Una perfetta coppia di padroni

di
genere
dominazione

Nella primavera di un paio di anni fa, eravamo stati invitati a cena dalla mia amica Bruna e dal suo compagno Nando. Bruna tempo prima mi aveva detto se mi sarebbe piaciuto fare uno scambio di coppie, ma in quel periodo ero single e avevo dovuto rinunciare. Con lei avevo un’amicizia consolidata e nonostante sia lui che lei sfiorassero i 65 anni, avevano un’attività sessuale molto regolare e piuttosto disinvolta. Da un mesetto avevo parlato a Bruna della mia nuova compagna, Marina e di quanto però fosse sessualmente parecchio inibita e di conseguenza la proposta dello scambio secondo me fosse impensabile. Lei mi aveva risposto che a volte le persone più inibite riservano delle sorprese e che la cena avrebbe potuto creare le condizioni affinché questo potesse accadere. Avevo grossi dubbi riguardo a questa possibilità, ma accettai l’invito con piacere. Marina, pur non sapendo nulla delle chiacchiere tra me e Bruna, non avrebbe mai partecipato, quella sera si era vestita in maniera molto provocante, con un abitino nero molto corto, piuttosto scollato e un paio di scarpe nere con tacco alto, che mettevano in risalto le sue bellissime gambe. Quando arrivammo dai nostri ospiti, notai sulla bocca di Bruna un sorrisetto malizioso, mentre squadrava Marina. Nando invece aveva l’aria sorniona di un felino che pregusta la sua preda. Mi chiesi che intenzioni avessero. La cena a base di pesce fu squisita e il vino bianco che la accompagnava, scivolò giù con estrema facilità, tant’è che ne consumammo due bottiglie e mi accorsi che Nando si preoccupava di tenere il bicchiere di Marina sempre pieno. Conclusa la cena, Bruna sparecchiò il tavolo e ci sedemmo sui divani per continuare la conversazione. Complice il vino, l’ambiente si andava scaldando con discorsi allusivi alla sessualità e Nando ci raccontò, con dovizia di dettagli piccanti, di una loro esperienza di scambio di coppie. Marina era visibilmente imbarazzata, quando Bruna a bruciapelo le chiese “ e tu che ne pensi? Sarebbe una cosa che faresti?” “ No, no, non credo, non ci ho mai pensato in realtà, ma non ne avrei il coraggio e neanche il desiderio” rispose Marina. “Eppure questo signore - guardando Nando- ha una bella dotazione” disse Bruna e posò una mano sulla patta dei pantaloni del compagno. Marina trasalì e distolse immediatamente lo sguardo, avvampando di vergogna. L’imbarazzo cresceva e non sapeva più cosa fare. Ma Bruna incalzò “non sei mica una adolescente che si scandalizza per così poco, vero? O sei una suorina?” e scoppiò a ridere. Marina rispose balbettando “no no certo che no”. E allora Bruna sferrò l’attacco finale e sbottonati i pantaloni di Nando, tirò fuori il suo uccello e cominciò a masturbarlo, senza mai distogliere il suo sguardo da quello di Marina. Lei non riusciva a sostenere lo sguardo di Bruna, ma quando lo distoglieva, inevitabilmente questo andava a finire sull’uccello di Nando, che in breve aveva raggiunto la massima erezione. “Lo vedi che non mentivo? È proprio un bel manico, vero?” e scoppiò a ridere, poi si piegò in avanti e lo prese in bocca, di tanto in tanto sollevando lo sguardo per vedere le reazioni di Marina. Lei era letteralmente ipnotizzata dalla situazione e non riusciva più a distogliere lo sguardo. A quel punto io, ricordando le fantasie che le avevo proposto alcune volte, colsi la palla al balzo per dire “ Marina non prende mai iniziative sul sesso, ma la sua indole è piuttosto quella di essere guidata e preferisce obbedire. “ Ah si? - disse Bruna- allora la accontentiamo subito- e rivolgendosi a Marina- inginocchiati davanti a me!” Lei mi guardò interdetta, con aria frastornata, ma io non dissi nulla e feci solo un lieve cenno di assenso col capo. Allora andò a mettersi in ginocchio davanti a Bruna, la quale incalzò “toglimi le scarpe! - e Marina obbedì -”ora baciami i piedi!” e lei si piegò a sfiorare con le labbra il dorso del piede. “Adesso voglio sentire bene la tua lingua e mettici passione, cazzo!” Esclamò Bruna, spingendole le dita nella bocca. Aveva sospeso il pompino, mentre stava prendendo completamente il controllo della situazione. Divaricò le gambe, facendo in modo che la gonna, scivolando sulle sue cosce affusolate, risalisse verso l’alto, andando a scoprire la sua fica nuda e depilata. Afferrò Marina per i capelli e la portò con la bocca verso il suo sesso. Marina provò a opporre resistenza, ma Nando le scoprì il culo e le diede un paio di sonori ceffoni, che all’istante le arrossarono le natiche e le disse “lecca schiava, lecca questa bella fica, che poi ti riempirò io la bocca!” e mentre Marina si assoggettava sempre di più alla pressione che Bruna le faceva dietro la testa, lui la colpiva con forti sculacciate, strappandole urletti di dolore. A quel punto Bruna, tenendola sempre per i capelli e staccandola un attimo dalla sua fica, le disse, guardandola negli occhi “voglio sentirti dire che sei la nostra schiava!” però Marina tentennava, sembrava voler dire qualcosa, ma una forte inibizione glielo impediva. Allora Bruna la spostò verso il cazzo di Nando, il quale prese subito possesso della sua bocca, affondandovi dentro. Anche lui la teneva per i capelli durante il pompino, mentre Bruna le spingeva la testa contro il cazzo del compagno, per farglielo ingoiare fin dove era possibile. “Ingoialo, suorina, ingoia questo cazzone per intero. Più tardi ti disseterà con la sua sborra!” E tirandola indietro per un attimo le chiese di nuovo “Allora dicci chi sei puttanella!” e Marina “…sono...sono la…la vostra schiava sessuale”. “Si puttanella, sei la nostra schiava!” E le spinse di nuovo la testa in avanti, facendole ingoiare il cazzo di Nando per tutta la sua lunghezza. Marina strabuzzava gli occhi, tossiva e grandi quantità di saliva le colavano dagli angoli della bocca, ma i due non le concedevano un attimo di tregua. Bruna le aveva abbassato le spalline del vestito, scoprendole il seno ed artigliava con le unghie le sue tette e le strizzava i capezzoli o le assestava forti sculacciate, dandole della puttanella. Dopo alcuni minuti di gola profonda, la fecero sdraiare sul tavolo e Nando le sfilò le mutandine, poi Bruna le afferrò una caviglia e chiese a me di prendere l’altra, disse, per offrire la schiava completamente aperta al mio compagno. Nando appoggiò la cappella alla fichetta, ormai inzuppata di piacere e ve la strofinò sopra diverse volte fino a che Marina, in segno di sottomissione, spalancò ulteriormente le cosce di sua spontanea volontà, invitando così il cazzo di Nando a penetrarla. Lui cominciò a scoparla, ora tenendola per i fianchi, ora strizzandole le tette. Marina gemeva di piacere e di dolore, perché Nando affondava i suoi colpi con tutta la forza. Poi Bruna mi affidò anche l’altra caviglia e, salita sul tavolo, si accovacciò, andando a posizionarsi con la fica sulla bocca di Marina. “Ma questa schiavetta è proprio una piccola troia -esclamò dopo un po’, ansimando di piacere- lecca che è una meraviglia. Portiamocela sul letto!” e detto fatto ci ritrovammo in camera da letto. Bruna si mise alla pecorina, con Marina sotto di lei a leccarle il sesso e Nando si posizionò dietro e penetrò Bruna nella fica. “Leccami bene troietta, voglio goderti in bocca” disse Bruna. “Si padrona!” disse Marina prima di dedicarsi a leccare il sesso di Bruna. Lo spettacolo di quell’asta di carne che le sfiorava le labbra, mentre la sua lingua di schiava alternava le leccate al clitoride bagnato di Bruna a quelle lungo l’asta di Nando, piena di umori della fica, era uno spettacolo degno del miglior porno. A un certo punto Nando si fermò e ordinò a Marina di prendergli in bocca le palle, mentre lui rimaneva nella fica di Bruna e lei si assoggettò anche a questo. Bruna ordinò “zoccoletta devi succhiare quelle palle e tenerle bene dentro la bocca! Giraci intorno con la lingua, puttanella! Ohhh mi fa impazzire sapere che la schiava ingoia le tue palle mentre mi scopi! Ora mettile tutto il cazzo in bocca, voglio sentire che la soffochi!” E Nando, uscito dalla fica di Bruna, affondò tutto il cazzo fino a che le labbra di Marina gli toccarono il pube. Marina tossiva e sputava saliva in continuazione e Bruna “adesso voglio che alterni un affondo nella mia fica e uno nella bocca della suorina, falle ingoiare ancora tutto il cazzo a questa troietta!” E Nando eseguì con estremo piacere. Poi Bruna mi fece posizionare davanti al suo viso e cominciò a farmi un pompino, alternandolo con profonde leccate alla fica di Marina. Ottenne più orgasmi e finalmente anche Nando le sborrò dentro. Appena uscito affondò il cazzo nella bocca di Marina, la quale si adoperò a risucchiare i residui di sperma che gocciolavano dall’uretra e a leccare e ripulire la cappella. Immediatamente dopo Nando le disse “ ora ripulisci la fica di Bruna” e Marina obbedì immediatamente, ricevendo in bocca tutto il resto dello sperma che scivolava fuori dalla fica. La ripulì fino all’ultima goccia e ingoiò tutto.
Erano molto soddisfatti dal comportamento di Marina e dopo un po’ ritornammo nel salone. Bruna rimase qualche istante in silenzio a pensare e poi chiese a Marina “Hai esperienza nel fare le pulizie di casa?” “Si rispose Marina, nell’ultimo anno ho fatto spesso questo lavoro, perché sono rimasta senza impiego.” E Bruna “Vorresti venire a lavorare qui da noi? Mi serve un aiuto in casa e se accetti ti terremo in prova per una settimana e saresti giorno e notte a nostra disposizione.” Marina, ancora sotto l’effetto della dominazione subita, non poté che abbassare il capo e dire “Si, come volete”. “Benissimo, allora resterai qui fin da questa sera” disse Bruna. L’eccitazione per tutto quello che era accaduto e la scoperta di quelle interessanti novità riguardo Marina, mi portarono a non fare alcun commento, così fatte le ultime chiacchiere, andai via da solo pochi minuti dopo, provando a immaginare ciò che sarebbe accaduto a Marina durante quella settimana. Mi fu chiesto di non chiamarla durante quei giorni. Attesi con impazienza per una settimana e finalmente ricevetti la telefonata di Bruna. “Ciao, puoi passare oggi pomeriggio? Ti dobbiamo parlare”. “Certamente, sarò da voi più tardi” risposi io - pieno di curiosità sull’accaduto. Arrivai a casa loro a metà pomeriggio e Bruna mi fece accomodare. Mi disse che si erano trovati molto bene con Marina e che, se io fossi stato d’accordo, l’avrebbero tenuta volentieri a servizio da loro, dandole però la possibilità di incontrarmi due volte a settimana. “ E lei cosa ne pensa? - chiesi ingenuamente e Bruna, scuotendo la testa, si mise a ridere, aggiungendo “lei fa quello che dico io! Non è vero schiava? Entra pure!” Marina era scalza, una magliettina strappata la copriva a malapena, lasciando le mammelle in parte visibili e del tutto scoperto il culetto nudo. Quando Bruna le disse di girarsi, vidi che su di esso e sulle cosce portava i segni della sottomissione, sotto forma di strie violacee che si incrociavano. Al collo un cinturino di cuoio nero, con un anello. Stava a testa bassa e non osava guardare Bruna in viso. L’addestramento doveva essere stato piuttosto consistente. “Ciao - mi disse - Nando e Bruna sono due ottimi padroni e vorrei restare qui a servirli”. “Visto? - intervenne Bruna- tutto molto facile .“ Chiesi a Bruna come avesse fatto ad ottenere un cambiamento così repentino e radicale. “ Beh, rispose lei, la frusta si è fatta sentire e poi ho adottato un metodo infallibile. Lei ha l’indole da schiava e anche se fa fatica ad ammetterlo, perché ha dei forti condizionamenti moralistici, ha un estremo bisogno di affidarsi e di essere comandata. Il primo giorno l’ho schiaffeggiata fino a che, in lacrime, mentre mi implorava di smettere, ha accettato di diventare la mia schiava. Ed ho continuato a farlo tutti i giorni e lo farò sempre, tutte le mattine. Vedessi come diventa mansueto e sottomesso il suo sguardo dopo una ventina di ceffoni! Ti faccio vedere. Qui subito in ginocchio! Lecca i piedi della padrona!” disse Bruna a voce alta e poi “Stupida, buona a nulla, non sai nemmeno leccare!” e tirandola su per i capelli, cominciò a prenderla a schiaffi. “E non ti mettere a piangere, se no raddoppio la dose! Visto? Ha imparato anche a controllarsi -disse Bruna con aria soddisfatta- oramai è la mia schiava personale. Adesso sulle mie gambe!” E la fece mettere a pancia sotto, iniziando a colpirla con sculacciate sonore. Pochi minuti dopo la porta di casa si aprì. Era arrivato anche Nando. Bruna lasciò andare Marina e questa gli andò subito incontro, si mise in ginocchio davanti a lui, liberò il suo uccello, aprendo la patta dei pantaloni e lo prese in bocca. “Visto che brava? Ogni volta che rientro mi accoglie così” disse ridendo Nando ”sono bastate poche cinghiate sul culo per abituarla a questo e tanto altro.” Si fece succhiare il cazzo per un paio di minuti, tenendole la testa e poi la scostò, andandosi a sedere sul divano. Marina lo ringraziò e andò subito a mettersi in ginocchio in un angolo. Bruna mi disse che quello era il posto in cui doveva stare in attesa di ordini. Non credevo ai miei occhi, solo sette giorni prima era una donna piena di tabù ed ora era la perfetta schiava sessuale. Evidentemente i due erano stati molto abili a trovare ed evidenziare la natura profonda di sottomissione di Marina. “Ma rimani pure a cena- mi disse Bruna- così potrai vederla all’opera. Ci sarà anche una coppia di scambisti che abbiamo conosciuto su una chat e appena hanno saputo che abbiamo una schiava sessuale si sono fiondati qui da noi. Bene schiava, ora puoi andare a preparare la cena. Quando avrai finito, ti preparerai per servire a tavola. Quello che indosserai stasera lo trovi nel primo cassetto dell’armadio nel tuo stanzino.” Trascorsi un’oretta a giocare a Burraco con Bruna e Nando e verso le 20 squillò il citofono.
scritto il
2024-07-18
2 . 5 K
visite
2 0
voti
valutazione
7.4
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.