Una puttanella sotto casa 7

di
genere
dominazione

Una bella lezione.

Mi rimetto il cazzo nei pantaloni.
Mia mi guarda, sembra imbarazzata, mi ha preso in giro al telefono per una settimana e ora è meno spavalda. Non sa che fare e dire, dopo avermelo ciucciato se ne va via sempre. Ha capito di aver esagerato con le cazzate al telefono.
- Sei abbronzato zio.
Ha su una magliettina nera che le rimane sollevata sui seni, le è larga sul pancino stretto, si vedono cinque centimetri di pelle nuda, e sotto ha dei pantaloni di yoga grigi, lunghi al ginocchio. Quella stronza di Barbara dice che Marina è magra come un chiodo. È invidiosa, Mia è perfetta. Ha i capelli raccolti dietro, in cima alla testa. È senza trucco come al mattino quando entra a spompinarmelo.
- Hai altre foto?
- Sì, zio, qualcosina.
Abbassa lo sguardo sul cellulare e cerca. È nervosa. Glielo prendo di mano e lo appoggio sul davanzale della finestra.
- Mandamele. Poi le cancello.
Con due dita contro lo sterno la spingo indietro. Indietreggia fin contro il muro. Mi eccita, ha lo sguardo teso. Non spara più cazzate. Trema leggermente, è appoggiata di schiena al muro. Le sfioro il capezzolo, ha una piccola scossa. Mi metto al suo fianco, mi appoggio anch'io al muro ma con la spalla e le palpo le tette. Una bella terza sul suo fisichino magrolino. Non ha reggiseno, le sollevo la maglietta, gliele strizzo. Geme mordendosi le labbra, tiene le braccia basse lungo il corpo. Scendo con la mano e la palpo tra le cosce. Ha i pantaloni di cotone leggero, niente mutandine la puttanella. Ci vado pesante sotto la figa, gliela raspo forte. Mia gode, respira con la bocca. Le do tre dita da leccare, ce ne infilo quattro, mi sbava la mano. Questa volta scendo sotto l'elastico e le infilo il medio in fica che è più bagnata della mia mano. Trema col bacino, le faccio un ditalino lento. Ansima, non gode abbastanza, ci ficco anche l'anulare e accelero il ritmo.
- Sì, no zio, mi piace zio, non...
Gliela frullo, le due dita sbattono facendo il rumore di una sciacquettio, la mano le raspa la figa fradicia. Le tremano le ginocchia, le stringe, mi si aggrappa al collo sempre più tesa.
- Zio zio zio... No, fermo, zio.
Mi squirta in mano un getto caldo. Mi si stringe addosso, trema per l'orgasmo. Ma si leva subito, non vuole baciarmi. Ha il viso sudato.
- Guarda che disastro.
Ride, ma è imbarazzata. Una macchia scura le incolla i pantaloni alle cosce, scende fino ad un ginocchio. Mi asciugo la mano sulla sua maglietta palpandole i seni.
- Entriamo.
La spingo in bagno.
- Levali. Siediti sul bidet.
Io intanto mi faccio una pisciata a cazzo duro che è meglio di una scopata. Mi dura mezzora, Mia me lo fissa seduta accanto. Mi sto chiedendo quanto è cagna questa bella puttanella. Provo. Lo scrollo e mi giro verso lei. Me lo pulisce di bocca. Brava.
Le faccio un bidet delicato, le lavo bene fica e culetto. La faccio rialzare, la raspo bene con l'asciugamano e le sfilo la maglietta. Mi segue come una cagnolina in camera.
- Dove tieni i tuoi giochi?
Apre un cassetto. Un ovetto vibrante a 'u' rosa squillante e un paio di dildi. Ho il cazzo di marmo. Docile come una cagnolina si fa mettere sul letto. La metto gattoni sulle ginocchia, le faccio allargare bene le gambe, la voglio coi seni schiacciati sul materasso e culo bene in alto. È uno spettacolo di figa. Voglio godermela con calma.
Prendo il primo dildo, sottile, buono per i ditalini, lo ungo e lo spingo nel culetto. Mi blocca il respiro vederle l'ano baciare il dildo. Le voglio leccare la figa.
scritto il
2024-09-26
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