Monika (4)
di
Ferry Adams
genere
trans
LA PRIMA VOLTA
M’è tornato in mente quando mi sverginarono, anche allora c’erano tanti maschi e già facevo la frocetta per Tore e i suoi due amici. Era d’estate ed ero andata a casa di Rico, in campagna, mi aveva portata là Gigi e mentre eravamo già a letto nudi, era arrivato Tore, portandosi dietro un tizio mai visto, bassotto, sulla quarantina.
Io ero lì a succhiare i due, come facevo di solito, quando Tore ci ha presentati:
-Moni, questo è Nino, gli avevo parlato di te e voleva conoscerti..-
Smisi di succhiare il cazzo di Rico:
-Ciao, Nino..- e mi veniva da ridere per quel nome buffo. Lui senza dir niente s’è svestito ed è venuto a letto con noi, così avevo tre cazzi da succhiare e mi sono messa d’impegno. Tre maschi maiali con una frocetta era proprio divertente e Tore stava a guardare, telefonando ogni tanto.
Succhiavo i cazzi e le loro palle e loro mi toccavano dappertutto, mi succhiavano la pisellina e mi leccavano il buchetto, avevano cazzi duri e anche Nino non scherzava, normale come lunghezza ma con una bella cappella grossa e lucida.
Dopo un po’ che già stavo pensando a quanta sborra avrei mandato giù quel pomeriggio, Gigi e Rico mi hanno presa e mi hanno fatta mettere a pecora, pur continuando a succhiare i loro cosi. Nino s’è alzato e ho visto che si infilava un profilattico, poi s’è messo a leccarmi il buchetto. Ho capito che voleva infilarmelo, ma a quel punto non potevo più fare niente:
-Dai, Moni, adesso Nino ti spiega come si gode davvero…- ha detto Tore, sedendosi sul bordo del letto, mentre Rico mi teneva per i polsi e Gigi continuava a farsi succhiare. Ho sentito prima la sua lingua, poi infilarsi un dito e poi qualcosa di più grosso spingere. Ero bloccata col culo in aria e un uccello in bocca e qualcosa che spingeva per entrarmi dentro.
-Ecco, prima la cappella…- diceva Tore. E ho sentito che mi apriva il buchetto, reso liscio dalla saliva. E’ stata una sensazione piacevole, la cappella era entrata e Nino si era fermato, senza dire nulla. Tore guardava fumando e sentivo in gola il coso duro di Gigi. Poi lui ha spinto ancora e ho sentito aprirmi davvero, ma senza quasi dolore (mi aveva messo dell’olio dentro), solo un po’ di bruciore e una sensazione di pressione e il mio buchetto che cedeva mentre mi rilassavo.
-Visto che troietta? Ti avevo detto che l’avrebbe preso senza problemi..-Tore parlava con Nino.
-Allora, Moni, ti piace il cazzo in culo, vero?
Ho fatto segno di sì con la testa e poco dopo ho sentito che Gigi mi veniva in gola e io ero già pronta ad ingoiare tutto. Finita la sborrata l’uccello si è ritratto e sono rimasta lì, sempre a culo in aria e con Nino che ormai l’aveva spinto dentro tutto.
-Lo vuoi, vero, troia? Lo vuoi?-Stavolta Nino aveva parlato.
Era da maleducati non rispondere:
-Sì, dai, lo voglio…fate piano..-
E allora s’è messo a pomparmi, prima adagio e poi con più forza. Sentivo aprirmi e stavolta mi faceva anche un po’ male, ma non volevo far vedere che ero una mezza frocetta, così l’ho lasciato fare, mentre Tore mi accarezzava la testa dicendomi “troietta, puttanella..” e altre cose carine.
Nino non ha durato tanto e ho sentito il suo grugnito quando è venuto, spingendolo fino in fondo e lasciandomi senza fiato.
-Che inculata…- ha commentato stringendomi a se, mentre Tore commentava:
-Visto che roba? Sverginare una frocetta è una cosa speciale…”.
Lentamente il cazzo è sgusciato fuori e anche Rico, che mi teneva ferma, mi ha lasciata e mi sono abbandonata sul letto.
Nino s’è rivestito e ha pagato Tore (che aveva venduto la mia verginità), mi ha salutata e se n’è andato.
-Visto che bella troietta? Adesso col buco aperto facciamo dei bei soldi..- ha detto Tore agli altri due che hanno confermato.
Le finestre erano aperte e ho sentito il rumore di una moto che arrivava.
-Finché sei bella calda, bisogna continuare, no?-
-Non bisogna perdere tempo..- ha confermato Rico ridendo.
Non avevo capito subito poi, quando sono entrati due tizi, rasati e abbronzati, ho afferrato l’idea. Ero lì, nuda, appena sverginata e arrivavano altri due maschi…
Stavolta mi hanno messo a pancia bassa sul letto, un cuscino sotto e poi i due, a turno, mi hanno aperto le gambe e mi sono venuti dentro. Lo facevano senza profilattico stavolta e mi facevano male ma questo sentivo che li eccitava:
-Senti come piagnucola la troia...dai che ti piace, dì che ti piace, vero..
Io piangevo ma dicevo di sì che mi piaceva.
-Apritela bene, così è pronta per la monta…-li ha incitati Tore, che se ne fregava dei miei lamenti. Il primo è venuto dentro e ha lasciato posto al secondo, che doveva averlo più grosso, perché mi sentivo aprire e bruciare, però non volevo dire che smettessero in fondo perché ero eccitata anche dal male che mi stavano facendo.
I due mi hanno penetrata senza complimenti, prima uno e poi l’altro e hanno continuato un bel po’ prima di restarmi dentro, io mi aggrappavo alle coperte e loro mi scuotevano con le loro spinte.
Anche il secondo mi è venuto dentro e, come aveva fatto Nino, si sono rivestiti (cioè si sono appena tirati su le braghe) e hanno pagato Tore.
Mi sono rannicchiata sul letto, con un gran male dietro e dentro, piangendo in silenzio.
-Povera bambina, ti hanno sfondata, eh? Ma tu servi a questo, no? A farti sfondare dai cazzi dei veri maschi..
Tore si era seduto di nuovo sul letto e dopo poco ha fatto segno ai due e loro mi sono venuti addosso e mi hanno rimessa a pecora, stavolta è stato Rico a venirmi dentro, io ho detto:
-No, basta…- e Tore s’è arrabbiato.
-Basta? Hai appena iniziato...-E poi rivolto a Rico: -Dai sfondala anche tu. Apri bene quel buco…- e Rico s’è messo a pompare con forza mentre piangevo, allora Tore:
-Se devi piangere, ti faccio piangere per qualcosa..- E mi ha messo la mano fra le cosce e mi ha preso in mano il sacchetto e ha iniziato stringere forte, sempre più forte.
-Ecco, spacchiamo questi marroncini, inutili…-
-Nooo…- ho provato a dire ma non è servito, non potevo far nulla per difendermi.
-Urla, urla, chi ti sente…?-
Rico mi è venuto dentro e Tore ha smesso.
-Ecco la frocetta, riempita e mezza castrata…-e ha riso di gusto.
-Adesso tocca a me-ha detto Gigi e ha perso il posto di Rico e mi è venuto dentro.
-Dai, spingi forte, così finisco di castrarla..-ha detto Tore riprendendo a schiacciarmi forte le palline mentre io urlavo dicendo .
Gigi ha finito e anche Tore mi ha lasciato i testicoli.
Era quasi buio quando hanno smesso. Avevo continuato a piangere ma non era servito a niente, avevo un gran male dietro e davanti. Mi ero assopita ed eravamo rimasti da soli.
-Dai che andiamo..- ha detto Gigi.
Mi sono alzata ma non ce la facevo, allora mi ha sorretto e mi ha portata in bagno. Avevo sperma e sangue fra le gambe, le palline erano gonfie. Ho impiegato un bel po’ a pulirmi, mentre Gigi mi metteva fretta, era tardi e doveva andare al bar.
Arrivai a casa e andai subito a letto con due aspirine. Ero sola, mia zia era al mare, e sono rimasta a letto tutto il giorno dopo, mi alzavo solo per mettere il culo nell’acqua fredda del bidet e mangiare qualcosa, stavo male, mi sentivo debolissima, le palline erano ancora gonfie e quasi non potevo toccarle.
Tore è venuto alla sera:
-Ecco la puttanella…-
Dovevo essere messa male, avevo continuato a piangere per un bel po’ ma Tore mi prendeva in giro e ha voluto lo stesso un pompino (), però mi ha portato una pomata da darmi nel buco, e si è messo a ridere quando ha visto che avevo messo un assorbente per non sporcare (>hai le tue cose, eh, fichetta?
M’è tornato in mente quando mi sverginarono, anche allora c’erano tanti maschi e già facevo la frocetta per Tore e i suoi due amici. Era d’estate ed ero andata a casa di Rico, in campagna, mi aveva portata là Gigi e mentre eravamo già a letto nudi, era arrivato Tore, portandosi dietro un tizio mai visto, bassotto, sulla quarantina.
Io ero lì a succhiare i due, come facevo di solito, quando Tore ci ha presentati:
-Moni, questo è Nino, gli avevo parlato di te e voleva conoscerti..-
Smisi di succhiare il cazzo di Rico:
-Ciao, Nino..- e mi veniva da ridere per quel nome buffo. Lui senza dir niente s’è svestito ed è venuto a letto con noi, così avevo tre cazzi da succhiare e mi sono messa d’impegno. Tre maschi maiali con una frocetta era proprio divertente e Tore stava a guardare, telefonando ogni tanto.
Succhiavo i cazzi e le loro palle e loro mi toccavano dappertutto, mi succhiavano la pisellina e mi leccavano il buchetto, avevano cazzi duri e anche Nino non scherzava, normale come lunghezza ma con una bella cappella grossa e lucida.
Dopo un po’ che già stavo pensando a quanta sborra avrei mandato giù quel pomeriggio, Gigi e Rico mi hanno presa e mi hanno fatta mettere a pecora, pur continuando a succhiare i loro cosi. Nino s’è alzato e ho visto che si infilava un profilattico, poi s’è messo a leccarmi il buchetto. Ho capito che voleva infilarmelo, ma a quel punto non potevo più fare niente:
-Dai, Moni, adesso Nino ti spiega come si gode davvero…- ha detto Tore, sedendosi sul bordo del letto, mentre Rico mi teneva per i polsi e Gigi continuava a farsi succhiare. Ho sentito prima la sua lingua, poi infilarsi un dito e poi qualcosa di più grosso spingere. Ero bloccata col culo in aria e un uccello in bocca e qualcosa che spingeva per entrarmi dentro.
-Ecco, prima la cappella…- diceva Tore. E ho sentito che mi apriva il buchetto, reso liscio dalla saliva. E’ stata una sensazione piacevole, la cappella era entrata e Nino si era fermato, senza dire nulla. Tore guardava fumando e sentivo in gola il coso duro di Gigi. Poi lui ha spinto ancora e ho sentito aprirmi davvero, ma senza quasi dolore (mi aveva messo dell’olio dentro), solo un po’ di bruciore e una sensazione di pressione e il mio buchetto che cedeva mentre mi rilassavo.
-Visto che troietta? Ti avevo detto che l’avrebbe preso senza problemi..-Tore parlava con Nino.
-Allora, Moni, ti piace il cazzo in culo, vero?
Ho fatto segno di sì con la testa e poco dopo ho sentito che Gigi mi veniva in gola e io ero già pronta ad ingoiare tutto. Finita la sborrata l’uccello si è ritratto e sono rimasta lì, sempre a culo in aria e con Nino che ormai l’aveva spinto dentro tutto.
-Lo vuoi, vero, troia? Lo vuoi?-Stavolta Nino aveva parlato.
Era da maleducati non rispondere:
-Sì, dai, lo voglio…fate piano..-
E allora s’è messo a pomparmi, prima adagio e poi con più forza. Sentivo aprirmi e stavolta mi faceva anche un po’ male, ma non volevo far vedere che ero una mezza frocetta, così l’ho lasciato fare, mentre Tore mi accarezzava la testa dicendomi “troietta, puttanella..” e altre cose carine.
Nino non ha durato tanto e ho sentito il suo grugnito quando è venuto, spingendolo fino in fondo e lasciandomi senza fiato.
-Che inculata…- ha commentato stringendomi a se, mentre Tore commentava:
-Visto che roba? Sverginare una frocetta è una cosa speciale…”.
Lentamente il cazzo è sgusciato fuori e anche Rico, che mi teneva ferma, mi ha lasciata e mi sono abbandonata sul letto.
Nino s’è rivestito e ha pagato Tore (che aveva venduto la mia verginità), mi ha salutata e se n’è andato.
-Visto che bella troietta? Adesso col buco aperto facciamo dei bei soldi..- ha detto Tore agli altri due che hanno confermato.
Le finestre erano aperte e ho sentito il rumore di una moto che arrivava.
-Finché sei bella calda, bisogna continuare, no?-
-Non bisogna perdere tempo..- ha confermato Rico ridendo.
Non avevo capito subito poi, quando sono entrati due tizi, rasati e abbronzati, ho afferrato l’idea. Ero lì, nuda, appena sverginata e arrivavano altri due maschi…
Stavolta mi hanno messo a pancia bassa sul letto, un cuscino sotto e poi i due, a turno, mi hanno aperto le gambe e mi sono venuti dentro. Lo facevano senza profilattico stavolta e mi facevano male ma questo sentivo che li eccitava:
-Senti come piagnucola la troia...dai che ti piace, dì che ti piace, vero..
Io piangevo ma dicevo di sì che mi piaceva.
-Apritela bene, così è pronta per la monta…-li ha incitati Tore, che se ne fregava dei miei lamenti. Il primo è venuto dentro e ha lasciato posto al secondo, che doveva averlo più grosso, perché mi sentivo aprire e bruciare, però non volevo dire che smettessero in fondo perché ero eccitata anche dal male che mi stavano facendo.
I due mi hanno penetrata senza complimenti, prima uno e poi l’altro e hanno continuato un bel po’ prima di restarmi dentro, io mi aggrappavo alle coperte e loro mi scuotevano con le loro spinte.
Anche il secondo mi è venuto dentro e, come aveva fatto Nino, si sono rivestiti (cioè si sono appena tirati su le braghe) e hanno pagato Tore.
Mi sono rannicchiata sul letto, con un gran male dietro e dentro, piangendo in silenzio.
-Povera bambina, ti hanno sfondata, eh? Ma tu servi a questo, no? A farti sfondare dai cazzi dei veri maschi..
Tore si era seduto di nuovo sul letto e dopo poco ha fatto segno ai due e loro mi sono venuti addosso e mi hanno rimessa a pecora, stavolta è stato Rico a venirmi dentro, io ho detto:
-No, basta…- e Tore s’è arrabbiato.
-Basta? Hai appena iniziato...-E poi rivolto a Rico: -Dai sfondala anche tu. Apri bene quel buco…- e Rico s’è messo a pompare con forza mentre piangevo, allora Tore:
-Se devi piangere, ti faccio piangere per qualcosa..- E mi ha messo la mano fra le cosce e mi ha preso in mano il sacchetto e ha iniziato stringere forte, sempre più forte.
-Ecco, spacchiamo questi marroncini, inutili…-
-Nooo…- ho provato a dire ma non è servito, non potevo far nulla per difendermi.
-Urla, urla, chi ti sente…?-
Rico mi è venuto dentro e Tore ha smesso.
-Ecco la frocetta, riempita e mezza castrata…-e ha riso di gusto.
-Adesso tocca a me-ha detto Gigi e ha perso il posto di Rico e mi è venuto dentro.
-Dai, spingi forte, così finisco di castrarla..-ha detto Tore riprendendo a schiacciarmi forte le palline mentre io urlavo dicendo .
Gigi ha finito e anche Tore mi ha lasciato i testicoli.
Era quasi buio quando hanno smesso. Avevo continuato a piangere ma non era servito a niente, avevo un gran male dietro e davanti. Mi ero assopita ed eravamo rimasti da soli.
-Dai che andiamo..- ha detto Gigi.
Mi sono alzata ma non ce la facevo, allora mi ha sorretto e mi ha portata in bagno. Avevo sperma e sangue fra le gambe, le palline erano gonfie. Ho impiegato un bel po’ a pulirmi, mentre Gigi mi metteva fretta, era tardi e doveva andare al bar.
Arrivai a casa e andai subito a letto con due aspirine. Ero sola, mia zia era al mare, e sono rimasta a letto tutto il giorno dopo, mi alzavo solo per mettere il culo nell’acqua fredda del bidet e mangiare qualcosa, stavo male, mi sentivo debolissima, le palline erano ancora gonfie e quasi non potevo toccarle.
Tore è venuto alla sera:
-Ecco la puttanella…-
Dovevo essere messa male, avevo continuato a piangere per un bel po’ ma Tore mi prendeva in giro e ha voluto lo stesso un pompino (), però mi ha portato una pomata da darmi nel buco, e si è messo a ridere quando ha visto che avevo messo un assorbente per non sporcare (>hai le tue cose, eh, fichetta?
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