Un tranquillo week-end di paura
di
Seinove
genere
dominazione
La dottoressa Arianna Cardelli era la direttrice del Reparto "M", ovvero la sezione dell'ospedale psichiatrico riservata ai maniaci sessuali.
Era venerdì sera, e stava concludendo la sua ispezione quotidiana. In verità, quella sera non avrebbe dovuto trovarsi lì al lavoro; pochi giorni fa aveva infatti chiesto le ferie. Purtroppo l'inserviente di turno nel fine-settimana si era ammalato, e lei aveva dovuto coprire quell'improvviso posto vacante. Assumere un inserviente precario per il week-end sarebbe stato troppo dispendioso. E poi, in fondo, non era nemmeno un lavoro faticoso; doveva solo somministrare calmanti e pasti preconfezionati ai pazienti. Un noioso compito di routine.
L'unica seccatura era che aveva dovuto rimandare l'inizio della sua settimana di ferie a lunedì, cioè fra 3 giorni.
In cuor suo, la dottoressa Cardelli odiava la fauna umana del suo reparto. Stupratori, erotomani, deviati, pervertiti di ogni genere. Fosse per lei, li avrebbe curati a bastonate...ma si sforzava di reprimere il proprio disprezzo e di seguire le procedure canoniche.
Mentre passeggiava annoiata nel corridoio del Reparto "M", Arianna fantasticava sulla sua imminente vacanza alle Canarie: sole, mare, spiaggia...e magari qualche bel maschione a cui mostrare il tatuaggio "nascosto" che si era fatta fare da poco.
*****
Improvvisamente, subito dopo essere sfilata davanti alla Cella n°7, Arianna si sentì afferrare alle spalle.
Una mano sulla bocca le impedì di gridare, mentre un'altra le premeva i nervi alla base del collo. L'oblio dell'incoscienza fu quasi immediato.
*****
Il risveglio non fu dei più piacevoli.
Dopo qualche attimo di smarrimento, Arianna si accorse che le sue mani erano legate dietro allo schienale della sedia a rotelle su cui si trovava seduta.
- «Ben risvegliata, dottoressa Cardelli!», disse una voce alle sue spalle.
Voltandosi, la donna riconobbe subito la figura che aveva parlato: era il PAZIENTE 24, il detenuto assegnato a questa cella.
Arianna provò a dirgli qualcosa, ma si accorse che poteva emettere soltanto dei suoni inarticolati. Solo allora si rese conto di avere in bocca una RING-GAG, un bavaglio composto da un anello che le manteneva la bocca aperta, allacciato sul retro della nuca.
Con grande calma, il Paziente 24 proseguì:
- «Di certo si starà chiedendo come ho fatto ad uscire dalla mia cella. Beh, è molto semplice: sono un buon ascoltatore. Ogni giorno ho ascoltato i suoni del codice che veniva digitato sulla tastiera esterna che apre la cella. Ad ogni suono corrispondeva un numero, e non ci ho messo molto ad imparare la sequenza di numeri digitati. A quel punto non mi è stato difficile aprire la porta con l'aiuto di uno specchietto e di un filo di ferro piegato ad uncino per lavorare sui tasti. Ed ora, se permette, avrei bisogno delle chiavi che lei ha con sé...»
L'uomo le sfilò dal camice un mazzo di chiavi, dalle quali ne scelse una che gli permetteva di rimuovere la particolare cintura di castità metallica che gli cingeva il bacino. E in quel momento la dottoressa Cardelli ricordò per COSA era stato rinchiuso il Paziente 24:
Era un uomo affetto da SATIRIASI, una disfunzione ormonale che lo manteneva in costante stato di iper-eccitazione sessuale.
Ciò lo aveva indotto a compiere vari atti di molestia verso alcune donne. Nulla di troppo grave, in verità; più che altro si limitava a masturbarsi di fronte a loro, o ad eiaculargli addosso di sorpresa. Alla fine fu arrestato e condannato a trascorrere 2 anni di reclusione nel Reparto "M".
Proprio su decisione della dottoressa Cardelli, era stato concordato che la sua terapia si basasse sulla ASSOLUTA ASTINENZA SESSUALE, impedendogli persino la possibilità di masturbarsi tramite il fargli indossare una apposita cintura di castità maschile: una "mutanda" in metallo con un cilindro che avvolgeva il pene, permettendogli di urinare ma non consentendo in alcun modo la manipolazione dei genitali.
Date queste premesse, Arianna rabbrividì al pensiero di quanto testosterone doveva avere accumulato il Paziente 24.
E infatti, ora che l'uomo si era liberato della sua costrizione metallica, manifestava un'erezione formidabile.
- «Mi lasci dire, dottoressa, che questa sua soluzione non è stata affatto gradita. L'impulso sessuale non può venire represso con la forza. E da parte mia, è stato spiacevole essere trattato come la cavia di un esperimento.»
La dottoressa mugugnò un'obiezione soffocata dal bavaglio.
- «Oh, non cerchi di giustificarsi, la prego. Lei sa benissimo che nel mio caso potevano essere adottate terapie molto più comprensive. Quella che lei ha imposto a me è stato un atto di violenza inaccettabile, dettato solo dal gusto sadico di accanirsi contro un malato che non aveva mai fatto nulla di realmente grave alle sue vittime...»
Fece una pausa fissandola serioso, poi aggiunse:
-«...almeno fino ad OGGI!»
Il Paziente 24 si accarezzò il membro, come a voler dirigere lo sguardo della donna su quel possente randello di carne.
- «Lei crede che io sia pazzo, vero? Non mi sorprende. Dopo che una commissione di dottorucoli ti ha dichiarato "pazzo", tutto ciò che fai per dimostrare di essere sano viene considerato parte di quella pazzia. Non hai più modo di smentire il referto iniziale. Molto comodo, per voi, adottare questo metodo di "diagnosi" da cui non si può più sfuggire, vero?»
L'uomo si mise a cavalcioni della dottoressa, fissandola con durezza.
- «In tal caso, ti darò soddisfazione: mi comporterò come se fossi davvero "pazzo"...così avrai la conferma di aver azzeccato la tua diagnosi. Contenta?»
Da esperta psichiatra, Arianna rilevò che l'uomo aveva improvvisamente smesso di darle del "Lei". Era un segno di perdita del rispetto reverenziale paziente/dottore. Un BRUTTO segno, date le circostanze.
- «Oh, non temere. Non farò nulla di realmente "pazzesco". Mi limiterò a farti assaggiare un po' della tua stessa medicina.»
Per prima cosa le tolse gli occhiali e le sciolse i capelli raccolti a crocchia, che le davano un'aria freddamente professionale e androgina.
- «Vedi? Basta davvero poco per farti recuperare la tua femminilità, nonostante i tuoi tentativi di nasconderla agli sguardi avidi di colleghi e pazienti.»
Poi le slacciò il camice mettendo a nudo il seno prorompente, che l'uomo contemplò con ammirazione.
- «Proprio come pensavo. Hai tutti i requisiti per attirare le attenzioni di un maschio...ma ti sforzi di celarli per darti un tono da donna irreprensibile.»
Quindi le alzò la gonna e con un gesto secco le strappò le mutandine, scoprendo un pube perfettamente depilato, decorato dal tatuaggio di un cuore con al centro la scritta "FUCK ME HARD".
A quella vista il Paziente 24 fece un sogghigno compiaciuto.
- «Oh-oh, ma guarda!...Anche le algide dottoresse hanno dei lati segreti, vero? Oh, sì. Sotto le tue arie di donna seriosa devi essere una gran troia dentro. Non c'è atteggiamento esteriore che possa nascondere del tutto la tua vera natura.»
Subito dopo la afferrò per la nuca e le pose il cazzo teso davanti al viso.
- «Guardalo! Guardalo bene e dimmi: quali sono i tuoi reali pensieri, in questo momento? Di disgusto per la tua condizione di sottomessa...oppure di bramosia per la tua condizione di donna messa di fronte ad un oggetto di desiderio?»
E ciò detto, l'uomo iniziò a far scorrere il membro in bocca alla donna attraverso l'anello del bavaglio. I ripetuti contatti del glande col retro della sua gola le provocavano abbondanti secrezioni di saliva, che le ricadeva sul seno.
Soddisfatto dell'intostamento, il Paziente 24 pose il proprio uccello tra le gambe della sua prigioniera.
- «Ed ora eseguiamo l'ordine riportato sul tuo tatuaggio, mia bella aguzzina dei genitali altrui!»
Iniziò quindi a pomparle la fica con foga, visibilmente compiaciuto di potersi finalmente sfogare dopo tanto tempo di privazione forzata.
Da parte sua, essendo totalmente dedita al lavoro, Arianna non faceva sesso da mesi, quindi suo malgrado sentiva l'effetto di quella vigorosa penetrazione. Per quanto si sforzasse di reprimere le ondate di libidine, non poteva impedire al suo corpo di trarre immenso piacere da quel trattamento.
Si sforzava di manifestare disgusto...ma gli ansimi e i gemiti tradivano i suoi reali sentimenti, rivelando all'uomo il suo stato di eccitazione.
- «Uhngh!...Uhmmmnn!...»
- «Ne sentivi il bisogno anche tu, eh? Certo, forse speravi che accadesse in circostanze più "romantiche"...ma per la tua passera non fa differenza, vero?»
Suo malgrado, la dottoressa doveva ammettere che il suo stupratore ci aveva azzeccato. Anche se la sua mente si rifiutava di trarre piacere da quell'amplesso indotto con la forza, i suoi anfratti più intimi reagivano con gioia a quelle stimolazioni. Un conflitto interiore tra mente e corpo che aumentava il senso di degradazione di quell'atto.
Ormai Arianna aveva smesso di opporsi a quelle ondate di piacere: visto che non poteva sottrarsi alla violenza, tanto valeva che ne traesse almeno soddisfazione. Così si concentrò unicamente sul proprio godimento, in modo da non dover pensare all'orrore della sua condizione di sequestrata.
...ma pochi istanti prima che raggiungesse l'orgasmo liberatorio, l'uomo interruppe la penetrazione. Un vigoroso pizzicotto al clitoride le ricacciò bruscamente indietro l'orgasmo in arrivo, strappandole un grugnito di frustrazione.
Il Paziente 24 la fissò negli occhi con un sogghigno sadico.
- «Non ci sperare, egregia dottoressa. Come ho detto, intendo farti assaggiare un po' della tua stessa medicina: dovrai sperimentare di persona la frustrante sensazione di sentirsi carichi di energia sessuale senza poterla sfogare in alcun modo.»
E subito dopo riprese a penetrarla, riattivando lo stato di eccitazione nella donna.
Arianna si abbandonò totalmente, godendosi il crescere della libidine dentro di sé fino all'appressarsi di un orgasmo mostruoso...che però fu di nuovo interrotto pochi istanti prima di essere raggiunto.
La dottoressa emise ringhio di frustrazione per quel godimento castrato. Ogni cellula del suo corpo reclamava un orgasmo per sfogare la tensione accumulata, ma quell'orgasmo le veniva continuamente negato sul più bello. C'era da impazzire.
- «Cominci a capire, ora, quanto sia stata disumana la terapia a cui mi avevi sottoposto?», commentò l'uomo, «E questo non è ancora nulla. Ricordati che tu mi hai costretto a stare in questo stato per oltre UN ANNO...Credo perciò che non basteranno un paio di orgasmi interrotti, per saldare il debito che hai con me.»
Ciò detto, la posizionò a pecorina sul pavimento, poi le mise un collare che fissò a un gancio del suolo con una catenella. Infine le legò una corda a ciascuna ginocchia, fissandole poi ai lati della cella, in modo che la donna fosse obbligata a tenere le gambe ben allargate e il sedere in alto.
Subito dopo il Paziente 24 uscì dalla cella, per poi tornare con un carrellino pieno di attrezzature mediche.
- «Ricordi cosa dicevi, dottoressa Cardelli?..."Un clistere di glicerina e acqua saponata è l'ideale per scaricare l'ipertensione ormonale dei pazienti". Probabilmente l'avrai letto su un qualche stupido trattato di medicina...ma non credo che tu abbia mai sperimentato di persona l'efficacia o meno di questa terapia che hai così solertemente applicato ai malati di questo reparto.»
Dopo di che, prese dal carrellino una sacca di liquido a cui era collegata una cannula. Fissò la sacca ad un'asta di sostegno e inserì la cannula nel retto di Arianna. Infine apri il rubinetto alla base del tubo, in modo che il liquido confluisse nell'intestino della donna.
- «Nhh! NNNNNGHHH!!!»
- «Come ti sembra questo rimedio, illustre dottoressa? È davvero efficace per sbollire la libidine...oppure è soltanto UMILIANTE?»
Qualunque cosa la dottoressa avesse voluto rispondere, si tramutò solo in un mugugno incomprensibile. Di certo quel trattamento era tutto tranne che confortevole. La pressione interna iniziò a farsi insopportabile; l'impulso di evacuare quel liquido così invasivo era opprimente.
Arianna provò una sensazione di sollievo quando percepì che la cannula le veniva rimossa...ma subito fu sostituita da un "tappo" di ben altra dimensione e consistenza.
- «HIIIIKKK!! NH! NNNH!!!», starnazzò la donna nel sentirsi profanare il retto dall'enorme membro del Paziente 24.
Il sesso anale era per lei una sconvolgente novità, ed anche l'uomo se ne accorse.
- «Prima volta, vero? Bene, in tal caso cercherò di renderti la cosa il più confortevole possibile...»
E ciò detto, iniziò a vellicarle il clitoride con perizia.
Ora Arianna provava piacere e dolore estremi allo stesso tempo. L'unione di due sensazioni così in contrasto fra loro ebbe l'effetto di mandare in tilt le resistenze mentali della dottoressa.
Suo malgrado, Arianna si ritrovò di nuovo sul punto di provare un orgasmo formidabile...ma ancora una volta l'uomo arrestò la stimolazione un attimo prima del climax, sprofondandola in uno stato di immensa prostrazione. Prostrazione della quale l'uomo si compiacque moltissimo.
- «È frustrante, vero? Eppure è la stessa condizione in cui tu mi hai mantenuto per più di un anno. Potrai quindi capire il motivo per cui sono piuttosto adirato con te!»
E subito dopo riprese la sua opera di sodomia accoppiata a una sapiente stimolazione del clitoride. E ogni volta che percepiva l'appressarsi dell'orgasmo nella donna, interrompeva la sua azione.
Quel tormento proseguì in tal modo per oltre un'ora, finché finalmente il Paziente 24 si sfogò eiaculando galloni di sperma nelle budella della sua vittima.
Dopo di che, si tirò da parte per contemplare il risultato della sua opera.
Il viso della dottoressa Cardelli era una maschera di sudore e lacrime. Il suo sguardo perso nel vuoto testimoniava che, più della violenza e del dolore, pativa il mancato sfogo di tutto quell'accumulo di eccitazione.
- «Non credere che la tua lezione sia finita qui, illustre psichiatra. Ora ci vorrà un po' di tempo prima che io mi ricarichi per la seconda lezione...ma non sono così egoista da volerti tenere tutta per me. Qui nel Reparto "M" c'è un'altra dozzina di pazienti che hanno dei conti da saldare con te. Oh, naturalmente mi assicurerò che nessuno di loro ti faccia raggiungere quell'orgasmo che tanto agogni...ma per tutto il resto, li lascerò liberi di sfogare le loro perversioni come meglio credono. E tu le loro perversioni le conosci a memoria, non è vero?»
Dopo di che, fece alzare la dottoressa, la accompagnò di fronte alla cella di fianco e aprì la porta digitando l'apposito numero sulla tastiera-serratura.
L'occupante della cella sgranò gli occhi alla vista della propria tormentatrice legata e indifesa, emettendo un grugnito di lussuria.
Il Paziente 24 spinse dentro la terrorizzata Arianna e poi richiuse la porta.
- «Questo è il primo. Ma non preoccuparti, dottoressa Cardelli: prima che io me ne vada dal Reparto, avrai modo di fare visita anche a tutti gli altri pazienti. Il week-end è lungo...»
*******
EPILOGO
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L'inserviente Umbertino Pappalardo sbuffa mentre apre la porta d'ingresso al Reparto Maniaci Sessuali.
Dio, quanto odia il lunedì!
È stato assunto da poco, ma già conosce il Reparto "M" e la sua popolazione di deviati sessuali. E adesso sono un problema tutto sulle sue spalle. Questo perché la direttrice del Reparto è troppo tirchia per assumere più personale durante la sua assenza per ferie.
Lavare i pazienti, svuotare i loro buglioli, fargli assumere le medicine...È un lavoro duro, puzzolente e talvolta persino pericoloso. E intanto quella stupida dottoressa sta probabilmente sorseggiando un Martini su una spiaggia alle Canarie! Non l'ha neppure mai vista di persona, ma già la detesta.
Ma basta lamentele, è ora di mettersi al lavoro. Così Umbertino apre la prima cella...
...e si prende lo spavento più grosso della sua vita quando una donna nuda ricoperta di sperma corre verso di lui!!
Fortunatamente ha le mani legate dietro la schiena da una catena fissata al muro, cosicché non riesce a raggiungerlo. La donna grida qualcosa di incomprensibile attraverso la ring-gag che ha in bocca:
- «GRZHE AL 'HELO!! LBERMY! SN LA DTTRESS CRDLLY!»
Umbertino si ritrae di scatto e richiude la porta in faccia alla pazza. Geeesù! Le cose che deve sopportare!
Appena si riprende dallo spavento, afferra il suo taccuino elettronico e controlla il numero di cella. Stranamente, sul database la stanza risulta occupata da un paziente MASCHIO.
Evidentemente c'è stato uno scambio di celle non segnalato sul registro. Ma Umbertino sa cosa deve fare in casi come questi: consultare il piano terapeutico appeso all'esterno della cella.
"Cella n°7: Paziente 24, affetto da iper-sessualità. Assegnarlo a rotazione nelle celle degli altri pazienti, con cadenza di 1 ora per ciascuno. Avvertenza: non rimuovergli mai i bardamenti di contenzione, né durante i periodi di confino nella propria cella né durante gli incontri con altri reclusi."
A Umbertino la terapia appare ragionevole. Dopotutto questi maniaci non sono cattivi, sono solo sempre follemente arrapati...Così i dottori pensano che sia benefico fargli trascorrere alcune ore in compagnia l'uno dell'altro.
È la prima volta che gli capita di dover ruotare un paziente femmina...ma in fondo il suo compito è di eseguire alla lettera le direttive indicate sul programma terapeutico, senza porsi domande.
L'unica iniziativa concessa agli inservienti è di adottare delle contromisure in caso di isteria o aggressività da parte dei pazienti...e questo sembra proprio uno di quei casi.
Così Umbertino apre un nuovo file di terapia provvisoria per il Paziente 24 e consulta l'elenco delle procedure standard:
- «Dunque, vediamo un po'...Doppia dose di sedativi? Buona idea, per iniziare. Poi? Uhmm...Due clisteri giornalieri, sì; dopotutto devo tenere la paziente pulita. Cos'altro?...Oh diavolo, le applicherò anche dei cavetti per l'elettro-stimolazione genitale. Hah! Questo sì che le farà passare gli impulsi aggressivi!»
Dopo di che, registra le modifiche nel database della clinica. Ora la Paziente 24 è sistemata per i prossimi giorni, almeno fino a quando uno specialista non deciderà di prendersene cura personalmente.
Umbertino sorride al pensiero della piccola pazzoide che trascorrerà qualche ora al giorno rinchiusa con una dozzina di altri pervertiti, e il resto del tempo lo passerà sottoposta ad elettrostimolazione vaginale. Senza dubbio si sentirà nel paradiso delle troie! Peccato che per lei questo spasso durerà solo fino a lunedì prossimo, ovvero quando la dottoressa Cardelli ritornerà dalle ferie per riprendere le terapie personalizzate...
[FINE]
Era venerdì sera, e stava concludendo la sua ispezione quotidiana. In verità, quella sera non avrebbe dovuto trovarsi lì al lavoro; pochi giorni fa aveva infatti chiesto le ferie. Purtroppo l'inserviente di turno nel fine-settimana si era ammalato, e lei aveva dovuto coprire quell'improvviso posto vacante. Assumere un inserviente precario per il week-end sarebbe stato troppo dispendioso. E poi, in fondo, non era nemmeno un lavoro faticoso; doveva solo somministrare calmanti e pasti preconfezionati ai pazienti. Un noioso compito di routine.
L'unica seccatura era che aveva dovuto rimandare l'inizio della sua settimana di ferie a lunedì, cioè fra 3 giorni.
In cuor suo, la dottoressa Cardelli odiava la fauna umana del suo reparto. Stupratori, erotomani, deviati, pervertiti di ogni genere. Fosse per lei, li avrebbe curati a bastonate...ma si sforzava di reprimere il proprio disprezzo e di seguire le procedure canoniche.
Mentre passeggiava annoiata nel corridoio del Reparto "M", Arianna fantasticava sulla sua imminente vacanza alle Canarie: sole, mare, spiaggia...e magari qualche bel maschione a cui mostrare il tatuaggio "nascosto" che si era fatta fare da poco.
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Improvvisamente, subito dopo essere sfilata davanti alla Cella n°7, Arianna si sentì afferrare alle spalle.
Una mano sulla bocca le impedì di gridare, mentre un'altra le premeva i nervi alla base del collo. L'oblio dell'incoscienza fu quasi immediato.
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Il risveglio non fu dei più piacevoli.
Dopo qualche attimo di smarrimento, Arianna si accorse che le sue mani erano legate dietro allo schienale della sedia a rotelle su cui si trovava seduta.
- «Ben risvegliata, dottoressa Cardelli!», disse una voce alle sue spalle.
Voltandosi, la donna riconobbe subito la figura che aveva parlato: era il PAZIENTE 24, il detenuto assegnato a questa cella.
Arianna provò a dirgli qualcosa, ma si accorse che poteva emettere soltanto dei suoni inarticolati. Solo allora si rese conto di avere in bocca una RING-GAG, un bavaglio composto da un anello che le manteneva la bocca aperta, allacciato sul retro della nuca.
Con grande calma, il Paziente 24 proseguì:
- «Di certo si starà chiedendo come ho fatto ad uscire dalla mia cella. Beh, è molto semplice: sono un buon ascoltatore. Ogni giorno ho ascoltato i suoni del codice che veniva digitato sulla tastiera esterna che apre la cella. Ad ogni suono corrispondeva un numero, e non ci ho messo molto ad imparare la sequenza di numeri digitati. A quel punto non mi è stato difficile aprire la porta con l'aiuto di uno specchietto e di un filo di ferro piegato ad uncino per lavorare sui tasti. Ed ora, se permette, avrei bisogno delle chiavi che lei ha con sé...»
L'uomo le sfilò dal camice un mazzo di chiavi, dalle quali ne scelse una che gli permetteva di rimuovere la particolare cintura di castità metallica che gli cingeva il bacino. E in quel momento la dottoressa Cardelli ricordò per COSA era stato rinchiuso il Paziente 24:
Era un uomo affetto da SATIRIASI, una disfunzione ormonale che lo manteneva in costante stato di iper-eccitazione sessuale.
Ciò lo aveva indotto a compiere vari atti di molestia verso alcune donne. Nulla di troppo grave, in verità; più che altro si limitava a masturbarsi di fronte a loro, o ad eiaculargli addosso di sorpresa. Alla fine fu arrestato e condannato a trascorrere 2 anni di reclusione nel Reparto "M".
Proprio su decisione della dottoressa Cardelli, era stato concordato che la sua terapia si basasse sulla ASSOLUTA ASTINENZA SESSUALE, impedendogli persino la possibilità di masturbarsi tramite il fargli indossare una apposita cintura di castità maschile: una "mutanda" in metallo con un cilindro che avvolgeva il pene, permettendogli di urinare ma non consentendo in alcun modo la manipolazione dei genitali.
Date queste premesse, Arianna rabbrividì al pensiero di quanto testosterone doveva avere accumulato il Paziente 24.
E infatti, ora che l'uomo si era liberato della sua costrizione metallica, manifestava un'erezione formidabile.
- «Mi lasci dire, dottoressa, che questa sua soluzione non è stata affatto gradita. L'impulso sessuale non può venire represso con la forza. E da parte mia, è stato spiacevole essere trattato come la cavia di un esperimento.»
La dottoressa mugugnò un'obiezione soffocata dal bavaglio.
- «Oh, non cerchi di giustificarsi, la prego. Lei sa benissimo che nel mio caso potevano essere adottate terapie molto più comprensive. Quella che lei ha imposto a me è stato un atto di violenza inaccettabile, dettato solo dal gusto sadico di accanirsi contro un malato che non aveva mai fatto nulla di realmente grave alle sue vittime...»
Fece una pausa fissandola serioso, poi aggiunse:
-«...almeno fino ad OGGI!»
Il Paziente 24 si accarezzò il membro, come a voler dirigere lo sguardo della donna su quel possente randello di carne.
- «Lei crede che io sia pazzo, vero? Non mi sorprende. Dopo che una commissione di dottorucoli ti ha dichiarato "pazzo", tutto ciò che fai per dimostrare di essere sano viene considerato parte di quella pazzia. Non hai più modo di smentire il referto iniziale. Molto comodo, per voi, adottare questo metodo di "diagnosi" da cui non si può più sfuggire, vero?»
L'uomo si mise a cavalcioni della dottoressa, fissandola con durezza.
- «In tal caso, ti darò soddisfazione: mi comporterò come se fossi davvero "pazzo"...così avrai la conferma di aver azzeccato la tua diagnosi. Contenta?»
Da esperta psichiatra, Arianna rilevò che l'uomo aveva improvvisamente smesso di darle del "Lei". Era un segno di perdita del rispetto reverenziale paziente/dottore. Un BRUTTO segno, date le circostanze.
- «Oh, non temere. Non farò nulla di realmente "pazzesco". Mi limiterò a farti assaggiare un po' della tua stessa medicina.»
Per prima cosa le tolse gli occhiali e le sciolse i capelli raccolti a crocchia, che le davano un'aria freddamente professionale e androgina.
- «Vedi? Basta davvero poco per farti recuperare la tua femminilità, nonostante i tuoi tentativi di nasconderla agli sguardi avidi di colleghi e pazienti.»
Poi le slacciò il camice mettendo a nudo il seno prorompente, che l'uomo contemplò con ammirazione.
- «Proprio come pensavo. Hai tutti i requisiti per attirare le attenzioni di un maschio...ma ti sforzi di celarli per darti un tono da donna irreprensibile.»
Quindi le alzò la gonna e con un gesto secco le strappò le mutandine, scoprendo un pube perfettamente depilato, decorato dal tatuaggio di un cuore con al centro la scritta "FUCK ME HARD".
A quella vista il Paziente 24 fece un sogghigno compiaciuto.
- «Oh-oh, ma guarda!...Anche le algide dottoresse hanno dei lati segreti, vero? Oh, sì. Sotto le tue arie di donna seriosa devi essere una gran troia dentro. Non c'è atteggiamento esteriore che possa nascondere del tutto la tua vera natura.»
Subito dopo la afferrò per la nuca e le pose il cazzo teso davanti al viso.
- «Guardalo! Guardalo bene e dimmi: quali sono i tuoi reali pensieri, in questo momento? Di disgusto per la tua condizione di sottomessa...oppure di bramosia per la tua condizione di donna messa di fronte ad un oggetto di desiderio?»
E ciò detto, l'uomo iniziò a far scorrere il membro in bocca alla donna attraverso l'anello del bavaglio. I ripetuti contatti del glande col retro della sua gola le provocavano abbondanti secrezioni di saliva, che le ricadeva sul seno.
Soddisfatto dell'intostamento, il Paziente 24 pose il proprio uccello tra le gambe della sua prigioniera.
- «Ed ora eseguiamo l'ordine riportato sul tuo tatuaggio, mia bella aguzzina dei genitali altrui!»
Iniziò quindi a pomparle la fica con foga, visibilmente compiaciuto di potersi finalmente sfogare dopo tanto tempo di privazione forzata.
Da parte sua, essendo totalmente dedita al lavoro, Arianna non faceva sesso da mesi, quindi suo malgrado sentiva l'effetto di quella vigorosa penetrazione. Per quanto si sforzasse di reprimere le ondate di libidine, non poteva impedire al suo corpo di trarre immenso piacere da quel trattamento.
Si sforzava di manifestare disgusto...ma gli ansimi e i gemiti tradivano i suoi reali sentimenti, rivelando all'uomo il suo stato di eccitazione.
- «Uhngh!...Uhmmmnn!...»
- «Ne sentivi il bisogno anche tu, eh? Certo, forse speravi che accadesse in circostanze più "romantiche"...ma per la tua passera non fa differenza, vero?»
Suo malgrado, la dottoressa doveva ammettere che il suo stupratore ci aveva azzeccato. Anche se la sua mente si rifiutava di trarre piacere da quell'amplesso indotto con la forza, i suoi anfratti più intimi reagivano con gioia a quelle stimolazioni. Un conflitto interiore tra mente e corpo che aumentava il senso di degradazione di quell'atto.
Ormai Arianna aveva smesso di opporsi a quelle ondate di piacere: visto che non poteva sottrarsi alla violenza, tanto valeva che ne traesse almeno soddisfazione. Così si concentrò unicamente sul proprio godimento, in modo da non dover pensare all'orrore della sua condizione di sequestrata.
...ma pochi istanti prima che raggiungesse l'orgasmo liberatorio, l'uomo interruppe la penetrazione. Un vigoroso pizzicotto al clitoride le ricacciò bruscamente indietro l'orgasmo in arrivo, strappandole un grugnito di frustrazione.
Il Paziente 24 la fissò negli occhi con un sogghigno sadico.
- «Non ci sperare, egregia dottoressa. Come ho detto, intendo farti assaggiare un po' della tua stessa medicina: dovrai sperimentare di persona la frustrante sensazione di sentirsi carichi di energia sessuale senza poterla sfogare in alcun modo.»
E subito dopo riprese a penetrarla, riattivando lo stato di eccitazione nella donna.
Arianna si abbandonò totalmente, godendosi il crescere della libidine dentro di sé fino all'appressarsi di un orgasmo mostruoso...che però fu di nuovo interrotto pochi istanti prima di essere raggiunto.
La dottoressa emise ringhio di frustrazione per quel godimento castrato. Ogni cellula del suo corpo reclamava un orgasmo per sfogare la tensione accumulata, ma quell'orgasmo le veniva continuamente negato sul più bello. C'era da impazzire.
- «Cominci a capire, ora, quanto sia stata disumana la terapia a cui mi avevi sottoposto?», commentò l'uomo, «E questo non è ancora nulla. Ricordati che tu mi hai costretto a stare in questo stato per oltre UN ANNO...Credo perciò che non basteranno un paio di orgasmi interrotti, per saldare il debito che hai con me.»
Ciò detto, la posizionò a pecorina sul pavimento, poi le mise un collare che fissò a un gancio del suolo con una catenella. Infine le legò una corda a ciascuna ginocchia, fissandole poi ai lati della cella, in modo che la donna fosse obbligata a tenere le gambe ben allargate e il sedere in alto.
Subito dopo il Paziente 24 uscì dalla cella, per poi tornare con un carrellino pieno di attrezzature mediche.
- «Ricordi cosa dicevi, dottoressa Cardelli?..."Un clistere di glicerina e acqua saponata è l'ideale per scaricare l'ipertensione ormonale dei pazienti". Probabilmente l'avrai letto su un qualche stupido trattato di medicina...ma non credo che tu abbia mai sperimentato di persona l'efficacia o meno di questa terapia che hai così solertemente applicato ai malati di questo reparto.»
Dopo di che, prese dal carrellino una sacca di liquido a cui era collegata una cannula. Fissò la sacca ad un'asta di sostegno e inserì la cannula nel retto di Arianna. Infine apri il rubinetto alla base del tubo, in modo che il liquido confluisse nell'intestino della donna.
- «Nhh! NNNNNGHHH!!!»
- «Come ti sembra questo rimedio, illustre dottoressa? È davvero efficace per sbollire la libidine...oppure è soltanto UMILIANTE?»
Qualunque cosa la dottoressa avesse voluto rispondere, si tramutò solo in un mugugno incomprensibile. Di certo quel trattamento era tutto tranne che confortevole. La pressione interna iniziò a farsi insopportabile; l'impulso di evacuare quel liquido così invasivo era opprimente.
Arianna provò una sensazione di sollievo quando percepì che la cannula le veniva rimossa...ma subito fu sostituita da un "tappo" di ben altra dimensione e consistenza.
- «HIIIIKKK!! NH! NNNH!!!», starnazzò la donna nel sentirsi profanare il retto dall'enorme membro del Paziente 24.
Il sesso anale era per lei una sconvolgente novità, ed anche l'uomo se ne accorse.
- «Prima volta, vero? Bene, in tal caso cercherò di renderti la cosa il più confortevole possibile...»
E ciò detto, iniziò a vellicarle il clitoride con perizia.
Ora Arianna provava piacere e dolore estremi allo stesso tempo. L'unione di due sensazioni così in contrasto fra loro ebbe l'effetto di mandare in tilt le resistenze mentali della dottoressa.
Suo malgrado, Arianna si ritrovò di nuovo sul punto di provare un orgasmo formidabile...ma ancora una volta l'uomo arrestò la stimolazione un attimo prima del climax, sprofondandola in uno stato di immensa prostrazione. Prostrazione della quale l'uomo si compiacque moltissimo.
- «È frustrante, vero? Eppure è la stessa condizione in cui tu mi hai mantenuto per più di un anno. Potrai quindi capire il motivo per cui sono piuttosto adirato con te!»
E subito dopo riprese la sua opera di sodomia accoppiata a una sapiente stimolazione del clitoride. E ogni volta che percepiva l'appressarsi dell'orgasmo nella donna, interrompeva la sua azione.
Quel tormento proseguì in tal modo per oltre un'ora, finché finalmente il Paziente 24 si sfogò eiaculando galloni di sperma nelle budella della sua vittima.
Dopo di che, si tirò da parte per contemplare il risultato della sua opera.
Il viso della dottoressa Cardelli era una maschera di sudore e lacrime. Il suo sguardo perso nel vuoto testimoniava che, più della violenza e del dolore, pativa il mancato sfogo di tutto quell'accumulo di eccitazione.
- «Non credere che la tua lezione sia finita qui, illustre psichiatra. Ora ci vorrà un po' di tempo prima che io mi ricarichi per la seconda lezione...ma non sono così egoista da volerti tenere tutta per me. Qui nel Reparto "M" c'è un'altra dozzina di pazienti che hanno dei conti da saldare con te. Oh, naturalmente mi assicurerò che nessuno di loro ti faccia raggiungere quell'orgasmo che tanto agogni...ma per tutto il resto, li lascerò liberi di sfogare le loro perversioni come meglio credono. E tu le loro perversioni le conosci a memoria, non è vero?»
Dopo di che, fece alzare la dottoressa, la accompagnò di fronte alla cella di fianco e aprì la porta digitando l'apposito numero sulla tastiera-serratura.
L'occupante della cella sgranò gli occhi alla vista della propria tormentatrice legata e indifesa, emettendo un grugnito di lussuria.
Il Paziente 24 spinse dentro la terrorizzata Arianna e poi richiuse la porta.
- «Questo è il primo. Ma non preoccuparti, dottoressa Cardelli: prima che io me ne vada dal Reparto, avrai modo di fare visita anche a tutti gli altri pazienti. Il week-end è lungo...»
*******
EPILOGO
*******
L'inserviente Umbertino Pappalardo sbuffa mentre apre la porta d'ingresso al Reparto Maniaci Sessuali.
Dio, quanto odia il lunedì!
È stato assunto da poco, ma già conosce il Reparto "M" e la sua popolazione di deviati sessuali. E adesso sono un problema tutto sulle sue spalle. Questo perché la direttrice del Reparto è troppo tirchia per assumere più personale durante la sua assenza per ferie.
Lavare i pazienti, svuotare i loro buglioli, fargli assumere le medicine...È un lavoro duro, puzzolente e talvolta persino pericoloso. E intanto quella stupida dottoressa sta probabilmente sorseggiando un Martini su una spiaggia alle Canarie! Non l'ha neppure mai vista di persona, ma già la detesta.
Ma basta lamentele, è ora di mettersi al lavoro. Così Umbertino apre la prima cella...
...e si prende lo spavento più grosso della sua vita quando una donna nuda ricoperta di sperma corre verso di lui!!
Fortunatamente ha le mani legate dietro la schiena da una catena fissata al muro, cosicché non riesce a raggiungerlo. La donna grida qualcosa di incomprensibile attraverso la ring-gag che ha in bocca:
- «GRZHE AL 'HELO!! LBERMY! SN LA DTTRESS CRDLLY!»
Umbertino si ritrae di scatto e richiude la porta in faccia alla pazza. Geeesù! Le cose che deve sopportare!
Appena si riprende dallo spavento, afferra il suo taccuino elettronico e controlla il numero di cella. Stranamente, sul database la stanza risulta occupata da un paziente MASCHIO.
Evidentemente c'è stato uno scambio di celle non segnalato sul registro. Ma Umbertino sa cosa deve fare in casi come questi: consultare il piano terapeutico appeso all'esterno della cella.
"Cella n°7: Paziente 24, affetto da iper-sessualità. Assegnarlo a rotazione nelle celle degli altri pazienti, con cadenza di 1 ora per ciascuno. Avvertenza: non rimuovergli mai i bardamenti di contenzione, né durante i periodi di confino nella propria cella né durante gli incontri con altri reclusi."
A Umbertino la terapia appare ragionevole. Dopotutto questi maniaci non sono cattivi, sono solo sempre follemente arrapati...Così i dottori pensano che sia benefico fargli trascorrere alcune ore in compagnia l'uno dell'altro.
È la prima volta che gli capita di dover ruotare un paziente femmina...ma in fondo il suo compito è di eseguire alla lettera le direttive indicate sul programma terapeutico, senza porsi domande.
L'unica iniziativa concessa agli inservienti è di adottare delle contromisure in caso di isteria o aggressività da parte dei pazienti...e questo sembra proprio uno di quei casi.
Così Umbertino apre un nuovo file di terapia provvisoria per il Paziente 24 e consulta l'elenco delle procedure standard:
- «Dunque, vediamo un po'...Doppia dose di sedativi? Buona idea, per iniziare. Poi? Uhmm...Due clisteri giornalieri, sì; dopotutto devo tenere la paziente pulita. Cos'altro?...Oh diavolo, le applicherò anche dei cavetti per l'elettro-stimolazione genitale. Hah! Questo sì che le farà passare gli impulsi aggressivi!»
Dopo di che, registra le modifiche nel database della clinica. Ora la Paziente 24 è sistemata per i prossimi giorni, almeno fino a quando uno specialista non deciderà di prendersene cura personalmente.
Umbertino sorride al pensiero della piccola pazzoide che trascorrerà qualche ora al giorno rinchiusa con una dozzina di altri pervertiti, e il resto del tempo lo passerà sottoposta ad elettrostimolazione vaginale. Senza dubbio si sentirà nel paradiso delle troie! Peccato che per lei questo spasso durerà solo fino a lunedì prossimo, ovvero quando la dottoressa Cardelli ritornerà dalle ferie per riprendere le terapie personalizzate...
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