Grazia e Carlo gemelli eterozigoti - Parte I

di
genere
incesti

Sono Grazia, ed ho un fratello di nome Carlo. Siamo gemelli eterozigoti. Fin da piccoli abbiamo condiviso tutto, il latte della mamma, il passeggino, i controlli dal pediatra, le scuole, etc... La nostra è una piccola casa, e come tale abbiamo condiviso anche la camera da letto e il letto. Insomma abbiamo vissuto in simbiosi affrontando i stessi problemi che la vita ci imponeva, perché no, anche quelli sentimentali. Il contatto non ci è mai mancato, la presenza dell'uno è dell'altro era un elemento fondamentale nella nostra vita. La sera a letto dormivamo abbracciati, e crescendo notavamo che i nostri corpi cambiavano, io prendevo forma con i miei seni e il mio sedere, e Carlo con il suo membro, che sentivo diventare sempre più presente quando si a costava al mio corpo. Le carezze che ci scambiavamo  erano carezze d'affetto, ma con il tempo diventavano sempre più maliziose. Scoprimmo l'erotismo. Era il nostro modo di fare lezione, per affrontare questa nuova frontiera, per non trovarci impreparati alle nostre future esperienze. Abbiamo imparato tante cose, come toccarci a vicenda, a masturbarci a far godere l'altro con la pratica orale. L'unica cosa rimasto in sospeso è stata la penetrazione, ma è stata una nostra scelta. Il destino a voluto che con il tempo ci separassimo. Dovendo intraprendere degli studi mi sono dovuta trasferire in una nuova città. È stato un duro colpo per entrambi, l'idea di separarci ci rendeva tristi, dovevamo camminare con le nostre gambe. Trascorsero 4 anni e finiti gli studi tornai a casa, ero una persona diversa, autonoma, ma avevo nostalgia degli anni vissuti con mio fratello. La prima persona che incontrai solcando l'uscio di casa, fu proprio lui. Era diventato un bel giovanotto, quasi non lo riconoscevo. Ci abbracciamo, i nostri corpi incollati sembravano non staccarsi più. In quei secondi mi passavano per la mente tutti quei ricordi di vita vissuta che non dimenticherò mai. Passato l'attimo di emozione mi accompagna in quella che era stata la nostra stanza, la nostra alcova giovanile. Carlo si dovette sistemare nel salotto, non potevamo più dormire nello stesso letto come quando eravamo più giovani. In casa c'era grande euforia, ci raccontavamo del nostro passato e delle nuove esperienze da single. Anche se entrambi avevamo avuto nuove esperienze, quella vissuta insieme era stata la più bella. La sera stessa, oltrepassato la mezzanotte, sento bussare alla mia camera, era Carlo che mi chiedeva se poteva farmi compagnia. Gli feci cenno di avvicinarsi e feci spazio per farlo coricare accanto a me. Il contatto con il suo corpo mi fece affiorare quelle sensazioni e emozioni che non potrò mai dimenticare. Mentre ci raccontavamo i tempi passati i nostri corpi si muovevono con la naturalezza di sempre, come se il tempo fosse stato messo in pausa. Le nostre mani si cercavano, le carezze erano quelle di una volta, i nostri sguardi esprimevono messaggi subliminari. Sentivo la sua mano insinuarsi nei miei slip, e cercare e stimolare il mio clito. Fui travolta da l'eccitazione così grande che sembrava come se stessi raggiungendo l'orgasmo. Non mi opposi e con naturalezza allungai la mano fino a raggiungere il suo membro. Era come se l'avessi toccato per la prima volta, era cresciuto anche lui. Ci masturbammo per tutta la serata scambiando dei piccoli bacetti fino al raggiungimento dell'orgasmo.
CONTINUA......
scritto il
2024-06-19
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