Cosa deve fare una mamma per togliere dai guai una figlia idiota
di
Seinove
genere
etero
[Una madre trova nella camera di sua figlia alcune foto oscene della giovane, allegate al biglietto da visita di un agente pornografico. Incontra il pornografo e pretende la restituzione del servizio, minacciando di denunciarlo. Purtroppo per lei le cose non vanno come aveva immaginato...]
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Che situazione. Che dannata assurda situazione!
Guarda te se una rispettabile madre di 46 anni deve ritrovarsi ad andare a casa di un produttore di FILM PORNO per difendere l’onorabilità della propria famiglia. Ma non vedo altre soluzioni. Coraggio, Carla, non c’è modo di evitarlo.
Scendo dall’autobus e mi incammino a passi spediti verso la casa di quel produttore...quando un passante richiama la mia attenzione:
– «Signora, aspetti...Le è caduto quest...»
Raccoglie da terra una polaroid che mi è scivolata fuori dalla borsetta, e la fissa interdetto. La foto ritrae una ragazzina nuda che si fa fottere da dietro da un cazzone gigante.
Imbarazzatissima, recupero la foto, farfuglio un “Grazie” al tipo e me la svigno alla chetichella. Non potevo certo mettermi a spiegargli che la ragazzina della foto è mia figlia NICOLETTA, la quale 2 giorni fa ha partecipato ad un film porno a mia insaputa, e che ora mi tocca andare a recuperarlo per salvare la reputazione di entrambe.
E per fortuna che me ne sono almeno accorta in tempo! Riordinando la sua stanza, stamattina ho trovato per caso alcune sue foto oscene a cui era allegato un biglietto da visita: “MAX PILONE – Red Light Studios, produzione di film per adulti“.
E chi pensava di avere una figlia così scema! Ma non si rende conto di quanto sia compromettente per una studentessa di 18 anni far circolare un suo video pornografico?! Potrebbe precluderle futuri impieghi di lavoro, per non parlare poi dello sputtanamento della sua reputazione...e di quella dei suoi famigliari! Dove troverei il coraggio di uscire di casa, sapendo di essere additata come la madre di una pornostar?
Okay, okay, una cosa per volta. Rimetterò in riga quella incosciente stasera, dopo che avrò recuperato il filmato. Ora devo prepararmi ad affrontare quel maiale d’un produttore. Dovrei essere abbastanza pronta; prima di uscire ho fatto le prove allo specchio, allenandomi a fare la voce dura: “Lei mi deve rendere conto...Lei mi deve rendere conto“...Sembravo Fantozzi in quella scena dove lui si prepara ad incontrare l'amante della moglie. È tutto così grottesco.
*****
Arrivo di fronte alla villa di quel ruffiano. Accidenti, che lusso! Evidentemente il mercato del Porno rende bene.
Non gli ho neanche preannunciato la mia visita, ma non importa; con certa gentaglia bisogna andare dritti al sodo.
Premo il tasto del citofono, e poco dopo mi risponde una voce:
(cit:) “Sì? Chi è?“
– «Mi chiamo CARLA BONFANTI, e dobbiamo parlare. Lei mi deve rendere conto di...»
(cit:) “Signora, in questo momento sono molto occupato. Mi telefoni per fissare un appuntamento. Arrivederci.“
– «No, forse non ha capito...Io esigo di vederla immediatamente! Lei mi deve rendere conto...»
(cit:) “Uhm, aspetti...Si avvicini di più allo spioncino, voglio vederla meglio...“
Per alcuni secondi rimane in silenzio. A cosa diavolo starà pensando? Perché vuole "vedermi meglio"?
(cit:) “Mmm...Va bene, venga dentro.“
– «Sì, comunque sia chiaro che lei mi deve rendere con...»
Vengo interrotta dal “CLIK” del citofono che viene riappeso.
Il mio approccio in stile Fantozzi non ha funzionato. Seccante, ma almeno adesso sono dentro.
*****
Da una porta fa capolino un giovanotto, che senza dire una parola mi fa cenno di entrare.
La prima cosa che noto è che tutto intorno sono disseminate riviste per adulti, videocassette hard e falli artificiali, e appese alle pareti ci sono gigantografie di donne impegnate nelle pratiche sessuali più oscene. Non cerca certo di celare il suo mestiere agli ospiti, il pervertito.
In disparte ci sono due tizi che armeggiano con videocamere e macchine fotografiche. Immagino che siano degli operatori di scena.
Il tizio che mi ha invitata dentro bussa ad una porta, e poco dopo compare colui che deve essere il boss della bella aziendina. Lo riconosco dalle foto che ha fatto con mia figlia.
È un omaccione robusto sui 50 anni. Indossa maglietta e pantaloncini, ed ha in testa un assurdo cappello da cowboy texano.
– «Salve. Desidera?...»
– «Lei è il signor MAX PILONE?»
– «In persona. Attore, regista, e proprietario della Red Light Studios.»
– «Come le ho detto al citofono, mi chiamo Carla Bonfanti...e sono la madre di Nicoletta!»
– «Di chi?»
Tanto per tagliare corto, gli mostro subito le foto. Gli dedica un’occhiata di sfuggita, senza scomporsi.
– «Ah, sì, la ragazzina che è stata qui due giorni fa. Ebbene?»
– «C-come “Ebbene“?! Lei ha usato mia figlia per fare un servizio pornografico!»
– «E le ripeto: ebbene?»
– «Ebbene voglio che Lei mi consegni subito quel filmato e tutte le copie che sono state fatte!»
– «Ma tu hai voglia di scherzare, donna!», ridacchia passando improvvisamente a darmi del “Tu”, «Quel filmato è già incluso nel programma delle uscite mensili. Inoltre, la ragazza è stata regolarmente pagata per la sua prestazione.»
– «Bene, allora mi dica quanto ha sborsato: le restituisco i soldi, e andiamo a posto così!»
– «Non se ne parla. Quel filmato mi serve, la mia azienda ha dei tempi di produzione da rispettare.»
– «Queste cose non mi interessano, ora Lei mi consegna subito quel filmato altrimenti io...io la denuncio, ha capito?»
– «Denunciarmi?! E per che cosa?»
– «Per...per molestie sessuali! Mia figlia non avrebbe mai fatto quelle cose se...se non fosse stata drogata, o ricattata in qualche modo...»
– «Guarda che tua figlia era del tutto consenziente, bionda...Anzi, è stata proprio lei a proporsi come attrice. Il cazzo le piace da impazzire, che credi?»
– «M-ma cosa dice?! Pensa forse che non conosco mia figlia? Lei non...A quelle cose non ci pensa proprio, sono sicura...»
– «Non vedi che straparli, donna? A quell’età le ragazzine hanno in testa solo il cazzo, e la tua bimba non fa certo eccezione. Evidentemente la conosco meglio io di te. Non pretenderai mica di venire qui ad insegnarmi il mestiere!»
La strafottenza di quest’individuo mi sta facendo saltare i nervi.
Mi accorgo solo ora che i due operatori mi stanno riprendendo: il primo con una videocamera, e l’altro scattando foto.
– «C-chi le ha dato il permesso di filmarmi?! Faccia spegnere subito quelle telecamere!»
– «Siamo in casa mia, e in casa mia io filmo quel che mi pare. Se non ti va bene, quella è la porta.»
– «M-ma cristo! Lei...Lei è proprio un villanzone!», sbotto agitandomi in modo vistoso.
– «Tu sei troppo stressata, donna, avresti bisogno di scaricare un po’ di tensione. Da quant’è che non scopi?»
– «M-ma che cavolo di doman...Come si permet...OOOOH, che sfrontato!!»
Faccio l’indignata, ma intanto non posso evitare di rispondermi mentalmente alla sua domanda.
TRE ANNI, ecco da quanto non faccio sesso. Ovvero, da quando mio marito mi ha piantata. Non volevo avere relazioni con altri uomini fintanto che Nicoletta si trovava in una fase delicata della sua crescita, per non turbare lo sviluppo della sua sessualità. E guarda che bel risultato ho ottenuto.
– «Dai, bevi un drink, così ti rilassi un po’!», dice versando del Glen Grant in un bicchiere.
Dovrei rifiutare, perché io l’alcol non lo reggo proprio...ma in questo momento ho bisogno di una scossa, così afferro il bicchiere e lo butto giù tutto d’un fiato.
Come prevedevo, il whisky mi dà subito una botta che mi fa tremare le gambe. Seguono vampate di calore che dallo stomaco mi salgono alla testa.
– «Oh, gesù...Oh, gesù...Ho bisogno di sedermi...»
– «Vedi che sei già un po’ più calma? Te ne verso un altro...»
Prontamente il tipo riempie di nuovo il bicchiere e me lo porta alle labbra.
– «N-no, basta...Io non bevo mai alcolici...»
– «Su, un altro goccio...Cooosì, da brava...»
Sono così intontita che non cerco nemmeno di oppormi. Sorso dopo sorso mando giù anche il secondo bicchiere...e se prima avevo qualche speranza di resistere agli effetti dell’alcol, adesso sono proprio sistemata.
– «Bene, ora torniamo al nostro piccolo dilemma. Voglio venirti incontro: sono un uomo d’affari, quindi potrei anche rinunciare al filmato con tua figlia...in cambio di un ALTRO filmato più interessante.»
– «Oh, bene, vedo che è diventato più ragionevole. E...di che filmato si tratterebbe?»
Mi fissa senza rispondere. I miei riflessi mentali sono intorpiditi dall’alcol, così ci metto qualche secondo a realizzare COSA intendeva il porco.
– «EH NO!! Ma...ma dico, che idee si è messo in testa?! Come si permette solo di pensarlo!», sbotto indignata.
– «Suvvia, è un accordo che soddisferà entrambi...Anzi, per te il beneficio sarà doppio: oltre a riavere il filmato che ti interessa, ti farai anche dare una bella sgorgata alle tubature.»
Ciò detto, mi poggia una mano sulla coscia e comincia ad accarezzarmela.
Il cervello mi dice di spostargliela da lì...ma i miei arti non rispondono al comando. Mi sento avvampare. L’alcol mi stordisce, acuendo le sensazioni fisiche. La sua mano è incredibilmente calda, e sembra emettere piacevoli scariche elettriche.
– «C-che cosa crede di fare? Non sono il tipo di donna che crede Lei, sa!», bofonchio trascinando la lingua.
– «Ma certo che no», sogghigna quasi benevolo, «L’ho capito che sei una donna inflessibile, dai forti princìpi morali, che mai cederebbe ad avances lussuriose...»
Parla in modo compiacente...ma intanto va avanti a palparmi, confondendomi così le idee.
Mi mette una mano sulle poppe e comincia a massaggiarle. Rimango sorpresa di quanto sia gradevole. In circostanze normali non mi farei toccare neanche un alluce da un individuo così spregevole...ma tra l’alcool e le voglie lungamente represse, le mie resistenze stanno crollando come castelli di carte.
Boccheggio in debito d’ossigeno, mentre lui con l’altra mano si insinua nelle mie mutandine. EH NO, questo è troppo!
Tutte le mie ultime difese sono affidate al ceffone che parte verso il suo grugno. Ceffone che però non raggiunge il bersaglio: il porco mi blocca la mano e me la conduce sul suo pacco.
– «Lo senti che sberla di cazzo? Alla tua età dovresti sentirti fiera di provocare ancora questi effetti in un maschio!»
Dovrei dire qualcosa per difendere la mia dignità di donna, di madre, di persona rispettabile...ma tra l’alcol e l’assurdità della situazione, non mi riesce di spiccicare una parola. Mi limito ad ansimare forte, in profondo stato confusionale, mentre lui insiste a ravanarmi tra le gambe.
Il suo ditalino mi fa sussultare. Senza rendermene conto, allargo le gambe d’istinto. Mio malgrado devo riconoscere che questo maiale sa come toccare una donna...Eccome se lo sa! Oh, m-mamma mia, che goduria...S-so di potermi ancore fermare, se voglio...Sì, l-lo lascerò fare ancora un po’...S-solo un altro po’...e dopo lo ferm...Oh cielo, cosa mi sta succed...
– «La milfona sta partendo, boss!», commenta il tizio con la telecamera, di cui mi ero totalmente scordata.
La cosa più fastidiosa è proprio la presenza dei due operatori, che stanno immortalando su pellicola questo mio momento di debolezza. Cosa potrebbe pensare di me uno che vedesse questo filmato? È questo il pensiero che tiene ancora a galla le mie ultime resistenze.
– «E ora ti faccio un altro regalo», sogghigna Pilone, «E sappi che non tutte le baldracche che entrano qui hanno la fortuna di riceverlo!»
Si sbottona i pantaloncini, esibendomi il suo attrezzo del mestiere. Strabuzzo gli occhi incredula: mai visto un manico del genere! Un buon 30 centimetri di carne, grosso, solido, svettante. (“Max Pilone“...Mai nome d’arte è stato scelto in modo più appropriato!)
Mi afferra per la nuca e mi spinge verso quella enorme cappella. Apro la bocca per protestare, col solo risultato di facilitargli l’ingollamento. Me ne rimango lì ferma, confusa, con le labbra avvolte intorno a quel glande smisurato.
– «Dai, che puoi fare di meglio...Fammi vedere cosa hai imparato in 30 anni che fai pompini!»
E ciò detto, inizia a premermi ritmicamente la nuca, spingendo quel batacchio mostruoso sempre più giù nella mia gola ad ogni affondo.
– «Braaava...Vedi che ce la fai? Scommetto che riesci a ingozzartelo tutto quanto!»
Non può dire sul serio...Dove lo faccio stare un affare così lungo?! Ma lui non sembra porsi il problema, e mi preme la testa in basso finché il suo membro mi entra in bocca fino alla radice.
Ormai ce l’ho per intero nell’esofago...Mi manca il fiato, ho dei conati per respirare...E ho lo stomaco in subbuglio per il whisky...Sto per...Devo...
– «BBLHEEKWARKH!!!», esclamo, vomitandogli sul cazzo un liquame disgustoso...proprio nell’istante in cui, quasi senza rendermene conto, l’effetto del suo ditalino mi provoca uno stranissimo orgasmo!
– «Avete ripreso tutto, ragazzi?», chiede il maiale rivolgendosi agli operatori.
– «Tutto quanto, boss...Una scena fantastica!»
“Fantastica“? Dio santo!! Non so se avete mai provato la sensazione di soffocare, vomitare e godere allo stesso tempo...Non provo a descrivervela, ma in una parola potrei definirla...”sconvolgente”! E i tre stronzi sghignazzano pure!
Sto ancora boccheggiando per riprendere fiato, che il suino mi fa inginocchiare a terra strappandomi i vestiti di dosso (non prova nemmeno a sfilarmeli...Li fa a brandelli e basta!)
Rimango lì mezza nuda, con le tette di fuori e la fica al vento, esposta alle telecamere e ai commenti osceni degli operatori.
– «Urca, che poppe!»
– «E voleva tenersele tutte per sé, la troiona!»
Max Pilone si porta alle mie spalle, mi fa flettere la schiena all’indietro, e mi spinge di nuovo il cazzo in gola.
Smanaccio a vuoto cercando un appiglio, mentre lui seguita a scoparmi l’esofago finché mi provoca un nuovo conato di vomito...che stavolta mi ricade su tutto il corpo.
– «BBLHEAAARCHH!!...»
– «Guarda come ti sei conciata...Sei proprio una lercia scrofa zozza!», commenta il mascalzone, «In tal caso da scrofa verrai trattata!»
Mi sbatte carponi sul pavimento, allargandomi bene le gambe.
– «Cooosì! Fai vedere a tutto il mondo la tua fregna slabbrata!»
Sono tutta intontita, mi rendo appena conto di quel che succede.
Il porco mi monta sopra, sento la sua cappella all’ingresso della mia vulva, e subito dopo mi penetra senza tanti complimenti.
Una fitta mi strappa un gemito. La mia fica è fuori allenamento, era tanto tempo che non prendevo un cazzo...e di certo non di quel calibro! Ma il depravato non sembra curarsene. Va avanti a pompare, pompare e pompare...finché il fastidio è sostituito da un piacere animalesco, che si propaga su tutte le pareti interne della mia passera, tese all’inverosimile.
– «Ohw!...Ohw!...Ommadonna...F-ferm...OH! Oh-oh-oh-oooOOOWHAAAAAHHH!!!»
Porca miseria...CHE FUCILATA!!
È un orgasmo fulminante, che mi attraversa come una scossa di terremoto, lasciandomi afflosciata a terra come un sacco di patate.
Ora vorrei solo restarmene lì immobile a smaltire i postumi di quel tornado...ma il porco e i suoi compagni non sono dello stesso parere.
– «Ehi, vaccona, credi che qui stiamo girando uno spot per la camomilla Sognidoro? Su, un po’ di energia!», dice sollevandomi per i capelli.
– «Eeeh...Ghiii...Oh...Uh...», farfuglio confusa, senza sapere cosa dire.
– «Questa non capisce più un cazzo, boss...Il cervello le è andato in pastafrolla!», commenta il tizio con la telecamera.
– «Allora è tempo di includere nel video un po’ di sano slapping!»
E detto ciò, inizia a prendermi ripetutamente a ceffoni, scuotendomi dal torpore.
– «Visto? Un po’ di massaggini alle guance, e riprendono subito vita!»
Sì, sono sveglia...ma ancora inerte. L’alcol e quegli sconvolgenti orgasmi hanno fiaccato ogni mia velleità di opposizione.
Il porco mi solleva di peso e mi scaraventa carponi sul divano. Senza perdere un attimo, mi ficca due dita nel culo.
– «AHIA! M-ma che fa? La smetta, mi sta facendo male...»
– «E pensa se non preparassi la strada, stupidotta!»
Rigira con vigore le dita, poi mi appoggia la cappella al buco, con intenzioni evidenti.
L’idea che questo maiale si appresta a sodomizzarmi risveglia in me un ultimo barlume di resistenza.
– «NO!! No-no-no-no, per fav...Lì non l’ho mai pres...»
Supplica inutile: la carogna preme senza riguardi, spingendo il suo mostruoso batacchio nel mio retto.
Sento l’ano che mi si dilata a dismisura, e non posso trattenere un grido di dolore.
– «AAAHIKKK! No, NO!...È troppo grosso...Non ce la faccio...»
Giro la testa verso i due operatori, come a chiedere aiuto...ma i due stronzi si limitano a continuare le riprese, con un ghigno divertito.
Mi rassegno a subire anche questo oltraggio, mordendomi le labbra e cercando di rilassare i muscoli anali per non creare attrito allo scorrimento.
Devo ammettere che pensavo fosse peggio. Dopo le prime fitte, adesso il mio buco si è adattato all’intruso, malgrado il grosso calibro e l’irruenza della penetrazione.
Avere un palo di carne che ti scorre nelle budella è una sensazione stranissima. Stimola punti sensibili mai sperimentati prima d’ora. Nonostante il bruciore, l’eccitazione mi sta sopraffando di nuovo.
– «Cazzo, scorre fin troppo facilmente...Non pensavo che ‘sta vacca avesse un buco del culo così elastico!», commenta il bruto.
– «Sappiamo cosa fare in questi casi, boss!», gli risponde uno dei due.
Cosa intendono lo capisco pochi secondi dopo, quando mi viene inserito un vibratore gigante nella fica, che restringe drasticamente lo spazio di manovra nelle mie interiora. Ora mi sento così...piena! Una roba da scoppiare, non mi ci potrebbe più star dentro neanche uno stuzzicadenti.
– «Yeeeah...Ora va molto meglio!»
Riprende a pomparmi il culo, e adesso l’attrito lo percepisco in ogni cellula...E intanto il fallo artificiale vibra, vibra, vibra senza sosta...Tutti i nervi delle mie parti basse sono sottoposti ad una stimolazione violenta e incessante. Al di sopra del fastidio, sento montarmi dentro delle onde di piacere che crescono inarrestabili, come se stessero prendendo la rincorsa...
...finché finalmente l’ondata di piena arriva, con un potenza devastante. Il cuore mi batte come impazzito, e comincio a boccheggiare incredula.
– «Ohw!...OhW!...Oh diosanto...Ma che è...C-cosa mi sta...OHW!! Oh-oh-oh-OOOOOWWHAAAAAHHH!!!»
Ossantocielo...HO APPENA AVUTO IL MIO PRIMO ORGASMO ANALE!! E ad opera di un pornografo disgustoso, mentre venivo pure filmata! Io, proprio io...Roba da non crederci...
– «Tenetevi pronti, ragazzi, che adesso eseguo un po’ di gaping al culo di questa vaccona!»
– «Procedi pure, boss...Non ci faremo scappare nulla!»
Come al solito non capisco i loro discorsi...ma i fatti si spiegano da soli, quando il porco mi si sfila dal culo tenendomi ben separate le chiappe, in modo da esporre alla telecamera il mio buco oscenamente dilatato.
– «Puttana miseria, che razza di caverna! Le si vede dentro tutto fino al fegato!», commenta il maiale.
Dopo di che, inizia un andirivieni di affondi & estrazioni col cazzo, in modo da tenermi il buco del culo costantemente allargato. E intanto io penso a cosa potrebbero pensare di me quelli che vedranno questo filmato. È un pensiero umiliante, vorrei sprofondare dalla vergogna...Almeno mi avessero dato una mascherina per non farmi riconoscere...
Dopo un paio di minuti di quel degradante trattamento, il suino decide di cambiare posizione.
Si ribalta sul divano trascinandomi su di lui, con ancora il cazzo ben piantato nel culo. Ora mi trovo esposta a gambe spalancate, con la fica all’aria a favore della telecamera. Una posizione indecente, degna della più scafata troia da bordello di quart’ordine. (E io che mi ero impegnata tanto per costruirmi un’immagine di donna rispettabile...Anni di sforzi finiti nel cesso nel giro di un quarto d’ora!)
Mentre continua a pistonarmi da sotto, il porco afferra il vibratore che mi ha estratto dalla fica e me lo ficca in gola.
– «Toh!...Senti il sapore della tua fregna immonda, lurida puttanaccia!»
E naturalmente i due operatori non perdono l’occasione di riprendermi bene in primo piano.
Il venire filmata in questa situazione oscena è davvero imbarazzante...eppure la frenesia erotica sovrasta il mio senso di vergogna. In questo momento sono disposta a lasciarmi fare di tutto, purché mi facciano godere ancora!
Infatti ormai mi hanno già immortalato nelle pose più sconce, quindi non ha più senso oppormi; tanto vale che me la goda liberamente, senza più cercare di difendere una dignità ormai andata in malora.
Così mi sfogo cavandomi il gusto di rendere la pariglia al porco che mi sta sotto:
– «AHH!...E tu saresti un pornoattore, brutto maiale impotente? Uhgh!...D-dai, fammi vedere cosa sai fare con q-quel ridicolo pisellino...Ahh!...»
Il bastardo mi guarda con aria di sfida, e aumenta la rudezza degli affondi. Io mi lascio completamente andare alle ondate di goduria, senza più cercare di darmi un contegno.
– «Ahhh!...Cazzo, merda...C-come mi piaceeehh! Ohww...Dai, che ci sono quasi...AHH, AHH, AHH...»
Sento già l’appressarsi di un nuovo, mostruoso orgasmo...quando il fetente si mette a rovistare nella mia borsetta.
Estrae il mio telefonino e compone un numero. Appena prende la linea, me lo mette all’orecchio.
(tel:) “Pronto?“
Oh dio! Ma questa è la voce di...DI MIA FIGLIA!!!
Immediatamente cerco di soffocare i miei gemiti...anche se mi costa uno sforzo immane.
(tel:) “Pronto? Chi parla?“
Sogghignando divertito, il porco mi infila di nuovo il vibratore nella fica, strappandomi mio malgrado un gemito di goduria.
– «OAH!...Oh, oh!...»
(tel:) “Ma chi è? È uno scherzo? Milena, sei tu?“
I due operatori stanno sghignazzando come matti. E tanto per rincarare la dose, la canaglia mi ravana il clitoride con la mano libera.
– «AHH!...Omiodd...MNNGH!...Cazz...», esclamo mordendomi le labbra.
(tel:) “Beh, chiunque tu sia, se credi di mettermi in imbarazzo caschi male: io me ne sto qui a sentire, eh?“
Ma spegni quel cazzo di telefono, cretina...Non ce la faccio più a trattenere i miei gemiti!
E come se non bastasse, il porco aumenta il ritmo dello sfregamento sul mio grilletto per farmi gridare. È una vera tortura! Ansimo come un’asina, ho una voglia matta di urlare di piacere...ma non posso farmi riconoscere da mia figlia!
– «Ahnf...Ahnf...OH! Porc...NNNGGHH! Ahnf...»
Buon dio...Ho tutto il basso ventre che mi ribolle, ma il bastardo non smette...Né quella scema riaggancia...Non resisto più, sto scoppiando...Basta, basta, bas...
E alla fine tutta la mia tensione esplode. Esplode nell’orgasmo più potente di tutti, che grido senza più il minimo contegno.
– «Ah!...Ah!...Ah-ah-ah-ah-AAAAAOOOWWWHRRRGHHH!!!»
È un calcio di mulo dalla potenza incredibile, che mi fa contorcere per quasi un minuto, facendomi sbrodolare anche l’anima. Quasi svengo dalla goduria; ho a malapena la lucidità per sentire le ultime parole di Nicoletta prima che spenga il telefono.
(tel:) “Sì, vabbe’, molto divertente, brava...Però adesso ‘sto giochino mi ha stufata. Ciao, eh? [-CLIK!-]”
Uff!...Grazie al cielo non mi ha riconosciuta...ma che rischio, però! Questa è stata la prova più dura della giornata.
Subito dopo il porco mi spinge via di lato sfilandosi dal mio culo.
– «Non abbiamo ancora finito...Credevi di godere solo te qui, egoista?»
Sono ormai un sacco vuoto, completamente esausta. Mi fa inginocchiare e mi schiaffa l’uccello in bocca.
– «Tie’!...Puliscimi il cazzo dalla tua merda, vecchia bagascia!»
È disgustoso dover succhiare un membro appena uscito dal mio stesso intestino...ma non ho proprio la forza di oppormi.
In breve tempo mi sborra in faccia. Un fiume di seme interminabile, che ridipinge il mio viso già trasfigurato. E tanto per completare l’opera, ci aggiunge una serie di sputi...conditi da una pisciata in faccia!
– «Così...Yeeeah! Fatti una bella doccia, che sei più lercia di una scrofa!»
Infine mi solleva la testa in modo da far riprendere bene in primo piano la mia faccia imbrattata di sperma, piscio, sputo e vomito. E io me ne rimango lì a fissare l’obiettivo, completamente intontita. In questo momento devo avere l’aspetto di una mignotta caduta di faccia in una latrina.
– «Come sono venute le riprese, boys?», chiede il porco rivolgendosi ai due operatori.
– «Benone, boss, molto realistiche. Lei aveva proprio l’espressione di una che non ci voleva stare.»
– «Ottimo. Il pubblico va pazzo per le MILF che recitano la parte delle insospettabili casalinghe costrette a scopare controvoglia!»
E ci credo che sembravo scopare “controvoglia”! È stata un’esperienza umiliante, insana, dolorosa, degradante, vomitevole...
(...però, dannazione, che razza di orgasmi! Ho ancora il basso ventre in subbuglio...)
*****
I tre si mettono a parlottare fra di loro di cose come editing e montaggio, ignorandomi completamente.
Io intanto cerco di ricompormi...rendendomi presto conto che il mio vestito è ridotto a strisce di stoffa. Non serve più nemmeno a coprirmi le tette.
A un certo punto Max Pilone viene verso di me e mi consegna il filmato con mia figlia, al quale è allegato anche uno dei suoi biglietti da visita.
– «Bene, signora, con ciò il nostro accordo è onorato. Può andarsene, adesso», dice riprendendo grottescamente a darmi del “Lei“.
– «Io...Io avrei bisogno di un altro vestito...»
– «E perché lo dice a me? Questo non è un negozio di abbigliamento.»
– «M-ma non posso uscire per strada conciata così...»
– «Affari suoi. Non mi faccia perdere tempo, che devo mettermi a lavorare sul filmato.»
– «Mi presti almeno un soprabito, per favore...Glielo riporto doman...»
Sbuffa annoiato e mi afferra per un braccio, spingendomi fuori dalla porta senza tante cerimonie.
*****
Ed eccomi qua: sulla soglia della casa di un pornografo, appiedata, seminuda, ricoperta di piscio e vomito, e con la faccia ancora piena di sperma colante. (Decisamente non era questo l’esito che avevo immaginato per la mia missione di recupero!)
Ora la cosa più urgente è inventarmi qualcosa per ritornare a casa senza farmi notare troppo...anche se so bene che questo è il minore dei miei problemi.
Infatti appena arrivata a casa dovrò parlare con quella sciagurata di mia figlia. Se Nicoletta non capisce quanto è stata stupida a partecipare ad un film porno, un domani potrebbe ripresentarsi lo stesso problema. E dovrò parlarle stando ben attenta a NON farle capire cosa ho dovuto fare per rimediare al casino in cui si era ficcata. Sarebbe davvero un disastro, se lei o qualcun altro che mi conosce vedesse un film porno dove io vengo brutalizzata, insultata, schiaffeggiata, sodomizzata, usata come pisciatoio umano...e in tutto ciò godo come una pazza!
Comunque, un problema alla volta. Per prima cosa, mi sbarazzo subito del filmato buttandolo in un cassonetto.
E mentre penso a come posso fare per rientrare a casa senza farmi vedere, mi chiedo: perché non ho buttato nel cassonetto anche il biglietto da visita?...
[FINE]
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Che situazione. Che dannata assurda situazione!
Guarda te se una rispettabile madre di 46 anni deve ritrovarsi ad andare a casa di un produttore di FILM PORNO per difendere l’onorabilità della propria famiglia. Ma non vedo altre soluzioni. Coraggio, Carla, non c’è modo di evitarlo.
Scendo dall’autobus e mi incammino a passi spediti verso la casa di quel produttore...quando un passante richiama la mia attenzione:
– «Signora, aspetti...Le è caduto quest...»
Raccoglie da terra una polaroid che mi è scivolata fuori dalla borsetta, e la fissa interdetto. La foto ritrae una ragazzina nuda che si fa fottere da dietro da un cazzone gigante.
Imbarazzatissima, recupero la foto, farfuglio un “Grazie” al tipo e me la svigno alla chetichella. Non potevo certo mettermi a spiegargli che la ragazzina della foto è mia figlia NICOLETTA, la quale 2 giorni fa ha partecipato ad un film porno a mia insaputa, e che ora mi tocca andare a recuperarlo per salvare la reputazione di entrambe.
E per fortuna che me ne sono almeno accorta in tempo! Riordinando la sua stanza, stamattina ho trovato per caso alcune sue foto oscene a cui era allegato un biglietto da visita: “MAX PILONE – Red Light Studios, produzione di film per adulti“.
E chi pensava di avere una figlia così scema! Ma non si rende conto di quanto sia compromettente per una studentessa di 18 anni far circolare un suo video pornografico?! Potrebbe precluderle futuri impieghi di lavoro, per non parlare poi dello sputtanamento della sua reputazione...e di quella dei suoi famigliari! Dove troverei il coraggio di uscire di casa, sapendo di essere additata come la madre di una pornostar?
Okay, okay, una cosa per volta. Rimetterò in riga quella incosciente stasera, dopo che avrò recuperato il filmato. Ora devo prepararmi ad affrontare quel maiale d’un produttore. Dovrei essere abbastanza pronta; prima di uscire ho fatto le prove allo specchio, allenandomi a fare la voce dura: “Lei mi deve rendere conto...Lei mi deve rendere conto“...Sembravo Fantozzi in quella scena dove lui si prepara ad incontrare l'amante della moglie. È tutto così grottesco.
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Arrivo di fronte alla villa di quel ruffiano. Accidenti, che lusso! Evidentemente il mercato del Porno rende bene.
Non gli ho neanche preannunciato la mia visita, ma non importa; con certa gentaglia bisogna andare dritti al sodo.
Premo il tasto del citofono, e poco dopo mi risponde una voce:
(cit:) “Sì? Chi è?“
– «Mi chiamo CARLA BONFANTI, e dobbiamo parlare. Lei mi deve rendere conto di...»
(cit:) “Signora, in questo momento sono molto occupato. Mi telefoni per fissare un appuntamento. Arrivederci.“
– «No, forse non ha capito...Io esigo di vederla immediatamente! Lei mi deve rendere conto...»
(cit:) “Uhm, aspetti...Si avvicini di più allo spioncino, voglio vederla meglio...“
Per alcuni secondi rimane in silenzio. A cosa diavolo starà pensando? Perché vuole "vedermi meglio"?
(cit:) “Mmm...Va bene, venga dentro.“
– «Sì, comunque sia chiaro che lei mi deve rendere con...»
Vengo interrotta dal “CLIK” del citofono che viene riappeso.
Il mio approccio in stile Fantozzi non ha funzionato. Seccante, ma almeno adesso sono dentro.
*****
Da una porta fa capolino un giovanotto, che senza dire una parola mi fa cenno di entrare.
La prima cosa che noto è che tutto intorno sono disseminate riviste per adulti, videocassette hard e falli artificiali, e appese alle pareti ci sono gigantografie di donne impegnate nelle pratiche sessuali più oscene. Non cerca certo di celare il suo mestiere agli ospiti, il pervertito.
In disparte ci sono due tizi che armeggiano con videocamere e macchine fotografiche. Immagino che siano degli operatori di scena.
Il tizio che mi ha invitata dentro bussa ad una porta, e poco dopo compare colui che deve essere il boss della bella aziendina. Lo riconosco dalle foto che ha fatto con mia figlia.
È un omaccione robusto sui 50 anni. Indossa maglietta e pantaloncini, ed ha in testa un assurdo cappello da cowboy texano.
– «Salve. Desidera?...»
– «Lei è il signor MAX PILONE?»
– «In persona. Attore, regista, e proprietario della Red Light Studios.»
– «Come le ho detto al citofono, mi chiamo Carla Bonfanti...e sono la madre di Nicoletta!»
– «Di chi?»
Tanto per tagliare corto, gli mostro subito le foto. Gli dedica un’occhiata di sfuggita, senza scomporsi.
– «Ah, sì, la ragazzina che è stata qui due giorni fa. Ebbene?»
– «C-come “Ebbene“?! Lei ha usato mia figlia per fare un servizio pornografico!»
– «E le ripeto: ebbene?»
– «Ebbene voglio che Lei mi consegni subito quel filmato e tutte le copie che sono state fatte!»
– «Ma tu hai voglia di scherzare, donna!», ridacchia passando improvvisamente a darmi del “Tu”, «Quel filmato è già incluso nel programma delle uscite mensili. Inoltre, la ragazza è stata regolarmente pagata per la sua prestazione.»
– «Bene, allora mi dica quanto ha sborsato: le restituisco i soldi, e andiamo a posto così!»
– «Non se ne parla. Quel filmato mi serve, la mia azienda ha dei tempi di produzione da rispettare.»
– «Queste cose non mi interessano, ora Lei mi consegna subito quel filmato altrimenti io...io la denuncio, ha capito?»
– «Denunciarmi?! E per che cosa?»
– «Per...per molestie sessuali! Mia figlia non avrebbe mai fatto quelle cose se...se non fosse stata drogata, o ricattata in qualche modo...»
– «Guarda che tua figlia era del tutto consenziente, bionda...Anzi, è stata proprio lei a proporsi come attrice. Il cazzo le piace da impazzire, che credi?»
– «M-ma cosa dice?! Pensa forse che non conosco mia figlia? Lei non...A quelle cose non ci pensa proprio, sono sicura...»
– «Non vedi che straparli, donna? A quell’età le ragazzine hanno in testa solo il cazzo, e la tua bimba non fa certo eccezione. Evidentemente la conosco meglio io di te. Non pretenderai mica di venire qui ad insegnarmi il mestiere!»
La strafottenza di quest’individuo mi sta facendo saltare i nervi.
Mi accorgo solo ora che i due operatori mi stanno riprendendo: il primo con una videocamera, e l’altro scattando foto.
– «C-chi le ha dato il permesso di filmarmi?! Faccia spegnere subito quelle telecamere!»
– «Siamo in casa mia, e in casa mia io filmo quel che mi pare. Se non ti va bene, quella è la porta.»
– «M-ma cristo! Lei...Lei è proprio un villanzone!», sbotto agitandomi in modo vistoso.
– «Tu sei troppo stressata, donna, avresti bisogno di scaricare un po’ di tensione. Da quant’è che non scopi?»
– «M-ma che cavolo di doman...Come si permet...OOOOH, che sfrontato!!»
Faccio l’indignata, ma intanto non posso evitare di rispondermi mentalmente alla sua domanda.
TRE ANNI, ecco da quanto non faccio sesso. Ovvero, da quando mio marito mi ha piantata. Non volevo avere relazioni con altri uomini fintanto che Nicoletta si trovava in una fase delicata della sua crescita, per non turbare lo sviluppo della sua sessualità. E guarda che bel risultato ho ottenuto.
– «Dai, bevi un drink, così ti rilassi un po’!», dice versando del Glen Grant in un bicchiere.
Dovrei rifiutare, perché io l’alcol non lo reggo proprio...ma in questo momento ho bisogno di una scossa, così afferro il bicchiere e lo butto giù tutto d’un fiato.
Come prevedevo, il whisky mi dà subito una botta che mi fa tremare le gambe. Seguono vampate di calore che dallo stomaco mi salgono alla testa.
– «Oh, gesù...Oh, gesù...Ho bisogno di sedermi...»
– «Vedi che sei già un po’ più calma? Te ne verso un altro...»
Prontamente il tipo riempie di nuovo il bicchiere e me lo porta alle labbra.
– «N-no, basta...Io non bevo mai alcolici...»
– «Su, un altro goccio...Cooosì, da brava...»
Sono così intontita che non cerco nemmeno di oppormi. Sorso dopo sorso mando giù anche il secondo bicchiere...e se prima avevo qualche speranza di resistere agli effetti dell’alcol, adesso sono proprio sistemata.
– «Bene, ora torniamo al nostro piccolo dilemma. Voglio venirti incontro: sono un uomo d’affari, quindi potrei anche rinunciare al filmato con tua figlia...in cambio di un ALTRO filmato più interessante.»
– «Oh, bene, vedo che è diventato più ragionevole. E...di che filmato si tratterebbe?»
Mi fissa senza rispondere. I miei riflessi mentali sono intorpiditi dall’alcol, così ci metto qualche secondo a realizzare COSA intendeva il porco.
– «EH NO!! Ma...ma dico, che idee si è messo in testa?! Come si permette solo di pensarlo!», sbotto indignata.
– «Suvvia, è un accordo che soddisferà entrambi...Anzi, per te il beneficio sarà doppio: oltre a riavere il filmato che ti interessa, ti farai anche dare una bella sgorgata alle tubature.»
Ciò detto, mi poggia una mano sulla coscia e comincia ad accarezzarmela.
Il cervello mi dice di spostargliela da lì...ma i miei arti non rispondono al comando. Mi sento avvampare. L’alcol mi stordisce, acuendo le sensazioni fisiche. La sua mano è incredibilmente calda, e sembra emettere piacevoli scariche elettriche.
– «C-che cosa crede di fare? Non sono il tipo di donna che crede Lei, sa!», bofonchio trascinando la lingua.
– «Ma certo che no», sogghigna quasi benevolo, «L’ho capito che sei una donna inflessibile, dai forti princìpi morali, che mai cederebbe ad avances lussuriose...»
Parla in modo compiacente...ma intanto va avanti a palparmi, confondendomi così le idee.
Mi mette una mano sulle poppe e comincia a massaggiarle. Rimango sorpresa di quanto sia gradevole. In circostanze normali non mi farei toccare neanche un alluce da un individuo così spregevole...ma tra l’alcool e le voglie lungamente represse, le mie resistenze stanno crollando come castelli di carte.
Boccheggio in debito d’ossigeno, mentre lui con l’altra mano si insinua nelle mie mutandine. EH NO, questo è troppo!
Tutte le mie ultime difese sono affidate al ceffone che parte verso il suo grugno. Ceffone che però non raggiunge il bersaglio: il porco mi blocca la mano e me la conduce sul suo pacco.
– «Lo senti che sberla di cazzo? Alla tua età dovresti sentirti fiera di provocare ancora questi effetti in un maschio!»
Dovrei dire qualcosa per difendere la mia dignità di donna, di madre, di persona rispettabile...ma tra l’alcol e l’assurdità della situazione, non mi riesce di spiccicare una parola. Mi limito ad ansimare forte, in profondo stato confusionale, mentre lui insiste a ravanarmi tra le gambe.
Il suo ditalino mi fa sussultare. Senza rendermene conto, allargo le gambe d’istinto. Mio malgrado devo riconoscere che questo maiale sa come toccare una donna...Eccome se lo sa! Oh, m-mamma mia, che goduria...S-so di potermi ancore fermare, se voglio...Sì, l-lo lascerò fare ancora un po’...S-solo un altro po’...e dopo lo ferm...Oh cielo, cosa mi sta succed...
– «La milfona sta partendo, boss!», commenta il tizio con la telecamera, di cui mi ero totalmente scordata.
La cosa più fastidiosa è proprio la presenza dei due operatori, che stanno immortalando su pellicola questo mio momento di debolezza. Cosa potrebbe pensare di me uno che vedesse questo filmato? È questo il pensiero che tiene ancora a galla le mie ultime resistenze.
– «E ora ti faccio un altro regalo», sogghigna Pilone, «E sappi che non tutte le baldracche che entrano qui hanno la fortuna di riceverlo!»
Si sbottona i pantaloncini, esibendomi il suo attrezzo del mestiere. Strabuzzo gli occhi incredula: mai visto un manico del genere! Un buon 30 centimetri di carne, grosso, solido, svettante. (“Max Pilone“...Mai nome d’arte è stato scelto in modo più appropriato!)
Mi afferra per la nuca e mi spinge verso quella enorme cappella. Apro la bocca per protestare, col solo risultato di facilitargli l’ingollamento. Me ne rimango lì ferma, confusa, con le labbra avvolte intorno a quel glande smisurato.
– «Dai, che puoi fare di meglio...Fammi vedere cosa hai imparato in 30 anni che fai pompini!»
E ciò detto, inizia a premermi ritmicamente la nuca, spingendo quel batacchio mostruoso sempre più giù nella mia gola ad ogni affondo.
– «Braaava...Vedi che ce la fai? Scommetto che riesci a ingozzartelo tutto quanto!»
Non può dire sul serio...Dove lo faccio stare un affare così lungo?! Ma lui non sembra porsi il problema, e mi preme la testa in basso finché il suo membro mi entra in bocca fino alla radice.
Ormai ce l’ho per intero nell’esofago...Mi manca il fiato, ho dei conati per respirare...E ho lo stomaco in subbuglio per il whisky...Sto per...Devo...
– «BBLHEEKWARKH!!!», esclamo, vomitandogli sul cazzo un liquame disgustoso...proprio nell’istante in cui, quasi senza rendermene conto, l’effetto del suo ditalino mi provoca uno stranissimo orgasmo!
– «Avete ripreso tutto, ragazzi?», chiede il maiale rivolgendosi agli operatori.
– «Tutto quanto, boss...Una scena fantastica!»
“Fantastica“? Dio santo!! Non so se avete mai provato la sensazione di soffocare, vomitare e godere allo stesso tempo...Non provo a descrivervela, ma in una parola potrei definirla...”sconvolgente”! E i tre stronzi sghignazzano pure!
Sto ancora boccheggiando per riprendere fiato, che il suino mi fa inginocchiare a terra strappandomi i vestiti di dosso (non prova nemmeno a sfilarmeli...Li fa a brandelli e basta!)
Rimango lì mezza nuda, con le tette di fuori e la fica al vento, esposta alle telecamere e ai commenti osceni degli operatori.
– «Urca, che poppe!»
– «E voleva tenersele tutte per sé, la troiona!»
Max Pilone si porta alle mie spalle, mi fa flettere la schiena all’indietro, e mi spinge di nuovo il cazzo in gola.
Smanaccio a vuoto cercando un appiglio, mentre lui seguita a scoparmi l’esofago finché mi provoca un nuovo conato di vomito...che stavolta mi ricade su tutto il corpo.
– «BBLHEAAARCHH!!...»
– «Guarda come ti sei conciata...Sei proprio una lercia scrofa zozza!», commenta il mascalzone, «In tal caso da scrofa verrai trattata!»
Mi sbatte carponi sul pavimento, allargandomi bene le gambe.
– «Cooosì! Fai vedere a tutto il mondo la tua fregna slabbrata!»
Sono tutta intontita, mi rendo appena conto di quel che succede.
Il porco mi monta sopra, sento la sua cappella all’ingresso della mia vulva, e subito dopo mi penetra senza tanti complimenti.
Una fitta mi strappa un gemito. La mia fica è fuori allenamento, era tanto tempo che non prendevo un cazzo...e di certo non di quel calibro! Ma il depravato non sembra curarsene. Va avanti a pompare, pompare e pompare...finché il fastidio è sostituito da un piacere animalesco, che si propaga su tutte le pareti interne della mia passera, tese all’inverosimile.
– «Ohw!...Ohw!...Ommadonna...F-ferm...OH! Oh-oh-oh-oooOOOWHAAAAAHHH!!!»
Porca miseria...CHE FUCILATA!!
È un orgasmo fulminante, che mi attraversa come una scossa di terremoto, lasciandomi afflosciata a terra come un sacco di patate.
Ora vorrei solo restarmene lì immobile a smaltire i postumi di quel tornado...ma il porco e i suoi compagni non sono dello stesso parere.
– «Ehi, vaccona, credi che qui stiamo girando uno spot per la camomilla Sognidoro? Su, un po’ di energia!», dice sollevandomi per i capelli.
– «Eeeh...Ghiii...Oh...Uh...», farfuglio confusa, senza sapere cosa dire.
– «Questa non capisce più un cazzo, boss...Il cervello le è andato in pastafrolla!», commenta il tizio con la telecamera.
– «Allora è tempo di includere nel video un po’ di sano slapping!»
E detto ciò, inizia a prendermi ripetutamente a ceffoni, scuotendomi dal torpore.
– «Visto? Un po’ di massaggini alle guance, e riprendono subito vita!»
Sì, sono sveglia...ma ancora inerte. L’alcol e quegli sconvolgenti orgasmi hanno fiaccato ogni mia velleità di opposizione.
Il porco mi solleva di peso e mi scaraventa carponi sul divano. Senza perdere un attimo, mi ficca due dita nel culo.
– «AHIA! M-ma che fa? La smetta, mi sta facendo male...»
– «E pensa se non preparassi la strada, stupidotta!»
Rigira con vigore le dita, poi mi appoggia la cappella al buco, con intenzioni evidenti.
L’idea che questo maiale si appresta a sodomizzarmi risveglia in me un ultimo barlume di resistenza.
– «NO!! No-no-no-no, per fav...Lì non l’ho mai pres...»
Supplica inutile: la carogna preme senza riguardi, spingendo il suo mostruoso batacchio nel mio retto.
Sento l’ano che mi si dilata a dismisura, e non posso trattenere un grido di dolore.
– «AAAHIKKK! No, NO!...È troppo grosso...Non ce la faccio...»
Giro la testa verso i due operatori, come a chiedere aiuto...ma i due stronzi si limitano a continuare le riprese, con un ghigno divertito.
Mi rassegno a subire anche questo oltraggio, mordendomi le labbra e cercando di rilassare i muscoli anali per non creare attrito allo scorrimento.
Devo ammettere che pensavo fosse peggio. Dopo le prime fitte, adesso il mio buco si è adattato all’intruso, malgrado il grosso calibro e l’irruenza della penetrazione.
Avere un palo di carne che ti scorre nelle budella è una sensazione stranissima. Stimola punti sensibili mai sperimentati prima d’ora. Nonostante il bruciore, l’eccitazione mi sta sopraffando di nuovo.
– «Cazzo, scorre fin troppo facilmente...Non pensavo che ‘sta vacca avesse un buco del culo così elastico!», commenta il bruto.
– «Sappiamo cosa fare in questi casi, boss!», gli risponde uno dei due.
Cosa intendono lo capisco pochi secondi dopo, quando mi viene inserito un vibratore gigante nella fica, che restringe drasticamente lo spazio di manovra nelle mie interiora. Ora mi sento così...piena! Una roba da scoppiare, non mi ci potrebbe più star dentro neanche uno stuzzicadenti.
– «Yeeeah...Ora va molto meglio!»
Riprende a pomparmi il culo, e adesso l’attrito lo percepisco in ogni cellula...E intanto il fallo artificiale vibra, vibra, vibra senza sosta...Tutti i nervi delle mie parti basse sono sottoposti ad una stimolazione violenta e incessante. Al di sopra del fastidio, sento montarmi dentro delle onde di piacere che crescono inarrestabili, come se stessero prendendo la rincorsa...
...finché finalmente l’ondata di piena arriva, con un potenza devastante. Il cuore mi batte come impazzito, e comincio a boccheggiare incredula.
– «Ohw!...OhW!...Oh diosanto...Ma che è...C-cosa mi sta...OHW!! Oh-oh-oh-OOOOOWWHAAAAAHHH!!!»
Ossantocielo...HO APPENA AVUTO IL MIO PRIMO ORGASMO ANALE!! E ad opera di un pornografo disgustoso, mentre venivo pure filmata! Io, proprio io...Roba da non crederci...
– «Tenetevi pronti, ragazzi, che adesso eseguo un po’ di gaping al culo di questa vaccona!»
– «Procedi pure, boss...Non ci faremo scappare nulla!»
Come al solito non capisco i loro discorsi...ma i fatti si spiegano da soli, quando il porco mi si sfila dal culo tenendomi ben separate le chiappe, in modo da esporre alla telecamera il mio buco oscenamente dilatato.
– «Puttana miseria, che razza di caverna! Le si vede dentro tutto fino al fegato!», commenta il maiale.
Dopo di che, inizia un andirivieni di affondi & estrazioni col cazzo, in modo da tenermi il buco del culo costantemente allargato. E intanto io penso a cosa potrebbero pensare di me quelli che vedranno questo filmato. È un pensiero umiliante, vorrei sprofondare dalla vergogna...Almeno mi avessero dato una mascherina per non farmi riconoscere...
Dopo un paio di minuti di quel degradante trattamento, il suino decide di cambiare posizione.
Si ribalta sul divano trascinandomi su di lui, con ancora il cazzo ben piantato nel culo. Ora mi trovo esposta a gambe spalancate, con la fica all’aria a favore della telecamera. Una posizione indecente, degna della più scafata troia da bordello di quart’ordine. (E io che mi ero impegnata tanto per costruirmi un’immagine di donna rispettabile...Anni di sforzi finiti nel cesso nel giro di un quarto d’ora!)
Mentre continua a pistonarmi da sotto, il porco afferra il vibratore che mi ha estratto dalla fica e me lo ficca in gola.
– «Toh!...Senti il sapore della tua fregna immonda, lurida puttanaccia!»
E naturalmente i due operatori non perdono l’occasione di riprendermi bene in primo piano.
Il venire filmata in questa situazione oscena è davvero imbarazzante...eppure la frenesia erotica sovrasta il mio senso di vergogna. In questo momento sono disposta a lasciarmi fare di tutto, purché mi facciano godere ancora!
Infatti ormai mi hanno già immortalato nelle pose più sconce, quindi non ha più senso oppormi; tanto vale che me la goda liberamente, senza più cercare di difendere una dignità ormai andata in malora.
Così mi sfogo cavandomi il gusto di rendere la pariglia al porco che mi sta sotto:
– «AHH!...E tu saresti un pornoattore, brutto maiale impotente? Uhgh!...D-dai, fammi vedere cosa sai fare con q-quel ridicolo pisellino...Ahh!...»
Il bastardo mi guarda con aria di sfida, e aumenta la rudezza degli affondi. Io mi lascio completamente andare alle ondate di goduria, senza più cercare di darmi un contegno.
– «Ahhh!...Cazzo, merda...C-come mi piaceeehh! Ohww...Dai, che ci sono quasi...AHH, AHH, AHH...»
Sento già l’appressarsi di un nuovo, mostruoso orgasmo...quando il fetente si mette a rovistare nella mia borsetta.
Estrae il mio telefonino e compone un numero. Appena prende la linea, me lo mette all’orecchio.
(tel:) “Pronto?“
Oh dio! Ma questa è la voce di...DI MIA FIGLIA!!!
Immediatamente cerco di soffocare i miei gemiti...anche se mi costa uno sforzo immane.
(tel:) “Pronto? Chi parla?“
Sogghignando divertito, il porco mi infila di nuovo il vibratore nella fica, strappandomi mio malgrado un gemito di goduria.
– «OAH!...Oh, oh!...»
(tel:) “Ma chi è? È uno scherzo? Milena, sei tu?“
I due operatori stanno sghignazzando come matti. E tanto per rincarare la dose, la canaglia mi ravana il clitoride con la mano libera.
– «AHH!...Omiodd...MNNGH!...Cazz...», esclamo mordendomi le labbra.
(tel:) “Beh, chiunque tu sia, se credi di mettermi in imbarazzo caschi male: io me ne sto qui a sentire, eh?“
Ma spegni quel cazzo di telefono, cretina...Non ce la faccio più a trattenere i miei gemiti!
E come se non bastasse, il porco aumenta il ritmo dello sfregamento sul mio grilletto per farmi gridare. È una vera tortura! Ansimo come un’asina, ho una voglia matta di urlare di piacere...ma non posso farmi riconoscere da mia figlia!
– «Ahnf...Ahnf...OH! Porc...NNNGGHH! Ahnf...»
Buon dio...Ho tutto il basso ventre che mi ribolle, ma il bastardo non smette...Né quella scema riaggancia...Non resisto più, sto scoppiando...Basta, basta, bas...
E alla fine tutta la mia tensione esplode. Esplode nell’orgasmo più potente di tutti, che grido senza più il minimo contegno.
– «Ah!...Ah!...Ah-ah-ah-ah-AAAAAOOOWWWHRRRGHHH!!!»
È un calcio di mulo dalla potenza incredibile, che mi fa contorcere per quasi un minuto, facendomi sbrodolare anche l’anima. Quasi svengo dalla goduria; ho a malapena la lucidità per sentire le ultime parole di Nicoletta prima che spenga il telefono.
(tel:) “Sì, vabbe’, molto divertente, brava...Però adesso ‘sto giochino mi ha stufata. Ciao, eh? [-CLIK!-]”
Uff!...Grazie al cielo non mi ha riconosciuta...ma che rischio, però! Questa è stata la prova più dura della giornata.
Subito dopo il porco mi spinge via di lato sfilandosi dal mio culo.
– «Non abbiamo ancora finito...Credevi di godere solo te qui, egoista?»
Sono ormai un sacco vuoto, completamente esausta. Mi fa inginocchiare e mi schiaffa l’uccello in bocca.
– «Tie’!...Puliscimi il cazzo dalla tua merda, vecchia bagascia!»
È disgustoso dover succhiare un membro appena uscito dal mio stesso intestino...ma non ho proprio la forza di oppormi.
In breve tempo mi sborra in faccia. Un fiume di seme interminabile, che ridipinge il mio viso già trasfigurato. E tanto per completare l’opera, ci aggiunge una serie di sputi...conditi da una pisciata in faccia!
– «Così...Yeeeah! Fatti una bella doccia, che sei più lercia di una scrofa!»
Infine mi solleva la testa in modo da far riprendere bene in primo piano la mia faccia imbrattata di sperma, piscio, sputo e vomito. E io me ne rimango lì a fissare l’obiettivo, completamente intontita. In questo momento devo avere l’aspetto di una mignotta caduta di faccia in una latrina.
– «Come sono venute le riprese, boys?», chiede il porco rivolgendosi ai due operatori.
– «Benone, boss, molto realistiche. Lei aveva proprio l’espressione di una che non ci voleva stare.»
– «Ottimo. Il pubblico va pazzo per le MILF che recitano la parte delle insospettabili casalinghe costrette a scopare controvoglia!»
E ci credo che sembravo scopare “controvoglia”! È stata un’esperienza umiliante, insana, dolorosa, degradante, vomitevole...
(...però, dannazione, che razza di orgasmi! Ho ancora il basso ventre in subbuglio...)
*****
I tre si mettono a parlottare fra di loro di cose come editing e montaggio, ignorandomi completamente.
Io intanto cerco di ricompormi...rendendomi presto conto che il mio vestito è ridotto a strisce di stoffa. Non serve più nemmeno a coprirmi le tette.
A un certo punto Max Pilone viene verso di me e mi consegna il filmato con mia figlia, al quale è allegato anche uno dei suoi biglietti da visita.
– «Bene, signora, con ciò il nostro accordo è onorato. Può andarsene, adesso», dice riprendendo grottescamente a darmi del “Lei“.
– «Io...Io avrei bisogno di un altro vestito...»
– «E perché lo dice a me? Questo non è un negozio di abbigliamento.»
– «M-ma non posso uscire per strada conciata così...»
– «Affari suoi. Non mi faccia perdere tempo, che devo mettermi a lavorare sul filmato.»
– «Mi presti almeno un soprabito, per favore...Glielo riporto doman...»
Sbuffa annoiato e mi afferra per un braccio, spingendomi fuori dalla porta senza tante cerimonie.
*****
Ed eccomi qua: sulla soglia della casa di un pornografo, appiedata, seminuda, ricoperta di piscio e vomito, e con la faccia ancora piena di sperma colante. (Decisamente non era questo l’esito che avevo immaginato per la mia missione di recupero!)
Ora la cosa più urgente è inventarmi qualcosa per ritornare a casa senza farmi notare troppo...anche se so bene che questo è il minore dei miei problemi.
Infatti appena arrivata a casa dovrò parlare con quella sciagurata di mia figlia. Se Nicoletta non capisce quanto è stata stupida a partecipare ad un film porno, un domani potrebbe ripresentarsi lo stesso problema. E dovrò parlarle stando ben attenta a NON farle capire cosa ho dovuto fare per rimediare al casino in cui si era ficcata. Sarebbe davvero un disastro, se lei o qualcun altro che mi conosce vedesse un film porno dove io vengo brutalizzata, insultata, schiaffeggiata, sodomizzata, usata come pisciatoio umano...e in tutto ciò godo come una pazza!
Comunque, un problema alla volta. Per prima cosa, mi sbarazzo subito del filmato buttandolo in un cassonetto.
E mentre penso a come posso fare per rientrare a casa senza farmi vedere, mi chiedo: perché non ho buttato nel cassonetto anche il biglietto da visita?...
[FINE]
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