita, stringo la mano così da avere il tuo clitoride nel palmo, stringo forte mentre ti penetro e comincio a scoparti nel culo.
Sono tremendamente eccitato, sono dentro di te, in rada in mezzo all’oceano, un paio di altre barche all’ancora lontano da noi, non possono vederci ma noi vediamo loro, e godiamo insieme nel farlo.
Sento l’eccitazione salire, sono preso dalla foga, tu ansimi, spingendo il culo sempre più forte verso di me. Allungo un braccio oltre le tue spalle, afferro l’albero e lo uso per tirare, ho ancora la mano sulla tua fica, due dita dentro e il palmo che stimola il clitoride, sento la tua fica strofinarcisi contro, ti sento sudare e tremare.
Sei sempre legata all’albero, in mio potere mentre ti sto scopando e mi chiedi sempre più forte di poter venire, io al solo pensiero sento gonfiarsi il cazzo dentro di te, spingo più forte, stringo più forte la fica nella mano e ti sento urlare di piacere, ti contrai mentre vengo dentro di te, senti ogni pulsare nel profondo. Mi lascio andare sulla tua schiena, ti stringo a me. Dopo averti dato un bacio sulla nuca ti libero da quella cima che ci ha così divertiti. Ci facciamo un tuffo nel mare e ci sciacquiamo a poppa. Più energizzati di prima riprendiamo a navigare, e tu dal timone vedi la stessa cima di poco prima, pronta sul letto per legare i tuoi piedi questa stessa notte.
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scritto il
2024-05-21
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