Come sono diventata un oggetto 13
di
genio20002
genere
dominazione
Buonasera, ricordo che per chiunque volesse scrivermi la mail: genio20002.genio20002@gmail.com
E finalmente è giunta anche l'estate, vacanze, mare e serate in giro. Allo stesso tempo però avevo una vacanza anche con i miei genitori in Spagna. Non mi ispirava molto l'idea, avrei preferito quasi restare a casa da sola per fare quello che volevo.
Eppure eccomi qui sull'aereo. Ho gli auricolari e mi sto guardando un film che ho scaricato. Vicino a me non ci sono i miei genitori perché abbiamo preso i posti divisi.
Con Mike invece ci siamo visti una volta prima di partire ma non è successo nulla, mi ha solo dato un pacchetto da portare con me sino a Barcellona, per darlo ad alcuni suoi parenti che vivono lì, credo sia tipo un regalo per una cugina. Ho accettato e l'ho messo in valigia.
Una volta atterrati vedo che i miei genitori scendono subito dal retro, erano in fondo, io a metà ho dovuto aspettare che tutti scendessero per riuscire a prendere il bagaglio e uscire. Ovviamente non poteva andarmi tutto bene e una volta fuori era appena partita la navetta con a bordo i miei genitori.
Leggo il messaggio di mio padre: "Non ci hanno lasciato fermare sulla pista, ci vediamo fuori"
Così aspettai la seconda navetta. Sfiga delle sfighe, una volta in aeroporto il mio bagaglio viene scelto per una sorta di controllo ulteriore facendomi perdere ancora più tempo. Lo scrivo ai miei genitori cosi non si preoccupano se non vedono arrivarmi immediatamente.
La guardia aeroportuale davanti a me sarà un ragazzo di circa 30 anni, dai tipici lineamenti spagnoli, barba curata, sopracciglia folte, labbra carnose e pelle molto abbronzata. Nonostante il suo forte accento spagnolo però parla anche Italiano, e questo mi aiuta molto.
Mi dice: "Salve signorina, apra il bagaglio"
Saluto anche io e immediatamente apro, ho la faccia un po' scazzata e nel mentre rispondo a qualche messaggio. Passa l'aggeggio dell'antidroga e mi chiedo quanto tempo impiegherà a lasciarmi andare.
Mette quell'aggeggio dentro la macchinetta e riceve i risultati. Si gira verso di me e con uno sguardo sospettoso mi dice: "Signorina deve seguirmi nell'ufficio antidroga"
Io: "Mi scusi? È uno scherzo?"
Lui: "Il risultato del tampone è positivo, devo aprire totalmente i bagaglio e fare una ricerca approfondita, mi segua"
Aggiunge anche: "Magari è solo un errore ma devo verificare"
Sbuffando lo seguo in questa sottospecie di ufficio, con un tavolo e due sedie, uno scaffale e niente di più.
Di fronte a me inizia a svuotare la valigia, arrossisco nel momento in cui tira fuori un completino particolarmente sexy e spinto. Ma lui non fa commenti, mantenendo un distacco professionale.
Tifa fuori il pacco di Mike e fa per aprirlo.
Gli dico: "Scusi è un pacco regalo di un amico, potrebbe evitare di aprirlo?"
Lui si ferma prende l'aggeggio di prima e lo passa sul pacco. Il risultato è ancora positivo.
Sbianco, lui invece con tono ancora più sospetto mi dice: "Non è che non vuole che lo apra per un altro motivo?"
Deglutisco a fatica e rispondo: "No..."
Apre il regalo e dentro non c'è nessuno libro o qualsiasi cosa mi aspettassi, bensì un pacchetto con polvere bianca. Strabuzzo gli occhi incredula, come cazzo si è permesso.
Il ragazzo mi guarda male e fa per prendere il telefono fisso e chiamare.
Gli dico: "Aspetti non lo sapevo, non mi hanno detto cosa c'era dentro il pacco!"
Lui mi guarda con la cornetta ancora in mano e dice: "Non dipende da me, bisogna perquisirla, è la prassi"
Non so cosa fare, non voglio che mi denunci, quindi gli dico: "Non può rimanere una cosa tra di noi?"
Lui mi fissa con uno sguardo gelido e dice: "Preferisce che la perquisica io piuttosto che un agente donna? Intanto poi dovrò comunque denunciare il fatto"
In ogni caso se lo dice ad altri non ho più speranze, se rimane solo lui posso sperare di fargli cambiare idea, nonostante sembri uno tutto di un pezzo, incorruttibile.
Allora rispondo: "Si per favore faccia lei, non voglio che nessuno lo sappia"
Lui rimane con il suo sguardo gelido, chiude la specie di tendina per isolare la vista dall'esterno e mi dice: "Si levi la felpa, scarpe, calze"
Mi alzo dalla sedia e eseguo, rimango con maglietta bianca che arriva poco sopra l'ombelico e shorts.
Per prima cosa analizza le scarpe e sono pulite. Poi mi intima di aprire le braccia e gambe di modo da perquisirmi. Eseguo e inizia prima ossevandomi, poi notando che la maggior parte delle parti del mio corpo sono visibili, inizia dagli shorts a salire. La perquisizione è approfondita, sento le sue mani ovunque. In particolare sento che sale do indugiano sulle mie tette, forse sentendo una specie di imbottitura, allora gli dico: "Ho il reggiseno imbottito"
Lui mi dice: "Dovrei controllare meglio, si tolga maglia e shorts"
Un po' imbarazzata eseguo. Sono in imbarazzo perché ho la parte di sotto dell'intimo praticamente trasparente, sicuramente vede tutto. Si mette un paio di guanti e controlla meglio il reggiseno. Capisce che non trasporto nulla li, ma per farlo mi scopre anche i capezzoli, non so quanto volontariamente o meno.
Lui di certo sembra rimanere imperturbabile.
Mi dice poi: "Signorina devo farle un esame interno, per assicurarmi che non trasporti nulla dentro di lei"
Io lo guardo: "Cioè?"
Lui sempre freddo mi risponde: "Devo assicurarmi che non trasporta nulla nell'ano"
Sono sempre più incredula, infatti chiedo: "E come pensa di fare?"
Lui risponde: "O la polizia la porta in ospedale oppure con le mani"
Io: "No la prengo niente polizia"
Lui allora: "Signorina si tolga anche le mutande e si pieghi sul tavolo"
Non mi sarei immaginata nulla del genere in vita mia, ma ovviamente eseguo. Mi piego sul tavolo freddo e sento che inizia ad armeggiare con una specie di lubrificante. Con un dito poi inizia a farmi pressione sul culo. Non avrei pensato di provare piacere eppure eccomi qui a combattere contro gli istinti del mio corpo. Poco per volta continua ad aggiungere dita e per me è sempre più difficile, consapevole che lui ha comunque una visione perfetta della mia figa e sa quanto sono bagnata.
Quando aggiunge il quarto dito mi scappa un gemito involontario, l'unica reazione della guardia però è un: "Signorina cerchi di contenersi"
Rimango di merda, qualunque vecchio porco avrebbe scambiato la mia libertà con una scopata, lui sembra totalmente disinteressato. E poi il suo tono mi fa sentire così stupida, come se fossi l'unica che con 4 dita in culo si eccita.
Eppure questo mi eccita di più, il suo disprezzo. Infatti inizio a sentire qualche gocciolina scendere dalle mie gambe. In compenso mi concentro sempre di più a non fare versi.
Da lì a poco questa dolce tortura giunge al termine e completamente disinteressato mi ripassa le mutande. Le rimetto tutta rossa in viso e con tanta voglia repressa.
Sempre con il suo tono mi dice: "Non ho rilevato nulla, però non posso fare finta di nulla, devo chiamare la polizia"
Non lo lascio finire e gli dico: "Nono la prego, non può, faccio quello che vuole, ma non chiami nessuno"
Lui: "Devo"
Con il cuore a mille lo fermo e gli dico: "Non preferirebbe scoparmi? Ha pure sentito quanto mi ha fatto bagnare, scopami e lasciami andare, saremo entrambi felici, ti lascio anche la droga così non avrai problemi"
Lui mi guarda schifato: "Pensi che ti voglia scopare? Hai il culo distrutto se va bene fai la puttana nella vita, è entrato praticamente il mio intero polso nel tuo culo, chi vorrebbe scopare una galleria?"
Lo guardo a occhi sgranati perché non me l'aspettavo questa serie di insulti, e soprattutto perché ha perso la consueta freddezza. Le sue parole mi hanno fatto male, ma anche eccitare, funziono male.
Lui allora continua e prende il telefono e fa per digitare il numero. Non voglio finire il prigione, allora faccio la cosa che mi viene meglio.
Uso il mio corpo, in tutta fretta mentre compone il numero mi spoglio totalmente e mente sta per avvicinare la cornetta all'orecchio mi inginocchio davanti a lui.
Gli appoggio una mano sul cazzo, lui non fa nulla per toglierla e però sento che gli sto facendo effetto. Questo mi dà nuova forza, gli sbottono i pantaloni mentre inizia a parlare in spagnolo senza che il capisca nulla. Gli tiro fuori il cazzo semiduro e mentre ancora sta parlando inizio a succhiarlo con tutta la foga possibile, infatti sento che gli diventa sempre più duro, e la voce farsi meno certa mentre parla. Sembra dire ancora qualcosa e poi riattacca.
Penso di aver vinto. Si siede e gattonando le seguo continuando a pompare. Una volta seduto mi dice: "Stanno arrivando a prenderti"
Mi cade il mondo addosso. E per un attimo mi fermo. Per cosa lo sto spompinando?
Lui aggiunge: "Ora continua"
Lo guardo e mi allontano. Gli dico: "No non posso ottenere quello che voglio"
Lui sempre più convinto dice: "Magari però soddisfi la tua parte da troia, che direi essere quella che prevale"
Lo guardo male ma non riesco a non sentire l'eccezione dentro di me. E perdo, come sempre.
Mi inginocchio di nuovo mettendoci un rinnovato impegno. Senza dirmi nulla mi viene in bocca.
Si riveste e mi incazzo. Gli dico: "No tu ora mi scopi"
Mi guarda e dice: "Vuoi farti trovare dalla polizia mentr vieni scopata?"
Mi avvicino con l'intento di spintonarlo per la rabbia ma lui mi prende per i capelli e mi sbatte sul tavolo. Tiene il mio viso schiacciato e mi dice: "Ah sì Vuoi il mio cazzo?"
Gli rispondo: "Si stronzo"
Lui mi tira di più i capelli e dice: "Non ho capito"
Io: "Si cazzo"
Continua la sua pressione e dice: "Ritenta"
Allora cedo e dico: "Scopami per favore"
Mi tiene con la testa schiacciata sul tavolo, non capisco cosa stia facendo. Poi tutto ad un tratto si.
Sento qualcosa di freddo sul mio culo. Provo a girare la testa ma non riesco, però ho capito, sta cercando di infilarmi nel culo l'aggeggio dell'antidroga.
Dico: "no aspetta fermati!!"
Lui non dà cenno di avermi sentito e spinge di più, è enorme. Mi fa male ma...
Una volta che lo riesce a infilare inizia a fare avanti e indietro, sempre più velocemente. Dopo essermi dimentata un sacco mi fermo e inizio a sentire il piacere, colano copiosamente gli umori dalla mia figa. E vengo.
Penso abbia terminato invece lascia quel coso nel mio culo, e mi scopa la figa. Sono distrutta. Poi finalmente viene. Ovviamente non dentro di me, ma sul tavolo.
Provo ad alzarmi ma ho quel palo nel culo, lo guardo per ricevere aiuto e lui si disinteressa. Se voglio toglierlo devo fare io. Con un fortissimo dolore riesco a tirarlo fuori. Come se un treno mi stesse bucando.
Mi rivesto, lui mi ferma e dice: "Dammi tutte le tue mutande e reggiseno che ti sei portata"
Confusa dico: "cos...?"
Dice: "Dammeli"
Li prendo tutti e glieli do, pure quelli che avevo addosso. Lui li prende e li getta nel cestino, mi ridà il pacchetto di droga e dice: "Puoi andare ora"
Senza guardarmi in faccia indaffarato nei suoi compiti. Oggi mi sono fatta scopare per essere liberata. E una volta che pensavo di non essere riuscita ho continuato, non sono riuscita a fermarmi, mi sarei fatta scopare per niente. Sono un caso disperato.
Esco dall'ufficio e uscendo vedo i miei.
Mio padre con uno sguardo di disapprovazione mi dice: "Giulia quante volte ti ho detto di non uscire senza reggiseno?"
E finalmente è giunta anche l'estate, vacanze, mare e serate in giro. Allo stesso tempo però avevo una vacanza anche con i miei genitori in Spagna. Non mi ispirava molto l'idea, avrei preferito quasi restare a casa da sola per fare quello che volevo.
Eppure eccomi qui sull'aereo. Ho gli auricolari e mi sto guardando un film che ho scaricato. Vicino a me non ci sono i miei genitori perché abbiamo preso i posti divisi.
Con Mike invece ci siamo visti una volta prima di partire ma non è successo nulla, mi ha solo dato un pacchetto da portare con me sino a Barcellona, per darlo ad alcuni suoi parenti che vivono lì, credo sia tipo un regalo per una cugina. Ho accettato e l'ho messo in valigia.
Una volta atterrati vedo che i miei genitori scendono subito dal retro, erano in fondo, io a metà ho dovuto aspettare che tutti scendessero per riuscire a prendere il bagaglio e uscire. Ovviamente non poteva andarmi tutto bene e una volta fuori era appena partita la navetta con a bordo i miei genitori.
Leggo il messaggio di mio padre: "Non ci hanno lasciato fermare sulla pista, ci vediamo fuori"
Così aspettai la seconda navetta. Sfiga delle sfighe, una volta in aeroporto il mio bagaglio viene scelto per una sorta di controllo ulteriore facendomi perdere ancora più tempo. Lo scrivo ai miei genitori cosi non si preoccupano se non vedono arrivarmi immediatamente.
La guardia aeroportuale davanti a me sarà un ragazzo di circa 30 anni, dai tipici lineamenti spagnoli, barba curata, sopracciglia folte, labbra carnose e pelle molto abbronzata. Nonostante il suo forte accento spagnolo però parla anche Italiano, e questo mi aiuta molto.
Mi dice: "Salve signorina, apra il bagaglio"
Saluto anche io e immediatamente apro, ho la faccia un po' scazzata e nel mentre rispondo a qualche messaggio. Passa l'aggeggio dell'antidroga e mi chiedo quanto tempo impiegherà a lasciarmi andare.
Mette quell'aggeggio dentro la macchinetta e riceve i risultati. Si gira verso di me e con uno sguardo sospettoso mi dice: "Signorina deve seguirmi nell'ufficio antidroga"
Io: "Mi scusi? È uno scherzo?"
Lui: "Il risultato del tampone è positivo, devo aprire totalmente i bagaglio e fare una ricerca approfondita, mi segua"
Aggiunge anche: "Magari è solo un errore ma devo verificare"
Sbuffando lo seguo in questa sottospecie di ufficio, con un tavolo e due sedie, uno scaffale e niente di più.
Di fronte a me inizia a svuotare la valigia, arrossisco nel momento in cui tira fuori un completino particolarmente sexy e spinto. Ma lui non fa commenti, mantenendo un distacco professionale.
Tifa fuori il pacco di Mike e fa per aprirlo.
Gli dico: "Scusi è un pacco regalo di un amico, potrebbe evitare di aprirlo?"
Lui si ferma prende l'aggeggio di prima e lo passa sul pacco. Il risultato è ancora positivo.
Sbianco, lui invece con tono ancora più sospetto mi dice: "Non è che non vuole che lo apra per un altro motivo?"
Deglutisco a fatica e rispondo: "No..."
Apre il regalo e dentro non c'è nessuno libro o qualsiasi cosa mi aspettassi, bensì un pacchetto con polvere bianca. Strabuzzo gli occhi incredula, come cazzo si è permesso.
Il ragazzo mi guarda male e fa per prendere il telefono fisso e chiamare.
Gli dico: "Aspetti non lo sapevo, non mi hanno detto cosa c'era dentro il pacco!"
Lui mi guarda con la cornetta ancora in mano e dice: "Non dipende da me, bisogna perquisirla, è la prassi"
Non so cosa fare, non voglio che mi denunci, quindi gli dico: "Non può rimanere una cosa tra di noi?"
Lui mi fissa con uno sguardo gelido e dice: "Preferisce che la perquisica io piuttosto che un agente donna? Intanto poi dovrò comunque denunciare il fatto"
In ogni caso se lo dice ad altri non ho più speranze, se rimane solo lui posso sperare di fargli cambiare idea, nonostante sembri uno tutto di un pezzo, incorruttibile.
Allora rispondo: "Si per favore faccia lei, non voglio che nessuno lo sappia"
Lui rimane con il suo sguardo gelido, chiude la specie di tendina per isolare la vista dall'esterno e mi dice: "Si levi la felpa, scarpe, calze"
Mi alzo dalla sedia e eseguo, rimango con maglietta bianca che arriva poco sopra l'ombelico e shorts.
Per prima cosa analizza le scarpe e sono pulite. Poi mi intima di aprire le braccia e gambe di modo da perquisirmi. Eseguo e inizia prima ossevandomi, poi notando che la maggior parte delle parti del mio corpo sono visibili, inizia dagli shorts a salire. La perquisizione è approfondita, sento le sue mani ovunque. In particolare sento che sale do indugiano sulle mie tette, forse sentendo una specie di imbottitura, allora gli dico: "Ho il reggiseno imbottito"
Lui mi dice: "Dovrei controllare meglio, si tolga maglia e shorts"
Un po' imbarazzata eseguo. Sono in imbarazzo perché ho la parte di sotto dell'intimo praticamente trasparente, sicuramente vede tutto. Si mette un paio di guanti e controlla meglio il reggiseno. Capisce che non trasporto nulla li, ma per farlo mi scopre anche i capezzoli, non so quanto volontariamente o meno.
Lui di certo sembra rimanere imperturbabile.
Mi dice poi: "Signorina devo farle un esame interno, per assicurarmi che non trasporti nulla dentro di lei"
Io lo guardo: "Cioè?"
Lui sempre freddo mi risponde: "Devo assicurarmi che non trasporta nulla nell'ano"
Sono sempre più incredula, infatti chiedo: "E come pensa di fare?"
Lui risponde: "O la polizia la porta in ospedale oppure con le mani"
Io: "No la prengo niente polizia"
Lui allora: "Signorina si tolga anche le mutande e si pieghi sul tavolo"
Non mi sarei immaginata nulla del genere in vita mia, ma ovviamente eseguo. Mi piego sul tavolo freddo e sento che inizia ad armeggiare con una specie di lubrificante. Con un dito poi inizia a farmi pressione sul culo. Non avrei pensato di provare piacere eppure eccomi qui a combattere contro gli istinti del mio corpo. Poco per volta continua ad aggiungere dita e per me è sempre più difficile, consapevole che lui ha comunque una visione perfetta della mia figa e sa quanto sono bagnata.
Quando aggiunge il quarto dito mi scappa un gemito involontario, l'unica reazione della guardia però è un: "Signorina cerchi di contenersi"
Rimango di merda, qualunque vecchio porco avrebbe scambiato la mia libertà con una scopata, lui sembra totalmente disinteressato. E poi il suo tono mi fa sentire così stupida, come se fossi l'unica che con 4 dita in culo si eccita.
Eppure questo mi eccita di più, il suo disprezzo. Infatti inizio a sentire qualche gocciolina scendere dalle mie gambe. In compenso mi concentro sempre di più a non fare versi.
Da lì a poco questa dolce tortura giunge al termine e completamente disinteressato mi ripassa le mutande. Le rimetto tutta rossa in viso e con tanta voglia repressa.
Sempre con il suo tono mi dice: "Non ho rilevato nulla, però non posso fare finta di nulla, devo chiamare la polizia"
Non lo lascio finire e gli dico: "Nono la prego, non può, faccio quello che vuole, ma non chiami nessuno"
Lui: "Devo"
Con il cuore a mille lo fermo e gli dico: "Non preferirebbe scoparmi? Ha pure sentito quanto mi ha fatto bagnare, scopami e lasciami andare, saremo entrambi felici, ti lascio anche la droga così non avrai problemi"
Lui mi guarda schifato: "Pensi che ti voglia scopare? Hai il culo distrutto se va bene fai la puttana nella vita, è entrato praticamente il mio intero polso nel tuo culo, chi vorrebbe scopare una galleria?"
Lo guardo a occhi sgranati perché non me l'aspettavo questa serie di insulti, e soprattutto perché ha perso la consueta freddezza. Le sue parole mi hanno fatto male, ma anche eccitare, funziono male.
Lui allora continua e prende il telefono e fa per digitare il numero. Non voglio finire il prigione, allora faccio la cosa che mi viene meglio.
Uso il mio corpo, in tutta fretta mentre compone il numero mi spoglio totalmente e mente sta per avvicinare la cornetta all'orecchio mi inginocchio davanti a lui.
Gli appoggio una mano sul cazzo, lui non fa nulla per toglierla e però sento che gli sto facendo effetto. Questo mi dà nuova forza, gli sbottono i pantaloni mentre inizia a parlare in spagnolo senza che il capisca nulla. Gli tiro fuori il cazzo semiduro e mentre ancora sta parlando inizio a succhiarlo con tutta la foga possibile, infatti sento che gli diventa sempre più duro, e la voce farsi meno certa mentre parla. Sembra dire ancora qualcosa e poi riattacca.
Penso di aver vinto. Si siede e gattonando le seguo continuando a pompare. Una volta seduto mi dice: "Stanno arrivando a prenderti"
Mi cade il mondo addosso. E per un attimo mi fermo. Per cosa lo sto spompinando?
Lui aggiunge: "Ora continua"
Lo guardo e mi allontano. Gli dico: "No non posso ottenere quello che voglio"
Lui sempre più convinto dice: "Magari però soddisfi la tua parte da troia, che direi essere quella che prevale"
Lo guardo male ma non riesco a non sentire l'eccezione dentro di me. E perdo, come sempre.
Mi inginocchio di nuovo mettendoci un rinnovato impegno. Senza dirmi nulla mi viene in bocca.
Si riveste e mi incazzo. Gli dico: "No tu ora mi scopi"
Mi guarda e dice: "Vuoi farti trovare dalla polizia mentr vieni scopata?"
Mi avvicino con l'intento di spintonarlo per la rabbia ma lui mi prende per i capelli e mi sbatte sul tavolo. Tiene il mio viso schiacciato e mi dice: "Ah sì Vuoi il mio cazzo?"
Gli rispondo: "Si stronzo"
Lui mi tira di più i capelli e dice: "Non ho capito"
Io: "Si cazzo"
Continua la sua pressione e dice: "Ritenta"
Allora cedo e dico: "Scopami per favore"
Mi tiene con la testa schiacciata sul tavolo, non capisco cosa stia facendo. Poi tutto ad un tratto si.
Sento qualcosa di freddo sul mio culo. Provo a girare la testa ma non riesco, però ho capito, sta cercando di infilarmi nel culo l'aggeggio dell'antidroga.
Dico: "no aspetta fermati!!"
Lui non dà cenno di avermi sentito e spinge di più, è enorme. Mi fa male ma...
Una volta che lo riesce a infilare inizia a fare avanti e indietro, sempre più velocemente. Dopo essermi dimentata un sacco mi fermo e inizio a sentire il piacere, colano copiosamente gli umori dalla mia figa. E vengo.
Penso abbia terminato invece lascia quel coso nel mio culo, e mi scopa la figa. Sono distrutta. Poi finalmente viene. Ovviamente non dentro di me, ma sul tavolo.
Provo ad alzarmi ma ho quel palo nel culo, lo guardo per ricevere aiuto e lui si disinteressa. Se voglio toglierlo devo fare io. Con un fortissimo dolore riesco a tirarlo fuori. Come se un treno mi stesse bucando.
Mi rivesto, lui mi ferma e dice: "Dammi tutte le tue mutande e reggiseno che ti sei portata"
Confusa dico: "cos...?"
Dice: "Dammeli"
Li prendo tutti e glieli do, pure quelli che avevo addosso. Lui li prende e li getta nel cestino, mi ridà il pacchetto di droga e dice: "Puoi andare ora"
Senza guardarmi in faccia indaffarato nei suoi compiti. Oggi mi sono fatta scopare per essere liberata. E una volta che pensavo di non essere riuscita ho continuato, non sono riuscita a fermarmi, mi sarei fatta scopare per niente. Sono un caso disperato.
Esco dall'ufficio e uscendo vedo i miei.
Mio padre con uno sguardo di disapprovazione mi dice: "Giulia quante volte ti ho detto di non uscire senza reggiseno?"
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