Fuori orario

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FUORI ORARIO

Quando l'orologio suonò le quattro, l'aria intorno all'ufficio aveva preso una svolta seducente. Le file di cubicoli erano per lo più vuote, fatta eccezione per poche anime dedite al lavoro. Tra loro c'era la voluttuosa receptionist bruna, Jade, che era assorta nel suo lavoro, digitando al computer. A sua insaputa, il perimetro di guardia dell'ufficio era stato ripristinato, rinchiudendola per la notte. Il rumore dei passi la allertò della presenza di qualcun altro e, quando alzò lo sguardo, i suoi occhi incontrarono quelli dell'alta e intimidatoria guardia di sicurezza, Devon.
"Cosa ci fai ancora qui?" chiese Jade, con un lampo di paura che le animava gli occhi mentre osservava lo sguardo intenso, quasi predatore, di Devon. "E perché la porta è chiusa a chiave?"
Devon ignorò le sue domande mentre si avvicinava, con la sua struttura muscolosa che sovrastava la sua piccola statura. Nel profondo della sua mente, Jade sapeva che non sarebbe andata a finire bene, ma non poteva negare le sensazioni che l'atmosfera stava cominciando a suscitarle. "Ecco, temo di non avere avvertito il trascorrere del tempo," disse. disse, cercando di sembrare disinvolto. "Il lavoro mi ha consumato."
"Ecco, temo di non avere avvertito il trascorrere del tempo," disse, cercando di sembrare disinvolta. "Il lavoro mi ha consumato."
Devon si guardò intorno nell'ufficio vuoto e sorrise. "Siamo soli in questo edificio", ha detto, con la voce bassa e pericolosa.
Jade esitò un attimo prima di fare un passo indietro. "Beh, è meglio che vada."
Le bloccò la strada con la sua figura imponente e nei suoi occhi lei vide fame e desiderio. Era chiaro che Devon aveva altre intenzioni per lei.
Jade sentì un'ondata di paura travolgerla mentre si allontanava da lui. "Cosa vuole da me?" chiese, con la voce leggermente tremante.
Devon accorciò la distanza tra loro finché i loro corpi quasi si toccarono. Il suo respiro era caldo contro la sua pelle mentre si avvicinava, le labbra pericolosamente vicine alle sue.
"Puoi resistermi quanto vuoi," ringhiò piano, facendo scorrere le dita lungo la curva della vita di Jade. "Ma alla fine soccomberai al mio tocco."
Jade sentì un misto di repulsione ed eccitazione scorrerle nelle vene mentre lottava per mantenere il controllo. La sua mente le urlava di scappare, ma il suo corpo tradiva i suoi desideri.
Jade non poteva negare la verità nelle parole di Devon. Sapeva di aver sempre lottato per vedersi come una bellezza, con quei vestiti inadatti, i maglioni oversize che finivano appena sopra le ginocchia e una gonna che si trascinava sul pavimento. I suoi capelli, lunghi e ondulati, erano raccolti in una crocchia disordinata che la faceva sembrare ancora più arruffata. La sua corporatura minuta emanava un'aura di fragilità e il suo seno piccolo sembrava quasi inesistente.
Ma c'era qualcosa in Jade che attirava l'attenzione della gente. Forse era il suo spirito acuto e la sua mente veloce, o forse era il modo in cui riusciva ad affascinare senza sforzo chiunque fosse a portata di mano. Qualunque cosa fosse, le parole di Devon risuonavano con una verità che non poteva ignorare.
Lei fece un passo indietro, cercando di riguadagnare una parvenza di controllo sui suoi pensieri frenetici. "Pensi che io sia attraente?" chiese scettica, la sua voce intrisa di incertezza.
Gli occhi di Devon si oscurarono di desiderio mentre riduceva di nuovo la distanza tra loro. "Non devi fingere," ringhiò piano, le labbra che si avvicinavano pericolosamente a quelle di lei. "Lo vedo nei tuoi occhi."
La mente di Jade correva mentre cercava di dare un senso ai suoi pensieri contrastanti. Da un lato, c'era una parte di lei che voleva disperatamente scappare da Devon e dalle sue avances, per sfuggire alla sensazione di essere intrappolata nelle sue grinfie. Ma d'altra parte, c'era un'attrazione innegabile che la attirava verso di lui.
Fece un respiro profondo, cercando di calmarsi mentre incontrava lo sguardo di Devon. "Pensi che io sia attraente?" ripeté con una punta di sarcasmo, la voce intrisa di esitazione.
Gli occhi di Devon si oscurarono di desiderio mentre riduceva ancora una volta la distanza tra loro. "Non devi fingere," ringhiò piano, le labbra pericolosamente vicine a quelle di lei. "Lo vedo nei tuoi occhi."
Il cuore di Jade batteva forte nel petto mentre sentiva le sue parole risuonare dentro di lei. Sapeva che arrendersi a lui avrebbe significato arrendersi a un mondo in cui il piacere si mescolava al dolore e il controllo veniva esercitato senza rimorso.
Con un guizzo di sfida, Jade alzò il mento e lo sfidò. "È tua abitudine provocare donne così?" chiese, con una sfumatura di sarcasmo nella voce. "Se vuoi scopare qualcuno, tutto quello che devi fare è chiedere."
Ma Jade non era il tipo che si tirava indietro facilmente. Sorrise vedendo l'espressione sbalordita di Devon, i suoi occhi pieni di un misto di malizia e sfida. Iniziò lentamente a slacciarsi il reggiseno, rivelando il suo seno vivace che era stato a lungo nascosto sotto il tessuto attillato.

Lo sguardo di Devon si intensificò mentre la osservava, i suoi occhi pieni di una fame pari alla sua. Un sorrisetto comparve sulle labbra di Jade mentre si avvicinava a lui, con il seno nudo in bella mostra. "Siediti," ordinò a bassa voce, dando dei colpetti al bordo della scrivania.
Senza esitazione, Devon obbedì, i suoi occhi fissi sulla figura seducente di Jade. Il suo cuore batteva forte per l'attesa mentre lei cadeva in ginocchio davanti a lui, allargandogli le gambe e prendendo il suo cazzo in bocca senza esitazione.
Jade poteva sentire il calore che cresceva tra loro mentre faceva scorrere le labbra e la lingua lungo l'asta di Devon, assaporando il modo in cui lui gemeva sopra di lei. La sua mente era piena di pensieri contrastanti: questo era ciò che lui voleva, ma lo voleva davvero anche lei?
S'impalò sopra di lui e si fece scopare forte. Lui non credette alla facilità con cui lei aveva ceduto. Era una puledra selvaggia e meritava di sprofondare in lei. Quando finirono di scopare, lei riprese le mutandine e, porgendo una mano verso di lui, chiese: "Ora che abbiamo scopato, che ne dici di farmi uscire da qui?"
"Ti sei venduta la fica per uscire da qui?"
"No, la scopata la desideravo. Solo che devo uscire. Ho sonno e domani mi aspetta una lunga giornata di lavoro qui. Ma, chissà, magari mi trattengo ancora oltre l'orario d'ufficio" sorrise maliziosa.
Devon sospirò profondamente, guardando Jade con un'espressione che testimoniava una profonda infelicità. "Non posso impedirti di uscire," sospirò.
"Comunque hai un bel cazzo. E scopi bene, da infoiato" disse lei sculettando via "Potrei tenerti in considerazione ancora per molto tempo"
Devon sorrise mentre lei andava via. Guardò lo sperma sul pavimento e la scrivania: "Dovrò pulire" sospirò lui
Jade rideva. Aveva fatto bene a farsi quella scopata liberatoria

scritto il
2024-12-07
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