Gitarella
di
S.
genere
etero
Come tutti gli anni noi colleghi ci facciamo qualche giorno al mare sfruttando la casa di famiglia di Giovanni che fortunatamente durante la chiusura per ferie lasciano sempre la casa libera. Spiaggia prenotata presso il solito bagno, così pure come la cabina dove la famiglia di Giovanni tiene i gonfiabili dei nipoti, i loro giochi e viene utilizzata per cambiarsi in caso di bisogno.
Ormai siamo di famiglia i gestori ci conoscono, e sono sempre felici di vederci anche perché pranziamo sempre da loro, aperitivo la sera e gelato pomeridiano non ce lo facciamo mancare mai, siamo tutti e sei fidanzati ma quei pochi giorni li passiamo sempre insieme solo noi dello staff lontani da famiglie e compagni.
Dopo pranzo come sempre c’è la consueta pennichella sotto l’ombrellone, luca russa a bocca aperta nell’ombrellone di fianco al mio, Sara e Lucia sono andate in sala giochi con Giovanni, io mi sono rifugiato sullo sdraio all’ombra che sto condividendo con Silvy. Il forte russare di luca ci impedisce di prendere sonno, io mi sto un po' annoiando e senza nessuna malizia inizio a disegnare con il dito sul ventre di lei, unisco con una linea immaginari i suoi nei, movimenti casuali dove cerco di disegnare figure o lettere.
I suoi occhiali da sole mi impediscono di capire se sia sveglia o stia dormendo, ma appena mi fermo per paura di darle fastidio vengo rimproverato al volo.
Ricomincio i movimenti, il suo sguardo mi è completamente nascosto da quelle lenti scure. Un piccolo movimento e si sistema il costume lasciandomi quasi sbirciare sotto gli slip, li tira talmente tanto in su da rendere inutile la fantasia ed il costume. Mentre il mio dito instancabile scivola sula sua pelle nuovamente cerco il suo sguardo, noto che si sta mordendo le labbra, e poco più in basso da sotto il costume i suoi capezzoli rilevano la loro posizione, il suo bacino poco alla volta si scosta spostando sempre di più il mio tocco verso l’estremità dei suoi slip, intanto compare un sorriso malizioso che mai le avevo visto fare.
Il forte russare di luca e il suo voltarsi sul lettino mi fanno fare uno scatto improvviso, riporto la mia mano verso di me, mi allontano rapidamente da quelle due collinette tra le sue gambe che lentamente stavo raggiungendo
Inconsciamente trattengo persino il respiro per dare ancor meno dell’occhio, mi guardo intorno cercando di valutare la situazione, gente in spiaggia che dorme, lettini vuoti e solo in lontananza un anziano signore con lo sguardo rivolto verso di noi, forse ci stava maliziosamente osservando da lontano. Provo a ricollocare la mano su di lei ma si alza dal lettino, mi dà le spalle passando il suo fondoschiena sul mio viso, le sue natiche tagliate in due da quello slip ormai trasformato in perizoma. Tra le mie gambe si sta sollevando qualcosa che prontamente incastro tra le cosce, mentre lei imperterrita strofina il culo su la mia faccia e con una mano rovista nella borsa Di Giovanni.
Con due dita mi sventola davanti al viso le chiavi della cabina, verso la quale si fionda. Con lo sguardo del vecchio in lontananza che mi fissa, cerco di alzarmi, il cazzo duro mi solleva abbondantemente i bermuda lo infilo nuovamente tra le gambe tenendolo in posizione con due dita e di corsa mi fiondo in cabina camminando su quella sabbia rovente.
Entro, lei si è già tolta il pezzo sopra del costume, i suoi capezzoli duri sono messi in risalto dal colore chiaro del suo seno non colpito dai raggi solari, come due occhi e mi fissano, avrei tanto voluto assaporarmeli subito ma lei si era già accucciata davanti a me. Afferra il costume e me lo abbassa, allago le gambe per farlo scende e nel mentre gli balza il cazzo duro in faccia, ride, ne elogia le dimensioni e come se non aspettasse altro inizia a divorarlo senza nessuna pietà. Resta aggrappata ai miei bermuda con una mano mentre l’altra sega l’asta che si è conficcata in bocca, rumori di ingoio riecheggiano in quella cabina ormai rovente ed illuminata solamente da pochi raggi di luce che fanno capolino dalle fessure della porta. La mia mano si incastra perfettamente nella sua treccia ed accompagnano i suoi movimenti, la salivazione mi aumenta, la mia lingua è impaziente di incontrare il suo corpo. La stacco a forza glie lo sfilo dalla bocca lasciando cadere a terra la sua saliva, è affannata e bisognosa di ossigeno. Mentre prende fiato prendo e getto a terra il materassino, poi sposto le mie mani sui suoi fianchi e le slaccio lo slip dal lato, come un macigno vola a terra lasciando in bella mostra la sua rasatura totale. La metto sul lettino ed in malo modo mi avvento su di lei, assaporo quei bottoncini che mi fissavano, bacio il suo corpo sudato, il sapore della crema solare mi invade la bocca fin quando finalmente la mia lingua incontra quei due lembi succosi di carne. Lecco mordicchio e succhio, lei geme e si dimena mentre le sue mani con forza mi premono il viso costantemente verso il suo pube, quando i tremolii si fanno più forti e l’apice del suo orgasmo è in procinto di arrivare mi getta via. Non capisco che accade ma io e il bastone che svetta tra le mie gambe non ci arrendiamo, l’afferro da dietro, lei si posiziona naturalmente a 90, entro in quel stretto buco ma molto umido, solleva la schiena verso di me, con la sinistra le afferro e torturo il seno. Mentre mi muovo dentro di lei la mia mano destra si muove tra le sue cosce come se stessi suonando una chitarra, lei afferra la mia mano sinistra e se la porta alla bocca, mette tra i denti il mio indice mentre i suoi mugugni si fanno sempre più forti, fin quando sento un’insolita pressione intorno al mio arnese, viene gettato fuori dal suo corpo, seguito da uno struzzo di liquido chiaro che imbratta pavimento e materassino. Trema talmente tanto che i piedi non la sorreggono, di peso la sto sostenendo io mentre giace quasi svenuta tra le mie braccia. Si lascia cadere a terra e riprende la posizione iniziale, fin quando mi invita a finire sul suo seno, in breve tempo lo ricopro con una crema densa e bianca.
Siamo sfiniti non so se per l’attività fisica o per i 50 gradi di quello stanzino angusto, ci ricomponiamo e andiamo sotto le docce li vicino per rinfrescarci e lavarsi di dosso il mio seme.
Luca ancora beato che russa dove lo abbiamo lasciato, poco dopo rientrato gli altri dalla sala giochi, andiamo a fare un bagno nel mentre Giovanni chiede chi ha messo via il materassino prima di pranzo senza farlo asciugare, c’era ancora dell’acqua dentro e la cabina bagnata.
Ormai siamo di famiglia i gestori ci conoscono, e sono sempre felici di vederci anche perché pranziamo sempre da loro, aperitivo la sera e gelato pomeridiano non ce lo facciamo mancare mai, siamo tutti e sei fidanzati ma quei pochi giorni li passiamo sempre insieme solo noi dello staff lontani da famiglie e compagni.
Dopo pranzo come sempre c’è la consueta pennichella sotto l’ombrellone, luca russa a bocca aperta nell’ombrellone di fianco al mio, Sara e Lucia sono andate in sala giochi con Giovanni, io mi sono rifugiato sullo sdraio all’ombra che sto condividendo con Silvy. Il forte russare di luca ci impedisce di prendere sonno, io mi sto un po' annoiando e senza nessuna malizia inizio a disegnare con il dito sul ventre di lei, unisco con una linea immaginari i suoi nei, movimenti casuali dove cerco di disegnare figure o lettere.
I suoi occhiali da sole mi impediscono di capire se sia sveglia o stia dormendo, ma appena mi fermo per paura di darle fastidio vengo rimproverato al volo.
Ricomincio i movimenti, il suo sguardo mi è completamente nascosto da quelle lenti scure. Un piccolo movimento e si sistema il costume lasciandomi quasi sbirciare sotto gli slip, li tira talmente tanto in su da rendere inutile la fantasia ed il costume. Mentre il mio dito instancabile scivola sula sua pelle nuovamente cerco il suo sguardo, noto che si sta mordendo le labbra, e poco più in basso da sotto il costume i suoi capezzoli rilevano la loro posizione, il suo bacino poco alla volta si scosta spostando sempre di più il mio tocco verso l’estremità dei suoi slip, intanto compare un sorriso malizioso che mai le avevo visto fare.
Il forte russare di luca e il suo voltarsi sul lettino mi fanno fare uno scatto improvviso, riporto la mia mano verso di me, mi allontano rapidamente da quelle due collinette tra le sue gambe che lentamente stavo raggiungendo
Inconsciamente trattengo persino il respiro per dare ancor meno dell’occhio, mi guardo intorno cercando di valutare la situazione, gente in spiaggia che dorme, lettini vuoti e solo in lontananza un anziano signore con lo sguardo rivolto verso di noi, forse ci stava maliziosamente osservando da lontano. Provo a ricollocare la mano su di lei ma si alza dal lettino, mi dà le spalle passando il suo fondoschiena sul mio viso, le sue natiche tagliate in due da quello slip ormai trasformato in perizoma. Tra le mie gambe si sta sollevando qualcosa che prontamente incastro tra le cosce, mentre lei imperterrita strofina il culo su la mia faccia e con una mano rovista nella borsa Di Giovanni.
Con due dita mi sventola davanti al viso le chiavi della cabina, verso la quale si fionda. Con lo sguardo del vecchio in lontananza che mi fissa, cerco di alzarmi, il cazzo duro mi solleva abbondantemente i bermuda lo infilo nuovamente tra le gambe tenendolo in posizione con due dita e di corsa mi fiondo in cabina camminando su quella sabbia rovente.
Entro, lei si è già tolta il pezzo sopra del costume, i suoi capezzoli duri sono messi in risalto dal colore chiaro del suo seno non colpito dai raggi solari, come due occhi e mi fissano, avrei tanto voluto assaporarmeli subito ma lei si era già accucciata davanti a me. Afferra il costume e me lo abbassa, allago le gambe per farlo scende e nel mentre gli balza il cazzo duro in faccia, ride, ne elogia le dimensioni e come se non aspettasse altro inizia a divorarlo senza nessuna pietà. Resta aggrappata ai miei bermuda con una mano mentre l’altra sega l’asta che si è conficcata in bocca, rumori di ingoio riecheggiano in quella cabina ormai rovente ed illuminata solamente da pochi raggi di luce che fanno capolino dalle fessure della porta. La mia mano si incastra perfettamente nella sua treccia ed accompagnano i suoi movimenti, la salivazione mi aumenta, la mia lingua è impaziente di incontrare il suo corpo. La stacco a forza glie lo sfilo dalla bocca lasciando cadere a terra la sua saliva, è affannata e bisognosa di ossigeno. Mentre prende fiato prendo e getto a terra il materassino, poi sposto le mie mani sui suoi fianchi e le slaccio lo slip dal lato, come un macigno vola a terra lasciando in bella mostra la sua rasatura totale. La metto sul lettino ed in malo modo mi avvento su di lei, assaporo quei bottoncini che mi fissavano, bacio il suo corpo sudato, il sapore della crema solare mi invade la bocca fin quando finalmente la mia lingua incontra quei due lembi succosi di carne. Lecco mordicchio e succhio, lei geme e si dimena mentre le sue mani con forza mi premono il viso costantemente verso il suo pube, quando i tremolii si fanno più forti e l’apice del suo orgasmo è in procinto di arrivare mi getta via. Non capisco che accade ma io e il bastone che svetta tra le mie gambe non ci arrendiamo, l’afferro da dietro, lei si posiziona naturalmente a 90, entro in quel stretto buco ma molto umido, solleva la schiena verso di me, con la sinistra le afferro e torturo il seno. Mentre mi muovo dentro di lei la mia mano destra si muove tra le sue cosce come se stessi suonando una chitarra, lei afferra la mia mano sinistra e se la porta alla bocca, mette tra i denti il mio indice mentre i suoi mugugni si fanno sempre più forti, fin quando sento un’insolita pressione intorno al mio arnese, viene gettato fuori dal suo corpo, seguito da uno struzzo di liquido chiaro che imbratta pavimento e materassino. Trema talmente tanto che i piedi non la sorreggono, di peso la sto sostenendo io mentre giace quasi svenuta tra le mie braccia. Si lascia cadere a terra e riprende la posizione iniziale, fin quando mi invita a finire sul suo seno, in breve tempo lo ricopro con una crema densa e bianca.
Siamo sfiniti non so se per l’attività fisica o per i 50 gradi di quello stanzino angusto, ci ricomponiamo e andiamo sotto le docce li vicino per rinfrescarci e lavarsi di dosso il mio seme.
Luca ancora beato che russa dove lo abbiamo lasciato, poco dopo rientrato gli altri dalla sala giochi, andiamo a fare un bagno nel mentre Giovanni chiede chi ha messo via il materassino prima di pranzo senza farlo asciugare, c’era ancora dell’acqua dentro e la cabina bagnata.
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Commenti dei lettori al racconto erotico