Il gusto della vendetta (Ingrid 13)
di
Lizbeth Gea
genere
orge
Purtroppo, non riuscimmo a partire subito per la Svezia a causa di vari impegni. Alla fine, dovemmo attendere fino a Natale, e con noi venne anche nostra figlia. Non vedeva la sua aguzzina da anni, e l'attesa di quell'incontro era carica di emozione, tensione e un pizzico di paura. Durante il volo, non si scambiarono una parola, il silenzio tra loro era denso di tutto ciò che non era stato detto in passato. Ma avevamo davanti dieci giorni che sarebbero culminati nella festa di Capodanno, nella lussuosa villa di una mia cara amica.
Ci sistemammo nella casa che un tempo era appartenuta ai miei genitori. Mentre i ricordi affioravano, mi sentii sopraffatta da una malinconia che mi appesantiva l'anima. Ogni angolo, ogni stanza, portava con sé un frammento del passato che si insinuava nel presente, come un sussurro che non riuscivo a ignorare.
Poco dopo, incontrai le mie amiche svedesi, lasciando mia figlia e la sua ex da sole. Dentro di me, speravo che il tempo avesse guarito le ferite, ma sapevo che la loro storia era troppo complessa per svanire così facilmente. E, in effetti, non tutto andò per il meglio... Fecero sesso, un incontro travolgente e passionale. Come lo so? La mia amica si assicurò di raccontarmelo, con un sorrisetto che sembrava svelare più di quanto non volesse.
Ma non è questa la parte che vi voglio raccontare. La vera storia inizia la sera di Capodanno, quando il gioco della seduzione, della vendetta e del desiderio raggiunse il suo apice. Io, mia figlia, Sabrina, e le mie due amiche svedesi, ci ritrovammo da sole a casa mia. E vi assicuro, è una storia che non dimenticherete facilmente.
La serata fu bellissima, divertente, quando giunse la fine decisi di mia iniziativa di invitare le mie amiche a casa mia, avevo voglia di parlare con loro e mia figlia e la nostra amica Sabrina ci avrebbero fatto compagnia. Quindi eccoci li sedute nel salotto della casa svedese a prendere in giro i maschi, sopratutto quelli che ci avevano provato con noi quella sera. Comunque come padrona di casa vi faccio le presentazioni.
"Benvenuti alla nostra festa di Capodanno! Sono Ingrid Lindström, e questa serata speciale, che si è svolta dieci anni fa, rimane uno dei miei ricordi più eccitanti.
Quella notte indossavo un abito lungo di seta nera che abbracciava le mie curve generose con eleganza. Avevo dato una svolta al mio look, accorciando di molto i miei capelli.
La prima a entrare nel salotto fu mia figlia Lizzy, che allora aveva 24 anni. Con i suoi capelli biondi e un abito dorato che esaltava la sua figura snella e il seno rifatto, Lizzy incarnava giovinezza e bellezza. Era la reginetta della serata.
Subito dopo di lei, mano nella mano con mia figlia, entrò Sabrina, la nostra amica e complice. Con i suoi capelli scuri e il seno generoso, indossava un abito rosso brillante che rifletteva la sua personalità vivace e passionale. Il suo carisma era palpabile e il suo sguardo incuteva rispetto.
Poi arrivarono le mie amiche svedesi, Astrid ed Elin. Astrid, la più matura tra noi, con i suoi 52 anni, era alta e slanciata, con un portamento regale. Il suo abito color ghiaccio e i capelli biondo cenere raccolti in uno chignon raffinato le conferivano un'eleganza senza tempo, ricordando una regina dei ghiacci.
Elin, più giovane a 35 anni, era minuta e sinuosa. Il suo abito verde smeraldo metteva in risalto gli occhi verdi e i capelli castano chiaro sciolti in morbide onde. Nonostante la sua delicatezza, Elin nascondeva una forza sorprendente. Queste due amiche erano appena fidanzate tra loro.”
La serata era ormai avvolta in un’aura densa, carica di tensione. L’attrazione tra Astrid e Sabrina era evidente, alimentata dal vino che scorreva fluido e dall’energia crescente che riempiva la stanza. Due donne così prepotenti, entrambe sicure di sé, sapevo che la scintilla tra loro non avrebbe tardato a trasformarsi in un incendio. Il momento decisivo arrivò quando Sabrina si alzò dal divano. Fu in quell’istante che tutto cominciò.
Astrid, con la sua naturale sicurezza, osservò la scena. Aspettò qualche secondo, poi si alzò anche lei, accennando a una scusa che non colsi del tutto. La vidi scomparire dietro una porta. Passarono minuti, e di loro non c’era traccia. Mi sembrava impossibile che si fossero fermate a chiacchierare, considerato che parlavano lingue diverse. La mia curiosità crebbe a tal punto da spingermi a cercarle.
Le trovai presto. Accanto alla porta d’ingresso, immerse l’una nell’altra, come se il resto del mondo fosse scomparso. I loro corpi si muovevano in sincronia perfetta, le labbra di Astrid erano avide, premevano contro quelle di Sabrina in un bacio che trasudava desiderio. Le loro mani esploravano con urgenza, afferravano, stringevano. Astrid dominava chiaramente la situazione, spingendo Sabrina contro il muro con una forza decisa, quasi possessiva. E Sabrina non opponeva resistenza, al contrario, sembrava accogliere quel controllo con un piacere tacito, come se aspettasse quel momento da tempo.
Lentamente, la mano di Astrid scivolò sotto il vestito di Sabrina, accarezzandole le cosce lisce, fermandosi solo a un soffio dalla sua intimità. Mi ritrovai a trattenere il fiato, nascosta dietro la porta, mentre osservavo quella scena intrisa di sensualità. Il seno di Sabrina era ormai esposto, pallido e morbido, e la lingua di Astrid lo percorreva con una passione che non avevo mai visto prima. I loro gemiti soffocati riempivano l’aria, creando un ritmo intimo e segreto.
Astrid, con un movimento fluido, aprì la porta alle sue spalle. Era la camera patronale dei miei nonni materni, un luogo ricco di storia e memorie, ma quella notte avrebbe accolto una nuova storia, di una natura completamente diversa. Le due donne si infilarono dentro, chiudendosi nel loro mondo privato.
Non potevo resistere. Un misto di eccitazione e voyeurismo mi spingeva a seguirle, desiderosa di continuare a osservare quell'incontro carico di sensualità e potere, che ormai era sfuggito a ogni controllo.
Appena mi affacciai alla porta, notai che le due donne erano già in azione. Sabrina era sdraiata sul letto, le gambe divaricate, mentre Astrid, inginocchiata tra di esse, la esplorava con fervore. La luce soffusa della lampada sopra il comò le illuminava appena. Il loro affiatamento era evidente, anche se si erano appena conosciute.
Non potei resistere. Entrai nella stanza senza fare rumore, e per un attimo rimasi inosservata, rapita dalla scena. Mi avvicinai a Sabrina e, sedendomi accanto a lei, le presi il viso tra le mani, baciandola con una passione che non potevo più trattenere. Le mie dita scivolarono sul suo seno destro, accarezzandolo con dolcezza e desiderio, mentre sentivo il suo respiro diventare più affannoso, seguendo il ritmo del piacere che Astrid le stava dando sotto di noi.
Ero così concentrata su Sabrina, sul suo corpo che si contorceva sotto di me, che non mi accorsi subito del tocco di Astrid. Solo quando le sue dita si insinuarono nella mia intimità, mi resi conto che anche lei si stava unendo al nostro gioco. La sua mano esplorava con sicurezza, spingendosi dentro di me, e il piacere mi travolse all’improvviso.
Fu in quel momento che la porta della stanza si aprì, e Lizzy ed Elin apparvero. Le osservai brevemente: eccitate e pronte a partecipare. Mia figlia, con movimenti rapidi, spogliò Elin, che già indossava ben poco. Le rimase solo il delicato tessuto delle mutandine, ma Lizzy lo tolse con facilità, rivelando ogni curva. Senza esitazione, le sue dita affondarono tra le gambe di Elin, mentre ci guardava, complice.
Lizzy si chinò, la sua lingua trovò la figa di Elin, leccandola con passione, mentre Elin si contorceva di piacere sopra di lei. Nel frattempo, Astrid non si fermò: aumentò l'intensità, aggiungendo un dito, fino a che non sentii tre dita penetrarmi in profondità, sorprendendomi con una piacevole scossa di piacere. I respiri di Sabrina e i miei si alternavano in un ritmo irregolare, entrambi persi nel nostro godimento.
Mentre assaporavo il seno di Sabrina, le dita di Astrid si fermarono, e furono sostituite da una lingua dolce e morbida. Pensai che fosse ancora lei a provocarmi, ma alzando lo sguardo, vidi che era Elin, guidata da Lizzy, che le teneva la testa premuta tra le mie gambe.
In quel momento, la situazione era chiara: io e Sabrina sdraiate sul letto, con i vestiti sollevati, mentre Astrid ed Elin ci davano piacere. Mia figlia, Lizzy, non si limitava a guardare. Dopo aver giocato con Elin e accarezzato Astrid, decise che anche lei voleva di più. Si sedette sul viso di Sabrina, che con mani abili le afferrò i fianchi, separando le sue natiche e iniziando a leccarla con fervore.
I gemiti di piacere riempivano la stanza, ogni respiro unito all’altro, fino a quando l’incredibile accadde.
Vi avevo detto in precedenza che non avevo mai avuto esperienze di incesto e che non avevo mai avuto l'intenzione di farlo. Beh, avevo mentito, almeno in parte. Non fu una mia decisione, ma andiamo con ordine.
Sabrina, stanca di essere passiva, fece scendere mia figlia dalla sua faccia e allontanò la svedese con un calcio deciso. Si alzò, si girò verso di me con uno sguardo autoritario che ben conoscevo. Dopo aver esaminato la situazione, si inginocchiò davanti a Lizzy, che era a pochi centimetri da me, mentre io ero dolcemente accarezzata dalle lingue delle due fidanzate. Le loro carezze erano incredibilmente delicate e sensuali.
Sabrina afferrò con decisione il collo di mia figlia e, con una forza inaspettata, la spinse verso il mio seno, ancora coperto dal vestito. Astrid, intuendo le intenzioni di Sabrina, abbassò il décolleté e cominciò a mordicchiare il mio seno destro. Sentivo il respiro di Lizzy sul mio corpo.
“Leccala,” ordinò Sabrina con tono imperioso. Riconoscevo quella voce, la stessa che ci aveva tormentate per anni; ora era tornata per dominare la scena.
Mia figlia esitò per un attimo, ma Sabrina strinse il suo collo e alzò la voce con determinazione: “Ti ho detto di leccarla.” Solo allora, Lizzy allungò timidamente la lingua e la posò sul mio seno sinistro.
Un risolino sottile riempì l'aria. Tentai di liberarmi, ma Astrid mi bloccava mentre Elin mi sfilava il vestito, lasciandomi completamente nuda. Le due fidanzate si sedettero accanto a me e iniziarono a baciarmi con ardore, le loro mani esplorando ogni parte del mio corpo. Mi sentivo completamente esposta e vulnerabile. In quel momento, mia figlia mi morse i capezzoli, come se avesse dimenticato chi fossi. Sabrina, con la mano sinistra che teneva i capelli di Lizzy, mi accarezzava con la destra.
Ero immobilizzata e non sapevo come reagire, sperando che tutto finisse presto, ma era solo l’inizio della serata. Guardai Sabrina con uno sguardo implorante, sperando che potesse fermare tutto, ma lei rispose con un sorriso beffardo. Sollevò la testa di mia figlia e sospirai. Quando vidi le due fidanzate aprirmi le gambe, capii che il peggio non era passato, anzi, doveva ancora arrivare. Sabrina spinse mia figlia verso di me, questa volta puntando verso la mia vagina. Sentii le sue labbra posarsi sul mio clitoride e, accettando la situazione, mi vennero i brividi mentre la sua lingua scorreva delicatamente sulle mie labbra inferiori. Le lacrime iniziarono a scendere, sopraffatta dalla confusione e da una sensazione di eccitazione inaspettata.
Dentro di me pensai: “Aspettate che qualcuna mi liberi, cagne.”
Sabrina si chinò verso mia figlia e le sussurrò: “Mostra a tua madre la tua specialità.” Poi le tolse il reggiseno e le accarezzò il seno, strizzandole i capezzoli con forza. Dal volto di Lizzy era chiaro che Sabrina lo stava facendo in modo doloroso. Mia figlia, con un’azione decisa, mi baciò la pancia e, in modo audace, posò il suo seno rifatto sulla mia vagina, penetrandomi con i suoi capezzoli eretti. Mi fece sobbalzare. Tentai di allontanare la mente da quello che stava accadendo, incapace di credere a quanto ero eccitata.
Poi giunse il mio momento.
Le mie amiche svedesi sembravano essersi stancate di assistere alla nostra padrona momentanea. Elin, attratta da donne più mature, si avvicinò a Sabrina e si insinuò tra le sue labbra con la lingua. Approfittai di quel momento di distrazione per spingere mia figlia tra le braccia di Astrid, finalmente libera di muovermi. La bionda svedese non perse tempo: baciò delicatamente la guancia di Lizzy e le infilò le dita bagnate nella vagina.
Mi ci volle un attimo per riprendermi. Dovevo agire. Sabrina aveva superato ogni limite. In quel momento, ricordai la mia valigetta dei giocattoli, che tenevo in camera per ogni emergenza. Non sapevo esattamente cosa avrei fatto, ma sapevo che avrei deciso sul momento. Lasciai le due coppiette che si erano formate e mi allontanai, pronta ad affrontare la situazione.
Corsi in camera e rovistai sotto il letto, dove trovai la mia valigetta del “pronto soccorso”. L’aprii sul letto e osservai il contenuto; mi balenò un’idea. Non avevo tempo per scegliere gli strumenti, così presi la valigetta e la portai con me nella camera padronale.
Quando arrivai, ciò che vidi mi stupì: Sabrina era tra le ginocchia di Elin, intenta a succhiarla con ardore, mentre Astrid stimolava il culo di mia figlia con le dita. Feci un lungo sospiro per farmi coraggio e cambiando atteggiamento, diventai decisa e autoritaria.
Mi avvicinai a Sabrina con determinazione, ogni mio movimento esprimeva rabbia. La spinsi sul letto e la bloccai con le mie ginocchia. Mostrai le manette che avevo preso dalla valigetta e le inchiodai le mani alla testiera del letto, ignorando le sue proteste. Mi alzai e presi dei lacci, ne diedi uno a Elin e le dissi di imitarmi. Mi voltai verso Lizzy e Astrid, che si erano sistemate davanti allo specchio gigante della stanza, masturbandosi e osservandosi riflessa.
Presi la gamba destra di Sabrina e la trascinai verso la fine del letto, legando la caviglia al supporto di legno che reggeva l’intero letto. Elin replicò con la gamba sinistra, osservandomi con curiosità. Mi avvicinai a lei e, mentre Sabrina si dibatteva nel tentativo di liberarsi, ci baciammo. Lizzy prese la mano destra di Astrid e la guidò verso il seno della sua ex. Si sedettero una a sinistra e una a destra, leccando il seno corrispondente.
Baciai il lobo dell’orecchio di Elin, sussurrai alcune parole in svedese e poi, mentre mi recavo a prendere l’enorme strap-on che avevo portato per l’occasione, Elin si sedette sulla pancia di Sabrina e iniziò a colpirle la vagina con le mani, provocando ripetute contrazioni.
Mi sputai con decisione sulla mano destra, facendo scivolare la saliva lungo il pene di gomma, accarezzandolo con attenzione. Mi avvicinai a lei, il fallo in erezione, e con un movimento lento, ma deciso, premetti la cappella contro la sua intimità umida e morbida. La penetrai dolcemente, mentre le altre si univano nel dedicarsi al suo corpo. Vista dall'esterno, la scena poteva sembrare una di dominio, ma in realtà ogni gesto era condiviso e cercato, e lei ne traeva un piacere profondo. Con ogni mio colpo, sempre più intenso, Lizzy e Astrid si lasciavano andare alle loro voglie, facendosi leccare a turno, mentre Elin si perdeva nei miei baci, premendo il suo corpo contro gli addominali di Sabrina. Era un intreccio di corpi e desideri, un amplesso che ci avvolgeva tutte in un ritmo perfetto.
L'avevo legata così stretta che vidi la pelle dei suoi polsi arrossarsi, quasi sanguinante. La tensione sul suo corpo, unita a quello che avevo subito poco prima, mi aveva fatto perdere completamente il controllo. Mi sentivo possedere Sabrina con una forza quasi incontrollata, come se ogni movimento fosse un atto di pura vendetta. I suoi gemiti erano soffocati dalla presenza di mia figlia sopra di lei, mentre cercava di resistere, ma senza successo.
Incrociai lo sguardo con Lizzy e capii immediatamente che anche lei desiderava la sua rivalsa. Con un semplice gesto le indicai di avvicinarsi. Con mia grande sorpresa, la prima cosa che fece fu baciarmi il collo con dolcezza, le sue mani carezzarono il mio petto sudato, poi, con un sussurro, disse: "Era questo che volevi vedere, vero?" Non parlava con me, ma con Sabrina, che la osservava.
Per rispondere alle sue attenzioni, le diedi piccoli baci sulle labbra, come facevo quando era solo una ragazzina. Poi, con un sorriso complice, le dissi che ora toccava a lei. Lentamente mi sfilai dal corpo di Sabrina, notando quanto fosse bagnata. Mi tolsi lo strapon e lo lanciai a Lizzy, che lo indossò con sicurezza, senza esitare. "Non avere fretta," le sussurrai, "aspetta il momento giusto." Con l’aiuto delle due svedesi, girammo Sabrina a pancia in giù, incrociandole le braccia legate dietro la schiena. Nonostante il suo evidente disagio, continuava a opporre resistenza, scalciando nervosamente. Ma Astrid ed Elin erano pronte a bloccarle le gambe e a spalancarle.
Le accarezzai i glutei con lentezza, prima di sculacciarla con un colpo deciso. "Calmati," le dissi in tono basso ma fermo, "fidati di me, voglio solo farti godere." Sembrava finalmente cedere, rilassandosi un po'. Le sculacciai di nuovo, poi mi chinai e, con delicatezza, le penetrai l'ano con la lingua, esplorandola con attenzione. I suoi gemiti si fecero più profondi, mentre il suo corpo rispondeva a ogni mia sollecitazione.
Sollevai lo sguardo verso Lizzy e le sorrisi. "Ora tocca a te," le dissi con dolcezza. Lei non perse tempo: mordicchiò le natiche di Sabrina prima di inserire lentamente il fallo di gomma nel suo ano. Era come se lo desiderasse da molto tempo, e con ogni spinta diventava più sicura di sé. Sabrina iniziò a sussurrare frasi confuse, quasi delle imprecazioni, mentre il suo corpo tremava di piacere sotto i colpi sempre più decisi di mia figlia.
Mi sdraiai accanto a Sabrina, tirandole delicatamente i capelli, il nostro sguardo si incrociò. "Chi la fa, l’aspetti," le sussurrai, mentre mi aprivo le gambe e mi penetravo con il dildo che avevo preso poco prima. Le due svedesi, intanto, si erano stancate di osservare. La più minuta, Elin, afferrò il vibratore che tenevo in mano e me lo spinse dentro più a fondo, facendomi gemere di piacere. Mi baciava con una passione crescente, mentre io mi lasciavo andare completamente a quel momento. Astrid, la più matura, si sedette di fronte a Sabrina, sollevandole i capelli e dicendole con un sorprendente accento italiano: "Lecca." Era la prima volta che la sentivo parlare nella nostra lingua, e Sabrina, senza esitare, si abbandonò completamente al comando.
La scena sembrava infinita, con il piacere che si accumulava, crescente, dentro di noi. Ogni gesto era un atto di pura sensualità, finché non sentii il desiderio diventare insostenibile. Baciai Elin dolcemente, promettendole che ci sarebbe stata un'altra occasione, poi mi sedetti accanto a Sabrina e cominciai a toccarmi, lasciando che l'orgasmo si avvicinasse con lentezza. Le svedesi mi imitarono, mettendosi accanto a Sabrina, e insieme raggiungemmo il culmine, una dopo l'altra, spargendo i nostri umori sopra quel corpo inerte. Astrid andò oltre e le pisciò addosso, questa volta fui io ad imitare il suo gesto. Nel mentre Lizzy continuava a possederla, instancabile.
I nostri corpi, ormai scossi dal piacere, si lasciavano andare, mentre Sabrina, visibilmente eccitata, tratteneva il respiro sotto i colpi di Lizzy. Quando infine raggiunse anche lei l'orgasmo, il suo corpo si contrasse, inondando le lenzuola immacolate.
Lizzy, con la sua innata dolcezza, baciò la schiena di Sabrina e tentò di toglierle le manette, ma solo io avevo le chiavi. La vendetta era stata compiuta, ma sentivo ancora una lieve tensione dentro di me. Indicai alle altre donne di uscire dalla stanza. Mi avvicinai a Sabrina, le baciai le labbra con dolcezza e le sussurrai la buonanotte, lasciandola lì, nuda e coperta dei nostri umori.
Mentre mi allontanavo con Elin e Lizzy, sapevo che quella notte segnava l’inizio della fine della mia amicizia con Sabrina. Presto, il contratto che ci legava sarebbe stato strappato, ma non prima di un’ultima, devastante vendetta.
Ci sistemammo nella casa che un tempo era appartenuta ai miei genitori. Mentre i ricordi affioravano, mi sentii sopraffatta da una malinconia che mi appesantiva l'anima. Ogni angolo, ogni stanza, portava con sé un frammento del passato che si insinuava nel presente, come un sussurro che non riuscivo a ignorare.
Poco dopo, incontrai le mie amiche svedesi, lasciando mia figlia e la sua ex da sole. Dentro di me, speravo che il tempo avesse guarito le ferite, ma sapevo che la loro storia era troppo complessa per svanire così facilmente. E, in effetti, non tutto andò per il meglio... Fecero sesso, un incontro travolgente e passionale. Come lo so? La mia amica si assicurò di raccontarmelo, con un sorrisetto che sembrava svelare più di quanto non volesse.
Ma non è questa la parte che vi voglio raccontare. La vera storia inizia la sera di Capodanno, quando il gioco della seduzione, della vendetta e del desiderio raggiunse il suo apice. Io, mia figlia, Sabrina, e le mie due amiche svedesi, ci ritrovammo da sole a casa mia. E vi assicuro, è una storia che non dimenticherete facilmente.
La serata fu bellissima, divertente, quando giunse la fine decisi di mia iniziativa di invitare le mie amiche a casa mia, avevo voglia di parlare con loro e mia figlia e la nostra amica Sabrina ci avrebbero fatto compagnia. Quindi eccoci li sedute nel salotto della casa svedese a prendere in giro i maschi, sopratutto quelli che ci avevano provato con noi quella sera. Comunque come padrona di casa vi faccio le presentazioni.
"Benvenuti alla nostra festa di Capodanno! Sono Ingrid Lindström, e questa serata speciale, che si è svolta dieci anni fa, rimane uno dei miei ricordi più eccitanti.
Quella notte indossavo un abito lungo di seta nera che abbracciava le mie curve generose con eleganza. Avevo dato una svolta al mio look, accorciando di molto i miei capelli.
La prima a entrare nel salotto fu mia figlia Lizzy, che allora aveva 24 anni. Con i suoi capelli biondi e un abito dorato che esaltava la sua figura snella e il seno rifatto, Lizzy incarnava giovinezza e bellezza. Era la reginetta della serata.
Subito dopo di lei, mano nella mano con mia figlia, entrò Sabrina, la nostra amica e complice. Con i suoi capelli scuri e il seno generoso, indossava un abito rosso brillante che rifletteva la sua personalità vivace e passionale. Il suo carisma era palpabile e il suo sguardo incuteva rispetto.
Poi arrivarono le mie amiche svedesi, Astrid ed Elin. Astrid, la più matura tra noi, con i suoi 52 anni, era alta e slanciata, con un portamento regale. Il suo abito color ghiaccio e i capelli biondo cenere raccolti in uno chignon raffinato le conferivano un'eleganza senza tempo, ricordando una regina dei ghiacci.
Elin, più giovane a 35 anni, era minuta e sinuosa. Il suo abito verde smeraldo metteva in risalto gli occhi verdi e i capelli castano chiaro sciolti in morbide onde. Nonostante la sua delicatezza, Elin nascondeva una forza sorprendente. Queste due amiche erano appena fidanzate tra loro.”
La serata era ormai avvolta in un’aura densa, carica di tensione. L’attrazione tra Astrid e Sabrina era evidente, alimentata dal vino che scorreva fluido e dall’energia crescente che riempiva la stanza. Due donne così prepotenti, entrambe sicure di sé, sapevo che la scintilla tra loro non avrebbe tardato a trasformarsi in un incendio. Il momento decisivo arrivò quando Sabrina si alzò dal divano. Fu in quell’istante che tutto cominciò.
Astrid, con la sua naturale sicurezza, osservò la scena. Aspettò qualche secondo, poi si alzò anche lei, accennando a una scusa che non colsi del tutto. La vidi scomparire dietro una porta. Passarono minuti, e di loro non c’era traccia. Mi sembrava impossibile che si fossero fermate a chiacchierare, considerato che parlavano lingue diverse. La mia curiosità crebbe a tal punto da spingermi a cercarle.
Le trovai presto. Accanto alla porta d’ingresso, immerse l’una nell’altra, come se il resto del mondo fosse scomparso. I loro corpi si muovevano in sincronia perfetta, le labbra di Astrid erano avide, premevano contro quelle di Sabrina in un bacio che trasudava desiderio. Le loro mani esploravano con urgenza, afferravano, stringevano. Astrid dominava chiaramente la situazione, spingendo Sabrina contro il muro con una forza decisa, quasi possessiva. E Sabrina non opponeva resistenza, al contrario, sembrava accogliere quel controllo con un piacere tacito, come se aspettasse quel momento da tempo.
Lentamente, la mano di Astrid scivolò sotto il vestito di Sabrina, accarezzandole le cosce lisce, fermandosi solo a un soffio dalla sua intimità. Mi ritrovai a trattenere il fiato, nascosta dietro la porta, mentre osservavo quella scena intrisa di sensualità. Il seno di Sabrina era ormai esposto, pallido e morbido, e la lingua di Astrid lo percorreva con una passione che non avevo mai visto prima. I loro gemiti soffocati riempivano l’aria, creando un ritmo intimo e segreto.
Astrid, con un movimento fluido, aprì la porta alle sue spalle. Era la camera patronale dei miei nonni materni, un luogo ricco di storia e memorie, ma quella notte avrebbe accolto una nuova storia, di una natura completamente diversa. Le due donne si infilarono dentro, chiudendosi nel loro mondo privato.
Non potevo resistere. Un misto di eccitazione e voyeurismo mi spingeva a seguirle, desiderosa di continuare a osservare quell'incontro carico di sensualità e potere, che ormai era sfuggito a ogni controllo.
Appena mi affacciai alla porta, notai che le due donne erano già in azione. Sabrina era sdraiata sul letto, le gambe divaricate, mentre Astrid, inginocchiata tra di esse, la esplorava con fervore. La luce soffusa della lampada sopra il comò le illuminava appena. Il loro affiatamento era evidente, anche se si erano appena conosciute.
Non potei resistere. Entrai nella stanza senza fare rumore, e per un attimo rimasi inosservata, rapita dalla scena. Mi avvicinai a Sabrina e, sedendomi accanto a lei, le presi il viso tra le mani, baciandola con una passione che non potevo più trattenere. Le mie dita scivolarono sul suo seno destro, accarezzandolo con dolcezza e desiderio, mentre sentivo il suo respiro diventare più affannoso, seguendo il ritmo del piacere che Astrid le stava dando sotto di noi.
Ero così concentrata su Sabrina, sul suo corpo che si contorceva sotto di me, che non mi accorsi subito del tocco di Astrid. Solo quando le sue dita si insinuarono nella mia intimità, mi resi conto che anche lei si stava unendo al nostro gioco. La sua mano esplorava con sicurezza, spingendosi dentro di me, e il piacere mi travolse all’improvviso.
Fu in quel momento che la porta della stanza si aprì, e Lizzy ed Elin apparvero. Le osservai brevemente: eccitate e pronte a partecipare. Mia figlia, con movimenti rapidi, spogliò Elin, che già indossava ben poco. Le rimase solo il delicato tessuto delle mutandine, ma Lizzy lo tolse con facilità, rivelando ogni curva. Senza esitazione, le sue dita affondarono tra le gambe di Elin, mentre ci guardava, complice.
Lizzy si chinò, la sua lingua trovò la figa di Elin, leccandola con passione, mentre Elin si contorceva di piacere sopra di lei. Nel frattempo, Astrid non si fermò: aumentò l'intensità, aggiungendo un dito, fino a che non sentii tre dita penetrarmi in profondità, sorprendendomi con una piacevole scossa di piacere. I respiri di Sabrina e i miei si alternavano in un ritmo irregolare, entrambi persi nel nostro godimento.
Mentre assaporavo il seno di Sabrina, le dita di Astrid si fermarono, e furono sostituite da una lingua dolce e morbida. Pensai che fosse ancora lei a provocarmi, ma alzando lo sguardo, vidi che era Elin, guidata da Lizzy, che le teneva la testa premuta tra le mie gambe.
In quel momento, la situazione era chiara: io e Sabrina sdraiate sul letto, con i vestiti sollevati, mentre Astrid ed Elin ci davano piacere. Mia figlia, Lizzy, non si limitava a guardare. Dopo aver giocato con Elin e accarezzato Astrid, decise che anche lei voleva di più. Si sedette sul viso di Sabrina, che con mani abili le afferrò i fianchi, separando le sue natiche e iniziando a leccarla con fervore.
I gemiti di piacere riempivano la stanza, ogni respiro unito all’altro, fino a quando l’incredibile accadde.
Vi avevo detto in precedenza che non avevo mai avuto esperienze di incesto e che non avevo mai avuto l'intenzione di farlo. Beh, avevo mentito, almeno in parte. Non fu una mia decisione, ma andiamo con ordine.
Sabrina, stanca di essere passiva, fece scendere mia figlia dalla sua faccia e allontanò la svedese con un calcio deciso. Si alzò, si girò verso di me con uno sguardo autoritario che ben conoscevo. Dopo aver esaminato la situazione, si inginocchiò davanti a Lizzy, che era a pochi centimetri da me, mentre io ero dolcemente accarezzata dalle lingue delle due fidanzate. Le loro carezze erano incredibilmente delicate e sensuali.
Sabrina afferrò con decisione il collo di mia figlia e, con una forza inaspettata, la spinse verso il mio seno, ancora coperto dal vestito. Astrid, intuendo le intenzioni di Sabrina, abbassò il décolleté e cominciò a mordicchiare il mio seno destro. Sentivo il respiro di Lizzy sul mio corpo.
“Leccala,” ordinò Sabrina con tono imperioso. Riconoscevo quella voce, la stessa che ci aveva tormentate per anni; ora era tornata per dominare la scena.
Mia figlia esitò per un attimo, ma Sabrina strinse il suo collo e alzò la voce con determinazione: “Ti ho detto di leccarla.” Solo allora, Lizzy allungò timidamente la lingua e la posò sul mio seno sinistro.
Un risolino sottile riempì l'aria. Tentai di liberarmi, ma Astrid mi bloccava mentre Elin mi sfilava il vestito, lasciandomi completamente nuda. Le due fidanzate si sedettero accanto a me e iniziarono a baciarmi con ardore, le loro mani esplorando ogni parte del mio corpo. Mi sentivo completamente esposta e vulnerabile. In quel momento, mia figlia mi morse i capezzoli, come se avesse dimenticato chi fossi. Sabrina, con la mano sinistra che teneva i capelli di Lizzy, mi accarezzava con la destra.
Ero immobilizzata e non sapevo come reagire, sperando che tutto finisse presto, ma era solo l’inizio della serata. Guardai Sabrina con uno sguardo implorante, sperando che potesse fermare tutto, ma lei rispose con un sorriso beffardo. Sollevò la testa di mia figlia e sospirai. Quando vidi le due fidanzate aprirmi le gambe, capii che il peggio non era passato, anzi, doveva ancora arrivare. Sabrina spinse mia figlia verso di me, questa volta puntando verso la mia vagina. Sentii le sue labbra posarsi sul mio clitoride e, accettando la situazione, mi vennero i brividi mentre la sua lingua scorreva delicatamente sulle mie labbra inferiori. Le lacrime iniziarono a scendere, sopraffatta dalla confusione e da una sensazione di eccitazione inaspettata.
Dentro di me pensai: “Aspettate che qualcuna mi liberi, cagne.”
Sabrina si chinò verso mia figlia e le sussurrò: “Mostra a tua madre la tua specialità.” Poi le tolse il reggiseno e le accarezzò il seno, strizzandole i capezzoli con forza. Dal volto di Lizzy era chiaro che Sabrina lo stava facendo in modo doloroso. Mia figlia, con un’azione decisa, mi baciò la pancia e, in modo audace, posò il suo seno rifatto sulla mia vagina, penetrandomi con i suoi capezzoli eretti. Mi fece sobbalzare. Tentai di allontanare la mente da quello che stava accadendo, incapace di credere a quanto ero eccitata.
Poi giunse il mio momento.
Le mie amiche svedesi sembravano essersi stancate di assistere alla nostra padrona momentanea. Elin, attratta da donne più mature, si avvicinò a Sabrina e si insinuò tra le sue labbra con la lingua. Approfittai di quel momento di distrazione per spingere mia figlia tra le braccia di Astrid, finalmente libera di muovermi. La bionda svedese non perse tempo: baciò delicatamente la guancia di Lizzy e le infilò le dita bagnate nella vagina.
Mi ci volle un attimo per riprendermi. Dovevo agire. Sabrina aveva superato ogni limite. In quel momento, ricordai la mia valigetta dei giocattoli, che tenevo in camera per ogni emergenza. Non sapevo esattamente cosa avrei fatto, ma sapevo che avrei deciso sul momento. Lasciai le due coppiette che si erano formate e mi allontanai, pronta ad affrontare la situazione.
Corsi in camera e rovistai sotto il letto, dove trovai la mia valigetta del “pronto soccorso”. L’aprii sul letto e osservai il contenuto; mi balenò un’idea. Non avevo tempo per scegliere gli strumenti, così presi la valigetta e la portai con me nella camera padronale.
Quando arrivai, ciò che vidi mi stupì: Sabrina era tra le ginocchia di Elin, intenta a succhiarla con ardore, mentre Astrid stimolava il culo di mia figlia con le dita. Feci un lungo sospiro per farmi coraggio e cambiando atteggiamento, diventai decisa e autoritaria.
Mi avvicinai a Sabrina con determinazione, ogni mio movimento esprimeva rabbia. La spinsi sul letto e la bloccai con le mie ginocchia. Mostrai le manette che avevo preso dalla valigetta e le inchiodai le mani alla testiera del letto, ignorando le sue proteste. Mi alzai e presi dei lacci, ne diedi uno a Elin e le dissi di imitarmi. Mi voltai verso Lizzy e Astrid, che si erano sistemate davanti allo specchio gigante della stanza, masturbandosi e osservandosi riflessa.
Presi la gamba destra di Sabrina e la trascinai verso la fine del letto, legando la caviglia al supporto di legno che reggeva l’intero letto. Elin replicò con la gamba sinistra, osservandomi con curiosità. Mi avvicinai a lei e, mentre Sabrina si dibatteva nel tentativo di liberarsi, ci baciammo. Lizzy prese la mano destra di Astrid e la guidò verso il seno della sua ex. Si sedettero una a sinistra e una a destra, leccando il seno corrispondente.
Baciai il lobo dell’orecchio di Elin, sussurrai alcune parole in svedese e poi, mentre mi recavo a prendere l’enorme strap-on che avevo portato per l’occasione, Elin si sedette sulla pancia di Sabrina e iniziò a colpirle la vagina con le mani, provocando ripetute contrazioni.
Mi sputai con decisione sulla mano destra, facendo scivolare la saliva lungo il pene di gomma, accarezzandolo con attenzione. Mi avvicinai a lei, il fallo in erezione, e con un movimento lento, ma deciso, premetti la cappella contro la sua intimità umida e morbida. La penetrai dolcemente, mentre le altre si univano nel dedicarsi al suo corpo. Vista dall'esterno, la scena poteva sembrare una di dominio, ma in realtà ogni gesto era condiviso e cercato, e lei ne traeva un piacere profondo. Con ogni mio colpo, sempre più intenso, Lizzy e Astrid si lasciavano andare alle loro voglie, facendosi leccare a turno, mentre Elin si perdeva nei miei baci, premendo il suo corpo contro gli addominali di Sabrina. Era un intreccio di corpi e desideri, un amplesso che ci avvolgeva tutte in un ritmo perfetto.
L'avevo legata così stretta che vidi la pelle dei suoi polsi arrossarsi, quasi sanguinante. La tensione sul suo corpo, unita a quello che avevo subito poco prima, mi aveva fatto perdere completamente il controllo. Mi sentivo possedere Sabrina con una forza quasi incontrollata, come se ogni movimento fosse un atto di pura vendetta. I suoi gemiti erano soffocati dalla presenza di mia figlia sopra di lei, mentre cercava di resistere, ma senza successo.
Incrociai lo sguardo con Lizzy e capii immediatamente che anche lei desiderava la sua rivalsa. Con un semplice gesto le indicai di avvicinarsi. Con mia grande sorpresa, la prima cosa che fece fu baciarmi il collo con dolcezza, le sue mani carezzarono il mio petto sudato, poi, con un sussurro, disse: "Era questo che volevi vedere, vero?" Non parlava con me, ma con Sabrina, che la osservava.
Per rispondere alle sue attenzioni, le diedi piccoli baci sulle labbra, come facevo quando era solo una ragazzina. Poi, con un sorriso complice, le dissi che ora toccava a lei. Lentamente mi sfilai dal corpo di Sabrina, notando quanto fosse bagnata. Mi tolsi lo strapon e lo lanciai a Lizzy, che lo indossò con sicurezza, senza esitare. "Non avere fretta," le sussurrai, "aspetta il momento giusto." Con l’aiuto delle due svedesi, girammo Sabrina a pancia in giù, incrociandole le braccia legate dietro la schiena. Nonostante il suo evidente disagio, continuava a opporre resistenza, scalciando nervosamente. Ma Astrid ed Elin erano pronte a bloccarle le gambe e a spalancarle.
Le accarezzai i glutei con lentezza, prima di sculacciarla con un colpo deciso. "Calmati," le dissi in tono basso ma fermo, "fidati di me, voglio solo farti godere." Sembrava finalmente cedere, rilassandosi un po'. Le sculacciai di nuovo, poi mi chinai e, con delicatezza, le penetrai l'ano con la lingua, esplorandola con attenzione. I suoi gemiti si fecero più profondi, mentre il suo corpo rispondeva a ogni mia sollecitazione.
Sollevai lo sguardo verso Lizzy e le sorrisi. "Ora tocca a te," le dissi con dolcezza. Lei non perse tempo: mordicchiò le natiche di Sabrina prima di inserire lentamente il fallo di gomma nel suo ano. Era come se lo desiderasse da molto tempo, e con ogni spinta diventava più sicura di sé. Sabrina iniziò a sussurrare frasi confuse, quasi delle imprecazioni, mentre il suo corpo tremava di piacere sotto i colpi sempre più decisi di mia figlia.
Mi sdraiai accanto a Sabrina, tirandole delicatamente i capelli, il nostro sguardo si incrociò. "Chi la fa, l’aspetti," le sussurrai, mentre mi aprivo le gambe e mi penetravo con il dildo che avevo preso poco prima. Le due svedesi, intanto, si erano stancate di osservare. La più minuta, Elin, afferrò il vibratore che tenevo in mano e me lo spinse dentro più a fondo, facendomi gemere di piacere. Mi baciava con una passione crescente, mentre io mi lasciavo andare completamente a quel momento. Astrid, la più matura, si sedette di fronte a Sabrina, sollevandole i capelli e dicendole con un sorprendente accento italiano: "Lecca." Era la prima volta che la sentivo parlare nella nostra lingua, e Sabrina, senza esitare, si abbandonò completamente al comando.
La scena sembrava infinita, con il piacere che si accumulava, crescente, dentro di noi. Ogni gesto era un atto di pura sensualità, finché non sentii il desiderio diventare insostenibile. Baciai Elin dolcemente, promettendole che ci sarebbe stata un'altra occasione, poi mi sedetti accanto a Sabrina e cominciai a toccarmi, lasciando che l'orgasmo si avvicinasse con lentezza. Le svedesi mi imitarono, mettendosi accanto a Sabrina, e insieme raggiungemmo il culmine, una dopo l'altra, spargendo i nostri umori sopra quel corpo inerte. Astrid andò oltre e le pisciò addosso, questa volta fui io ad imitare il suo gesto. Nel mentre Lizzy continuava a possederla, instancabile.
I nostri corpi, ormai scossi dal piacere, si lasciavano andare, mentre Sabrina, visibilmente eccitata, tratteneva il respiro sotto i colpi di Lizzy. Quando infine raggiunse anche lei l'orgasmo, il suo corpo si contrasse, inondando le lenzuola immacolate.
Lizzy, con la sua innata dolcezza, baciò la schiena di Sabrina e tentò di toglierle le manette, ma solo io avevo le chiavi. La vendetta era stata compiuta, ma sentivo ancora una lieve tensione dentro di me. Indicai alle altre donne di uscire dalla stanza. Mi avvicinai a Sabrina, le baciai le labbra con dolcezza e le sussurrai la buonanotte, lasciandola lì, nuda e coperta dei nostri umori.
Mentre mi allontanavo con Elin e Lizzy, sapevo che quella notte segnava l’inizio della fine della mia amicizia con Sabrina. Presto, il contratto che ci legava sarebbe stato strappato, ma non prima di un’ultima, devastante vendetta.
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