Profumo _2
di
S.
genere
etero
Un insolito bruciore, come se avessi un accendino nello stomaco.
Muovo la bocca, labbra e lingua secche. Sono spaesato, non capisco dove sono gli occhi non si aprono e sento un peso bloccarmi. Nella mia testa ci sono immagini che non voglio abbandonare, voglio rivivere quei ricordi appena trascorsi ancora ed ancora. Voglio restare lì inerme nel mio subconscio ma questa gola cosi secca e questo bruciore che lentamente si trasforma in dolore non mi danno tregua.
Prendo forza e apro gli occhi. Vengo subito travolto ed accecato dalla fastidiosa luce della tv, le immagini scorrono senza emettere nessun suono. Chiudo la bocca cercando di deglutire inutilmente, poco alla volta provo a realizzare dove mi trovo. Abbasso lo sguardo per capire cosa sia quella insolia pressione che sento, vedo la sua testa appoggiata sulla mia pancia, appena noto il suo corpo piccoli flash improvvisi riaccendono i miei ricordi, le urla di qualche ora fa riaffiorano nella mi testa, la lotta per l’ambito premio e i nostri momenti di estasi.
Mi guardo intorno cercando l’orologio, sono le 00.28, voglio bere ma allo stesso tempo non voglio arrecargli fastidio. La guardo completamente ammaliato dalla sua bellezza, i miei occhi danzano e scivolano sulle sue curve, la montagna di capelli che nasconde il suo viso, poco più in basso mi accorgo di quel tocco che non avevo percepito, la sua mano destra proprio lì, appoggiata sul rigonfiamento dei miei boxer in quel naturale ed inconsapevole gesto.
Improvvisamente la salivazione si manifesta, i miei occhio non riescono a staccarsi dal suo corpo quasi nudo, tutto meravigliosamente impreziosito da un sottilissimo intimo bianco, reso luminescente dalla luce della tv. Mi è impossibile non eccitarmi a tale visione, poco alla volta quel rigonfiamento che inconsapevolmente custodisce si fa sempre più vivo, la mia mano come se fosse presa da vita propria si sposta su quel soffice fondoschiena, percorrono la strada guidate da un filo sottile, sfiorano quel piccolo buco che poco prima e stato profanato per l’ennesima volta, poi ancora più giù fino ad incontrare una morbida collinetta tra le tue gambe. Sfioro quell’inutile strato di stoffa, percepiscono la morbidezza estrema della carne sotto, quel punto leggermente più caldo del suo corpo, nel mentre, senza che se ne accorgesse, sotto la sua mano qualcosa stava strisciando fuori, lento e costante fin quasi il mio fianco, più lo fissavo più mi rendevo conto di non poterlo fermare. Preme con forza, lasciare intravedere completamente la forma sotto al tessuto, la testa, le vene lungo l’asta, pulsa e solleva i boxer.
Le mie dita non resistono, si infilano sotto al tessuto desiderose di incontrare la sua carne, umida e calda scivolano con naturalezza, studiano la fessura dove lentamente entrano. L’umidità si fa sempre più intesa mentre si muovono, una gamba si solleva leggermente per facilitare i miei movimenti e permettermi di entrare ancor più in profondità.
Con lo sguardo fisso, quasi ipnotizzato dai miei movimenti vengo distratto da una sensazione piacevolmente famigliare, cerco la sua testa dove la ricordavo, noto che si è spostata più in basso, i suoi capelli si muovono ripetutamente mentre la sua mano sembra stia bussando con forza tra le mie gambe. Faccio scivolare le mie dita fuori, vengono brevemente inseguite da un filo denso e vischioso.
La sagoma di lei si solleva dal divano dandomi il primo piano del suo la B, lentamente quel filo bianco incastonato tra le sue natiche precipita a terra, il suo sguardo incontra finalmente il mio, le sue ginocchia si posizionano al lato dei miei fianchi e la mia fastidiosa erezione viene guidata ed accolta dentro di lei. Libero il suo seno, i capezzoli, con un gesto deciso, mi vengono infilati in bocca dalla legittima proprietaria, una danza lenta inizia a prendere vita. Le sue cosce sempre più umide si strofinano su di me, la sua bocca bacia la mia fronte mentre con forza il mio viso viene stretto al seno dalle sue braccia. A tratti mi manca quasi il respiro mentre la danza lentamente si è trasformata in una galoppata. La tengo per i fianchi quasi come se avessi paura di farla cadere, poco a poco le sue unghie tornano a brandire la mia carne, nella stanza le immagini silenziose della tv vengono accompagnare dal rumore simile a quello di un frenetico applauso. Da lì a poco sopraggiungono versetti di piacere di lei accompagnati dai miei grugniti da cinghiale ingrifato, sembra una a gara a chi raggiunge prima il proprio apice.
Vengo senza riuscirmi a controllare o a trattenermi un secondo di più, quello che è il mio seme viene velocemente spalmato sulla mia asta da quella incessante galoppata, cerco di restare duro, per fortuna giunge immediatamente anche lei al suo culmine. Restiamo bloccati in quella posizione per alcuni attimi. Il serpente torna lentamente a cuccia, scivola fuori con naturalezza da quei succosi lembi di carne che lo avevano accolto, sporco del frutto di entrambi. Affannati restiamo abbracciati, il calore quasi fastidioso del suo corpo contro il mio, il nostro sudore ci fa da collante e ci tiene insieme, ricontrollo l’orologio, era ormai 1 non avevamo cenato.
Nudi, affamati e sporchi dei rispettivi umori andiamo in cucina e come due fessi fissiamo il frigo vuoto…
Muovo la bocca, labbra e lingua secche. Sono spaesato, non capisco dove sono gli occhi non si aprono e sento un peso bloccarmi. Nella mia testa ci sono immagini che non voglio abbandonare, voglio rivivere quei ricordi appena trascorsi ancora ed ancora. Voglio restare lì inerme nel mio subconscio ma questa gola cosi secca e questo bruciore che lentamente si trasforma in dolore non mi danno tregua.
Prendo forza e apro gli occhi. Vengo subito travolto ed accecato dalla fastidiosa luce della tv, le immagini scorrono senza emettere nessun suono. Chiudo la bocca cercando di deglutire inutilmente, poco alla volta provo a realizzare dove mi trovo. Abbasso lo sguardo per capire cosa sia quella insolia pressione che sento, vedo la sua testa appoggiata sulla mia pancia, appena noto il suo corpo piccoli flash improvvisi riaccendono i miei ricordi, le urla di qualche ora fa riaffiorano nella mi testa, la lotta per l’ambito premio e i nostri momenti di estasi.
Mi guardo intorno cercando l’orologio, sono le 00.28, voglio bere ma allo stesso tempo non voglio arrecargli fastidio. La guardo completamente ammaliato dalla sua bellezza, i miei occhi danzano e scivolano sulle sue curve, la montagna di capelli che nasconde il suo viso, poco più in basso mi accorgo di quel tocco che non avevo percepito, la sua mano destra proprio lì, appoggiata sul rigonfiamento dei miei boxer in quel naturale ed inconsapevole gesto.
Improvvisamente la salivazione si manifesta, i miei occhio non riescono a staccarsi dal suo corpo quasi nudo, tutto meravigliosamente impreziosito da un sottilissimo intimo bianco, reso luminescente dalla luce della tv. Mi è impossibile non eccitarmi a tale visione, poco alla volta quel rigonfiamento che inconsapevolmente custodisce si fa sempre più vivo, la mia mano come se fosse presa da vita propria si sposta su quel soffice fondoschiena, percorrono la strada guidate da un filo sottile, sfiorano quel piccolo buco che poco prima e stato profanato per l’ennesima volta, poi ancora più giù fino ad incontrare una morbida collinetta tra le tue gambe. Sfioro quell’inutile strato di stoffa, percepiscono la morbidezza estrema della carne sotto, quel punto leggermente più caldo del suo corpo, nel mentre, senza che se ne accorgesse, sotto la sua mano qualcosa stava strisciando fuori, lento e costante fin quasi il mio fianco, più lo fissavo più mi rendevo conto di non poterlo fermare. Preme con forza, lasciare intravedere completamente la forma sotto al tessuto, la testa, le vene lungo l’asta, pulsa e solleva i boxer.
Le mie dita non resistono, si infilano sotto al tessuto desiderose di incontrare la sua carne, umida e calda scivolano con naturalezza, studiano la fessura dove lentamente entrano. L’umidità si fa sempre più intesa mentre si muovono, una gamba si solleva leggermente per facilitare i miei movimenti e permettermi di entrare ancor più in profondità.
Con lo sguardo fisso, quasi ipnotizzato dai miei movimenti vengo distratto da una sensazione piacevolmente famigliare, cerco la sua testa dove la ricordavo, noto che si è spostata più in basso, i suoi capelli si muovono ripetutamente mentre la sua mano sembra stia bussando con forza tra le mie gambe. Faccio scivolare le mie dita fuori, vengono brevemente inseguite da un filo denso e vischioso.
La sagoma di lei si solleva dal divano dandomi il primo piano del suo la B, lentamente quel filo bianco incastonato tra le sue natiche precipita a terra, il suo sguardo incontra finalmente il mio, le sue ginocchia si posizionano al lato dei miei fianchi e la mia fastidiosa erezione viene guidata ed accolta dentro di lei. Libero il suo seno, i capezzoli, con un gesto deciso, mi vengono infilati in bocca dalla legittima proprietaria, una danza lenta inizia a prendere vita. Le sue cosce sempre più umide si strofinano su di me, la sua bocca bacia la mia fronte mentre con forza il mio viso viene stretto al seno dalle sue braccia. A tratti mi manca quasi il respiro mentre la danza lentamente si è trasformata in una galoppata. La tengo per i fianchi quasi come se avessi paura di farla cadere, poco a poco le sue unghie tornano a brandire la mia carne, nella stanza le immagini silenziose della tv vengono accompagnare dal rumore simile a quello di un frenetico applauso. Da lì a poco sopraggiungono versetti di piacere di lei accompagnati dai miei grugniti da cinghiale ingrifato, sembra una a gara a chi raggiunge prima il proprio apice.
Vengo senza riuscirmi a controllare o a trattenermi un secondo di più, quello che è il mio seme viene velocemente spalmato sulla mia asta da quella incessante galoppata, cerco di restare duro, per fortuna giunge immediatamente anche lei al suo culmine. Restiamo bloccati in quella posizione per alcuni attimi. Il serpente torna lentamente a cuccia, scivola fuori con naturalezza da quei succosi lembi di carne che lo avevano accolto, sporco del frutto di entrambi. Affannati restiamo abbracciati, il calore quasi fastidioso del suo corpo contro il mio, il nostro sudore ci fa da collante e ci tiene insieme, ricontrollo l’orologio, era ormai 1 non avevamo cenato.
Nudi, affamati e sporchi dei rispettivi umori andiamo in cucina e come due fessi fissiamo il frigo vuoto…
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