Prima esperienza da sottomessa

di
genere
dominazione

Ho smesso per un attimo a leccarlo ed ho fatto cenno di no con il capo.
“Il tuo è molto più grosso e lungo! Paolo ha un cazzetto di 13 cm. ed un diametro
di 3/4.”
Lui me lo infilò di nuovo in bocca e mi disse di toccarmi. Ho avuto un ennesimo
orgasmo e pure lui era al massimo della resistenza; mi tolse il cazzo dalla bocca e
mi venne sulle tette; volle che mi pulissi con la mano, per poi passarla, così
imbrattata, su figa e culetto.
Ci alzammo e, tutta nuda, mi portò nuovamente nel camerino e mi fece vedere
come mi aveva conciato le chiappe: erano di un colore violaceo e la cosa mi
piaceva. Mi mandò a casa, tenendosi le mie mutandine.
“Queste le tengo io, le prendi la prossima volta. Tanto una zoccoletta come te,
torna presto di sicuro!”
Tornai a casa e, circa il ritardo, inventai una scusa per mia madre. La sera arrivò
Paolo e, dopo cena andammo con la macchina al nostro solito posto, e gli raccontai
tutto. Era così eccitato, che dovetti costringerlo a farsi due seghe
“Ti è piaciuto quello che ho fatto oggi con quel porco?”
Lui mi ha baciato e mi ha guardato negli occhi.
“Sì, mi è piaciuto molto e, per questo, ti amo da morire.”
Io gli rivolsi uno sguardo malizioso, ma nell'intimo ero più che contenta.
“Bene! Allora domani pomeriggio ci torno, perché voglio provare un paio di
scarpe.”
L’indomani, come d’accordo con il mio fidanzato, son tornata da lui, verso l'ora di
chiusura. Appena mi ha visto entrare, ha subito chiuso il negozio.
“Ciao, puttanella, ero certo che saresti tornata!”
Io gli ho sorriso e mi sentivo già inumidita.
“Volevo provare un paio di sandali, con il tacco a zeppa.”
Lui ha fatto un bel sorriso e poi mi ha condotto nella zona, dove ci sono gli scaffali
con le scarpe. Mi ha fatto scegliere diversi tipi di sandali con la zeppa. Alcuni erano
con il tacco proibitivo, anche se molto belli.
“Siediti e prova questi.”
Mi son seduta e subito il vestito mi è salito su; lui, inginocchiato ai miei piedi ha
notato che ero senza mutandine.
“Puttanella, sei nuda sotto!”
Io gli ho sorriso e maliziosamente gli ho ricordato che le aveva lui le mie
mutandine. Mi ha fatto indossare degli zoccoli con tacco altissimo e poi mi ha fatto
fare due passi.
“Dai, muoviti, che cosi sembri una bella puttanai da strada. Dai, sculetta un po',
zoccola!”
Io ero un lago fra le cosce, mentre mi muovevo fra gli scaffali. Lui mi si è
avvicinato e mi ha abbracciato da dietro. Ha preso a strizzarmi il seno ed io ho
sentito il cazzo duro premere sul culo. Mi ha baciato il collo:
“Piccola puttanella, dai, muoviti che sei nata già puttana e vogliosa.”
Avevo le sue mani dappertutto. Ho iniziato a sbrodolare e lui mi ha infilato due dita
dentro; non ho capito più nulla. Mi masturbava con vigore e io mi son aggrappata
al suo pacco durissimo.
“Brava, cosi zoccola! Adesso te lo faccio assaggiare!”
Lo ha tirato fuori ed io mi son inginocchiata; lui me lo ha infilato in gola, mentre,
sotto, sbrodolavo da paura!
“Succhia, troia, che a te piace molto sentirlo tutto in gola! È vero, succhiacazzi?
Ingoialo tutto!”
Mi sentivo usata mentre lui mi scopava la bocca quasi con violenza; ero cosi
eccitata che non ci facevo caso. Ad un tratto me lo ha piantato quasi tutto in gola
e mi ha detto di ingoiare. Io ho cercato di sottrarmi, ma lui mi ha stretto il naso e,

quindi, per non soffocare, ho ingoiato.
“Bevi, puttana, che ti fa bene e ti piace, lo so! Sei cosi zoccola, che la sborra sarà
un autentico toccasana per la tua pelle!”
Sembrava un fiume in piena. Ne ho ingoiata tanta e poi lui, non ancora soddisfatto,
mi ha messo distesa sulla panca e si è messo a masturbarmi e leccarmi,
facendomi godere altre due volte.
Ero stremata. Dopo avermi fatto godere, mi ha detto che, se volevo le scarpe, me
le avrebbe date facendomele pagare a parte. Io non ho capito subito a cosa
volesse riferirsi, ho preso le scarpe da zoccola e me ne sono andata. Due ore dopo
ho raccontato tutto a Paolo, che si è eccitato e si è fatto una sega, salvo poi
chiedermi cosa potesse significare

pagare a parte

. Curiosa, due sere dopo, son
tornata nell'emporio nel primo pomeriggio e lui mi ha detto che dovevo ripassare
alla chiusura. Quando sono entrata, la sera, lui ha subito chiuso la porta e mi ha
portato in ufficio. Dentro c’era un tizio anziano, sulla settantina, che mi ha
guardato con molto interesse.
“Lei è la puttanella di cui ti parlavo. Non ti sembra un bel bocconcino? Dai, che ce
la spassiamo.”
Io ho cercato di andarmene, ma mi hanno bloccata. Mi teneva stretta e, intanto,
l’altro mi ha alzato al gonna ed ha preso subito a toccarmi.
Ero immobilizzata, ma già godevo. Il tizio mi ha infilato due dita dentro e mi ha
trovato bagnata.
“Cazzo, hai ragione! Senti questa troietta: è già fradicia!”
Non ho capito più nulla e mi son ritrovata in ginocchio con il cazzo di Eugenio in
bocca da succhiare; l'altro lo aveva ancora barzotto, ma appariva molto lungo e
grosso; entrambi mi hanno toccato, masturbato e mi hanno fatto ingoiare un bel
po’ di crema. Non soddisfatto, il tizio mi ha fatto anche leccare il buco del culo e mi
ha pisciato in faccia.
Ero stremata, ma avevo goduto tantissimo, come una vera maiala! Alla fine il tizio
ha detto ad Eugenio:

ok, va bene, le pago io le scarpe di questa puttanella.


Da quel giorno, per sei mesi, mi hanno usato a piacimento. Eugenio mi ha fatto
succhiare dieci cazzi diversi e son sicura che si faceva pagare; insomma mi
trattava da puttana e, in effetti, lo ero, perché in cambio mi regalava vestiti,
magliette e scarpe molto belle.
Questa è stata la mia esperienza di sottomissione ad un porco maturo
scritto il
2024-06-02
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