Il parroco è la perpetua

di
genere
prime esperienze

Racconto di fantasia. Sono Grazia, ho 45 anni e sono nubile. Non mi sono mai sposata, tantomeno mi sono sentita trascinata da un sentimento amoroso verso qualcuno. La mia vita è sempre stata dedicata alla cura dei miei genitori, essendo figlia unica, e nel mio tempo libero  a sbrigare le faccende della mia Parrocchia, svolgendo le mansioni della Perpetua, al servizio del Parroco. La mia vita non è stata costellata da grandi emozioni, il mio rifugio era nel sentirmi impegnata in qualcosa, come servire la Chiesa e dare supporto al mio Parroco, Don Gesualdo, già di una certa età, di cui aveva necessità di essere sostenuto nelle attività interne della parrocchia. Il suo servizio sarebbe terminato a breve e sostituito da un'altro parroco più giovane. Arrivò il giorno in cui Don Gesualdo mi chiese di fare le pulizie straordinarie in quanto a breve sarebbe arrivato il suo sostituto. Fui chiamata la mattina seguente, ed avvisata di essere presente alle 12:00 per accogliere Don Saverio al suo arrivo. Lo vedemmo arrivare con la sua auto sportiva, sui 35 anni, alto e bella presenza. Il primo pensiero fu "chissà come sarà, speriamo un po' più attivo di Don Gesualdo". Nei giorni seguenti il nuovo Parroco prese confidenza con le attività parrocchiali e sulle mansioni della mia attività di perpetua. Imparai a conoscerlo meglio, dai colloqui frequenti che scaturivano durante i nostri incontri. Insomma un tipo alla mano pronto ad ascoltare gli altri, era proprio quello che ci mancava. Col tempo subentrò la simpatia e la confidenzialità, a tal punto che iniziammo a parlare dei miei problemi e di come io a 40 anni non avessi scelto di costruirmi una famiglia. La sua presenza nella mia vita era diventata essenziale, era diventato il mio confidente a tal punto da diventare una figura insostituibile. Cominciava a piacermi, un'attrazione, non tanto fisica, ma mentale, che riusciva a cogliere i miei pensieri. Non potevo farne a meno di scambiare due chiacchiere con lui. Mi confessava e mi invitava a liberarmi da ogni peccato affinché la mia anima si liberasse da ogni macchia. In realtà ultimamente mi resi conto di provare un sentimento verso lui, che non sapeva di amicizia o di chissà cosa, ma andava oltre, un sentimento che fino ad ora non avevo mai provato. Don Saverio si era accorto di questo mio turbamento e durante una confessione mi chiesi di liberarmi da questo peso. Gli confessai chiaramente che mi stavo innamorando di una persona e di avere pensieri morbosi nei suoi confronti. Mi rispose che all'amore non si comanda, che dovevo andare dove il cuore mi portava. Non gli dissi chi era questa persona, certo non potevo dirgli che era lui. Un pomeriggio passai dalla parrocchia per vedere se avesse bisogno di qualcosa. Entrai nella sua stanza, di fronte c'era la porta del bagno semiaperta e vidi Don Saverio nudo nell'intento di farsi la doccia. Non si accorse del mio arrivo, ma ebbi il tempo necessario per intravedere il suo sesso penzolante. Indietreggiai, volevo scappare via da quella situazione, invece rimasi lì, ed ancora una volta mi sporsi per rivedere quella splendida immagine. Fui percorsa da brividi, non riuscivo ad immaginare quale fosse la sensazione di averlo tra le mani. Nei giorni seguenti chiesi di essere confessata, e ribadii questa mia ossessione verso questo uomo. Le parole di Don Saverio furono di incoraggiamento purché il sentimento fosse da entrambi le parti. Ebbi l'impressione che stesse immaginando qualcosa, ma non ne avevo la certezza. Fu così che una sera mi presentai in parrocchia. Quando Don Saverio mi vide mi disse:
"cosa fai a quest'ora qui" .
Gli risposi:
"sono venuta per parlarti ancora di quel mio sentimento inespresso". 
E lui:
"Dimmi la verità chi è questa persona, sono io?" 
Arrossii, aveva capito tutto. Piangendo gli chiesi perdono per averlo coinvolto in questa faccenda. Si avvicinò e mi abbracciò. Sentii il calore del suo corpo sul mio, e per me era già abbastanza. Mi disse:
" il peccato se fatto con amore non è mai peccato". 
Mi baciò sul collo, mi sentii pervadere il corpo da brividi, cercò le mie labbra con le sue, ero al settimo cielo. Sentii le sue mani scivolarmi addosso e liberarmi dagli indumenti. Ero come paralizzata, tenevo gli occhi chiusi, come per paura di aprirli e accorgermi che era tutto un sogno. Mi afferrò la mano e la condusse sul suo pene. Era la prima volta che toccavo un pene, era caldo e duro come marmo, che sensazione strana e perversa. Mi prese in braccio e mi adagiò sul letto, mi tolse gli ultimi indumenti e cominciò ad esplorare il mio corpo baciandomi. Che bella sensazione sentirsi accarezzata ed esplorata nella propria intimità. Avevo il suo cazzo nelle mani, lo menavo in continuazione per mantenerlo in erezione. Mi disse :
"sei pronta?" 
Gli risposi:
"sì, ma fai piano che sono ancora vergine." Sentii il suo membro adagiarsi e farsi spazio tra le grandi labbra, entrare piano piano. Sentii un dolore acuto lacerarmi internamente, stavo perdendo la mia verginità, non potevo crederci. Quando mi fu dentro ebbi un sussulto liberatorio, il mio primo pensiero fu "cosa mi sono perso negl'anni!". Mi sentivo dominata, dopo i primi attimi di tensione, mi rilassai e sopraggiunse una sensazione di piacere. Si muoveva ad un ritmo divenne forsennato, le sue mani mi cercavano, scrutavano i posti più nascosti, più intimi. Sentivo il suo membro scivolarmi dentro, strofinarsi nella parte più sensibile della vagina, ogni suo affondo mi toglieva il respiro. Mi prese a pecorina, le sue mani stringevano i miei seni ed io gemevo. Una sensazione unica mai provata. Entrambi eravamo alla ricerca dell'orgasmo che avvenne più tardi in perfetta sincronia. Da quel momento in poi la mia vita ebbe una svolta, avevo la certezza che non avrei potuto farne a meno del sesso. L'unico mio dispiacere, avere indotto in tentazione un uomo di chiesa. 
scritto il
2024-07-03
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