Scintilla
di
S.
genere
etero
Quell’attimo, quella situazione completamente degenerata, improvvisamente e inaspettatamente. Tra noi c’è sempre stato un equilibrio alquanto precario: frecciatine, battute a volte un po’ troppe spinte, alternate da momenti di confidenze di conforto e alcuni litigi. Lavoriamo insieme da ormai parecchi anni e siamo quasi come una famiglia, in pratica di te so praticamente tutto.
Una sera, forse lo stress forse la stanchezza facevamo gli sciocchini, eravamo solo noi due nel locale chiuso, musica a tutto volume, sistemiamo e puliamo tutto. Mi avvicino a te proprio mentre suona uno di quei pezzi pop ai quali non si può resistere, hai iniziato a ballare e a fare la cretina come tuo solito, il capello sciolto lungo, castano scuro con i riflessi biondi in netto contrasto con la tua carnagione leggermente nocciola. Stasera più del solito sei raggiante, indossi uno smanicato rosso che si interrompe bruscamente sopra l’ombelico, fa risaltare ancor di più quel brillante incastonato nella tua carne, come un faro continua a catturare il mio sguardo, poi come sempre indossi quei jeans larghi che van di moda ma che non danno per niente giustizia alle ore che passi in palestra per rassodare il fondoschiena.
Ondeggi il bacino, mi tiri verso di te, cerco di assecondare ed accompagnare i tuoi movimenti con la mia goffaggine, il tempo di prendere un po’ il ritmo e la canzone finisce, forse un po’ troppo presto. Finita la canzone mi metto su una poltrona lì vicino, tu cantando sotto voce e continuando a sculettare inizia a spegnere le luci del locale. Proprio mentre passi vicino a me fai una piccola sosta e ti siedi sulle mie gambe. Tiri fuori il tuo cellulare ed inizi a farmi vedere delle foto di quello che hai fatto lo scorso weekend, mentre mi mostri la foto i nostri visi sono uno di fianco all’altro, il mio naso viene lentamente invaso dai resti del tuo profumo ormai quasi svanito, siamo talmente vicini che respiro l’aria che hai appena espirato, sento già nella mia bocca un po’ del tuo sapore. Ti soffermi su una foto di gruppo con le tue amiche, cerchi di presentarmele ma delle parole dette non ne ho sentita mezza, ho fissato quel timido decolté, mi sono drogato del tuo odore, mi giro verso di te, sei sorridente più del solito. I nostri sguardi sono fissi, le bocche a pochi centimetri un silenzio imbarazzante, abbassi un secondo lo sguardo su la mia bocca per poi tornare a fissarmi. Non resisto più ed in modo delicato appoggio le mie labbra su le tue, ci baciamo per qualche secondo e ci stacchiamo senza allontanarci. Respiriamo l’uno nella bocca dell’altro mentre quasi pietrificati le nostre bocche si sfiorano. Una pausa sembrata interminabile, nuovamente torniamo a baciarci, con più passione e quasi più violenza, allunghi le braccia per appoggiare il tuo telefono su un muretto dietro di me senza staccare la tua bocca dalla mia, ed una volta appoggiato le tue mani mi afferrano il viso. Le nostre lingue iniziano una danza irrefrenabile, accompagnata da dolci morsi e palpatine da entrambe le parti. Le tue braccia impediscono al mio viso di staccarsi dal tuo nel mentre le mie mani iniziano lentamente a cercare i punti più sensibili del tuo corpo, la sinistra lentamente risale dai tuoi fianchi fino ad infilarsi sotto al reggiseno. Trovo in piccolo seno che sta senza nessuna fatica nel palmo dalla mia mano, tra le mie dita percepisco il tuo capezzolo duro, con delicatezza cingo il tuo seno mentre spremo tra il pollice e l’indice quell’invitante bottoncino con più pressione, forse un po’ inattesa, ti fanno scappare un versetto e ti lascia a bocca aperta qualche frangente di secondo. La mano destra lentamente ha slacciato il bottone dei jeans ed abbassato la zip, lentamente la mano risale sul tuo ventre per poi scivolare sotto a quel sottilissimo tessuto che si vede emergere da quel taglio a v creato. Una sottile striscia di peli, spessi ed un po’ pungenti guidano la mia mano verso due lembi di pelle completamente lisci, caldi ed umidi, le mie dita scivolano dentro con una sconcertante naturalezza nella fessura, si muovono scavano, nel mentre le sue gambe si divaricano sempre più per facilitare i miei movimenti. I suoi baci sono diventati quasi soffocanti, poco alla volta mi dà le spalle, scivolando quasi in un incastro perfetto, tutto me stesso e concentrato a darle piacere, la mia bocca si nutre del suo collo, la sinistra tortura il suo seno mentre la destra si è ormai concentrata su quella piccola protuberanza che leggermente emerge dai due lembi di pelle. Movimenti ripetitivi ma sempre più forti e rapidi, il suo bacino ondeggia strofinando il suo sedere contro il mio pube, la sua mano destra mi afferra i capelli guidando la mia testa dal suo collo al suo orecchio, la sua sinistra afferra con forza il mio bacio che si muove tra le sue gambe. Versi, mugugni escono dalla sua bocca in una tonalità di voce molto diversa dal solito, il tutto era diventato una sorta di danza ipnotica bruscamente interrotta da un suo verso accompagnato da un improvviso tremolio.
Giacciamo immobili, nessuno si muove, sento il cuore battere all’impazzata sotto al suo seno, il suo respiro affannato e rovente lentamente ritrovala mia bocca, un nuovo gusto completamente diverso da prima, più salato più passionale.
Quasi come se mi fosse strappata via, il suo corpo scivola giù dalla poltrona, le mie dita umide riaffiorano dal suo bacino lasciando una piccola scia umida sulla sua pelle. Il tempo di realizzare cosa stia facendo, di abbassare lo sguardo ed è già in ginocchio davanti alla poltrona con le sue mani che cercano di slacciare la cintura, l’aiuto, alzo il sedere per facilitarla, si vede già la testa emergere da sopra i miei boxer che immediatamente seguono i pantaloni. Lo afferra e lo bacia dolcemente, lo stringe lo guarda e fa i soliti complimenti di rito, e rosso duro vene gonfie all’inverosimile non c’è bisogno di pompare ulteriormente il suo ego, con un gesto deciso fa scivolare giù l’inutile lembo di pelle rivelando la perfetta forma del fungo. Si presta ad assaggiare, lingua e baci dolci si alternato a boccate decise e violente, ben poco signorili. Cerco di distarmi da quella scena, le mie mani afferrano i braccioli della poltrona, cerco di guardami intorno in quell’ambiente poco illuminato, la luce che taglia i mobili, il silenzio del locale stranamente vuoto, l’odore della stanza appena pulita, il tutto viene costantemente interrotto dai rumori di ingoio e mi riportano a quella testa che si muove all’impazzata tra le mie gambe. Starei lì a godermi quella scena ed esplodere in un glorioso finale, ma non e da me. Con un po’ di forza stacco quell’insaziabile polpo dal mio tentacolo e l’adagio sul bancone lì vicino, ancora una volta ricominciamo a baciarci ed ancora una volta ha un sapore diverso. Le mie mani cercano di liberare il suo corpo dai vestiti, dapprima il seno che trova subito riparo nella mia bocca, poi con un po’ più di malizia faccio scivolare i suoi jeans, guastandomi il suo fondoschiena uscire lentamente, tagliato in due da un sottile filo nero, un piccolo schiaffo di incoraggiamento ed anche l’ultimo pezzo di stoffa si separa dal suo corpo lasciando quello splendido angelo nudo, tutto per i miei occhi. Le afferro i fianchi e di peso la sollevo mettendola seduta sul bancone. Il Suo seno ora è proprio davanti alla mia bocca, cercando di non far nessuna preferenza assaporo entrambi, lascio cadere i miei baci sempre più in basso. Vedo la sua pelle scorrere davanti ai miei occhi, incrocio con un rapido sguardo il piercing all’ombelico, la piccola striscia di paletti rasati e curati mi guidano come hanno fatto con la mia mano, l’odore di donna sempre più vivo nelle mie narici, odore che immediatamente di trasforma in sapore. Come il più rozzo degli animali vengo preso da un incontrollabile fame, i miei artigli la tengono ferma per fianchi, le sue gambe picchiano su la mia schiena mentre il mio viso si dimena tra di loro assaporando la sua carne. I mugugni e versetti si ripresentano subito, da lì a poco le sue gambe si avvinghiano alla mia testa obbligandomi a non interrompere il mio pasto, sento le sue dita che lentamente scivolano tra i capelli, le unghie si fanno sentire quasi come per minacciarmi, il suo bacino inizia a muoversi quasi come se volesse sfuggirmi. Il suo dimenarsi viene interrotto da un rigor mortis improvviso durato qualche secondo. La mia lingua non ha dato sosta, tremante me la sbatte su viso più volte mentre con le unghie ormai confiscate nel cranio mi spinge con forza dentro di sé.
Terminato nuovamente quell’irrefrenabile tremolio, mi rialzo. La bocca bagnata come se avessi appena mangiato una fetta di cocomero, lei riversata ed affamata sul bancone. Nonostante la carnagione un po’ nocciola viso, seno e pube sono visibilmente arrossati.
Abbasso lo sguardo e lo noto subito, è lì che mi fissa gonfio e volenteroso di partecipare, con il pollice lo abbasso per portarlo e guidarlo all’altezza di lei, un leggero incontro per tastare il terreno e lentamente penetrarle dentro, la sua pelle si allarga per accoglierlo, le sue labbra accarezzano le mie vene che come serpenti scivolano dentro, nel mentre la sua Boca da libero sfogo a turpiloqui volgari che inutilmente gonfiano ulteriormente il suo ego. Mi muovo lentamente, in quel stretto ed umido passaggio, lei affannata come se stesse partecipando ad una maratona, sembra quasi stremata e voler gettare la spugna, però mi incita a muovermi di più e per quanto possibile di romperla. Sta quasi per venire il fiatone anche a me mentre le sue urla di sofferenza non cennano a calare, appoggio il mio viso sul suo petto e prendo in bocca quei due capezzoli che mi fissano, ma le sue urla non diminuiscono, anzi aumentano ancor di più. Vorrei andare avanti ore ma sento che l’atto finale per quanto io lo stia cercando di rimandarlo si fa sempre più pressante. Le sue urla e la visione del suo splendido corpo non mi permettono di rimandare ulteriormente, estraggo di scatto la mia carne da dentro di lei, il mio tocco lo invitano a sparare sul quel corpo che giace davanti a noi, ed in pochi attimi delle lunghe strisce bianche tagliano a metà il suo ventre.
Una sera, forse lo stress forse la stanchezza facevamo gli sciocchini, eravamo solo noi due nel locale chiuso, musica a tutto volume, sistemiamo e puliamo tutto. Mi avvicino a te proprio mentre suona uno di quei pezzi pop ai quali non si può resistere, hai iniziato a ballare e a fare la cretina come tuo solito, il capello sciolto lungo, castano scuro con i riflessi biondi in netto contrasto con la tua carnagione leggermente nocciola. Stasera più del solito sei raggiante, indossi uno smanicato rosso che si interrompe bruscamente sopra l’ombelico, fa risaltare ancor di più quel brillante incastonato nella tua carne, come un faro continua a catturare il mio sguardo, poi come sempre indossi quei jeans larghi che van di moda ma che non danno per niente giustizia alle ore che passi in palestra per rassodare il fondoschiena.
Ondeggi il bacino, mi tiri verso di te, cerco di assecondare ed accompagnare i tuoi movimenti con la mia goffaggine, il tempo di prendere un po’ il ritmo e la canzone finisce, forse un po’ troppo presto. Finita la canzone mi metto su una poltrona lì vicino, tu cantando sotto voce e continuando a sculettare inizia a spegnere le luci del locale. Proprio mentre passi vicino a me fai una piccola sosta e ti siedi sulle mie gambe. Tiri fuori il tuo cellulare ed inizi a farmi vedere delle foto di quello che hai fatto lo scorso weekend, mentre mi mostri la foto i nostri visi sono uno di fianco all’altro, il mio naso viene lentamente invaso dai resti del tuo profumo ormai quasi svanito, siamo talmente vicini che respiro l’aria che hai appena espirato, sento già nella mia bocca un po’ del tuo sapore. Ti soffermi su una foto di gruppo con le tue amiche, cerchi di presentarmele ma delle parole dette non ne ho sentita mezza, ho fissato quel timido decolté, mi sono drogato del tuo odore, mi giro verso di te, sei sorridente più del solito. I nostri sguardi sono fissi, le bocche a pochi centimetri un silenzio imbarazzante, abbassi un secondo lo sguardo su la mia bocca per poi tornare a fissarmi. Non resisto più ed in modo delicato appoggio le mie labbra su le tue, ci baciamo per qualche secondo e ci stacchiamo senza allontanarci. Respiriamo l’uno nella bocca dell’altro mentre quasi pietrificati le nostre bocche si sfiorano. Una pausa sembrata interminabile, nuovamente torniamo a baciarci, con più passione e quasi più violenza, allunghi le braccia per appoggiare il tuo telefono su un muretto dietro di me senza staccare la tua bocca dalla mia, ed una volta appoggiato le tue mani mi afferrano il viso. Le nostre lingue iniziano una danza irrefrenabile, accompagnata da dolci morsi e palpatine da entrambe le parti. Le tue braccia impediscono al mio viso di staccarsi dal tuo nel mentre le mie mani iniziano lentamente a cercare i punti più sensibili del tuo corpo, la sinistra lentamente risale dai tuoi fianchi fino ad infilarsi sotto al reggiseno. Trovo in piccolo seno che sta senza nessuna fatica nel palmo dalla mia mano, tra le mie dita percepisco il tuo capezzolo duro, con delicatezza cingo il tuo seno mentre spremo tra il pollice e l’indice quell’invitante bottoncino con più pressione, forse un po’ inattesa, ti fanno scappare un versetto e ti lascia a bocca aperta qualche frangente di secondo. La mano destra lentamente ha slacciato il bottone dei jeans ed abbassato la zip, lentamente la mano risale sul tuo ventre per poi scivolare sotto a quel sottilissimo tessuto che si vede emergere da quel taglio a v creato. Una sottile striscia di peli, spessi ed un po’ pungenti guidano la mia mano verso due lembi di pelle completamente lisci, caldi ed umidi, le mie dita scivolano dentro con una sconcertante naturalezza nella fessura, si muovono scavano, nel mentre le sue gambe si divaricano sempre più per facilitare i miei movimenti. I suoi baci sono diventati quasi soffocanti, poco alla volta mi dà le spalle, scivolando quasi in un incastro perfetto, tutto me stesso e concentrato a darle piacere, la mia bocca si nutre del suo collo, la sinistra tortura il suo seno mentre la destra si è ormai concentrata su quella piccola protuberanza che leggermente emerge dai due lembi di pelle. Movimenti ripetitivi ma sempre più forti e rapidi, il suo bacino ondeggia strofinando il suo sedere contro il mio pube, la sua mano destra mi afferra i capelli guidando la mia testa dal suo collo al suo orecchio, la sua sinistra afferra con forza il mio bacio che si muove tra le sue gambe. Versi, mugugni escono dalla sua bocca in una tonalità di voce molto diversa dal solito, il tutto era diventato una sorta di danza ipnotica bruscamente interrotta da un suo verso accompagnato da un improvviso tremolio.
Giacciamo immobili, nessuno si muove, sento il cuore battere all’impazzata sotto al suo seno, il suo respiro affannato e rovente lentamente ritrovala mia bocca, un nuovo gusto completamente diverso da prima, più salato più passionale.
Quasi come se mi fosse strappata via, il suo corpo scivola giù dalla poltrona, le mie dita umide riaffiorano dal suo bacino lasciando una piccola scia umida sulla sua pelle. Il tempo di realizzare cosa stia facendo, di abbassare lo sguardo ed è già in ginocchio davanti alla poltrona con le sue mani che cercano di slacciare la cintura, l’aiuto, alzo il sedere per facilitarla, si vede già la testa emergere da sopra i miei boxer che immediatamente seguono i pantaloni. Lo afferra e lo bacia dolcemente, lo stringe lo guarda e fa i soliti complimenti di rito, e rosso duro vene gonfie all’inverosimile non c’è bisogno di pompare ulteriormente il suo ego, con un gesto deciso fa scivolare giù l’inutile lembo di pelle rivelando la perfetta forma del fungo. Si presta ad assaggiare, lingua e baci dolci si alternato a boccate decise e violente, ben poco signorili. Cerco di distarmi da quella scena, le mie mani afferrano i braccioli della poltrona, cerco di guardami intorno in quell’ambiente poco illuminato, la luce che taglia i mobili, il silenzio del locale stranamente vuoto, l’odore della stanza appena pulita, il tutto viene costantemente interrotto dai rumori di ingoio e mi riportano a quella testa che si muove all’impazzata tra le mie gambe. Starei lì a godermi quella scena ed esplodere in un glorioso finale, ma non e da me. Con un po’ di forza stacco quell’insaziabile polpo dal mio tentacolo e l’adagio sul bancone lì vicino, ancora una volta ricominciamo a baciarci ed ancora una volta ha un sapore diverso. Le mie mani cercano di liberare il suo corpo dai vestiti, dapprima il seno che trova subito riparo nella mia bocca, poi con un po’ più di malizia faccio scivolare i suoi jeans, guastandomi il suo fondoschiena uscire lentamente, tagliato in due da un sottile filo nero, un piccolo schiaffo di incoraggiamento ed anche l’ultimo pezzo di stoffa si separa dal suo corpo lasciando quello splendido angelo nudo, tutto per i miei occhi. Le afferro i fianchi e di peso la sollevo mettendola seduta sul bancone. Il Suo seno ora è proprio davanti alla mia bocca, cercando di non far nessuna preferenza assaporo entrambi, lascio cadere i miei baci sempre più in basso. Vedo la sua pelle scorrere davanti ai miei occhi, incrocio con un rapido sguardo il piercing all’ombelico, la piccola striscia di paletti rasati e curati mi guidano come hanno fatto con la mia mano, l’odore di donna sempre più vivo nelle mie narici, odore che immediatamente di trasforma in sapore. Come il più rozzo degli animali vengo preso da un incontrollabile fame, i miei artigli la tengono ferma per fianchi, le sue gambe picchiano su la mia schiena mentre il mio viso si dimena tra di loro assaporando la sua carne. I mugugni e versetti si ripresentano subito, da lì a poco le sue gambe si avvinghiano alla mia testa obbligandomi a non interrompere il mio pasto, sento le sue dita che lentamente scivolano tra i capelli, le unghie si fanno sentire quasi come per minacciarmi, il suo bacino inizia a muoversi quasi come se volesse sfuggirmi. Il suo dimenarsi viene interrotto da un rigor mortis improvviso durato qualche secondo. La mia lingua non ha dato sosta, tremante me la sbatte su viso più volte mentre con le unghie ormai confiscate nel cranio mi spinge con forza dentro di sé.
Terminato nuovamente quell’irrefrenabile tremolio, mi rialzo. La bocca bagnata come se avessi appena mangiato una fetta di cocomero, lei riversata ed affamata sul bancone. Nonostante la carnagione un po’ nocciola viso, seno e pube sono visibilmente arrossati.
Abbasso lo sguardo e lo noto subito, è lì che mi fissa gonfio e volenteroso di partecipare, con il pollice lo abbasso per portarlo e guidarlo all’altezza di lei, un leggero incontro per tastare il terreno e lentamente penetrarle dentro, la sua pelle si allarga per accoglierlo, le sue labbra accarezzano le mie vene che come serpenti scivolano dentro, nel mentre la sua Boca da libero sfogo a turpiloqui volgari che inutilmente gonfiano ulteriormente il suo ego. Mi muovo lentamente, in quel stretto ed umido passaggio, lei affannata come se stesse partecipando ad una maratona, sembra quasi stremata e voler gettare la spugna, però mi incita a muovermi di più e per quanto possibile di romperla. Sta quasi per venire il fiatone anche a me mentre le sue urla di sofferenza non cennano a calare, appoggio il mio viso sul suo petto e prendo in bocca quei due capezzoli che mi fissano, ma le sue urla non diminuiscono, anzi aumentano ancor di più. Vorrei andare avanti ore ma sento che l’atto finale per quanto io lo stia cercando di rimandarlo si fa sempre più pressante. Le sue urla e la visione del suo splendido corpo non mi permettono di rimandare ulteriormente, estraggo di scatto la mia carne da dentro di lei, il mio tocco lo invitano a sparare sul quel corpo che giace davanti a noi, ed in pochi attimi delle lunghe strisce bianche tagliano a metà il suo ventre.
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