Una puttanella sotto casa 4

di
genere
dominazione

Pompini a domicilio.

L'ho scioccata con quattro schizzate delle mie. Mi sono aiutato di mano e le ho schizzato in bocca e sul viso almeno una tazzina di sborra. Marina era in panico, s'è pulita l'occhio e ha deglutito come poteva mentre tossiva.
- Tu sei un maiale, zio! È pazzesco.
Era eccitata, me lo stringeva stretto e me lo leccava con la lingua bianca. Poi si è calmata e con le dita raccoglieva gli schizzi in giro, sul viso, sullo sterno e sulla gamba e se le portava alla bocca. Mi fissava da sotto e mi mostrava come si beveva ogni goccia. Era felice, le ridevano gli occhi.
- Cazzo zio, a momenti mi mettevi incinta!
Rideva leccandomi anche le palle.
Ma io dopo che sono venuto ho sempre l'impulso d'andarmene, una volta scaricato perdo la libido. Anche da giovane nelle scopate impegnative dovevo resistere per non scappare. Devo star tranquillo un quarto d'ora e poi riprendo. Con Marina è stato anche peggio, mi son reso conto di aver fatto una cazzate ed essermi messo nei casini.
Me ne sono andato. Non volevo più pensare a Marina. Alla sera avevo una cena con amici e la domenica dopo sono andato a trovare Barbara, la mia amica, nella sua casa al mare. Non c'era suo figlio, abbiamo scopato nel pomeriggio. Barbara è ancora una bella donna, morbida con le curve generose, ma io pensavo al ventre sottile di Marina, ad Ale che l'aveva chiavata tutta notte col suo megacazzo e m'immaginavo di succhiarle la figa depilata. Ho scopato da dio, Barbara aveva il fiatone.
- Domenica prossima non ci sei allora?
- No, porto mia figlia in Sardegna, partiamo venerdì.
- Fai bene, poi non vorrà più far le vacanza con te.
- Sta crescendo in fretta.
- … E hai ancora puttanella quella sotto casa?
- Non ricominciamo ti prego.
- Okay, come vuoi tu. Ma sono invidiosa.
- Barbara, come fai a dire queste cazzate!... e poi ha già un altro.
Mi invento sul momento per tranquillizzarla.
- Si consola in fretta quella lì! E' un tipo strano, magra come un chiodo, chissà che ci trovano... E questo qui vive con lei?
- Non ancora.
- Te lo chiedo solo perché farà fatica a pagare l'affitto.
Giornata rovinata! Barbara mi aveva fatto sentire pirla. Tornato a casa ho evitato Marina, volevo chiudere con lei, non era cosa. Ma martedì mattina mi arriva un suo messaggio.
- Sei sveglio? Ho bisogno di vederti.
Erano le sei e un quarto, io esco sempre alle sette.
- Cos'è successo?
- Fammi entrare voglio succhiartelo.
Non ci credevo. Ho sentito bussare alla porta sul balcone, era salita per la scala esterna. Apro e me la trovo in pigiamino.
- Tu sei scema a scrivere queste cose!
Ero in boxer ma non avevo imbarazzo, mi tengo in forma.
- Dai zio, un minuto solo, siediti e me ne vado subito.
Mi ha spinto indietro sulla poltrona, la mano già premuta sul cazzo duro. Si è inginocchiata fra le gambe e mi ha strusciato il seno contro cazzo e coglioni. M'ha fatto un pompino a bocca chiusa, tirava come un aspirapolvere, sentivo succhiare fino alle palle, senza sforzo scendeva fino alla base, il naso contro i miei peli. Mi segava con la cappella in bocca, con l'altra mano mi massaggiava l'addome. Questa volta l'ho avvisata e si è presa tutta in bocca la sborrata densa del mattino. Ha deglutito agitata, ma sempre con le labbra chiuse attorno al mio cazzo. Bevuto tutto s'è rilassata e inspirava beata col mio cazzo stretto fra le mani. Non una goccia s'è persa.
S'è rialzata soddisfatta e mi ha dato un bacetto sulla guancia.
- Grazie zio.
E così ogni mattina, anche venerdì che avevo a mezzogiorno avevo l'aereo per la Sardegna, mi entrava in casa e faceva colazione con la sborra che le piace tanto. È furba, si è adeguata subito alle mie necessità, sapeva che ero in conflitto con me stesso e che non sapevo come gestire la situazione e allora faceva tutto da sola, sempre allo stesso modo: aprivo, entrava e mi spingeva seduto. Vederla spettinata senza trucco, in pigiamino corto e con gli occhi appena svegli, me lo faceva pietrificare. Ed aveva un profumo che mi drogava. Ogni mattina sempre lo stesso rito, aveva affinato solo l'arte del pompino, ora si tiravaa indietro e fissandomi negli occhi mi mostrava la sborra che galleggiava sulla lingua e poi piegava indietro la testa guardando il soffitto e deglutiva mentre le carezzavo il collo.
- Quando torni zio?
- Facciamo una settimana, torniamo venerdì prossimo. È meglio così, questa cosa ci sta sfuggendo di mano.
Ha riso, aveva ancora il cazzo stretto in mano.
- No, io non ti faccio fuggire.
- Marina, non scherzare, tu devi trovare uno della tua età! Non puoi con me, io...
- Chiamami Mia. Mi chiamano Mia tutti gli amici.
- Okay, Mia. Lo capisci o no?
- No, adesso sono stanca. So solo che non facciamo niente di male. Io voglio, tu vuoi, che cazzo c'è di sbagliato?
- Che rischia di diventare una relazione e non va bene! Tu ora ti lasci trascinare dal desiderio e non...
- Ho capito, non aggiungere altro zio, per te sono una puttana.
- No, non è vero, tu sei fantast...
- Dimmi solo se posso continuare a venire?
- Sì, mi uccidi. Ma solo se ti va, non devi sentirti obbligata.
S'è leccata il labbro superiore.
- Sai di buono.
E mentre mi dava il bacetto mi ha devastato.
- Tranquillo zio, te lo ciuccio e basta, è grosso, fa male in culo.
M'ha lasciato inebetito. Mentre usciva le fissavo il culetto.

La vacanza con Giada, mia figlia, prometteva bene. Io ero allegro e lei spensierata e felice. Finalmente, adesso che è dimagrita, sembra aver superato un brutto periodo di complessi e conflitti tipici della sua età. Ormai è grande Stavamo bene insieme e a me piace ascoltarla, è un fiume in piena quando comincia a parlare. Si è inorridita quando ha visto la mia camicia fiori.
- Non avrai intenzione di metterti questa?
- A Barbara è piaciuta.
- E' da vecchio. Se la metti io non ti sto vicina.
- Okay okay.
- Posso chiederti una cosa?
- Certo.
- Ma tu hai intenzione di metterti con Barbara?
- A parte che non sono affari tuoi, ma no, non credo.
- Ah! È in gamba, ma tu sembri più giovane.
- Chiudiamo il discorso?
- Sai cosa mi ha detto Elena?
È la sua amica del cuore, la sorella minore di Mia.
- Sentiamo: cosa ti ha detto?
- Che Mia è innamorata di te. Che le piaci.
- Crede anche ai marziani la tua amica?
Ho scherzato, ma ne sono rimasto turbato. Mia era nei miei pensieri tutto il giorno e nei miei coglioni di notte. Avevamo un bungalow con due camere separate, una sera mi sono masturbato seduto bordo letto, immaginandomi Mia tra le mie gambe.
Mi ha mandato un messaggio domenica sera.
- Ho accettato. Ho fatto wkwnd con Ale.
- Ohi.
Una serie di faccine che ridono.
- Hai preso il sole?
- Sono più bianca di prima zio. 18 ore di sesso in camera. Quando torni ti racconto tutto tutto.
- Non scrivere queste cose.
- Non riesco più a camminare. Ahaha.
- Fa la furba non scrivere mai queste cose.
- Perché?
- Se le mandi a quello sbagliato poi ti penti.
- E tu sei sbagliato?
- Non centra, non sai mai chi può leggere.
- Hai ragione! Torna presto. Ho una voglia pazza di succhiartelo.
E due righe di faccine che ridono.
Chattavamo spesso, mi chiedeva come andava la vacanza e quando le ho chiesto se a casa era tutto a posto mi ha mandato uno sticker di un cagnone col berretto da poliziotto.
- Ci sono io a fare la guardia!
Cancellavo regolarmente le chat che finivano sempre con porcate assolute. Mia non mi prendeva per il culo, aveva bisogno di eccitarmi, le mancavo davvero.
Giada intanto s'era fatta subito degli degli amici, stava con me solo a mangiare. La seconda sera l'ho sentita rientrare dalla discoteca del villaggio. Faceva piano, era con qualcuno. Al mattino l'ho aspettata sulla veranda. È uscita con un ragazzotto in pantaloni neri e camicia sciupata. Mi ha salutato imbarazzato e se n'è andato guardando a terra. Giada era in bikini.
- Papà, ti spiace se Tommaso dorme qui?
- Non so. Mamma ti ha spiegato tutto?
- Ma sì, ancora con queste storie, cosa credi? Posso allora?
- Dovrei prima chiederlo a tua madre. È lei che può decidere.
- Nooo! Lei non mi lascerebbe mai. Ti prego! Tanto lo facciamo lo stesso.
- Okay, ma non dirlo a tua madre, quella mi fa scrivere dall'avvocato.
- Ti voglio bene papà!
Quella notte è stata bellissima. Mi sono fermato cinque minuti davanti alla loro porta e poi sono andato in spiaggia sotto le stelle. Ero felicissimo per Giada. Ho chiamato Mia alle due di notte, mezz'ora di telefonata, mi ha raccontato tutto tutto il suo week end in albergo con Ale. Una sborrata che mi ha svuotato il cervello.
scritto il
2024-09-22
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