Due giovani sono meglio di un uomo maturo (Ingrid 7)
di
Lizbeth Gea
genere
trio
Mi chiamo Ingrid Lindström e sono la madre di Lizzy. Ho scoperto questo sito grazie a lei, che a quanto pare ha un'ottima fantasia. Leggendo alcune storie, ho pensato che, essendo in pensione, potrei raccontare un po' delle esperienze che ho vissuto dopo il divorzio. Così eccomi qui, pronta a immergermi nei ricordi, sperando di trovare qualcosa di interessante.
Prima di tutto, so che è importante descrivermi fisicamente, anche se le storie che racconterò spazieranno su un arco di 20 anni, durante i quali il mio corpo è cambiato continuamente. Sicuramente non sono più bella come un tempo, né tanto affascinante quanto mia figlia, sulla quale vi siete concentrati ultimamente. Nonostante ciò, non mi reputo ancora da buttare, e penso che la mia eleganza compensi la bellezza persa. Il mio viso è segnato dall'esperienza, e le rughe lo rendono seducente. I miei capelli biondi, con un po' di aiuto, riflettono ancora la luce del giorno. Gli occhi azzurri, a quanto pare penetranti, non trasmettono certo dolcezza. Nonostante l'età, cerco di mantenere la forma, con delle curve generose e un seno rigoglioso. Non so cos'altro dire, ma fornirò ulteriori dettagli nelle mie storia.
Ora vi voglio parlare di scelte sbagliate e di come si possono rimediare. Dalla mia ultima avventura, non è successo nulla di interessante. Sì, ho continuato a fare sesso, ma non vale la pena raccontarlo. Poi, nel febbraio del 2006, un uomo del passato tornò a farmi visita: Giacomo Brambilla, con cui avevo sperimentato le gioie e i dolori di essere una mistress.
Dopo quella serata, a dire il vero, ci eravamo già rivisti per proseguire il nostro contratto speciale, ma io iniziavo ad annoiarmi. Alla lunga, devo ammetterlo, lo trovavo un uomo ridicolo. Forse prima mi sono dimenticata di menzionare la sua età, ma ora posso dirlo: aveva appena superato i 50 anni, e certi giochetti erotici mi sembravano esagerati per un uomo della sua stazza e maturità.
Comunque, quel giorno mi disse che voleva portarmi fuori e che la sera stessa voleva fare qualcosa di diverso, qualcosa che avrebbe annunciato durante la cena. L'unica cosa che mi chiese fu di vestirmi in modo sia elegante che aggressivo e, come spesso accadeva, mi girò sul conto 200 euro per le spese varie.
Ne fui felice perché avevo visto di recente un abito che mi sembrava perfetto e non avevo torto: appena lo indossai, sembrava scolpito sulla mia pelle. Era lungo e provocante, realizzato in seta nera lucida. Aveva una profonda scollatura che lasciava ben poco all'immaginazione. Forse ero troppo audace. Anche la schiena era scoperta, un invito sfrontato.
Le maniche lunghe, aderenti e abbellite con provocanti ritagli trasparenti, aggiungevano un tocco trasgressivo. Una cintura di pelle borchiata cingeva stretta la vita, accentuando la mia figura. Lo spacco laterale nella gonna rivelava le mie gambe lunghe e seducenti, avvolte in tacchi a spillo neri lucidi che urlavano sensualità.
Mi presentai con estrema puntualità, detestando i ritardatari. Lo trovai già seduto al tavolo, ma la sorpresa fu scoprire che non era da solo. Questo non mi andava giù, ma decisi di concedergli il beneficio del dubbio e mi avvicinai. Con un sorriso sornione, si alzò in piedi come un vero gentiluomo, mi strinse la mano e mi aiutò a prendere posto. Almeno fino a quel momento, sembrava un perfetto signore.
Mentre ordinavamo da mangiare, un certo disagio si faceva sentire intorno a noi. Nonostante ciò, l'uomo non aveva ancora presentato il suo compagno di tavolo. Finalmente lo fece in modo inaspettato: “Beh, forse dovrei dirti che lui è mio fratello”. Ora che me lo diceva, notavo una certa somiglianza tra i due.
Mi chinai leggermente verso di lui: “Allora, mi vuoi spiegare perché mi hai chiamata?”
Senza indugi, mi rispose: “Sai, sono mesi che ho questa fantasia cuckold e, ora che mio fratello è tornato in Italia, ho pensato che fosse l'occasione giusta.”
Fu in quel preciso momento che decisi di averne abbastanza di lui e dei suoi giochi. “Te lo dico subito: anche se mi offri 10.000 euro, non ci sto. Me ne vado.” Detto questo, mi alzai e me ne andai. Non avevo neppure raggiunto il parcheggio che lui mi raggiunse.
“Dai, torna dentro, possiamo parlarne.”
Non avevo alcuna intenzione di continuare la discussione. Mi girai e mi diressi verso la macchina, ma lui mi afferrò violentemente per il braccio, trattenendomi. “Ora non fare la stronza, sei mia, lo sei sempre stata.”
Stava decisamente andando troppo oltre. “Da quando sono tua? A me sembra che il cagnolino fossi tu.” La sua reazione fu una sberla. Senza pensarci due volte, gli diedi un sonoro schiaffo. “Il nostro contratto è annullato, da oggi non sei più il mio cliente. Troverò qualcun altro per te.” Per me, in quel momento, era finita, ma non per lui.
Mi afferrò il braccio con ancora più violenza, urlandomi in faccia: “Dove pensi di andare? Non puoi prendermi in giro, capito?” Provò a baciarmi con forza, ma io reagii con una ginocchiata ben assestata. Lui crollò a terra, finalmente liberandomi di lui. Purtroppo, non avevo fatto i conti con la sua ostinazione. Si rialzò da terra, dolorante, mi spinse e finii per terra sull'asfalto.
“Non finisce qui!” In quel momento mi sentii in pericolo, finché una voce da lontano intervenne: “Ehi, bastardo, lascia stare quella donna!”
Il signor Brambilla, completamente fuori controllo, si scagliò contro quella voce. Sentii dei rumori di lotta, ma ero troppo spaventata per capire cosa stesse succedendo.
Una mano apparse sopra la mia testa, alzai gli occhi e vedi un giovane molto bello, anzi erano due. Il suo amico stava leggermente discostato – “non si preoccupi, l'abbiamo mandato via a furia di calci nel culo” - presi la sua mano che mi dava gentilmente e mi aiutò ad alzarmi. Tremavo ancora. Dovevo riprendermi.
Appena mi rialzai, notai la bellezza indiscussa di entrambi. Erano giovani, forse troppo, ma dovevo ringraziarli in qualche modo.
"È sicura di stare bene?" chiese uno dei due, la sua voce calda e preoccupata.
"Sì, sto bene. Sono solo ancora un po' spaventata," risposi, ed era la verità.
"Forse non dovrebbe stare da sola. Comunque, mi presento: io sono Luca e lui è Riccardo."
"Piacere mio," risposi stringendo loro la mano. Mi balenò una folle idea. "Non vorrei approfittare ancora di voi," in realtà lo volevo eccome, "ma potreste accompagnarmi a casa, sempre che non vi dispiaccia, nel caso che quello stronzo si faccia ancora vivo." Li guardai entrambi. "La mia macchina è giusto questa qui, vedete?" Schiacciai il pulsante per aprirla e consegnai le chiavi a Luca.
Lui intuì immediatamente e si mise al posto di guida. Io presi posto accanto a lui e Riccardo si sedette dietro. L'indirizzo di casa mia era inserito nel GPS, così partimmo. Passammo il viaggio chiacchierando, e io, distrattamente, avevo alzato la gonna. Notai che Luca guardava le mie gambe. Ogni tanto appoggiavo la mano sulla coscia, il desiderio cresceva dentro di me.
Arrivammo a casa e li invitai a bere il classico caffè, ma vista l'ora, forse era meglio un drink. Entrammo e li feci accomodare sul divano. Si capiva che erano imbarazzati, ma notavo anche una nota di eccitazione, soprattutto da parte di Riccardo, il taciturno. Andai in cucina, tornai con due birre, gliele porsi e mi sedetti giusto in mezzo a loro.
"Allora, come è andata la serata?" chiesi, una frase banale, ma necessaria per rompere il ghiaccio.
"Nulla di che, stavamo tornando a casa," rispose Luca.
Appoggiai la mano destra sulla coscia di Luca e dissi: "Beh, potrebbe migliorare," alzando il vestito e mostrando le mie gambe sode. "A meno che non siate timidi."
Probabilmente non aspettavano altro. Modestamente, a 40 anni non ero da buttare via, anzi. Mi girai verso Riccardo e lo baciai, mentre Luca mi accarezzava le gambe e mi baciava la spalla nuda.
La mia lingua perlustrava la gola del mio giovane amante, quella sera volevo fare la troia, mi serviva, sopratutto dopo lo spavento ricevuto. Il suo amico mi aveva alzato ulteriormente la gonna e mi stava accarezzando la passera, da sopra le mutandine, stava iniziando il bello. Mi girai verso Luca e questa volta limonai con lui. Vedevo chiaramente, attraverso i pantaloni, crescere il loro piacere, quindi allungai la mano e li sbottonai, e cercai il suo cazzo con la mano, lo trovai, bello duro come mi aspettavo e lo accarezzai. Lo strinse e gemette. Il suo amico aveva le sue mani su tutto il mio corpo, sentivo la sua mano perlustrare la mia schiena e infilarla nella mia generosa scollatura posteriore. Girai un attimo lo sguardo sentendo quella mano fredda e notai che non avuto bisogno del mio aiuto, il suo cazzo usciva bello eretto e duro dai suoi pantaloni.
Con la mia nota abilità estrassi anche l'altra asta e massaggiai entrambi. Li avevo in pugno ed erano eccitatissimi. Entrambi mi massaggiavano il seno e nel giro di pochi istanti il mio vestito si abbassò fino all'ombelico e il il reggiseno volò verso il tavolo. Accarezzai entrambe le teste e le spinsi verso i miei capezzoli, uno per ognuno, li leccarono.
Intanto io lavoravo con i loro peni. Erano in mio potere, o io ero in potere loro. Comunque sia, stavo benissimo. Li sentivo ansimare, succhiavano così forte i miei capezzoli, come se fossi la loro madre. Il pene di Luca era bello grosso, ma quello di Riccardo era enorme, mi chinai verso di lui e lo succhiai. Amo il sapore del cazzo eccitato. Me lo infilai, con molta fatica, fino alla gola.
In quel momento dietro di me stava succedendo qualcosa, mi sentii sollevata. Sentii la mia passera raffreddarsi, qualcuno mi aveva alzato il vestito e tolto le mutande, mentre ero impegnata in quel pompino e poi un pene mi penetro con entusiasmo. In quel preciso momento capii che avevo preso l'idea giusta.
La sua cappella sfiorava le mie labbra intime. Ebbi un gemito di piacere. Con movimenti lenti e delicati, iniziò a penetrarmi, la mia resistenza iniziale cedette sotto quella spinta impetuosa.
Ogni centimetro che scivolava dentro era un'esplosione di sensazioni. Gemetti ancora più profondamente, le sue mani si aggrapparono alle mie spalle, tirandomi più vicino. Lui si fermò un attimo, probabilmente si stava godendo il fatto di scopare una donna matura.
Riccardo, nel frattempo, non era rimasto inattivo. Le sue mani accarezzavano il mio corpo , le sue labbra seguivano una scia di baci lungo il mio collo e le mie spalle. Sentivo il calore e l'energia di entrambi.
Luca aumentò il ritmo delle sue spinte, ogni movimento era un'invasione profonda e completa. Io stavo impazzendo, il mio corpo si muoveva in sincronia con lui, ogni spinta era un passo verso il culmine del piacere.
Riccardo ci osservava, ansioso del suo turno. Si spostò accanto a me, le sue mani mi palparono dappertutto, sopratutto il seno. Io sentivo ogni suo tocco, Le mie sensazioni si intensificavano, ogni spinti di Luca, mi portavano sempre più vicina al cazzo di Riccardo, ogni tanto avevo dei conati di vomito che trattenni.
Sentivo il calore e la vicinanza dei due giovani uomini, Luca e Riccardo. La stanza sapeva di sesso, Incrociai il mio sguardo con quello di Riccardo, che mi sorrideva con un misto di eccitazione e aspettativa. Sentiva il suo desiderio crescere e prese l'iniziativa. Con una delicatezza sorprendente, mi sollevò e mi prese in braccio, il suo amico si posizionò dietro di me e mi sentivo sospesa tra loro due. Sentivo l'ansia crescere dentro di me, potevo immaginare cosa sarebbe accaduto da li a poco.
Stavolta fu il pene di Riccardo a invadere la mia passera e la sensazione fu decisamente diversa, mi sentii dilatare la mia intimità. Io mi aggrappai a lui con tutta la forza che avevo a disposizione. Sentivo il calore del suo corpo. Sentivo il suo fiato e sopra ad ogni cosa sentivo il suo pene impossessarsi della mia vagina.
Luca, vedendoci, si avvicinò, sentii la sua cappella navigare in modo delicato sul mio fondoschiena e poi mi penetrò. Con movimenti sincronizzati, i due uomini crearono un ritmo che era una danza di puro piacere. Mi sentivo una gran troia.
La doppia penetrazione non era una nuova esperienza per me, ma difficilmente avevo sentito una tale affinità. Il mio piacere cresceva intensamente, come un onda che si avvicina alla scogliera, ogni spinta di Riccardo era seguita da una di Luca, creando un ciclo incessante di sensazioni che mi portavano sempre più vicino al culmine. I nostri corpi si muovevano in perfetta sincronia.
Riccardo aumentò il ritmo delle sue spinte, sentendo il piacere crescere dentro di lui. Ogni movimento era più profondo, più intenso, mi mancò il fiato per un attimo. Luca, dietro di me, mi palpava le tette con passione, le sue mani esploravano il mio corpo, Li stringeva con decisione.
La stanza era piena dei suoni piacevoli: gemiti, sospiri e il suono dei loro testicoli che sbattevano contro il mio corpo. La mia tensione aumentava dolcemente che prometteva un'esplosione imminente. Ogni spinta la portava più vicino, ogni tocco la faceva tremare di desiderio.
Infine, in un'esplosione di pura estasi, raggiunsi l'orgasmo. Il mio corpo si tese e poi si rilassò, onde di piacere mi attraversarono, facendo eco ai gemiti profondi che mi sfuggivano dalle labbra. Riccardo e Luca, sentendomi gemere, non si fermarono, anzi era il loro turno di esplodere. Ero cosi esaltata che urlai di penetrarmi entrambi la figa. L'avevo visto in un porno, ma per me era la prima volta.
Luca e Riccardo si scambiarono un'intesa silenziosa. A quanto pare li avevo convinti a provare quella novità. Sentivo il calore dei loro corpi. Luca con movimenti precisi, posizionò il membro accanto a quello del suo amico e mi penetrò. Non vi dico il dolore che sentii inizialmente, il mio corpo si irrigidì, mentre li accoglievo entrambi. Sentii la pressione aumentare, una doppia invasione che prometteva piacere sconosciuti. Urlai.
Ero in piena estasi. L'idea di essere penetrata da entrambi mi eccitò ulteriormente e sentii il mio corpo tremare dal piacere. I loro pene strusciavano uno sopra l'altro. Ero stretta tra di loro, il mio seno era contro il petto di Riccardo. E la mia schiena era travolti dai muscoli possenti di Luca. Sentii il primo schizzo giungere dentro la mia passera. Dal volto pensai che il primo a raggiungere l'orgasmo fu Riccardo. Ne seguirono ondate di schizzi, prodotti da entrambi. Mi riempirono entrambi con la loro essenza, appena estrassero i loro peni, senza poche difficoltà, la sborra scorse a fiume lungo le mie cosce. Loro crollarono sul divano. Il nostro respiro era affannoso.
Solo in quel momento mi accorsi quanto ero sudata. Mi sedetti in mezzo a loro due, soddisfatta, anche se mi sarebbe piaciuto avere un secondo orgasmo. A volte i desideri vengono esauditi. Entrambi si girarono verso di me, mi baciarono e accarezzavano ogni centimetro della mia pelle. Ne fui sorpresa. Gemetti mentre sentivo le loro mani e bocche scendere lungo il mio corpo. Sentivo entrambe lingua scivolare verso il mio piacere. Riccardo Iniziò a leccare delicatamente il clitoride, mentre Luca si concentrò sulle mie labbra, succhiandole con intensità crescente. Il piacere tornò a crescere dentro di me. Una valanga impetuosa che nessuno poteva fermare. Le loro mani si unirono alle lingue, stimolandomi maggiormente. Sentii la mia pancia contrarsi, le punte dei piedi girarsi verso di me. Non potevo più trattenermi; un urlo di pura estasi sfuggì alle mie labbra ed esplosi un potente squirt. Il liquido inondò i loro volti, ma loro continuarono a leccare e succhiare, prolungando il mio orgasmo.
Alla fine esausta e completamente appagata, crollai sul corpo di Riccardo. A quanto pare mi addormentai li, visto che mi svegliai la mattina successiva avvolta tra i loro corpi. Luca non lo rividi mai più, invece Riccardo lo rividi spesso, perché, spoiler, diventò mio genero.
Prima di tutto, so che è importante descrivermi fisicamente, anche se le storie che racconterò spazieranno su un arco di 20 anni, durante i quali il mio corpo è cambiato continuamente. Sicuramente non sono più bella come un tempo, né tanto affascinante quanto mia figlia, sulla quale vi siete concentrati ultimamente. Nonostante ciò, non mi reputo ancora da buttare, e penso che la mia eleganza compensi la bellezza persa. Il mio viso è segnato dall'esperienza, e le rughe lo rendono seducente. I miei capelli biondi, con un po' di aiuto, riflettono ancora la luce del giorno. Gli occhi azzurri, a quanto pare penetranti, non trasmettono certo dolcezza. Nonostante l'età, cerco di mantenere la forma, con delle curve generose e un seno rigoglioso. Non so cos'altro dire, ma fornirò ulteriori dettagli nelle mie storia.
Ora vi voglio parlare di scelte sbagliate e di come si possono rimediare. Dalla mia ultima avventura, non è successo nulla di interessante. Sì, ho continuato a fare sesso, ma non vale la pena raccontarlo. Poi, nel febbraio del 2006, un uomo del passato tornò a farmi visita: Giacomo Brambilla, con cui avevo sperimentato le gioie e i dolori di essere una mistress.
Dopo quella serata, a dire il vero, ci eravamo già rivisti per proseguire il nostro contratto speciale, ma io iniziavo ad annoiarmi. Alla lunga, devo ammetterlo, lo trovavo un uomo ridicolo. Forse prima mi sono dimenticata di menzionare la sua età, ma ora posso dirlo: aveva appena superato i 50 anni, e certi giochetti erotici mi sembravano esagerati per un uomo della sua stazza e maturità.
Comunque, quel giorno mi disse che voleva portarmi fuori e che la sera stessa voleva fare qualcosa di diverso, qualcosa che avrebbe annunciato durante la cena. L'unica cosa che mi chiese fu di vestirmi in modo sia elegante che aggressivo e, come spesso accadeva, mi girò sul conto 200 euro per le spese varie.
Ne fui felice perché avevo visto di recente un abito che mi sembrava perfetto e non avevo torto: appena lo indossai, sembrava scolpito sulla mia pelle. Era lungo e provocante, realizzato in seta nera lucida. Aveva una profonda scollatura che lasciava ben poco all'immaginazione. Forse ero troppo audace. Anche la schiena era scoperta, un invito sfrontato.
Le maniche lunghe, aderenti e abbellite con provocanti ritagli trasparenti, aggiungevano un tocco trasgressivo. Una cintura di pelle borchiata cingeva stretta la vita, accentuando la mia figura. Lo spacco laterale nella gonna rivelava le mie gambe lunghe e seducenti, avvolte in tacchi a spillo neri lucidi che urlavano sensualità.
Mi presentai con estrema puntualità, detestando i ritardatari. Lo trovai già seduto al tavolo, ma la sorpresa fu scoprire che non era da solo. Questo non mi andava giù, ma decisi di concedergli il beneficio del dubbio e mi avvicinai. Con un sorriso sornione, si alzò in piedi come un vero gentiluomo, mi strinse la mano e mi aiutò a prendere posto. Almeno fino a quel momento, sembrava un perfetto signore.
Mentre ordinavamo da mangiare, un certo disagio si faceva sentire intorno a noi. Nonostante ciò, l'uomo non aveva ancora presentato il suo compagno di tavolo. Finalmente lo fece in modo inaspettato: “Beh, forse dovrei dirti che lui è mio fratello”. Ora che me lo diceva, notavo una certa somiglianza tra i due.
Mi chinai leggermente verso di lui: “Allora, mi vuoi spiegare perché mi hai chiamata?”
Senza indugi, mi rispose: “Sai, sono mesi che ho questa fantasia cuckold e, ora che mio fratello è tornato in Italia, ho pensato che fosse l'occasione giusta.”
Fu in quel preciso momento che decisi di averne abbastanza di lui e dei suoi giochi. “Te lo dico subito: anche se mi offri 10.000 euro, non ci sto. Me ne vado.” Detto questo, mi alzai e me ne andai. Non avevo neppure raggiunto il parcheggio che lui mi raggiunse.
“Dai, torna dentro, possiamo parlarne.”
Non avevo alcuna intenzione di continuare la discussione. Mi girai e mi diressi verso la macchina, ma lui mi afferrò violentemente per il braccio, trattenendomi. “Ora non fare la stronza, sei mia, lo sei sempre stata.”
Stava decisamente andando troppo oltre. “Da quando sono tua? A me sembra che il cagnolino fossi tu.” La sua reazione fu una sberla. Senza pensarci due volte, gli diedi un sonoro schiaffo. “Il nostro contratto è annullato, da oggi non sei più il mio cliente. Troverò qualcun altro per te.” Per me, in quel momento, era finita, ma non per lui.
Mi afferrò il braccio con ancora più violenza, urlandomi in faccia: “Dove pensi di andare? Non puoi prendermi in giro, capito?” Provò a baciarmi con forza, ma io reagii con una ginocchiata ben assestata. Lui crollò a terra, finalmente liberandomi di lui. Purtroppo, non avevo fatto i conti con la sua ostinazione. Si rialzò da terra, dolorante, mi spinse e finii per terra sull'asfalto.
“Non finisce qui!” In quel momento mi sentii in pericolo, finché una voce da lontano intervenne: “Ehi, bastardo, lascia stare quella donna!”
Il signor Brambilla, completamente fuori controllo, si scagliò contro quella voce. Sentii dei rumori di lotta, ma ero troppo spaventata per capire cosa stesse succedendo.
Una mano apparse sopra la mia testa, alzai gli occhi e vedi un giovane molto bello, anzi erano due. Il suo amico stava leggermente discostato – “non si preoccupi, l'abbiamo mandato via a furia di calci nel culo” - presi la sua mano che mi dava gentilmente e mi aiutò ad alzarmi. Tremavo ancora. Dovevo riprendermi.
Appena mi rialzai, notai la bellezza indiscussa di entrambi. Erano giovani, forse troppo, ma dovevo ringraziarli in qualche modo.
"È sicura di stare bene?" chiese uno dei due, la sua voce calda e preoccupata.
"Sì, sto bene. Sono solo ancora un po' spaventata," risposi, ed era la verità.
"Forse non dovrebbe stare da sola. Comunque, mi presento: io sono Luca e lui è Riccardo."
"Piacere mio," risposi stringendo loro la mano. Mi balenò una folle idea. "Non vorrei approfittare ancora di voi," in realtà lo volevo eccome, "ma potreste accompagnarmi a casa, sempre che non vi dispiaccia, nel caso che quello stronzo si faccia ancora vivo." Li guardai entrambi. "La mia macchina è giusto questa qui, vedete?" Schiacciai il pulsante per aprirla e consegnai le chiavi a Luca.
Lui intuì immediatamente e si mise al posto di guida. Io presi posto accanto a lui e Riccardo si sedette dietro. L'indirizzo di casa mia era inserito nel GPS, così partimmo. Passammo il viaggio chiacchierando, e io, distrattamente, avevo alzato la gonna. Notai che Luca guardava le mie gambe. Ogni tanto appoggiavo la mano sulla coscia, il desiderio cresceva dentro di me.
Arrivammo a casa e li invitai a bere il classico caffè, ma vista l'ora, forse era meglio un drink. Entrammo e li feci accomodare sul divano. Si capiva che erano imbarazzati, ma notavo anche una nota di eccitazione, soprattutto da parte di Riccardo, il taciturno. Andai in cucina, tornai con due birre, gliele porsi e mi sedetti giusto in mezzo a loro.
"Allora, come è andata la serata?" chiesi, una frase banale, ma necessaria per rompere il ghiaccio.
"Nulla di che, stavamo tornando a casa," rispose Luca.
Appoggiai la mano destra sulla coscia di Luca e dissi: "Beh, potrebbe migliorare," alzando il vestito e mostrando le mie gambe sode. "A meno che non siate timidi."
Probabilmente non aspettavano altro. Modestamente, a 40 anni non ero da buttare via, anzi. Mi girai verso Riccardo e lo baciai, mentre Luca mi accarezzava le gambe e mi baciava la spalla nuda.
La mia lingua perlustrava la gola del mio giovane amante, quella sera volevo fare la troia, mi serviva, sopratutto dopo lo spavento ricevuto. Il suo amico mi aveva alzato ulteriormente la gonna e mi stava accarezzando la passera, da sopra le mutandine, stava iniziando il bello. Mi girai verso Luca e questa volta limonai con lui. Vedevo chiaramente, attraverso i pantaloni, crescere il loro piacere, quindi allungai la mano e li sbottonai, e cercai il suo cazzo con la mano, lo trovai, bello duro come mi aspettavo e lo accarezzai. Lo strinse e gemette. Il suo amico aveva le sue mani su tutto il mio corpo, sentivo la sua mano perlustrare la mia schiena e infilarla nella mia generosa scollatura posteriore. Girai un attimo lo sguardo sentendo quella mano fredda e notai che non avuto bisogno del mio aiuto, il suo cazzo usciva bello eretto e duro dai suoi pantaloni.
Con la mia nota abilità estrassi anche l'altra asta e massaggiai entrambi. Li avevo in pugno ed erano eccitatissimi. Entrambi mi massaggiavano il seno e nel giro di pochi istanti il mio vestito si abbassò fino all'ombelico e il il reggiseno volò verso il tavolo. Accarezzai entrambe le teste e le spinsi verso i miei capezzoli, uno per ognuno, li leccarono.
Intanto io lavoravo con i loro peni. Erano in mio potere, o io ero in potere loro. Comunque sia, stavo benissimo. Li sentivo ansimare, succhiavano così forte i miei capezzoli, come se fossi la loro madre. Il pene di Luca era bello grosso, ma quello di Riccardo era enorme, mi chinai verso di lui e lo succhiai. Amo il sapore del cazzo eccitato. Me lo infilai, con molta fatica, fino alla gola.
In quel momento dietro di me stava succedendo qualcosa, mi sentii sollevata. Sentii la mia passera raffreddarsi, qualcuno mi aveva alzato il vestito e tolto le mutande, mentre ero impegnata in quel pompino e poi un pene mi penetro con entusiasmo. In quel preciso momento capii che avevo preso l'idea giusta.
La sua cappella sfiorava le mie labbra intime. Ebbi un gemito di piacere. Con movimenti lenti e delicati, iniziò a penetrarmi, la mia resistenza iniziale cedette sotto quella spinta impetuosa.
Ogni centimetro che scivolava dentro era un'esplosione di sensazioni. Gemetti ancora più profondamente, le sue mani si aggrapparono alle mie spalle, tirandomi più vicino. Lui si fermò un attimo, probabilmente si stava godendo il fatto di scopare una donna matura.
Riccardo, nel frattempo, non era rimasto inattivo. Le sue mani accarezzavano il mio corpo , le sue labbra seguivano una scia di baci lungo il mio collo e le mie spalle. Sentivo il calore e l'energia di entrambi.
Luca aumentò il ritmo delle sue spinte, ogni movimento era un'invasione profonda e completa. Io stavo impazzendo, il mio corpo si muoveva in sincronia con lui, ogni spinta era un passo verso il culmine del piacere.
Riccardo ci osservava, ansioso del suo turno. Si spostò accanto a me, le sue mani mi palparono dappertutto, sopratutto il seno. Io sentivo ogni suo tocco, Le mie sensazioni si intensificavano, ogni spinti di Luca, mi portavano sempre più vicina al cazzo di Riccardo, ogni tanto avevo dei conati di vomito che trattenni.
Sentivo il calore e la vicinanza dei due giovani uomini, Luca e Riccardo. La stanza sapeva di sesso, Incrociai il mio sguardo con quello di Riccardo, che mi sorrideva con un misto di eccitazione e aspettativa. Sentiva il suo desiderio crescere e prese l'iniziativa. Con una delicatezza sorprendente, mi sollevò e mi prese in braccio, il suo amico si posizionò dietro di me e mi sentivo sospesa tra loro due. Sentivo l'ansia crescere dentro di me, potevo immaginare cosa sarebbe accaduto da li a poco.
Stavolta fu il pene di Riccardo a invadere la mia passera e la sensazione fu decisamente diversa, mi sentii dilatare la mia intimità. Io mi aggrappai a lui con tutta la forza che avevo a disposizione. Sentivo il calore del suo corpo. Sentivo il suo fiato e sopra ad ogni cosa sentivo il suo pene impossessarsi della mia vagina.
Luca, vedendoci, si avvicinò, sentii la sua cappella navigare in modo delicato sul mio fondoschiena e poi mi penetrò. Con movimenti sincronizzati, i due uomini crearono un ritmo che era una danza di puro piacere. Mi sentivo una gran troia.
La doppia penetrazione non era una nuova esperienza per me, ma difficilmente avevo sentito una tale affinità. Il mio piacere cresceva intensamente, come un onda che si avvicina alla scogliera, ogni spinta di Riccardo era seguita da una di Luca, creando un ciclo incessante di sensazioni che mi portavano sempre più vicino al culmine. I nostri corpi si muovevano in perfetta sincronia.
Riccardo aumentò il ritmo delle sue spinte, sentendo il piacere crescere dentro di lui. Ogni movimento era più profondo, più intenso, mi mancò il fiato per un attimo. Luca, dietro di me, mi palpava le tette con passione, le sue mani esploravano il mio corpo, Li stringeva con decisione.
La stanza era piena dei suoni piacevoli: gemiti, sospiri e il suono dei loro testicoli che sbattevano contro il mio corpo. La mia tensione aumentava dolcemente che prometteva un'esplosione imminente. Ogni spinta la portava più vicino, ogni tocco la faceva tremare di desiderio.
Infine, in un'esplosione di pura estasi, raggiunsi l'orgasmo. Il mio corpo si tese e poi si rilassò, onde di piacere mi attraversarono, facendo eco ai gemiti profondi che mi sfuggivano dalle labbra. Riccardo e Luca, sentendomi gemere, non si fermarono, anzi era il loro turno di esplodere. Ero cosi esaltata che urlai di penetrarmi entrambi la figa. L'avevo visto in un porno, ma per me era la prima volta.
Luca e Riccardo si scambiarono un'intesa silenziosa. A quanto pare li avevo convinti a provare quella novità. Sentivo il calore dei loro corpi. Luca con movimenti precisi, posizionò il membro accanto a quello del suo amico e mi penetrò. Non vi dico il dolore che sentii inizialmente, il mio corpo si irrigidì, mentre li accoglievo entrambi. Sentii la pressione aumentare, una doppia invasione che prometteva piacere sconosciuti. Urlai.
Ero in piena estasi. L'idea di essere penetrata da entrambi mi eccitò ulteriormente e sentii il mio corpo tremare dal piacere. I loro pene strusciavano uno sopra l'altro. Ero stretta tra di loro, il mio seno era contro il petto di Riccardo. E la mia schiena era travolti dai muscoli possenti di Luca. Sentii il primo schizzo giungere dentro la mia passera. Dal volto pensai che il primo a raggiungere l'orgasmo fu Riccardo. Ne seguirono ondate di schizzi, prodotti da entrambi. Mi riempirono entrambi con la loro essenza, appena estrassero i loro peni, senza poche difficoltà, la sborra scorse a fiume lungo le mie cosce. Loro crollarono sul divano. Il nostro respiro era affannoso.
Solo in quel momento mi accorsi quanto ero sudata. Mi sedetti in mezzo a loro due, soddisfatta, anche se mi sarebbe piaciuto avere un secondo orgasmo. A volte i desideri vengono esauditi. Entrambi si girarono verso di me, mi baciarono e accarezzavano ogni centimetro della mia pelle. Ne fui sorpresa. Gemetti mentre sentivo le loro mani e bocche scendere lungo il mio corpo. Sentivo entrambe lingua scivolare verso il mio piacere. Riccardo Iniziò a leccare delicatamente il clitoride, mentre Luca si concentrò sulle mie labbra, succhiandole con intensità crescente. Il piacere tornò a crescere dentro di me. Una valanga impetuosa che nessuno poteva fermare. Le loro mani si unirono alle lingue, stimolandomi maggiormente. Sentii la mia pancia contrarsi, le punte dei piedi girarsi verso di me. Non potevo più trattenermi; un urlo di pura estasi sfuggì alle mie labbra ed esplosi un potente squirt. Il liquido inondò i loro volti, ma loro continuarono a leccare e succhiare, prolungando il mio orgasmo.
Alla fine esausta e completamente appagata, crollai sul corpo di Riccardo. A quanto pare mi addormentai li, visto che mi svegliai la mattina successiva avvolta tra i loro corpi. Luca non lo rividi mai più, invece Riccardo lo rividi spesso, perché, spoiler, diventò mio genero.
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