Le lenzuola profumate (Ingrid 14)

di
genere
etero

Il resto delle vacanze passarono in mezzo a una enorme tensione, capivo che Sabrina non voleva stare più con noi, ma ormai l'aereo era prenotato per Lunedì e aspettò quel giorno. Appena atterrammo a Milano, prese un taxi e non la rivedrai mai più. Almeno per ora.

Passarono giorni solitari, finché, un mattino, mi accorsi che avevo bisogno di rinnovare alcune cose in casa. Decisi di recarmi al supermercato per fare la spesa e, magari, scegliere anche delle lenzuola nuove per la mia camera. Mi aggiravo tra gli scaffali con la lista in mano, cercando di concentrarmi, quando raggiunsi il reparto dedicato alla biancheria.
Ero lì, davanti a una pila di lenzuola dai colori e tessuti diversi, incapace di decidere. Avevo preso in mano un set bianco candido e uno in una sfumatura più calda, ma continuavo a chiedermi quale fosse più adatto.
"Ingrid? Sei tu?"
Mi voltai di scatto, e quasi lasciai cadere i tessuti che stavo tenendo. Davanti a me c’era Riccardo. Il mio cuore ebbe un sussulto. Per un istante mi sentii come paralizzata. Era stato un amante del passato, più giovane di me di almeno vent'anni, e il suo sorriso disarmante era ancora esattamente come lo ricordavo.
"Riccardo... che sorpresa," balbettai, cercando di mascherare l’improvviso imbarazzo.
"Non posso crederci," disse, guardandomi con gli occhi marroni che brillavano di curiosità. "Sei sempre bellissima."
Avvertii un leggero rossore salire alle guance e abbassai lo sguardo verso le lenzuola che avevo ancora tra le mani. Lui si accorse subito del mio imbarazzo.
"Non riesci a decidere?" chiese, con un tono amichevole che contribuì a rilassarmi, almeno un po'.
"Beh, sì," ammisi con una risatina nervosa. "Non so se prendere qualcosa di classico o provare a cambiare un po'."
Riccardo si avvicinò e prese uno dei set tra le mani. "Questo colore caldo ti starebbe benissimo in camera da letto. È elegante, ma accogliente," disse, osservandomi con una sicurezza che mi lasciò un po' disorientata.
Il suo giudizio sembrava così naturale, e in quel momento mi resi conto che mi fidavo di lui più di quanto avessi immaginato. Annuii lentamente. "Forse hai ragione. Prenderò questi."
Mentre sistemavo le lenzuola nel mio carrello, mi venne un'idea. "Sei libero dopo? Se ti va, potremmo prendere un caffè a casa mia. È passato un po’ di tempo, sarebbe bello chiacchierare."
Riccardo mi guardò con un sorriso, annuendo. "Mi farebbe piacere."
Ci dirigemmo verso l’uscita insieme, il cuore di nuovo un po’ accelerato, mentre mi chiedevo cosa sarebbe successo una volta arrivati a casa.
Dopo aver preparato velocemente il caffè, ci sedemmo al tavolo, chiacchierando piacevolmente. Tuttavia, dentro di me cresceva una sensazione di nervosismo. La sua presenza era così intensa che non riuscivo a concentrarmi completamente. Sentivo un impulso, un desiderio che cercavo di reprimere, ma che continuava a farsi strada nella mia mente. Non avrei mai voluto ammetterlo, ma la sua vicinanza risvegliava in me una tensione che non riuscivo più a ignorare.
Dopo qualche minuto, incapace di distogliere il pensiero da quella sensazione, mi alzai per sistemare le nuove lenzuola sul letto. Gli lanciai uno sguardo rapido, quasi come se sentissi il suo sguardo su di me, e poi dissi con un sorriso malizioso: "Visto che le hai scelte tu, mi aiuti a vedere se stanno bene?"
"Volentieri," rispose lui, avvicinandosi con passo lento, ma sicuro, mentre mi preparavo a stendere il nuovo set. Ogni suo movimento sembrava misurato, ogni gesto carico di un’intensità che non riuscivo a ignorare. La sua vicinanza mi turbava, il calore del suo corpo quasi tangibile, e l’impulso di avvicinarmi ancora di più sembrava impossibile da reprimere.
Quando si chinò per sistemare un angolo del letto, il suo profumo mi avvolse, e un brivido mi percorse la schiena. Ogni piccolo contatto, ogni sfioramento, anche il più casuale, sembrava intensificare la tensione sensuale tra noi. Il mio cuore batteva più forte, e mi resi conto che non riuscivo a smettere di pensare a lui. Cercavo di concentrarmi sul letto, ma il desiderio di sentirlo più vicino, di percepirne ogni movimento, mi sopraffaceva.
"Sembra che ci stiano bene," dissi, ma le parole suonavano come una scusa. In realtà, non riuscivo più a distogliere lo sguardo da lui, e il mio corpo rispondeva in modo istintivo, come se fosse già in attesa di qualcosa che stava per accadere.
"Perfette," rispose, con un sorriso che sembrava molto più di un semplice commento. I suoi occhi si fissarono nei miei con un’intensità che non lasciava spazio a dubbi.
Mi avvicinai a lui, la tensione tra noi ormai insostenibile, e sentii il desiderio crescere dentro di me, così forte da non riuscire più a contenerlo. Senza pensarci, presi l'iniziativa, accarezzando i suoi capelli con la mano destra. Ogni sfioramento mi faceva brividi, come se ogni mio gesto fosse una promessa. Quando le dita scivolarono verso le sue labbra, non riuscivo a distogliere lo sguardo dai suoi occhi, e il calore tra noi si faceva sempre più palpabile.
La mia mano continuò il suo percorso, scivolando lungo il suo petto, mentre il suo respiro si faceva più profondo. Il battito del suo cuore accelerava sotto la mia pelle, e non riuscivo più a trattenere il desiderio. In un istante, senza pensarci, lo baciai. Le nostre labbra si incontrarono con una passione che sembrava esplodere in quell'istante, mentre il mio corpo rispondeva al suo, avvicinandomi ancora di più.
Sapevo che ormai non c'era più ritorno. Le mie mani si mossero con sicurezza, scivolando sotto la cintura dei suoi pantaloni. Quando afferrai il suo pene, sentii immediatamente che era già in erezione, e un brivido di soddisfazione percorse la mia schiena. Lo conoscevo bene, il calore e la morbidezza della sua pelle, e in quel momento non c’era più nulla che potessi fare per fermarmi.
Mi stavo lasciando travolgere dalla passione che cresceva tra noi, quando, improvvisamente, lui si fermò un attimo e, con un sorriso dolce, mi guardò negli occhi. "Sei così bella, Ingrid," disse con un tono caldo e rassicurante, ma al contempo rispettoso, quasi come se cercasse di non perdere la sua compostezza. Le sue parole, così intime e delicate, mi colpirono, ma il desiderio era troppo forte per fermarsi ora.
Con un gesto lento, lui iniziò a sbottonarmi la camicia, il suo tocco così delicato da farmi sentire vulnerabile e allo stesso tempo desiderata. Mentre continuava a liberarmi dei vestiti, le sue mani si fermarono sul mio seno, accarezzandolo con dolcezza. Ogni suo movimento sembrava ponderato, come se volesse scoprire ogni parte di me, ma senza fretta, godendo di ogni secondo di quel momento.
"Ti desidero," sussurrò, la voce più bassa e profonda, ma il rispetto nelle sue parole mi fece sentire ancora più avvolta da un'intimità che sembrava crescere a ogni tocco.
Mi inginocchiai davanti a lui, prendendo l'iniziativa con una delicatezza che quasi sembrava sospesa nell'aria. Oramai avevo la camicia completamente sbottonata. Senza fretta abbassai la sua zip, lasciando che la mia mano si avventurasse con attenzione alla ricerca del suo tesoro più prezioso. In un attimo il suo pene si trovò a pochi centimetri dalla mia faccia. Con un sorriso giocoso, gli dedicai una leggera carezza con la lingua, sentendo il suo corpo fremere sotto il mio tocco.
Con un movimento lento e sensuale, abbassai i suoi pantaloni, mentre la mia lingua continuava a danzare con la sua pelle. Mi avvicinai sempre di più, toccando ogni centimetro di lui con dolcezza, come se fosse un'opera d'arte. La sua pelle, fresca di doccia, portava con sé il profumo di muschio selvatico, rendendo il momento ancora più avvolgente.
Con il cuore che batteva forte, lo accogli in bocca con un'intensità che sembrava avvolgermi in un'emozione unica. La sua reazione non tardò, e io lo guardai negli occhi mentre il mio corpo si faceva più aperto, più sensuale. Inarcò il collo, lasciandosi andare al piacere, e i suoi occhi si sollevarono verso il soffitto, persi nel momento che stavamo vivendo insieme.
Mi sfilai il reggiseno con un gesto delicato, lasciando che il mio corpo si liberasse, ed avvolsi il suo pene con il mio seno, che lo accoglieva caldo e morbido. Ogni movimento era sensuale, lento, come una danza intima. Il contatto tra la sua pelle e le mie curve provocava un'intensità che ci avvolgeva entrambi, mentre lo stringevo delicatamente tra i miei seni. Ogni carezza, ogni piccolo movimento era come un sussurro che parlava di desiderio e passione.
"È ora di provare le nuove lenzuola," disse con un sorriso malizioso, il suo tono carico di voglia. Mi alzò con dolcezza, ma i suoi occhi rivelavano il desiderio che non riusciva più a trattenere. Senza parole, mi spinse sul letto, facendo scricchiolare le lenzuola sotto di me. Con un gesto fluido, sollevò la mia gonna, lasciandomi vulnerabile alla sua vista. Le sue mani sfiorarono le mutandine, bagnate dal mio desiderio, e le sfilò lentamente, rivelandomi completamente.
"Non posso resistere," mormorò, e il suo tono profondo mi fece fremere. Si chinò su di me, iniziando a esplorare la mia pelle con la lingua. Ogni suo movimento era morbido e sensuale, mentre il mio corpo reagiva al piacere. "Mm, continua," sussurrai, lasciandomi andare alla sua carezza. La sua lingua scivolò tra le mie pieghe, facendo crescere il mio desiderio. "Ti voglio così," disse con voce roca, mentre il piacere mi travolgeva.
Le sue labbra e la sua lingua si muovevano con maestria, esplorando ogni angolo della mia passera, facendomi vibrare di piacere a ogni tocco. Sapeva esattamente dove indugiare, dove affondare e dove stimolare, come un artista che dipinge con precisione sulla tela dei miei desideri. Poi, con una naturalezza disarmante, sentii due dita, morbide e perfettamente lubrificate, insinuarsi con delicatezza nel mio ano. Il contrasto tra il piacere intenso e quella nuova sensazione mi fece morder le labbra, mentre un gemito profondo sfuggì senza controllo dalla mia bocca.
Le mie mani si mossero quasi da sole, scivolando sul mio seno, accarezzandolo e stringendolo mentre il calore cresceva in me. I miei occhi lo fissarono, catturati dalla visione del suo corpo scolpito, così perfetto, così incredibilmente desiderabile. Ogni linea, ogni curva sembrava una statua vivente, creata solo per alimentare la mia fantasia. Sapevo, nel profondo, che il momento sarebbe arrivato: era inevitabile, scritto nei nostri respiri e nei movimenti che ci avvicinavano sempre di più
Smise di leccarmi all’improvviso, lasciandomi ansimante e con il corpo che pulsava di desiderio. Ritirò lentamente le dita dal mio culo, facendomi sussultare per l’assenza improvvisa e lasciando un vuoto che sembrava chiedere di essere colmato. Poi, senza dire una parola, mi afferrò per i fianchi e mi posizionò come voleva lui.
Con un movimento lento ma deciso, iniziò a penetrarmi. La sua punta scivolò dentro di me con una pressione calda e intensa, che mi fece trattenere il fiato. Le sue mani stringevano i miei fianchi con fermezza, ma io, in un gesto istintivo, afferrai una delle sue mani e la spostai sul mio seno, guidandolo a stringerlo con la stessa intensità con cui mi stava prendendo. La sensazione delle sue dita che affondavano nella mia carne mi fece gemere ancora più forte, accrescendo il piacere che sembrava travolgermi completamente.
Si muoveva con un ritmo misurato, ma nei suoi gesti c’era una tensione evidente, come se trattenesse a fatica il desiderio di lasciarsi andare completamente. Il calore del suo corpo contro il mio, il respiro affannato vicino al mio orecchio e la forza delle sue mani, ora che alternavano il controllo tra i miei fianchi e il mio seno, mi facevano impazzire, mentre il piacere cresceva senza tregua.
Gli sussurrai, quasi senza fiato, "Lasciati andare... voglio sentirti davvero." Fu come se quelle parole liberassero un istinto trattenuto. La sua presa sui miei fianchi si fece più forte, e in un attimo il suo ritmo cambiò. Ogni spinta diventò più profonda, più decisa, quasi feroce.
Sentivo il suo corpo muoversi contro il mio con una forza che sembrava voler superare ogni limite, mentre le sue mani si facevano più audaci. Una rimase a stringermi i fianchi, ma l’altra salì con decisione al mio seno, afferrandolo e massaggiandolo con vigore, facendomi gemere ancora più forte.
I suoi gemiti si mescolavano ai miei, il suo respiro caldo e affannato sfiorava il mio collo. Ogni movimento mi portava sempre più vicina a un punto di non ritorno, mentre il piacere cresceva in un crescendo selvaggio e travolgente. Si muoveva come se volesse imprimere su di me ogni parte del suo essere, e io non potevo fare altro che abbandonarmi completamente al vortice che avevamo creato insieme
Giunti a quel punto, il desiderio mi consumava completamente. Lo guardai con occhi pieni di bramosia, il respiro affannoso e il corpo che tremava sotto il peso del piacere. Senza esitazione, gli sussurrai: "Girami... voglio sentirti lì."
Non aspettò un secondo di più. Con una mano ferma mi fece voltare, posizionandomi a quattro zampe davanti a lui. Sentii il suo corpo avvicinarsi, le sue mani che mi accarezzavano prima i fianchi, poi le natiche, fermandosi per un attimo a prepararmi con delicatezza. Ogni suo movimento era attento, ma carico di una tensione quasi elettrica, come se il desiderio trattenuto stesse per esplodere.
Poi lo sentii, la pressione decisa ma lenta che cominciava ad aprirmi. Trattenni il fiato per un momento, lasciando che il mio corpo si adattasse alla sua presenza. Si spingeva dentro di me con un controllo sorprendente, alternando spinte più lente e profonde a gesti che sembravano studiati per farmi impazzire. Ogni centimetro che avanzava mandava onde di piacere attraverso il mio corpo, e il gemito che sfuggì dalle mie labbra era incontrollabile.
Le sue mani tornarono a stringermi i fianchi, guidandomi contro di lui con una forza che non lasciava spazio a dubbi: in quel momento, ero completamente sua
Mentre il piacere cresceva a ogni suo movimento, sentii il bisogno di ancorarmi per resistere all'intensità. Afferrando le nuove lenzuola sotto di me, le strinsi con forza tra le dita, usandole per reggermi meglio. Voltando il viso verso di lui, con la voce roca e carica di desiderio, gli dissi senza esitazione: "Sbattimi con forza... voglio che vieni dentro di me."
Quelle parole sembrarono accendere un fuoco nei suoi occhi. Le sue mani sui miei fianchi si spostarono sul mio seno rifatto, me li strinse, mentre il suo ritmo diventava selvaggio. Ogni spinta era più profonda, più potente, un crescendo di forza che mi lasciava senza fiato, il mio corpo che si arrendeva completamente al suo dominio.
I suoni della nostra unione riempivano la stanza, mescolandosi ai nostri gemiti sempre più forti. Sentivo il suo respiro diventare irregolare, il suo corpo tremare leggermente mentre si avvicinava al culmine. Con un ultimo affondo, si spinse fino in fondo, riempiendomi completamente con la sua essenza, lasciandomi travolta da una scarica di piacere così intensa che mi fece urlare il suo nome.
Mi guardò ansimando, io non ero ancora raggiungo l'orgasmo ma dentro di me andava bene cosi, erano mesi che non avevo un rapporto sessuale cosi delicato e intenso. Pure io ero stanca e stravolta e mi sdraiai sul quelle lenzuola ormai piene del nostro sudore. Il suo pene era ancora barzotto e grondava ancora di sborra e mi guardava, mi baciò sulla bocca e mi sussurrò sai è un peccato che non tu sia venuta.
Io risposi “mi sono divertita lo stesso”.
Sorrise “sarà ma non sono ancora soddisfatto”. Iniziò a leccarmi il seno e mi accarezzò delicatamente la mia umida vagina, sentii la scintilla di passione che si riaccese a me. La sua lingua vorticava intorno al mio capezzolo dentro. Infilò le sue dita dentro la mia bocca e me le fece succhiare. Poi mise l'indice e il medio a uncino e mi penetrò la mia passera matura. Il suo ritmo si fece sempre più intenso. Strinsi le gambe per sentirle meglio. Qualcosa dentro di me si infuocò. La sua lingua mi baciò la sua mano sinistra mi teneva ferma sul seno. Inarcai la schiena a singhiozzi finché non raggiunsi l'orgasmo. Lo abbracciai, sentivo che nonostante la sua giovane età, mi ero innamorata di lui.
Dopo il nostro momento insieme, ci guardammo, entrambi sorpresi da quanto fosse stata inaspettatamente divertente la situazione. Lui, con un sorriso imbarazzato, chiese un po' d'acqua e si alzò per andare in cucina. Senza pensarci, si diresse verso di essa completamente nudo, una scena così assurda che non riuscivo a trattenere una risata.
Nel frattempo, rimasi nella mia stanza, sdraiata sui nuovi lenzuoli, godendomi il loro profumo fresco e dolce, mentre il ricordo del momento che avevamo vissuto insieme mi avvolgeva. Proprio in quel momento, mia figlia Lizzy, appena tornata dall'università, entrò in cucina e si fermò di fronte a lui, nudo. Sorpresa, sorrise e commentò: "Mamma, non mi avevi detto che avevi invitato il 'nudo per caso'."
Lui, visibilmente imbarazzato, provò a coprirsi, ma fu inutile. Lizzy scoppiò a ridere, aggiungendo: "Beh, almeno sei stato audace, ma penso che tu abbia dimenticato il dress code."
Io, dalla mia stanza, ascoltai la scena e non riuscii a non ridere. La situazione era così surreale, ma al tempo stesso leggera e divertente. Quella risata leggera, però, nascondeva un cambiamento che stava per arrivare.
Spoiler: Quell'attimo cambiò la nostra vita e Riccardo divenne il padre dei miei nipoti.
scritto il
2024-12-23
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