Grazia e Carlo gemelli eterozigoti - Parte 3

di
genere
incesti

Ritornai in Inghilterra dove mi ero trasferita per gli studi. Avevo trovato un lavoro in un azienda di materiale industriale, ed avevo conosciuto un ragazzo italiano, Giuseppe, che a sua volta si era trasferito 400km più a nord. Era solito una volta al mese raggiungermi per 3,4 giorni ed era così che un bel giorno, la sera di un martedì suonarono alla porta di casa. Chiesi a Giuseppe di andare vedere chi fosse.
Ad voce alta, rivolgendosi a me che in quel momento ero in un'altra stanza, disse:
"Grazia, c'è una persona che dice di essere tuo fratello.
Grazia si affacciò, e vedendo suo fratello esclamò:
"Cosa ci fai qui?".
Carlo:" Volevo farti una sorpresa, sono venuto per farti un po' di compagnia, ma vedo che c'è già qualcuno che ci sta pensando".
Gli andai incontro e lo abbracciai e notando il suo imbarazzo feci le presentazioni :
"Lui è Giuseppe, il mio ragazzo, resterà qui per un po' di giorni"
Superando i convenevoli ci accomodammo tutti nel salotto e ci scambiammo due chiacchiere.
Immaginavo che le aspettative di Carlo erano tutt'altre, non immaginava di trovare un ospite di troppo, ma a volte le sorprese sono come le ciambelle, non sempre escono con il buco.
Carlo aveva previsto di fermarsi per 5 giorni, e facendo i conti sarebbe stato da solo con me solo l'ultimo giorno.
Non era dell'umore giusto, non era il fratellino che era solito avere e cercavo di consolarlo dandogli di tanto in tanto dei bacetti sulla guancia. Cercai di sondare gli impegni che aveva nei giorni a seguire alla partenza, fortunatamente non c'è n'erano. Senza dirgli niente gli feci il biglietto d'aereo a mie spese, per dargli la possibilità di fermarsi qualche giorno in più.
Immaginavo il suo stato d'animo, specialmente la sera quando facevo sesso con Giuseppe, immaginavo le seghe che si sarebbe fatto, sentendo i nostri mugolii, ma non potevo fare altrimenti, non potevo espormi troppo.
Arrivò il giorno della partenza di Giuseppe. Lo accompagnammo in aeroporto, ed una volta oltrepassato il gate ci dirigemmo verso la macchina. Mi misi alla guida e ci allontanammo. Carlo sembrava non volesse perdere tempo, iniziò ad accarezzarmi le gambe e mi suggerì di fare in fretta per raggiungere casa. Mi misi a giocare un po' con lui :
"Non avere fretta abbiamo tutta la serata a disposizione."
Era evidente il suo nervosismo, aveva fatto un viaggio in previsione delle sue aspettative, e non erano andate come lui sperava. Arrivammo a casa, ed una volta dentro mi chiese di non perdere tempo, aveva una voglia arretrata di fare sesso con me. Sorridendo gli dissi di stare calmo, dovevamo prima cenare, ma lui insisteva non voleva perdere tempo. Allora presi la busta dal cassetto e gli dissi :
"Aprila c'è qualcosa che può interessarti".
Lui, incuriosito e perplesso, la apre e esclama:
"Ma è il mio biglietto dell'aereo!"
Ed io:
"Guarda bene la data di partenza "
Carlo: " Ma non è la data scelta da me! Spiegami!"
Grazia:" Ho voluto farti un regalo ed ho pensato che ritardare di 3 giorni la partenza non era un problema"
Carlo si avvicina e mi abbraccia. Mi dice:
"Non sai quanto mi fai felice. Allora ceniamo e al resto ci pensiamo dopo".
Io: "No! Non hai capito, ti voglio adesso".
Fummo nudi in un attimo, ci abbracciammo e in un attimo eravamo sul letto. Pensai subito di coccolarlo con un rapporto orale, cosa a lui molto gradita. Fui ricambiata subito dopo. Supina sentii il suo membro scivolare dentro, mi sentivo al settimo cielo. La passione, la virilità, l'audacia, mi faceva sentire donna, ed io di questo ne godevo. Mi scopava con foga e entusiasmo, come un manuale del Kamasutra. Arrivammo, in un vortice di piacere, all'orgasmo simultaneamente. Fui invasa da un calore enorme quando, a seguito delle sue continue contrazioni, sentii riempirmi del suo caldo sperma, che sembrava non finisse mai. I nostri corpi non volevano più separarsi, stavamo così bene ed appagati. Le sensazioni, le emozioni che provavamo erano sempre le stesse, sembrava che il tempo non si fosse mai fermato. Sapevamo che le nostre vite  prima o poi si sarebbero stabilizzate, e tutto sarebbe finito, ma volevamo viverle giorno per giorno come se ci fosse ancora una volta successiva.
Al mattino mi alzai, lui era lì, ancora nel letto addormentato. Feci il caffè e come una brava compagna glielo portai a letto. Mi inginocchiai e gli detti dei piccoli bacini sulla bocca. Aprii lentamente gli occhi e quando mi vide, mi prese il capo con mano e lo avvicinò alla sua bocca. Ne scaturì un bacio passionale, le nostre lingue si intrecciarono e tornammo ancora a far l'amore. Nei restanti giorni la musica era sempre quella, con la stessa passione e emozione. Arrivò anche per Carlo il giorno della partenza. Lo accompagnai in aeroporto, un ultimo abbraccio, un ultimo bacio e si diresse verso il gate. Si voltò ancora una volta, i nostri sguardi si incrociarono, e con un altro bacio al volo ci salutammo di nuovo. Sarà vero amore? Se fosse tutto vero, SI'.
scritto il
2024-06-23
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