Veronica - Cap. 4 - Mia figlia è una troia.

di
genere
incesti

Di man_max_rm@libero.it

Consiglio di leggere i precedenti capitoli.

Racconta Veronica.
Euforia. Le ultime due ore della mia vita ne sono state colme. Prima euforia celata, poi manifesta. Alle 5 e 30 ero già sveglia, lucida. Per non dare nell'occhio, per continuare a fare la parte della figlia annoiata costretta ad accompagnare il suo genitore in un viaggio di lavoro, ho fatto finta di dormire fino alle 6, quando il mio amore è venuto a svegliarmi. Col primo bacio del nostro viaggio di nozze! Ho indossato il vestito che da ieri sera mi guarda, appeso alla gruccia nell'armadio aperto. Veramente ha guardato me e papà... ha guardato lo spettacolino offerto a papà e poi quello che ho fatto a lui direttamente. Sentirlo godere nella mia bocca, come mai l'avevo visto fare negli ultimi tre anni con mamma. Senza dire una parola, senza muovere i muscoli addominali... il suo orgasmo è stata la naturale evoluzione del nostro stare bene insieme, non l'esplosione del "suo" piacere. Una sensazione di unità indescrivibile, come se il suo venire sia stato nostro, come se noi stessi fossimo una sola creatura che prova piacere. Si, voglio rivivere questa emozione altre mille volte! E succederà! Ogni bacio di papà me ne dà conferma. La mamma un pò mi guarda strana quando mi vede vestita così; effettivamente questo abito è cortissimo e non è certo il massimo della comodità se si tratta di passare due ore, due ore e mezza in macchina. "Ma sei sicura di stare comoda così?" Dai Veronica, entra in scena. "Senti mamma, già non ho voglia di passare due giorni in una fiera di cui non capisco niente! Almeno mi vesto come mi pare!". Ed il mio amore che mi aiuta "dai lasciala vestire come le pare! Tanto sta con me, l'unico lavoro che dovrà fare sarà reggere i deplian! Può vestirsi come le pare!". Tra caffè, latte e biscotti il discorso finisce così. La stronza oggi non si è regolata... ha il top più corto che si possa immaginare, a stento le copre quei suoi cazzo di capezzoli. Sarà un messaggio lanciato a papà? Non me ne fotte un cazzo... lui oggi e domani sarà solamente mio!!!

Racconta papà.
Lo ammetto candidamente: sono teso. Sto guidando a velocità controllata, accanto a me ho quello splendore di Veronica, nel portabagagli tutto quello che ci serve per mettere tanto ma tanto pepe alle prossime ore da passare insieme. Tra pochissimo c'è un autogrill, lo conosco bene. Voglio fermarmi, prendere un caffè e vivere il primo antipasto di vita: entrare mano nella mano con Veronica, come se fossimo una normalissima coppia... e vaffanculo se qualcuno storcerà il naso per la differenza d'età. Stò accarezzando le gambe di mia figlia dalla barriera di Roma Nord... diversi chilometri fa ormai. "Amore... tra un po ci fermiamo. Ho bisogno di un caffè. Che ne pensi?". Veronica mi guarda dubbiosa: "ma papà... non è meglio se ci sbrighiamo?". Risalgo con la mano... per la prima volta da quando siamo partiti ho un contatto diretto con le sue candide mutandine. "Cuoricino mio... vedrai... non sarà tempo perso!". Eccolo, Flaminia Est... freccia e entro nell'area di servizio. Velocemente esco dalla macchina ed apro lo sportello a Veronica. Che mi guarda stupita ma sorridente! "Posso avere la mano della mia sposina?". Mi porge la mano, oltre alla visione delle sue mutandine. Entriamo mano nella mano, la faccio accomodare al tavolino e vado a prendere due cornetti, un caffè ed il succo di frutta. Ananas. "Amore... da adesso non chiamarmi papà in pubblico. Finché non rientriamo a casa. Chiaro?" E spudoratamente le poggio la mano sulla coscia, accarezzandole la coscia fino a sollevarle l'orlo del vestito. Come se niente fosse, mordo il cornetto... mentre Veronica mi fissa con occhi sognanti ed almeno 4 o 5 uomini presenti nel locale guardano nella nostra direzione... o meglio guardano tra le gambe oscenamente aperte di mia figlia. E ci baciamo! Ci baciamo anche in modo abbastanza rumoroso. Lo so... ci guardano... qualcuno si starà eccitando, molti vorrebbero essere al mio posto. E quando con la mano arrivo tra le sue gambe le sussurro di chiuderle piano. È umida. All'orecchio: "lo sai che tanti ti stanno guardando? Lo sai che sono eccitati da te?". Con la mano stretta tra le sue cosce muovo il dito, allargandole le grandi labbra, sempre più umide. "Si amore mio... si... ho capito perché mi hai portata qui... sei il mio amore...". Tolgo la mano. "Finisci la colazione amore". Mi è venuta un'idea...

Racconta Veronica.
Papà ha la facoltà di stupirmi ed eccitarmi; su questo ci sono pochi dubbi! Mano nella mano, mi trascina nel retro dell'autogrill. Ci sono tanti camion parcheggiati... dietro di noi due uomini, avranno una trentina d'anni, due dei tanti presenti al mio spettacolino di poco fa. Papà mi dice di stare ferma, di aspettare; lui ci va a parlare. Poi torna da me. "Hai paura? No, vero... ci sono io con te. Adesso ti faccio vedere quanto sei fica, quanto sai eccitare gli uomini... fidati di me!". Per mano mi porta vicino a loro due. Rivolto a loro: "tutto chiaro? Alla prima stronzata che fate vi ammazzo di botte". Fanno cenno di sì, toccandosi spudoratamente il cazzo da sopra i pantaloni. Sono lontani un metro da me. Papà si abbassa e, dolcissimo, mi sussurra: "non ti faranno nulla. Vogliono solo vedere quanto sei bella" e mi solleva il vestito. Si mette dietro di me, seduto sul gradino che servono per salire sulla cabina di uno dei camion. Mi fa poggiare sulle sue gambe, mi abbassa le mutandine. Non provo ne vergogna ne paura... c'è lui con me. I due uomini sbottonano di corsa i pantaloni, e lo tirano fuori! Sono entrambi già eccitati, anche se non duri duri. Papà mi allarga le gambe: "fai vedere a questi due come gode una vera donna". Papà è il mio telecomando... allargo le gambe, faccio scorrere il medio da sotto, dal culetto fino al clitoride e poi lo metto in bocca. Loro due ora si che sono eccitati! E si masturbano ferocemente!!!! Per me! Papà non mi tocca, mi tiene solo le ginocchia larghe ma sento sotto il mio culetto che è eccitato. "Masturbati amore... masturbati!". E lo faccio. Potrei venire in qualsiasi momento, sto scoprendo però che posso contenermi... posso aspettare. Voglio vederli sborrare. Per me. Per me! E non devo aspettare molto... uno dei due schizza blaterando cose come "troia... fica... puttana". Non schizza tanto, si sporca sola la mano. Ma l'altro... l'altro sborra come papà, anche se ha il cazzo più piccolo. E quando sborra vengo anch'io... e per la prima volta nella mia vita vedo bene lo schizzetto uscire dalla fichetta e bagnare l'asfalto sotto di me! Waw... bellissimo bellissimo bellissimo! Mi volto a bacio papà, lo bacio perché lo amo, lo bacio perché è la medicina per tutti i miei mali, lo bacio perché ora so benissimo che la nuova Veronica esiste ed è concreta, la nuova Veronica piace agli uomini e li sa eccitare... la nuova Veronica è viva.

Racconta papà.
Lo dovevo fare. Ed ha funzionato alla grandissima! Veronica accanto a me è radiosa! Con le cuffiette alle orecchie canticchia talmente serena che non voglio neanche disturbarla toccandola. La nostra meta si avvicina, è ora di dirle qualcosa: "Amore? Amore mi senti???". Toglie le cuffiette. "Dimmi papà!". "Hai capito? Lo hai capito perché? Perché abbiamo fatto un regalo grandioso a quei due sfigati?". La mano di Veronica sulla mia gamba. "Si papà! Certo che l'ho capito! Ed è stato eccitatissimo... te ne sarai accorto". Veronica strofina la mia coscia, con la mano entra nel bordo del miei pantaloncini, ci infila tutto il braccio dentro fino a trovare il mio cazzo che subito inizia a gonfiarsi. "Ed a te, quanto è piaciuto mostrarmi?". Sento la sua mano aperta sulla cappella, stritolata tra boxer, pantaloncini e cintura di sicurezza. "Lo stai sentendo... non farmi domande di cui già conosci la risposta, diavoletto! Quanto ti è piaciuto farti vedere a gambe aperte? Ti piace provocare... e non te ne devi vergognare mai! Che tu sia con me o senza di me!". "Papà... senza di te non sarei me stessa. La vera me stessa! Quella che sto scoprendo con te. Avevo paura di tutto, lo sai bene. E la paura più grande era di non piacere. Ma ora... ora semplicemente sono diversa. Vuoi che ti dica parole come consapevolezza, amor proprio, desiderio, voglia di provocare? Non serve... no, proprio non serve!". E con lo sguardo fisso sull'asfalto davanti a me, con la manina di Veronica a stuzzicarmi... penso che si... mia figlia ha lo stesso dna dei suoi genitori!

Racconta Veronica.
La hall dell'albergo che ha prenotato papà è lussuosissima! L'amore mio stà parlando con la ragazza della reception mentre io mi guardo intorno stupita... c'è persino un pianoforte a disposizione dei clienti. Ed in me c'è una nuova sensazione... un qualcosa che in parte mi stupisce: per la prima volta in vita mia la ragazza che sta dando le chiavi a papà, facendo la civettuola, non mi fa ingelosire!!! Si vede benissimo che lo sguardo magnetico del mio amore ha colpito anche lei, ma stranamente la cosa non mi infastidisce. Anzi... arrivo ad immaginare papà che la prende e la fa urlare di piacere... uhm... mentre io li guardo... oh Veronica! ma quanto corre la tua immaginazione!!! Cosa sei diventata? Rido tra me e me, mentre la mano di papà prende la mia. Un inserviente ci fa strada verso l'ascensore, portando i nostri bagagli... io porto con me la consapevolezza che quando tornerò in questa sala lo farò da donna.

Racconta papà.
La mancia di rito al ragazzo non deve mancare. Avrà uno o due anni più di Veronica e chissà a cosa starà pensando. Ne avrà viste centinaia di coppie 'abusive' entrare in queste stanze! Stanze... la nostra suite non posso definirla stanza! Le foto sul sito non rendono giustizia a questo posto... davvero magnifico! Nell'ambiente principale c'è un letto oversise coperto di cuscini, accanto un mobiletto con due flute e lo shampagne in ghiaccio, così come avevo richiesto nella prenotazione. Veronica si guarda attorno stupita... gira per tutta la suite, anticamera, terrazzino, bagno, sala idromassaggio. "Allora, ti piace il nostro nido d'amore?". Veronica mi salta letteralmente al collo, baciandomi ovunque prima di incollare le sua labbra alle mie. Le mani che la reggono da sotto il culo già sentono il suo umido calore. "Adesso però aspetta Veronica... ogni regalo ha bisogno del giusto confezionamento. Ed ho pensato io a come decorare l'onore che stai per concedermi". La metto seduta sul letto, prendo uno dei teli dal bagno ed apro la valigia con quanto acquistato ieri; seleziono quello a cui ho pensato per questo momento. Poggio sul comodino alcune cose, altre le metto in una busta da negozio e le porgo a Veronica. "Amore... ora puoi vedere alcune delle sorprese di ieri. Vai in bagno, preparati. Fai con calma, non abbiamo fretta. Io intanto scrivo a mamma così poi dopo non ci disturberà". Mi metto seduto accanto a lei sul letto, l'abbraccio stringendola forte: "Sarai meravigliosa ed eccitante quando tornerai da me". La luce nei suoi occhi mi ricorda che sono un uomo maledettamente fortunato.

Racconta Veronica.
Chiudo la porta del bagno. Con la tachicardia così forte che sento chiaramente i battiti del cuore. Ho letto su internet diversi articoli sulla perdita della verginità; tre anni fa me n'ero fatta una cultura! Tanti consigli, racconti di esperienze; ho letto paura, dolore, terrore in alcuni casi! Come mi sento adesso? Divinamente, voglio solo essere farmi figa per papà. Come e più di mamma. Non ho il coraggio di guardare dentro la busta che mi ha dato papà... mi spoglio completamente e seduta sul bidet annuso il sapone intimo che trovo a disposizione. Profumo di donna... come quello che usa mamma; il mio, quello che mi compra la stronza odora di bambina, di mentolo. Anche questo deve cambiare. Sarò donna anch'io cazzo! Mi lavo per bene, la fichetta e poi il culetto. Dio... se penso a quello che sta per succedere mi masturbo!!! Buona Veronica... tranquilla! Ogni cosa al suo tempo. Ed ora è il tempo di aprire la busta delle sorprese... e di trasformarmi nella gran fica che merita papà!

Racconta papà.
Come ogni donna che si rispetti, Veronica ci sta mettendo una vita in bagno. Io ho fatto tutto in 5 minuti... due messaggi a Michela, telo sul letto in posizione strategica, tolto tutto tranne i boxer. Seduto sul divanetto cerco di immaginare come sarà Veronica, sovrapponendo l'immagine di Michela in versione 'pantera da letto' con quella di Veronica nuda. Ma quando la porta del bagno si apre e mia figlia viene verso di me, ogni idea che mi ero fatto va a farsi fottere; Veronica appare immensamente più... troia, si più troia di ogni più rosea aspettativa! I miei occhi si spostano su tutta la sua figura, saltando da un punto all'altro, trovando in ogni suo particolare qualcosa di incredibilmente arrapante! Ha diviso i capelli in due trecce ai lati della testa, si è leggermente truccata ma le sue labbra sono rosso vivo, la mia scelta del rossetto è stata azzeccata. Al collo il nostro ciondolo... ma anche un nastro nero, stretto. Il corpetto è perfetto, la commessa aveva ragione: per una donna con poco seno meglio un colore vivo, rosso nell'occasione, e indossato bene aiuta a far risaltare il reggiseno nero, morbido, senza ferretti, facile da spostare e che lascia i capezzoli liberi di essere succhiati da sul tessuto. Sotto... autoreggenti nere, 15 denari, con reggicalze importante e perizoma nero completamente trasparente. Le scarpe nere, tacco 12 e legate sulle caviglie completano l'opera d'arte che è mia figlia. "Stò bene papà?" girando su se stessa, col risultato di spargere nella stanza il profumo nuovo e di regalarmi la visione del suo culo col filo del perizoma sparito nella sua carne. "Sei meravigliosa..." e alzandomi in piedi anche il cazzo, tendendo al massimo i boxer, le dimostra quanto la apprezzi. Vado verso il letto, apro lo shampagne e ne verso due calici. "Brindiamo amore. Semplicemente a noi". Cin cin. Le bollicine la fanno ridere... è bellissima! Mi abbasso lievemente e la bacio... sulle labbra, sul collo... poi le sussurro all'orecchio: "quello che succederà da ora in avanti sarà solo amore. Ti sembrerò duro, cattivo... molto poco amorevole, molto poco papà. Ma è cosi che va fatto secondo me. Sei pronta Veronica?". Mia figlia ruota la testa, prendendo il mio orecchio tra le labbra, facendomi sentire la punta della lingua... ormai quasi non mi stupisce più: "Sfondami la fica papà. Sono la tua puttana".

Racconta Veronica.
Un film. Mi sembra di vivere in un film, di esserne la protagonista assoluta. Da quanto, mezz'ora? non sono più vergine. Ed ora sto cavalcando papà aggrappata al suo collo, con le sue mani sul culo a darmi il ritmo, le sue dita dentro il mio culo per prepararmi a quello che sicuramente mi farà dopo, il suo cazzo nella mia fica. Incredibilmente mi sento come una bambola di pezza nelle sue mani, un oggetto per il suo personalissimo piacere anche se sono io che saltello su di lui, io che sono venuta un enormità di volte e lui ancora nessuna. E come se il mio corpo continuasse a farsi scopare da papà mentre la mia coscienza mi osservasse distaccata... credo che 'estasi' sia la parola giusta per descrivere questo momento! Appena possibile voglio che papà riprenda un nostro incontro con una videocamera, voglio rivedere tutto dopo per godere di ogni singolo istante. Mi balena il ricordo della mia amica immaginaria, Chiara... quella con cui giocavo da bambina, a cui raccontavo tutto di me. Vediamo... inizierei raccontandole di papà che mi prende per le code e mi dice 'succhiamelo troia', delle mie mani che gli abbassano i boxer facendo saltare fuori il suo meraviglioso cazzo, di papà che me lo spinge profondissimo in gola, ma proprio dentro dentro facendomi soffocare e godere mentre lui fa avanti e indietro col bacino, potrei ripeterle le sue parole, 'lurida puttana' la più pulita, potrei dirle di quando mi ha ribaltata sul letto, coi tacchi poggiati sul telo del bagno, potrei poi dirle di papà che finalmente si mette tra le mie gambe, le prende sollevandole dietro la sua schiena, della sua mano che scosta il mio perizoma, della mia fica bagnatissima, della sua cappella tra le mie labbra, del mio urlo lancinante, mixato con il suo ripetermi che sono la sua troia. Le direi che tra le tante cose dette da papà, queste è sicuramente la più corretta.

Racconta papà.

Quella sotto di me è mia figlia, nella fica che si offre bagnatissima al mio cazzo scorre il mio stesso sangue. Ma per quello che sono in questo momento conta poco o nulla. Col perizoma spostato di lato mi eccita ancora di più, se possibile! Punto la cappella sulla fica, da sotto, aprendole le grandi labbra: "adesso ti spacco in due, troia". E lo faccio. Cazzo se lo faccio! Sono terribile, cattivo, duro, quasi violento. Affondo dentro Veronica come se l'imene non esistesse; ed continuo ad andare giù duro per tanto tempo. Non voglio sentire l'urlo straziante di Veronica, non dò importanza al sangue. Durante i primi 5 minuti sento le pareti della sua vagina da ragazzina che si allargavano e l'utero in fondo schiacciato dalla cappella. Dio... uno stupratore sarebbe stato più delicato. Ma così si trattano le troie. Non dimenticherà mai questo momento. Mai. E soprattutto ricorderà sempre che l'ha voluto lei. La giro a pecorina e continuo a scoparle la fica, schiacciandole la faccia su un cuscino. Non urla più, anzi... geme di piacere. Perché ora è completamente mia. Quanto posso durare cosi? Credo molto, perché ancora non sento la fatica nei muscoli dell'addome. Ma vestita così è troppo fica, troppo eccitante! Me la voglio godere. Le sfilo il cazzo dalla fica, ormai quasi pulito; il suo colare umori vaginali in continuazione ha fatto pulizia del suo sangue verginale. Mi metto seduto, con la schiena sulla testata del letto. La sollevo è la faccio immediatamente impalare in fica, di fronte a me; sento che non può prenderlo tutto... che deve stare attenta. E anche io... rischio di farle male. Troppo eccitante il suo corpo, cazzo vestita così mi fa impazzire. Reggerla per i fianchi, scendere sulle cosce fasciate dalle calze, metterle le mani sul sedere, iniziare ad aprirle il culo con le dita... ogni cosa con lei mi manda il sangue al cervello e non solo. Ha gli occhi sbarrati, la mia Veronica... ogni tanto provo a rubare un suo sguardo di reazione a qualcosa che le dico ma vedo solo le pupille rivolte verso l'alto. Sento la sua cervice sempre più schiacciata sulla cappella... la troia inizia a cedere... gli orgasmi, il sali e scendi la stanno distruggendo, non ha più la forza di tirarsi su come qualche minuto fa. Mi stringe al collo, si attacca con la bocca al mio orecchio: "papà ti prego... non ce la faccio più così. Ti prego inculami". Posso dire di no al mio cuoricino?

Racconta Veronica.
Stò rivivendo le emozioni di domenica pomeriggio, ma questa volta con molto meno dolore iniziale e tanta consapevolezza in piu. Messa a pecorina su questo gigantesco letto, sento papà che mi dilata il culo. È stato bravissimo... mi ha riempita di lubrificante, in profondità, con le dita, ed ora me lo sta scopando come un animale. E le sue mani... le sento su tutto il corpo. Come mai in questi giorni di follie; scorrono ovunque, dal mio viso, mettendomi le dita da succhiare in bocca, scendono, mettono a nudo il mio seno torturandomi i capezzoli, sui miei fianchi, lungo le cosce fino ai piedi, prendendo i tacchi e spingendomi le gambe in avanti... così se possibile sento ancora più in profondità il cazzo di papà nel culo. E quando sono sulla mia fichetta, sul mio clitoride... Dio mio... e contemporaneamente sento la sua bocca, i suoi denti sul mio collo... vengo, vengo urlando piacere ed amore. E sottomissione. E per l'ennesima volta, oggi lo urlo a papà: "Sono la tua troia!!!".

Racconta papà.
Me lo stò godendo... sigaretta accesa e portacenere sul comodino. Mi stò godendo il pompino di Veronica. Come logico che sia, diventa sempre più brava. Certo per arrivare ai livelli di sua madre, ne dovrà fare di strada ma ce l'ha scritto nel sangue: gode nel dare piacere, ed è una dote rara! Ogni volta il sesso con lei è una piacevole scoperta... in ogni posizione è riuscita a calarsi nella parte, come se l'avesse fatto da sempre, ed invece fino a due ore fa era vergine! Il suo peso, la sua altezza l'aiuta, ma la sua curiosità, la sua voglia di progredire e di godere di ogni nuova scoperta, la guida al culmine del piacere. La sua bocca, la sua lingua appuntita mi stimolano... le sue dita nel mio culo lavorano bene, come se l'avessero sempre fatto. Ma quello che mi stà portando a godere è il suo sguardo: appena può mi fissa negli occhi, quasi a sfidarmi, quasi a dirmi "sborra porco, sborra in bocca a tua figlia". La nicotina mi rilassa, Veronica mi eccita. Spengo la sigaretta e decido che mia figlia ha vinto. Semplicemente prendo una delle sue trecce e la faccio alzare dal mio cazzo. "In ginocchio". Mi metto in piedi sul letto, davanti a lei. Capisce subito, la mia Veronica; alza la testa, col suo visino dal trucco sfatto e senza più un filo di rossetto: "Voglia la tua sborra papà. La voglio subito!". Come ribaltare completamente una situazione stereotipata... fantastica mia figlia, fantastica! Sono io l'oggetto di un suo momento di piacere, anche quando il piacere è tutto mio! E il mio orgasmo esplode, improvviso, come se il cazzo se ne fottesse altamente di chi prova piacere e di chi lo provoca. Schizzo con un senso di liberazione infinito, coprendo il viso di Veronica con tre dense strisce di sborra, sporcandole poi corpetto e calze. La sua bocca mi pulisce, lenta, paziente. Crollo seduto sul letto, guardando mia figlia ancora in ginocchio davanti a me, con lo sperma che dal mento le gocciola sul seno. "Sei uno splendore". "No papà. Sono una troia". Sante parole.

Racconta Veronica.
Stiamo pranzando in terrazza. La ragazza che ha portato i vassoi ci ha trovato entrambi in accappatoio, come una qualsiasi coppia. Mi ha guardato in modo interrogativo, e appena papà si è allontanato per prendere la mancia da darle mi ha detto: "tutto a posto tesoro?". Non le ho neanche risposto e non ho detto niente a papà. Devo cambiare, devo iniziare a vestirmi sempre da donna, non da ragazza; devo prendere la patente, devo andare dal parrucchiere, dall'estetista, devo sempre portare i tacchi. Guardo papà che mangia sereno... devo rubargli questo stato d'animo. La nuova Veronica stà nascendo. La nuova Veronica è consapevole di sé stessa. Nessuno deve mai più dirmi che sono poco femmina, che sono un grissino, che mi vesto come una bambola. "Papà. Se tu non mi conoscessi... mi noteresti per strada?". A momenti si strozza! Hihihi! "Dai papà, dimmi la verità!". Ci stà pensando... "Amore... ci sono donne e donne. Ci sono donne che appaiono, che a incrociarle per strada ti giri sempre a guardarle; poi però il più delle volte sono fredde, si piacciono troppo per poter essere calde, appassionate. Poi c'è un altro tipo di donna, a cui appartieni tu. Non devi sentirti offesa amore! Per me sei una creatura meravigliosa ma molti ti vedono ancora come una ragazzina, senza sapere quanto realmente sei eccitante. Le donne come te di solito sono furbe... si sanno vendere, sanno curarsi di sé stesse al punto di apparire come e meglio di chiunque. E te lo dimostrerò!". "Come?". "Fidati di me. Finisci di pranzare, poi riposa un pochino. Ricorda di mettere la pomata, e tienila per tutto il tempo che puoi, così non ti brucerà. Io devo uscire. Passo dalla fiera, ordino qualche cazzata per il pub e poi ho da fare un paio di cose. Quando ti chiamo scendi nella hall". Il mio papà ha sempre una risposta per tutto!

Racconta papà.
A volte penso che abbia sbagliato mestiere. Mi stupisco di come riesca ad organizzare tutto velocemente! In poche ore sono stato in fiera, ho prenotato parrucchiere e truccatrice, ho trovato posto nel migliore ristorante di Firenze per questa sera. In pieno agosto! Veronica ha già fatto i capelli, ha una bellissima acconciatura, mossa e morbida, come non l'avevo mai vista in vita mia. Ora si sta vestendo, in camera, con quello che le ho lasciato sul letto. Io sono pronto da un pezzo, l'aspetto nella hall. E pur sapendo ogni minimo particolare di quello che indosserà Veronica, vederla apparire dalla porta dell'ascensore mi ha lasciato senza parole. Il tubino nero con lo spacco dietro le stà meravigliosamente, le scarpe tacco 10 le slanciano in maniera ottimale, anche le calze autoreggenti 10 denari, impalpabili, non lasciano alcun segno sul vestito, così come il perizoma in microfibra senza cuciture; ha anche capito come posizionare gli adesivi sotto al seno per sollevarlo senza mettere il reggiseno imbottito; così sembra vicina alla seconda. E poi quel sorriso... cosa non farei per la mia Veronica! "Amore sei uno schianto!" Mi abbraccia, stretto stretto... "Ti danno fastidio le calze amore?". "No no.. stanno su bene. Ma il vestito è cortissimo, credo che da seduta...". La bacio... "Amore, è proprio quello che voglio! Ora andiamo, ti stanno aspettando per il trucco". "Il trucco???". La prendo per mano, sorridendo. "Dai andiamo amore! Ce la fai a camminare comoda con quelle scarpe?". "Ti amo papà... con te camminerei sulle spine!". Non serve tanto amore, non serve tanto...

Racconta Veronica.
La vecchia storia del bruco che diventa farfalla. La stò vivendo! Seduta su questo sgabello, nello specchio davanti a me vedo la trasformazione prendere atto: il mio viso diventare luminoso, gli occhi brillanti e vivi, le labbra voluminose pur senza apparire volgari. Sono io in quello specchio, e quello che vedo seduto sul divanetto è il mio papà ed allo stesso tempo il mio amore infinito. Possiamo amarci, l'abbiamo dimostrato a noi stessi. Dobbiamo amarci, per non sprecare nessuna occasione per essere felici. E la nuova Veronica ora è felicissima... oggi ha perso la verginità, oggi finalmente ha fatto l'amore pienamente, come solo le donne fatte e finite sono in grado di fare; ora ha davanti una bella cenetta con papà e dopo una lunga notte d'amore. Cosa volere di più?

Racconta papà.

Il tassista, un uomo vicino ai quaranta, un pò sovrappeso, stà rischiando di far danni al suo veicolo, oltre che a noi! L'ho visto chiaramente sistemare lo specchietto retrovisore per guardare mia figlia. Io sono seduto dietro di lui, Veronica abbracciata a me al centro del sedile. Metto una mano sulla sua coscia e le mormoro all'orecchio: "Amore, fagli vedere quanto sei figa" salendo con la mano fino all'orlo del vestito. Le allarga piano le gambe, il mio amore, dandomi il tempo di godermi il passaggio delle dita dal liscio delle calze autoreggenti al caldo della sua pelle; ormai il vestito è talmente sollevato che il tassista vede completamente il perizoma. "Glielo facciamo un regalo amore? Lui una figa come te non l'ha mai vista". E mentre la bocca di mia figlia si attacca a ventosa al mio collo, sposto il suo perizoma, mentre lei allarga completamente le gambe. Semaforo rosso... Veronica è bagnata, la penetro facilmente col dito; geme. Stò attento a non farla venire, voglio che quello sfigato che guida ricordi questa corsa per sempre. La masturbo, con pazienza e delicatezza, senza sfiorarle il clitoride. Semaforo verde, ripartiamo. "Amore fammi venire, ti prego...". Ma non voglio... non ancora. Voglio che l'autista la veda per bene e che senta i suoi gemiti, che diventano sempre intensi. Credo che manchi poco al ristorante, è appena fuori Firenze; siamo in campagna ormai. "Accosta. Ma non ti muovere dal tuo posto!". Lo sfigato accosta e si volta, ora vede direttamente Veronica, oscenamente aperta. "Ora puoi venire Veronica"; mi basta sfilarle il dito dalla fica e massaggiare il clitoride che l'orgasmo esplode davanti agli occhi sgranati del tassista. Col bacino tirato in avanti, Veronica schizza, bagnando col suo liquido piacere il vano portaoggetti tra i due sedili anteriori. Il tassista si sta spudoratamente toccando da sui pantaloni. "Ti è piaciuto lo spettacolino? Hai mai visto una troia così?". "Mai, mai in vita mia, lo giuro". "Adesso portaci al ristorante, e torna a prenderci alle undici. Se facciamo tardi ci aspetterai, vero?". Balbetta per l'emozione "si si, qualsiasi cosa... qualsiasi, qualsiasi... ma la voglio rivedere". La serata si prospetta divertente. Non ne avevo dubbi.

Racconta Veronica.
Rispetto a tutte le cene fatte al ristorante tutti e tre, questa volta ci sono differenze sostanziali! La stronza è presente solo sotto forma di messaggi che manda a papà, e già questo basterebbe a rendere piacevole la serata! Poi oggi quella figa sono io, non lei. Oggi mi sento io addosso lo sguardo di tutti, mi sento mangiata con gli occhi... proprio come faceva prima il tassista; questo rende la nuova Veronica felice ed eccitata... penso che se mi sfiorassi tra le gambe verrei in 5 secondi. E poi stasera c'è lui! Stasera siamo una coppia, nessuno ci conosce, possiamo baciarci, stare abbracciati, fare tutto quello che ci pare... in questo posto da favola dove abbiamo un cameriere solo per noi, che ci versa vino e acqua senza che noi glielo chiediamo, che scompare e riappare magicamente quando ne abbiamo bisogno; è sicuramente un bel ragazzo, fino a pochi giorni fa non mi avrebbe degnato di uno sguardo, ma oggi no... oggi lui mi vuole, mi vorrebbe! Seduta a questo tavolo, su questo prato pettinato, col mio amore davanti a me... sento che la felicità arriva per tutti prima o poi. "Papà...". "Dimmi amore!". "Sono felice". La sua mano lascia la forchetta e prende la mia. "Cuoricino mio... forse sei anche un pò brilla? Questo rosso credo non sia stata una buona scelta, troppo forte per te... ti gira testa per caso?". Il contatto della sua mano, il vino che effettivamente mi fa sentire la testa leggera, l'emozione di sentirmi guardata... non so di preciso come spiegare a papà quello che vorrei... forse. "Stanotte voglio fare pazzie". Il sorriso di papà mi fa venire i brividi.

Racconta papà.
Non devo più farle versare il vino, non la voglio certo ubriaca. Ma euforica si... e di certo già lo è. Bene bene. Mi faccio portare rum e caffè. "E dimmi un pò... a che pazzia pensavi? Hai un desiderio che vuoi confessarmi?". Il sapore in bocca del caffè mi prepara al rum ed al cioccolato fondente che lo accompagna ma non alla risposta di Veronica. "Voglio essere scopata fino a sentirmi male". Accendo una sigaretta. "Vieni qua, siediti sulle mia gambe... brava... lo sai che lo puoi fare, vero troietta? Che qualunque maschio farebbe follie per te? Aprile, apri bene le gambe, fai vedere al cameriere quanto sei figa... brava...". La nicotina mi rilassa, tiene a bada la voglia di scoparla su questa sedia, in mezzo alla gente. Le metto spudoratamente la mano nell'interno coscia; faccio scorrere senza vergogna le dita tra il tessuto delle autoreggenti e la pelle, con le braccia di Veronica strette attorno al collo. "Il cameriere ti sta guardando. Te lo scoperesti?". Mia figlia quasi mi strozza col suo abbraccio, mentre col palmo della mano sento quanto sia calda e bagnata. "Lui no. Sei tu il mio uomo. Ma forse il suo cazzo... forse si". Ho creato un mostro.

Racconta Veronica.
Ho confessato a papà quello che mai avrei immaginato di pensare, neanche durante i mesi e gli anni passati a vivere di fantasie represse e di solitudini senza consolazione. Si, voglio fare sesso... voglio godere e soprattutto essere fonte di piacere!!! A prescindere dall'amore sconfinato che provo per lui. Amore corrisposto, ne sono certa; rassicurata e guidata dalle sue parole di uomo esperto e navigato: "Lui no amore. Lui non ti saprebbe apprezzare come meriti. Puoi avere molto meglio di un ragazzino alle prime armi". Stringo le gambe intrappolando la sua mano tra le cosce. "Come vuoi tu papà, come vuoi tu". E ci baciamo, col cameriere a due passi da noi e tanti occhi puntati addosso. "Adesso andiamo amore. Volevi pazzie? Ti regalerò qualcosa oltre la follia". Amo quest'uomo incondizionatamente.

Racconta papà.
Doppia mancia per il cameriere, oltre ai soldi anche il ricordo visivo per la sua sega quotidiana. Il 'nostro' taxi è fuori che ci aspetta; stò pensando a come iniziare la nottata. Saliamo, ci sediamo come prima; lo specchietto è rivolto di nuovo verso Veronica che però ha le gambe accavallate. Va bene dai... iniziamo a dare pepe alla serata. "Parti, appena puoi fermati in un posto appartato". Metto un braccio attorno a Veronica, la stringo a me: "Fidati di me amore. Fai quello che ti dico di fare e andrà tutto bene... ora vedrai, no, ora sentirai dentro di te l'effetto che fai agli uomini. Sei pronta?". "Con te si papà, sono pronta a tutto". Ci fermiamo a poche centinaia di metri dal ristorante, siamo su una stradina di campagna, poco illuminata dalle luci della viabilità principale. Scendo dalla macchina e mi affaccio al finestrino dell'autista. "Tu adesso farai esattamente quello che ti dirò di fare. Se ti comporterai bene, ti divertirai. Se sbagli anche solo di una virgola ti lascio qui per terra in una pozza di sangue. Chiaro?". "Tutto quello che vuole, dottore, tutto quello che vuole". Il solito malato di fica... dottore a me! "Dai, scendi da questa macchina". Faccio il giro, apro l'altro sportello posteriore, faccio avvicinare Veronica prendendola da sotto le ascelle, con la schiena praticamente fuori dal veicolo e poggiata a me: "Tira su il vestito amore e togli il perizoma... apri le gambe... così brava... non voglio che ti sporchi... ora stai tranquilla e dimmi solo se qualcosa non ti piace". "Tu, leccagliela. Se le fai male o qualche altra cazzata... lo sai che fine farai!". Il coglione ha la bava alla bocca, dalla mia posizione vedo benissimo tutto; si inginocchia davanti allo sportello aperto con davanti lo spettacolo osceno delle gambe spalancate di mia figlia, avvolte in autoreggenti ancora immacolate, e soprattutto della sua fichetta luccicante. E appena poggia la bocca sull'intimità di mia figlia, il cazzo quasi mi strappa boxer e pantaloni. La lecca rumorosamente, e con gemiti e mugolii mia figlia apprezza il trattamento. "Ti piace Veronica? Dimmelo!!!". Provo a baciarla ma praticamente mia figlia mi morde il labbro inferiore. "Voglio scopare... digli di scoparmi per favore!". Può un papà amorevole dire di no? "Tu, spogliati. Levati tutto di dosso". Si alza, con la bocca bagnata dai liquidi di mia figlia; in un attimo si leva la maglietta ed insieme abbassa pantaloncini e boxer. Poteva andare peggio a Veronica, ha il cazzo già duro, neanche tanto piccolo. "Adesso la scopi. Fai il bravo, mi raccomando!". Ci sono momenti nella vita che rimangono impressi per sempre nella memoria; negli ultimi giorni ne ho vissuti tantissimi con mia figlia. Ma questo... il primo cazzo che non sia il mio che entra, inizialmente quasi timoroso di farle male, nella fica di Veronica ha un posto importante nel mio cassetto dei ricordi. Questo coglione, che se avesse una decina di chili di meno sarebbe anche un uomo piacente, dopo essere entrato piano piano dentro mia figlia, inizia a scoparla decentemente. Affondi precisi, duri fino alla fine ma lenti, costanti. "Più veloce, la sai scopare più veloce??". E il coglione obbedisce. Veronica avverte i colpi, ha la bocca spalancata e se non la reggessi io da dietro arretrerebbe ad ogni affondo del muflone, che sbuffa come se gli mancasse l'aria. Mi attacco alla bocca di mia figlia, che subito riempie la mia con la sua lingua. Infilo la mano nel vestito e prendo a strizzarle i capezzoli, stringendoli forte come mai avevo fatto in questi giorni.

Racconta Veronica.
Dio mio Dio mio... nei pochi secondi di lucidità, travolta dagli orgasmi che ormai sto imparando a gestire, a goderne appieno senza trattenermi minimamente, penso alla nuova Veronica... a quello che realmente stà diventando, velocissimamente!!! Tra le braccia di papà mi sento sicura, amata... ma è un emerito sconosciuto il proprietario del cazzo che mi stà scopando la fica! Cazzo Veronica, sei una troia nata!

Racconta papà.
Questo coglione dura. Non me lo sarei aspettato da uno come lui. Tanto meglio! Sta preparando Veronica alla nottata che l'aspetta; so già dove andare, dove portarla per farle fare un altro passo in avanti nella sua autostima. Nel mio settore il locale che ho in mente è ben conosciuto. Si beve bene, c'è musica e spazio per ballare e soprattutto è frequentato dalle persone giuste. La voglio portare lì, voglio che noi due insieme selezioniamo un paio di spasimanti e poi li portiamo in camera. O forse una coppia, non so... vedremo. "Dottore, devo venire...". Ancora con questo dottore! "Cuoricino mio... dove vuoi la sborra? In bocca amore?". Il suo "uhmmm" prolungato mi basta. La tiro verso di me, facendola staccare dal tassista con un rumore oscenamente liquido. Il cazzo del coglione è bagnatissimo, la cappella paonazza. "Amore, fammi vedere come lo fai sborrare nella tua bocca... e non ti sporcare!". Veronica si gira a pecorina, offrendomi la depravata visione del suo culo e della sua fica che letteralmente gocciola sul sedile. E appena sento che il tassista impreca "oh Dio Cristo!!!!" capisco che mia figlia glielo ha preso in bocca. Le infilo due dita in fica, uncinandole verso il basso. Impazzisce... sento le pareti della sua vagina che si contraggono. Mi sposto un pochino e finalmente lo vedo, vedo mia figlia fare un profondo pompino a questo sconosciuto. Cazzo se è brava, cazzo se ci gode nel farlo. Lui non può resistere... mi accorgo che sta sborrando in bocca a mia figlia dal suo rantolo animale e dai movimenti della testa di Veronica, molto più lenti. Quando mia figlia lo molla e si gira verso di me è come vedere una nuova persona. Capelli, trucco sono ancora presentabili, il rossetto professionale ancora regge. Non ha alcuna traccia di sborra sulle labbra, ha bevuto tutto. La guardo... e c'è poco da dire... mia figlia è una troia nata.

- continua -
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2024-09-20
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