Fare la escort per delusione (Ingrid 15)
di
Lizbeth Gea
genere
trio
Riccardo era entrato nella mia vita come una promessa impossibile. Giovane, brillante, con un fascino che sembrava fatto apposta per accendere speranze sopite. Nonostante la differenza d’età, mi ero lasciata trasportare da quell’illusione, credendo per un attimo che potesse esserci qualcosa di reale tra noi.
Poi, Lizzy. Mia figlia, con la sua bellezza fresca e la sua energia, aveva catturato il suo interesse. Era inevitabile, forse persino giusto. Quando ho visto come lui la guardava, ho capito che non c’era spazio per me in quella storia.
Ho deciso di lasciare il passo ai giovani. È stata una scelta dolorosa, ma necessaria. Non posso competere con il tempo, né con quel tipo di amore che nasce leggero e pieno di promesse.
Ora cerco di guardare avanti. Forse il futuro mi riserverà qualcosa di nuovo, qualcosa che abbia il sapore della mia età e non dell’illusione. Perché, anche nella malinconia, voglio credere che non sia ancora finita per me.
Non sentivo Riccardo da mesi. Dopo aver deciso di lasciare spazio a lui e Lizzy, mi ero immersa nella routine. Il ricordo di quella passione, ormai lontana, mi pesava. Poi un giorno, il telefono squillò. Il numero era sconosciuto.
«Ingrid,» disse una voce che riconobbi subito, quella di Isabella. «Ho avuto il tuo numero da Sabrina.»
Sabrina. Non mi aspettavo una chiamata da Isabella, una donna trans che avevo incontrato qualche tempo prima, ma mi ricordai di come fosse stata lei a metterci in contatto. La sua voce, calma ma decisa, mi fece subito capire che non si trattava di una semplice chiacchierata.
«Ho qualcosa che potrebbe interessarti,» continuò Isabella. «Ci vediamo domani sera. Ti mando l'indirizzo.»
Senza lasciare il tempo di replicare, la linea si interruppe. In quel periodo avevo bisogno di distrazione. Non avevo nulla da perdere, così decisi di andare.
Mi dirigo verso il luogo che Isabella mi aveva indicato: un elegante bar nascosto in una piccola via laterale, lontano dal caos della città. Il locale aveva un'atmosfera intima, con luci soffuse e una musica di sottofondo che rendeva tutto più misterioso. Quando entrai, la vidi subito, seduta a un angolo, con uno sguardo magnetico che sembrava scrutarmi dall'altra parte della stanza.
Isabella era ancora più imponente di quanto ricordassi. Indossava un completo nero, attillato, che metteva in evidenza la sua figura atletica e le sue spalle larghe. Il suo vestito, elegante ma audace, scopriva abbastanza della sua pelle abbronzata per lasciare intuire la sua forza, ma allo stesso tempo la sua femminilità era indiscutibile. I suoi lunghi capelli scuri erano legati in una coda di cavallo alta, e i suoi occhi, intensi e penetranti, non mi lasciavano scampo.
Mi fece cenno di avvicinarmi, e mi sedetti al tavolo. Senza giri di parole, Isabella iniziò subito a parlare, con la sua voce calma, ma ferma.
«Ho un cliente questa notte,» disse, fissandomi, «e mi ha chiesto una cosa particolare. Sta cercando una... esperienza a tre. Una donna e una trans.»
Le sue parole mi colpirono, ma non mi spaventai. C’era qualcosa nel suo tono che mi faceva capire che non stava parlando per caso, che aveva già tutto organizzato.
«E ci paga bene,» aggiunse, lasciando intendere che la proposta non era solo interessante, ma anche vantaggiosa. «Se accetti, sarà una notte senza vincoli, Ingrid. Solo piacere, senza complicazioni.»
Non c’erano dubbi: Isabella non era una che si perdeva in parole inutili. Mi stava offrendo qualcosa che, a quel punto, mi sembrava difficile rifiutare. La mia mente si affollava di pensieri contrastanti, ma in quel momento, avevo bisogno di distrazione. E quella proposta, per quanto inaspettata, sembrava proprio quello che stavo cercando.
Decisi di accettare.
Il cliente di Isabella, come mi spiegò, era un uomo di alto rango, ma preferiva rimanere nell'ombra. Un conte, senza altre specificazioni, che desiderava discrezione. Isabella mi disse solo che lo chiamavano "Il Conte" e che non era usanza rivelare altro su di lui.
Ci guidò fuori dal bar e ci incamminammo verso una villa lussuosa poco distante, circondata da un viale alberato che ne esaltava l'aria esclusiva. Quando arrivammo, una segretaria giovane e bellissima ci accolse con un sorriso freddo e professionale. I suoi capelli biondi erano raccolti in un elegante chignon, e il suo abito impeccabile parlava di una classe discreta ma innegabile.
«Il Conte vi aspetta,» disse, accompagnandoci attraverso il salone fino a una sala privata dove lui stava già seduto.
Il Conte Alessandro ci accoglieva in una vestaglia di seta bianca, come l'ideatore di Playboy, con una raffinatezza che non riuscivo a ignorare. La sua figura era alta e slanciata, i capelli scuri, con qualche filo d’argento, e il suo sorriso, elegante ma con un fondo di controllo, mi fece sentire come se fossi appena entrata in un gioco che non avevo ancora capito del tutto.
Mi colpì immediatamente un dettaglio: sotto la vestaglia, il suo corpo era nudo. Sebbene fosse avvolto nel morbido tessuto, riuscivo a intuire che probabilmente fosse già eccitato. La parte inferiore della sua vestaglia si muoveva lievemente, rivelando la presenza del suo membro.
Si alzò dal divano con passo sicuro, gli occhi fissi su di noi.
«Benvenute,» disse, e la sua voce profonda sembrava carica di attesa. «Vi ho aspettato, ed è un piacere che finalmente accogliate il mio invito.»
Poi, con un gesto deciso, il Conte tirò fuori 2000 euro in contanti da una tasca interna della sua vestaglia. Li posò sul tavolo, separandoli in due mazzetti. Uno per Isabella, l'altro per me.
La cifra mi lasciò senza parole. Rimasi di stucco, guardando quei contanti che non sembravano appartenere a una semplice transazione, ma a un'offerta che non potevo ignorare.
«Questo è per entrambe,» disse con un sorriso sottile. «Un piacere che deve essere adeguatamente ricompensato.»
La sua sicurezza e l'aristocratico distacco mi colpirono ancora di più. Isabella, senza battere ciglio, prese il suo mazzetto con naturalezza, ma io, pur cercando di nascondere la mia sorpresa, non riuscivo a staccare gli occhi dai soldi.
Era una proposta allettante, che stavo ormai accettando senza neppure pensarci troppo.
Isabella si avvicinò al divano con una grazia sorprendente, nonostante la sua struttura fisica massiccia. Si sedette accanto al Conte con un’energia magnetica, spostando i lunghi capelli sopra la spalla sinistra e, senza esitazione, iniziò a baciarlo con passione. Il pene del Conte, già teso e imponente, sembrò gonfiarsi ancora di più. Con un movimento fluido, Isabella allungò la mano e accarezzò il pene eretto del nostro cliente. Subito dopo la mia amica si abbassò il suo décolleté, rivelando il seno perfetto e rifatto, teso e pieno. Poi, con un altro gesto deciso, lo masturbò con più intensità, mentre lui palpava e leccava quelle meravigliose tette.
E io, nel frattempo? La verità è che mi sentivo ancora un po' in imbarazzo. Mi ero ritrovata in quella situazione all’improvviso, ma avevo accettato la realtà di quel momento. Se avessi saputo a cosa sarei andata incontro, forse mi sarei vestita in modo diverso, ma ormai ero lì, immersa in quella scena, e non avevo altra scelta che agire.
Mi tolsi le scarpe e mi avvicinai a loro sul divano. Spostai anche io i capelli, cercando di raccoglierli in una coda improvvisata. Poi, senza pensarci troppo, mi chinai sulla punta di quel pene duro e lo sfiorai con la lingua. Isabella, con un tocco esperto, mi guidò, dirigendo il pene verso di me.
Lo succhiai con tutta la passione che riuscivo a mettere in quel momento, sentendo ogni parte di me che si adattava a quel gesto. Isabella, con un movimento deciso, spinse il pene fino alle tonsille, e per un attimo pensai di soffocare. Ma non fu l’eccitazione a dominarmi; il mio pensiero andava solo ai mille euro che avevo appena ricevuto.
La mano della mia amica scivolò lentamente, tracciando un percorso languido dal suo pene fino al mio seno, ancora nascosto sotto la camicia. Le sue dita si strinsero con una fermezza delicata, imprimendo una pressione che accese un brivido ardente dentro di me, trasformando quell'istante in un vortice di tensione irresistibile. Poi, con un gesto deciso, afferrò i miei capelli, sollevando il mio viso verso il suo.
Le nostre labbra si incontrarono in un bacio profondo, intenso, mentre lui ci osservava con attenzione. Il vestito di Isabella, aderente al punto da esaltare ogni curva, rivelava senza pudore il suo segreto erotico: un rigonfiamento evidente premeva contro la stoffa della gonna, rendendo impossibile ignorare la passione che cresceva anche in lei.
Conoscevo ogni dettaglio del suo corpo, e senza esitare allungai la mano per sollevare leggermente la gonna, lasciando che il suo pene, rigido e vibrante, si rivelasse sotto le mie dita. Lo raccolsi con delicatezza, mentre il calore della sua pelle si fondeva con il mio. Contemporaneamente, mi abbassai ancora, accogliendo il membro del nostro cliente con un'intensità che incendiava ogni mio senso. Mi stavo perdendo, avvolta da quel fuoco che ormai mi consumava.
Alzai leggermente lo sguardo, osservando le loro lingue intrecciarsi con una passione travolgente. Una sensazione di incertezza mi pervadeva, mentre nella mia mente si affacciava un pensiero: 'Cosa altro posso fare per guadagnarmi quei 1000 euro?' La risposta, purtroppo, sembrava chiara. Dovevo agire. Mi rialzai, mi tolsi prima la camicia, poi il reggiseno, mi accarezzai il enorme seno naturale, guardando Isabella che aveva preso il mio posto e si era infilata il pene dentro la sua bocca , succhiandolo contorcendosi sopra di esso. Mi tolsi di corsa i leggings e le mutandine, visto che si stavano bagnando più del dovuto. Non so per quale motivo non levai le scarpe e tornai da loro e mi inginocchiai. Afferrai entrambi i peni e leccai entrambi, in modo alternato, per tutta la loro lunghezza e ogni tanto davo una toccatina ai testicoli.
In quel momento pensai che fosse pronto, mi alzai, afferrai il suo pene con la mano destra, mi sedetti sopra di lui e me lo infilai nella vagina, che lo accolse con calore. Lui continuava a leccare le tette della mia amica, poi successe una cosa che per me fu clamorosa. Isabella si alzò in piedi e con fare autoritario appoggiò la sua cappella alla bocca del nostro cliente che, con mio grande stupore l'accolse e lo spompinò in modo esperto. Compresi, quel momento, la scelta di scopare con noi due.
Intanto io stupita e ammirata da quel gesto mi accarezzai il seno mentre lo cavalcavo con ardore, il suo pene si faceva sempre più curioso dentro di me e si insinuava sempre più in profondità e iniziai a sentire il desiderio crescere dentro di me. Inizia a gemere, mentre a pochi centimetri della mia faccia potevo vedere i testicoli di Isabella ballare. Altre mani accarezzarono il mio seno, erano quelle del Conte, che non si staccava mai dal cazzo enorme della mia amica, sembrava più attratto da quello che da me.
Sentii uno sciocco, sia il pene che la mia amica erano spariti, ma la sentivo ansimare, sentii le sua mano scorrere lungo la schiena, che poi fu sostituita dalla sua lingua, che scese, rendendomi un brivido lungo tutta la mia spina dorsale, e raggiunse il mio ano. Capii subito le sue intenzioni e ne fui ben lieta. Sentii la sua lingua penetrarmi, poi avvertii nella parte anale qualcosa di grosso era il suo cazzo che mi sfondava. I due peni si incrociarono dentro di me. In quel momento mi sentii veramente una puttana, sopratutto dopo che la mia amica mi sussurrò - “Sapevo che eri la donna giusta” e spinse ancora in modo più violento.
Dal canto suo il Conte, si godeva sia la scena sia il cazzo dentro di me, ma il suo sguardo intendeva che voleva qualcosa di più infatti non smetteva mai di fissare Isabella, e dopo qualche minuto di sesso capii cosa voleva. Probabilmente si erano scambiati un gesto di intesa, Isabella estrasse il suo arnese dal mio sedere e mi fece alzare. Mi accompagnò verso il letto, mi fece salire mettendomi a 4 zampe e inizio a palpeggiarmi, leccarmi la figa e penetrarmi ancora, mentre il nostro cliente ci guardava eccitato. Lei si chinò sopra di me e mi sussurrò “E' ora della scena finale”. Si scansò di nuovo e prese per mano il Conte e lo portò dietro di me. Lo masturbò con decisione e appoggiò il suo cazzo sulla mia vagina ed entrò. In quel momento constatai ancora una volta che Isabella l'aveva decisamente più grosso. Il conte mi baciò la schiena, me la accarezzò e spinse sempre più forte, pronto a raggiungere l'orgasmo. Poi emise un suono gutturale, al momento non capii cosa fosse successo, mi girati leggermente con la testa e notai Isabella dietro di lui, lo stava inculando, anche più forte di quello che aveva fatto di me. Notai il viso paonazzo del nostro cliente e capii che stava godendo come una bestia. Il suo ritmo dentro di me rallentò, probabilmente era troppo coinvolto con la mia amica trans. Ansimava più di noi, il suo respiro riempiva tutta la stanza.
Li volevo guardare, di mia iniziativa sgattaiolai via e mi girai, appoggiai la schiena al letto, e allargai le gambe. Lui non perse tempo e mi penetrò ancora, da quella posizione li potevo vedere meglio. Ammiravo la foga di Isabella, il suo pene era un martello sull'incudine e sentivo pure io le sue spinte la cosa mi eccitò ancora di più.
Vidi il viso del conte contrarsi ed usci dalla mia figa. Invece Isa continuava a scoparlo ma stavolta gli afferrò il pene e con un rapido gesto lo fece esplodere e la sua sborra mi riempi prima il seno e poi la pancia. Nonostante l'orgasmo la mia collega continuava a scoparlo. Mi guardò e con il poco fiato che gli rimaneva, mi disse che io avevo finito e me ne potevo andare. Me ne stupii, se prima ero dubbiosa su quella serata, ora volevo continuare. Ma come lavoratrice capii il mio ruolo. Mi rialzai. Cercai di ripulirmi con un pezzo di carta trovato sulla scrivania, mi rivesti. Afferrai il mio gruzzolo, mi diressi verso la porta. Mi girai un ultima volta verso di loro, e notai che il Conte era in ginocchio davanti a lei a succhiargli il cazzo pieno di sborra. Probabilmente gli era venuto nel culo. Chiusi la porta, contai ancora i soldi e immaginai come li potevo spendere.
Poi, Lizzy. Mia figlia, con la sua bellezza fresca e la sua energia, aveva catturato il suo interesse. Era inevitabile, forse persino giusto. Quando ho visto come lui la guardava, ho capito che non c’era spazio per me in quella storia.
Ho deciso di lasciare il passo ai giovani. È stata una scelta dolorosa, ma necessaria. Non posso competere con il tempo, né con quel tipo di amore che nasce leggero e pieno di promesse.
Ora cerco di guardare avanti. Forse il futuro mi riserverà qualcosa di nuovo, qualcosa che abbia il sapore della mia età e non dell’illusione. Perché, anche nella malinconia, voglio credere che non sia ancora finita per me.
Non sentivo Riccardo da mesi. Dopo aver deciso di lasciare spazio a lui e Lizzy, mi ero immersa nella routine. Il ricordo di quella passione, ormai lontana, mi pesava. Poi un giorno, il telefono squillò. Il numero era sconosciuto.
«Ingrid,» disse una voce che riconobbi subito, quella di Isabella. «Ho avuto il tuo numero da Sabrina.»
Sabrina. Non mi aspettavo una chiamata da Isabella, una donna trans che avevo incontrato qualche tempo prima, ma mi ricordai di come fosse stata lei a metterci in contatto. La sua voce, calma ma decisa, mi fece subito capire che non si trattava di una semplice chiacchierata.
«Ho qualcosa che potrebbe interessarti,» continuò Isabella. «Ci vediamo domani sera. Ti mando l'indirizzo.»
Senza lasciare il tempo di replicare, la linea si interruppe. In quel periodo avevo bisogno di distrazione. Non avevo nulla da perdere, così decisi di andare.
Mi dirigo verso il luogo che Isabella mi aveva indicato: un elegante bar nascosto in una piccola via laterale, lontano dal caos della città. Il locale aveva un'atmosfera intima, con luci soffuse e una musica di sottofondo che rendeva tutto più misterioso. Quando entrai, la vidi subito, seduta a un angolo, con uno sguardo magnetico che sembrava scrutarmi dall'altra parte della stanza.
Isabella era ancora più imponente di quanto ricordassi. Indossava un completo nero, attillato, che metteva in evidenza la sua figura atletica e le sue spalle larghe. Il suo vestito, elegante ma audace, scopriva abbastanza della sua pelle abbronzata per lasciare intuire la sua forza, ma allo stesso tempo la sua femminilità era indiscutibile. I suoi lunghi capelli scuri erano legati in una coda di cavallo alta, e i suoi occhi, intensi e penetranti, non mi lasciavano scampo.
Mi fece cenno di avvicinarmi, e mi sedetti al tavolo. Senza giri di parole, Isabella iniziò subito a parlare, con la sua voce calma, ma ferma.
«Ho un cliente questa notte,» disse, fissandomi, «e mi ha chiesto una cosa particolare. Sta cercando una... esperienza a tre. Una donna e una trans.»
Le sue parole mi colpirono, ma non mi spaventai. C’era qualcosa nel suo tono che mi faceva capire che non stava parlando per caso, che aveva già tutto organizzato.
«E ci paga bene,» aggiunse, lasciando intendere che la proposta non era solo interessante, ma anche vantaggiosa. «Se accetti, sarà una notte senza vincoli, Ingrid. Solo piacere, senza complicazioni.»
Non c’erano dubbi: Isabella non era una che si perdeva in parole inutili. Mi stava offrendo qualcosa che, a quel punto, mi sembrava difficile rifiutare. La mia mente si affollava di pensieri contrastanti, ma in quel momento, avevo bisogno di distrazione. E quella proposta, per quanto inaspettata, sembrava proprio quello che stavo cercando.
Decisi di accettare.
Il cliente di Isabella, come mi spiegò, era un uomo di alto rango, ma preferiva rimanere nell'ombra. Un conte, senza altre specificazioni, che desiderava discrezione. Isabella mi disse solo che lo chiamavano "Il Conte" e che non era usanza rivelare altro su di lui.
Ci guidò fuori dal bar e ci incamminammo verso una villa lussuosa poco distante, circondata da un viale alberato che ne esaltava l'aria esclusiva. Quando arrivammo, una segretaria giovane e bellissima ci accolse con un sorriso freddo e professionale. I suoi capelli biondi erano raccolti in un elegante chignon, e il suo abito impeccabile parlava di una classe discreta ma innegabile.
«Il Conte vi aspetta,» disse, accompagnandoci attraverso il salone fino a una sala privata dove lui stava già seduto.
Il Conte Alessandro ci accoglieva in una vestaglia di seta bianca, come l'ideatore di Playboy, con una raffinatezza che non riuscivo a ignorare. La sua figura era alta e slanciata, i capelli scuri, con qualche filo d’argento, e il suo sorriso, elegante ma con un fondo di controllo, mi fece sentire come se fossi appena entrata in un gioco che non avevo ancora capito del tutto.
Mi colpì immediatamente un dettaglio: sotto la vestaglia, il suo corpo era nudo. Sebbene fosse avvolto nel morbido tessuto, riuscivo a intuire che probabilmente fosse già eccitato. La parte inferiore della sua vestaglia si muoveva lievemente, rivelando la presenza del suo membro.
Si alzò dal divano con passo sicuro, gli occhi fissi su di noi.
«Benvenute,» disse, e la sua voce profonda sembrava carica di attesa. «Vi ho aspettato, ed è un piacere che finalmente accogliate il mio invito.»
Poi, con un gesto deciso, il Conte tirò fuori 2000 euro in contanti da una tasca interna della sua vestaglia. Li posò sul tavolo, separandoli in due mazzetti. Uno per Isabella, l'altro per me.
La cifra mi lasciò senza parole. Rimasi di stucco, guardando quei contanti che non sembravano appartenere a una semplice transazione, ma a un'offerta che non potevo ignorare.
«Questo è per entrambe,» disse con un sorriso sottile. «Un piacere che deve essere adeguatamente ricompensato.»
La sua sicurezza e l'aristocratico distacco mi colpirono ancora di più. Isabella, senza battere ciglio, prese il suo mazzetto con naturalezza, ma io, pur cercando di nascondere la mia sorpresa, non riuscivo a staccare gli occhi dai soldi.
Era una proposta allettante, che stavo ormai accettando senza neppure pensarci troppo.
Isabella si avvicinò al divano con una grazia sorprendente, nonostante la sua struttura fisica massiccia. Si sedette accanto al Conte con un’energia magnetica, spostando i lunghi capelli sopra la spalla sinistra e, senza esitazione, iniziò a baciarlo con passione. Il pene del Conte, già teso e imponente, sembrò gonfiarsi ancora di più. Con un movimento fluido, Isabella allungò la mano e accarezzò il pene eretto del nostro cliente. Subito dopo la mia amica si abbassò il suo décolleté, rivelando il seno perfetto e rifatto, teso e pieno. Poi, con un altro gesto deciso, lo masturbò con più intensità, mentre lui palpava e leccava quelle meravigliose tette.
E io, nel frattempo? La verità è che mi sentivo ancora un po' in imbarazzo. Mi ero ritrovata in quella situazione all’improvviso, ma avevo accettato la realtà di quel momento. Se avessi saputo a cosa sarei andata incontro, forse mi sarei vestita in modo diverso, ma ormai ero lì, immersa in quella scena, e non avevo altra scelta che agire.
Mi tolsi le scarpe e mi avvicinai a loro sul divano. Spostai anche io i capelli, cercando di raccoglierli in una coda improvvisata. Poi, senza pensarci troppo, mi chinai sulla punta di quel pene duro e lo sfiorai con la lingua. Isabella, con un tocco esperto, mi guidò, dirigendo il pene verso di me.
Lo succhiai con tutta la passione che riuscivo a mettere in quel momento, sentendo ogni parte di me che si adattava a quel gesto. Isabella, con un movimento deciso, spinse il pene fino alle tonsille, e per un attimo pensai di soffocare. Ma non fu l’eccitazione a dominarmi; il mio pensiero andava solo ai mille euro che avevo appena ricevuto.
La mano della mia amica scivolò lentamente, tracciando un percorso languido dal suo pene fino al mio seno, ancora nascosto sotto la camicia. Le sue dita si strinsero con una fermezza delicata, imprimendo una pressione che accese un brivido ardente dentro di me, trasformando quell'istante in un vortice di tensione irresistibile. Poi, con un gesto deciso, afferrò i miei capelli, sollevando il mio viso verso il suo.
Le nostre labbra si incontrarono in un bacio profondo, intenso, mentre lui ci osservava con attenzione. Il vestito di Isabella, aderente al punto da esaltare ogni curva, rivelava senza pudore il suo segreto erotico: un rigonfiamento evidente premeva contro la stoffa della gonna, rendendo impossibile ignorare la passione che cresceva anche in lei.
Conoscevo ogni dettaglio del suo corpo, e senza esitare allungai la mano per sollevare leggermente la gonna, lasciando che il suo pene, rigido e vibrante, si rivelasse sotto le mie dita. Lo raccolsi con delicatezza, mentre il calore della sua pelle si fondeva con il mio. Contemporaneamente, mi abbassai ancora, accogliendo il membro del nostro cliente con un'intensità che incendiava ogni mio senso. Mi stavo perdendo, avvolta da quel fuoco che ormai mi consumava.
Alzai leggermente lo sguardo, osservando le loro lingue intrecciarsi con una passione travolgente. Una sensazione di incertezza mi pervadeva, mentre nella mia mente si affacciava un pensiero: 'Cosa altro posso fare per guadagnarmi quei 1000 euro?' La risposta, purtroppo, sembrava chiara. Dovevo agire. Mi rialzai, mi tolsi prima la camicia, poi il reggiseno, mi accarezzai il enorme seno naturale, guardando Isabella che aveva preso il mio posto e si era infilata il pene dentro la sua bocca , succhiandolo contorcendosi sopra di esso. Mi tolsi di corsa i leggings e le mutandine, visto che si stavano bagnando più del dovuto. Non so per quale motivo non levai le scarpe e tornai da loro e mi inginocchiai. Afferrai entrambi i peni e leccai entrambi, in modo alternato, per tutta la loro lunghezza e ogni tanto davo una toccatina ai testicoli.
In quel momento pensai che fosse pronto, mi alzai, afferrai il suo pene con la mano destra, mi sedetti sopra di lui e me lo infilai nella vagina, che lo accolse con calore. Lui continuava a leccare le tette della mia amica, poi successe una cosa che per me fu clamorosa. Isabella si alzò in piedi e con fare autoritario appoggiò la sua cappella alla bocca del nostro cliente che, con mio grande stupore l'accolse e lo spompinò in modo esperto. Compresi, quel momento, la scelta di scopare con noi due.
Intanto io stupita e ammirata da quel gesto mi accarezzai il seno mentre lo cavalcavo con ardore, il suo pene si faceva sempre più curioso dentro di me e si insinuava sempre più in profondità e iniziai a sentire il desiderio crescere dentro di me. Inizia a gemere, mentre a pochi centimetri della mia faccia potevo vedere i testicoli di Isabella ballare. Altre mani accarezzarono il mio seno, erano quelle del Conte, che non si staccava mai dal cazzo enorme della mia amica, sembrava più attratto da quello che da me.
Sentii uno sciocco, sia il pene che la mia amica erano spariti, ma la sentivo ansimare, sentii le sua mano scorrere lungo la schiena, che poi fu sostituita dalla sua lingua, che scese, rendendomi un brivido lungo tutta la mia spina dorsale, e raggiunse il mio ano. Capii subito le sue intenzioni e ne fui ben lieta. Sentii la sua lingua penetrarmi, poi avvertii nella parte anale qualcosa di grosso era il suo cazzo che mi sfondava. I due peni si incrociarono dentro di me. In quel momento mi sentii veramente una puttana, sopratutto dopo che la mia amica mi sussurrò - “Sapevo che eri la donna giusta” e spinse ancora in modo più violento.
Dal canto suo il Conte, si godeva sia la scena sia il cazzo dentro di me, ma il suo sguardo intendeva che voleva qualcosa di più infatti non smetteva mai di fissare Isabella, e dopo qualche minuto di sesso capii cosa voleva. Probabilmente si erano scambiati un gesto di intesa, Isabella estrasse il suo arnese dal mio sedere e mi fece alzare. Mi accompagnò verso il letto, mi fece salire mettendomi a 4 zampe e inizio a palpeggiarmi, leccarmi la figa e penetrarmi ancora, mentre il nostro cliente ci guardava eccitato. Lei si chinò sopra di me e mi sussurrò “E' ora della scena finale”. Si scansò di nuovo e prese per mano il Conte e lo portò dietro di me. Lo masturbò con decisione e appoggiò il suo cazzo sulla mia vagina ed entrò. In quel momento constatai ancora una volta che Isabella l'aveva decisamente più grosso. Il conte mi baciò la schiena, me la accarezzò e spinse sempre più forte, pronto a raggiungere l'orgasmo. Poi emise un suono gutturale, al momento non capii cosa fosse successo, mi girati leggermente con la testa e notai Isabella dietro di lui, lo stava inculando, anche più forte di quello che aveva fatto di me. Notai il viso paonazzo del nostro cliente e capii che stava godendo come una bestia. Il suo ritmo dentro di me rallentò, probabilmente era troppo coinvolto con la mia amica trans. Ansimava più di noi, il suo respiro riempiva tutta la stanza.
Li volevo guardare, di mia iniziativa sgattaiolai via e mi girai, appoggiai la schiena al letto, e allargai le gambe. Lui non perse tempo e mi penetrò ancora, da quella posizione li potevo vedere meglio. Ammiravo la foga di Isabella, il suo pene era un martello sull'incudine e sentivo pure io le sue spinte la cosa mi eccitò ancora di più.
Vidi il viso del conte contrarsi ed usci dalla mia figa. Invece Isa continuava a scoparlo ma stavolta gli afferrò il pene e con un rapido gesto lo fece esplodere e la sua sborra mi riempi prima il seno e poi la pancia. Nonostante l'orgasmo la mia collega continuava a scoparlo. Mi guardò e con il poco fiato che gli rimaneva, mi disse che io avevo finito e me ne potevo andare. Me ne stupii, se prima ero dubbiosa su quella serata, ora volevo continuare. Ma come lavoratrice capii il mio ruolo. Mi rialzai. Cercai di ripulirmi con un pezzo di carta trovato sulla scrivania, mi rivesti. Afferrai il mio gruzzolo, mi diressi verso la porta. Mi girai un ultima volta verso di loro, e notai che il Conte era in ginocchio davanti a lei a succhiargli il cazzo pieno di sborra. Probabilmente gli era venuto nel culo. Chiusi la porta, contai ancora i soldi e immaginai come li potevo spendere.
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